IBISCUS

ARDEA

L’auto, una Lancia Ardea superbamente invecchiata per settant’anni, scivola via su una costola ondulata di terra a braccetto col mare, nell’aria cristallina dopo un pomeriggio di pioggia. La strada è una lama grigia che taglia lo scenario autunnale, lambisce la macchia, sfiora le dune, e a tratti sembra protendersi verso il cielo.

Ardea è in viaggio, corre solitaria, verso una destinazione là in fondo, oltre i rossi del tramonto; è leggera, onesta, obbediente ai comandi gentili quasi impercettibili del volante.
Alla guida c’è la carezza di una giovane donna, Marina, e le sue mani eleganti dalle dita affusolate. La radio modula una vecchia canzone, uno slow, e lei muove la testa piano, come rapita; canta senza voce, e nell’abitacolo si respira il suo profumo su una nota maschile di cuoio, e tabacco.
C’è un uomo seduto accanto alla ragazza.
Come lei è giovane, come lei è composto, discreto, sembra a suo agio, perché ha gli occhi chiusi; addirittura, forse, sta dormendo.
— Finalmente potrò guardarti per ore — dice a sorpresa — e tu non ti voltare.
Lei però s’è voltata, e ha sorriso. Poi torna a guardare la strada, sorride ancora. Il suo profilo agli occhi di lui è la cosa più bella del mondo.
— C’è di meglio da guardare. Guarda che bello l’autunno: i colori gridano, prima di morire. È tutto così tragico e dimesso là fuori.
— Uhm, meglio qua dentro. È, questa un’occasione unica per indagare i battiti delle tue ciglia, posso contarli!, e, che dire: hai davvero un bel nasino greco. E la tua bocca? scusami, ma qua dentro sembra già Natale.
— Natale? Oddio, perché Natale?
— Questa macchina, il fascino che ha, e il fascino che hai tu. Non è un complimento, è la pura verità. Tu e lei, e la musica della tua radio, siete una cosa sola.
— Che si chiama Natale?
— No, però potrei chiamarla casa se solo mi appartenesse.
— Ah, ok. Allora, puoi chiamarla Natale. Io però preferisco l’autunno. Per me suona le note de les feuilles mortes. Lo sai quanto amo il jazz.
— Tutti amano quella canzone, e anche io leggo, ho letto, Prévert.
— E bravo Ale, romanticone. Ti accontenterai di guardarmi, o vuoi provare a sedurmi, vivere un’avventura?
— Il viaggio è lungo, si fa sera… Chissà! Anche se quello che succede davvero, purtroppo, è che si torna a casa; altro che avventura.
— Ah, ecco! Attento, però: adesso sei scortese. Guarda che le donne a queste cose ci fanno caso.
— Sì, scusa è vero; anche se a te l’avventura non si addice; tu non sei semplicemente una donna. Tu, amica mia, sei quella parete inattaccabile che ha resistito alle avances di un mese di scalata, e quindi…
— Ti sei arreso?! No, a chi la racconti. Inattaccabile da chi? In realtà non ci hai mai provato veramente.
Lui non replica, tace; si gira a guardare fuori dal finestrino; certo sta pensando. Lei si è innervosita, Ardea se ne accorge, e chiede un cambio marcia.
Poi l’uomo torna a fissare la ragazza.
— Vorrei essere mio padre — dice serio.
— Eh?
— Adesso, dico, vorrei per un minuto essere mio padre.
Marina torna a guardarlo per un attimo. Adesso è seria anche lei, turbata, forse addirittura irritata.
— Perché tuo padre? Lui che c’entra adesso?
— Perché lui ti conosce. E ti sa prendere. Io invece di te so solo che sei meravigliosa e non mi fili.
— Tuo padre mi conosce da quando ero piccola.
— Da quando eravamo piccoli. È appunto quello che stavo dicendo. Lui ti ha vista crescere, ha frequentato la tua casa, tua madre, tuo fratello. Io non c’ero, io ho conosciuto mia madre, solo lei, e di lui so quello che lui sa di me, cioè nulla, o quasi.
— Tuo padre ha fatto molto per noi, mia madre lo ama ancora, a modo suo lo ama. Perché dobbiamo parlare di lui?
— Scusa. Scusami, non so che mi prende. Però ogni volta che penso a te, ecco, puntuali, anche loro. Quei due sono la nostra rovina.
— Che vuoi dire?
— Facile: che siamo quasi parenti, e io non ti voglio come sorella, quasi quanto lui non ti vuole come figlia.
— Se non ha sposato mia madre non sarà per questo.
— Al tempo… oggi il discorso è diverso; e io, in questo momento, in questa macchina, vorrei essere mio padre.
Nell’auto cala il gelo.
Lui guarda ancora fuori, prende a mordersi le unghie, mentre lei alza il volume della radio e accelera nervosa. Ardea risponde con un soffio felino, mentre fuori il cielo si fa scuro.
— Per me è solo Sandro, — riprende Ale — non mi ha filato per vent’anni e adesso sono un suo dipendente. Mi da, bontà sua, un lavoro. Tu invece…
— Io cosa? Cosa stai insinuando?
— Niente. Ma se parliamo di sentimenti… non è la stessa cosa. Chi è più figlio, tu o io? E se non ti ha voluta come figlia, cosa vuole da te, perché ti gira intorno? Perché non ha dato semplicemente un lavoro del cavolo anche a te, e invece ti vuole in casa sua?… Mi chiedo a far che…
— Tu sei matto. Tu, tu di lui non sai niente, e niente sai di me.
Nel dire Marina, rallenta e ferma in una piazzola di sosta.
— E adesso che fai? — chiede lui.
— Hai voglia di parlare? Bene: parliamo. Oppure fammi vedere che faresti se fossi davvero tuo padre.

Continua…

Diamo un seguito a questa storia

  • Una notte da scordare (20%)
    20
  • Una bella notte (0%)
    0
  • Una notte insonne (80%)
    80
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107 Commenti

  • Ciao Keziarica, grazie.
    Quale che sia il destino di Marina oggi comincia tutta un’altra storia che la vede finalmente protagonista responsabile.
    Nel racconto della sua fuga-partenza o quel che sia, ho voluto inserire tutti gli elementi anche puramente simbolici che, avendo tempo e voglia, possono far riflettere. Ognuno coglierà quel che vuole ma Tu, intanto hai voluto sottolineare il gesto, di lei che, “gelosa” della cieca stupida felicità di un fiore, lo coglie per condurlo via, a condividere i suoi drammi, perché solo quando la realtà in cui esso è nato e maturato sarà consumata, per lei potrà iniziare una nuova stagione. Grazie ancora, a presto!🌻🙋

  • Ciao, Ottaviano.
    Conclusione un agrodolce, il povero fiore strappato per essere visto appassire è un’immagine tragica che porta con sé un messaggio poco propizio per la buona riuscita di vita della nostra Marina.
    Hai creato questa storia con garbo e maestria, lucidità e qualche tocco di nostalgia. L’ambiente, i personaggi, i dialoghi hanno contribuito a mostrarci gli avvenimenti di uno spaccato all’Italiana, di quelli che i grandi maestri del cinema ci hanno raccontato nel passato. Bello, te lo ripeto: il mio preferito. Ora ne aspetto un altro e ti auguro una bellissima giornata.

    Alla prossima!

  • Capitolo 10)

    Ciao Ottaviano!

    Questa parte conclusiva è filata liscia verso il finale, offrendo al lettore quel tocco di amarezza e speranza per un futuro più roseo, ma anche a molti potrebbe far dare di matto. Le fughe sono belle – non sempre – a immaginarsi, meno a farci i conti. Tanto per coloro che partono quanto per chi resta.
    Mi piace, e come sempre le tue storie attingono a piene mani dall’umani, senza la necessità di “invitare un mondo” ma semplicemente descriverne le sfumature. E lo fai sempre con un tocco invidiabile!
    Aspetto di sicuro la prossima avventura!
    Continua così: sei fortissimo!

  • Ciao, un finale a effetto che ci svela in qualche modo la pochezza umana infarcita di invidie e inganni!!! Che la fuga sia la soluzione migliore a tutti i problemi non so se lo sia, ma in questo caso è un tagliare i ponti con una vita fasulla e troppo stretta!!!
    Alla prossima avvincente storia!!!

  • “…aveva Ottavio da otto mesi e non se ne curava molto”…,
    …ogni giorno stava meglio, riprese a ridere, e a curarsi di Ottavio…
    Ciao GGP
    Grazie, ecco qua sopra la spiegazione: Sandro non si riferisce a suo figlio Alessandro che all’epoca ancora non era nato, ma a Ottavio fratello maggiore di Marina, e primogenito di Anna.
    …ti capisco, troppe cose da ricordare, infatti come te ho accelerato sulla pubblicazione, un po’ aiuta, ma non risolve del tutto. Grazie ancora, Ciao. Buon 2023!🙋

  • Ciao, Ottaviano.
    Ci ho messo un po’ a decidere che finale vorrei, non è semplice. Voto il finale tragico, dopo queste rivelazioni, così importanti e squassanti, direi che ci starebbe proprio. I protagonisti di una tragedia annunciata ci sono e sono almeno due: Anna (che se non sbaglio è la madre di Marina) e Alessandro che è un figlio succube e che soffrirebbe enormemente per la rivelazione.
    gran bel lavoro, come sempre ma, ho una domanda: che fine ha fatto la Ardea? Che fa, torna per il finale? 😉
    Ancora tanti auguri e alla prossima!

    • Ciao Keziarica, grazie.
      Ardea “è” il finale, a lei il compito di tirare la tela, quale che sia l’esito del dramma.
      Grazie per la pazienza e l’apprezzamento.
      Il finale arriverà molto presto, ho già confuso troppo le vostre memorie con tutti i nomi e i fatti-e-fattacci narrati.
      A prestissimo! Ciao.
      🙋🌻

  • Capitolo 9)

    L’episodio ha davvero un bel ritmo. In genere, le situazioni di rivelazioni rischiano di diventare un momento di intrattenimento alla beautiful, ma tu riesci sempre a dare a tutto un taglio più solenne, pur mantenendo un equilibrio mai troppo ricercato nella forma. Perfetto per trasmettere le sensazioni giuste. I personaggi hanno carattere, e nei dialoghi – per mezzo dei quali di racconti tutto – fai passare anche scene mai descritte: uno può facilmente immaginare sguardi e mezzi sorrisi. Ben fatto, come sempre!
    Mi è parso un po’ incerto, o forse ho frainteso, il passaggio in cui spieghi del rapporto con la madre dei trascurato Alessandro a,8 mesi. Mi sono perso qualcosa? 🤔
    Voto per un finale tragico!

    • “…aveva Ottavio da otto mesi e non se ne curava molto”…,
      …ogni giorno stava meglio, riprese a ridere, e a curarsi di Ottavio…
      Ciao GGP
      Grazie, ecco qua sopra la spiegazione: Sandro non si riferisce a suo figlio Alessandro che all’epoca ancora non era nato, ma a Ottavio fratello maggiore di Marina, e primogenito di Anna.
      …ti capisco, troppe cose da ricordare, infatti come te ho accelerato sulla pubblicazione, un po’ aiuta, ma non risolve del tutto. Grazie ancora, Ciao. Buon 2023!🙋

  • Ciao, un po’ me l’ero immaginata, ma che botta!!! Anche se mi chiedo se Alessandro sia veramente un figlio legittimo o se lo scambio di coppie abbia dato un altro frutto!!!
    Ho votato per il finale sul domani tutto da inventare, voglio proprio vedere cosa t’inventerai!!! Ah, scusa se ti ho fatto andare momentaneamente in parità.
    Buon anno nuovo, buona domenica e alla prossima.

    • Ciao Red, grazie.E
      Nella vita capita di incontrare certi momenti di passaggio molto difficili. Sono amori, errori e orrori che vengono al pettine come nodi inestricabili. I tradimenti (le”corna’) sono solo quel che affiora di intere complicatissime vite. Grazie come sempre, e buon capodanno!🙋

  • Incredibili rivelazioni! Questa famiglia è un gran casino! Marina ha traumi a sufficienza per non saltarci mai più fuori… Per questo ho votato per “Un finale che apre le braccia a un domani tutto da inventare”: la speranza è l’ultima a morire… Anche se forse dare un finale tragico/lieto, dato il tenore del racconto, potrebbe essere più adeguato. Non so, vedi tu.
    Comunque ben scritto: dialoghi credibili e avvincenti!

    • Ciao Nina. Ce ne sono di storie simili in giro, hai voglia a raccontare. Certe famiglie poi sembrano concentrare dentro le quattro mura tutti i conflitti possibili.
      Una vicenda come questa non può dunque concludersi e basta, il passato ritornerà sempre e comunque a infuriare come una tempesta di vento. Diamo una speranza a Marina? Vorremmo, in fondo lei, fino a prova contraria è vittima innocente😁. Grazie, buon capodanno!

  • Riassunto:
    Anna rivela a sua figlia Marina di aver tradito durante una festa a carnevale, molti anni prima, suo padre Fulvio con Sandro, che in seguito sarebbe diventato il suo compagno. Da quel tradimento potrebbe essere nata Marina stessa, che dunque sarebbe figlia di Sandro, mentre credeva che le attenzioni che quello da un pò di tempo le riservava fossero quelle di un uomo per una donna.
    Marina crede nel racconto di sua madre, ma non le basta.

  • Ciao, Ottaviano.
    Una festa strana quella a cui hanno partecipato i genitori di Marina… accoppiamenti fulminei e scambi fortuiti di partner. Non sarà che la cara mammina sta raccontando un sacco di fandonie? Per questo motivo, voto che le crede, ma la sua storia è una bufala che serve a nascondere qualcosa… Come dice Isabella, io un test lo farei, così per scrupolo… se penso alla serata romantica andata in malora mi viene la nausea e comunque anche Alessandro potrebbe esserle parente… la madre è il tuo narratore inaffidabile.
    Ho trovato, nonostante l’ambientazione retrò, i dialoghi leggermente forzati, ma è una mia opinione e nulla guasta questo bel racconto.
    Ti auguro una buonissima giornata in previsione di un meraviglioso Nuovo Anno.

    Alla prossima!

    • Buongiorno, grazie, so come vai di corsa e quindi ti debbo un doppio, triplo grazie per la tua attenzione.
      Certo che Anna ha raccontata la sua verità, una verità parziale ovviamente, vista la natura scabrosa del tema e la posta in gioco.
      Questo la costringe con Marina a recitare e lei non è una buona attrice, è solo una donna fragile e impaurita. Troverai nelle prime righe del prossimo capitolo una possibile spiegazione in questo senso che fa comprendere il perché di quel dialogo un po’ stonato.
      Grazie ancora, buon lavoro e buon fine anno! Ciao.🙋‍♂️🌻

  • Un bell’intrigo! Il mondo è grande eppure spesso le situazioni conducono a concentrarsi soltanto sullo stesso ristretto circolo di persone. Incapaci di guardare oltre e di lasciare andare, giriamo come trottole intorno agli stessi centri di gravità.
    Quindi voto “Le crede ma la sua storia…”: forse capiremo come stanno le cose, anche se fino in fondo, al di là dei fatti, non si capiscono mai del tutto.
    Alla prossima, ciao!😀

    • Ciao Nina, a saper cercare se ne trovano di storie di amore e tradimento, la storia e la letteratura traboccano di sentimenti forti, goduti e traditi. Alcune hanno dell’incredibile, questa è solo una di quelle😊
      Grazie, a presto!🌻🙋

  • Ciao, ah però, qui le cose si sono complicate davvero!!! Va bene il buio e l’alcool, ma a quella benedetta festa lo scambio delle coppie era diventato un vero e proprio sport di massa!!!
    Ho votato per le crede ma… vista la situazione io qualche dubbio l’avrei e un bel test del DNA (magari in segreto) lo farei!!! Alla prossima.

  • Capitolo 8)

    Mi sono ritrovato un attimo spaesato all’inizio, ma credo sia una cosa tutta mia, di oggi. Mi sono ripreso con il racconto. Questo tocco di amore maledetto e dramma mi è piaciuto parecchio, rivelandoci quel volto dell’umanità che siamo facili a giudicare, dall’esterno. Situazioni controverse, difficili da digerire. Bugie che portano ad altre bugie, o convinzioni personali forgiate su speranze remote di qualcosa a lungo bramato. Mi hai intrippato! 😀
    Bel capitolo.

    Non sento di avere nessun consiglio.
    The Incipit fa i capricci, quindi non so se il voto è uscito oppure no. Ultimamente è tutto un po’ un casino. Ho votato per: Sì, ma la sua storia…
    Continua così!
    Alla prossima!

  • Riassunto: Marina è tra due fuochi. Il compagno di sua madre, Sandro, e il figlio di lui, Ale, sembrano nutrire per lei un sentimento e generano un conflitto famigliare.
    Sandro invita la ragazza a cena ma sua madre, sconvolta, e la sorte mandano all’aria la serata.

  • Congratulazioni!
    La tua storia è stata scelta per il primo piano di THe_iNCIPIT ed ha guadagnato una nuova copertina, creata in collaborazione con le intelligenze artificiali
    Questo significa più visibilità, più lettori e più spunti per rendere la scrittura e il gioco ancora più divertenti.
    Condividi il tuo racconto; hai un motivo in più per esserne fiero.

  • Ciao, Ottaviano.
    Le opzioni sono talmente belle che le averi scelte tutte! Ma voto “Il rimorso e il rimpianto sono parenti, e giocano a rimpiattino”.
    Il grottesco lo hai trovato, semplice e senza caderci dentro. Bel capitolo in movimento. Il caro Murphy non sbaglia ma, quando può andare storto, va storto. Per fortuna, non ha sempre ragione 😉.
    Complimenti e ora vediamo come Sandro si leva d’impiccio.
    Tantissimi auguri, passa un bellissimo e sereno 🎄

    Alla prossima!

  • Ciao Ottaviano, sempre molto avvincente!
    L’unica cosa che mi ha lasciato un po’ perplessa è la questione del ciclo: se comunque vengono interrotti dall’arrivo di Ale, a cosa serviva il particolare? Forse a rendere chiaro che Marina punta ad andare a letto con Sandro nonostante le finte remore che lascia trapelare?
    Sono curiosa di sapere come procede: “ditemi chi sono vi dirò chi siete” è una richiesta molto pericolosa, per cui scelgo quella.
    Bravo! Alla prossima 🙂

    • ciao Nina,
      Grazie prima di tutto.
      Il particolare del ciclo vuol sottolineare il fatto che lei è molto motivata ad accettare l’invito nonostante sia imminente e ne soffra in maniera “dolorosa”. Sa che potrebbe rovinarle la serata che sia per fare sesso o no, eppure non recede. Poi succede, era inevitabile per costruire la situazione in po’ grottesca del finale in cui il ciclo, la madre, Ale e il comportamento poco corretto di Sandro finiranno per guastare tutto.
      Grazie, alla prossima🙋🌻

  • Capitolo 7)

    Ciao Ottaviano!

    Capitolo super scorrevole, come sempre. Le dinamiche in gioco sembrano aver preparato bene la polveriere: esploderà? Voglio che giochi di rimorso e rimpianto, ci stanno in questo momento.
    Ti dico solo che non vorrei mai trovarmi in situazioni simili, da nessuna delle due parti: sono momenti di profondo dolore, a mio giudizio, almeno per una delle parti.
    Che altro c’è da dirti? Ho apprezzato particolarmente il momento di descrizione dell’ingresso della casa. Tante sensazioni che riescono ad arrivare al lettore. Ben fatto!

    Aspetto il prossimo.

    Continua così!

  • Riassunto: Marina, giovane appena laureata è tra due fuochi.
    Il compagno di sua madre, Sandro, e il figlio di lui, Ale, sembrano nutrire per lei un sentimento e generano un conflitto famigliare.
    Sandro invita la ragazza a cena dopo averle anche offerto un impiego. Lei accetta…

  • Voto il grottesco, sono curiosa e pare io sia in buona compagnia.
    Ciao, Ottaviano.
    Altro capitolo al Cine (sì, quello con la C maiuscola, quello dei bei tempi), Marina e Alessandro hanno gran talento nei dialoghi e nelle mosse, sono sempre lì lì per attraversare la finzione e irrompere nel mondo reale, davvero, se posso dirlo (e forse te l’ho anche già detto), questo è il tuo racconto che preferisco. Una sola cosa, piccola: “una piccola semplice domanda” non l’avrei messa, non serve a mio parere a rafforzare il concetto, basta ciò che la precede o, magari, avrei scritto solo: “piccola e semplice”, ma anche così mi pare superflua. Ma è una mia opinione ed è una goccia in un mare di cose che mi piacciono moltissimo.

    Alla prossima!

    • Ciao keziarica,
      Grazie, come sempre sei gentile e sei uno sprone.
      “Una semplice domanda” si può tagliare benissimo, hai ragione. A me serviva per sottolineare che da Ale non era solito ricevere “solo” una semplice domanda, per il modo che ha, istintivo, complicato di affrontare le questioni.
      Passando al “grottesco” ti dirò che mi sono quasi pentito di averlo proposto perché dovrò necessariamente cambiare registro e non vorrei causare danni, ( la storia sta piacendo molto anche a me). Siccome tuttavia, la realtà è il più delle volte veramente grottesca, io voglio renderle giustizia e semplicemente raccontarla. Insomma andare al paradosso per raccontare il vero (o viceversa). Grazie ancora, a presto. Ciaooo

  • Ciao, un piede di qua e un piede di là, a volte mi chiedo se è più un’indecisione o una scelta di comodo!!! Ma sai una cosa? In ogni caso la situazione che ne deriverà farà molto male a qualcuno, o forse a tutti!!!
    Ho votato per il grottesco, ho voglia di sorridere un po’, anche se si trattasse di un ghigno sarcastico e un po’ cattivello!!! Alla prossima e buona domenica.

  • Capitolo 6)

    Ciao Ottaviano!

    Ti ho mandato le opzioni in pari, ma l’idea risulta comunque bella interessante 😀 Grottesco e indimenticabile!
    Il capitolo ha tanta carica, portando il lettore su più livelli e aprendo altre possibilità, compreso il giallo. Sono super curioso, quindi mi trovi qui con i Pop Corn ad aspettare il prossimo capitolo!

    Continua così!
    A presto!

  • Io voto da dimenticare, ma non perché succede “qualcosa di brutto” ma perché lei non riuscirà a godersela (dubbi? Preoccupazioni? Pentimenti? Quello che ti pare). Perché quando stacchi da tutto e tutti, è in quel momento che l’inconscio bussa al tuo orecchio 🙂

    Capitolo da manuale: nulla da eccepire! Posso solo farti i complimenti e quindi te li faccio: complimenti! 😀

    Ciao 🙂

  • RIASSUMENDO:
    ALE E MARINA SONO FIGLI DI DUE DIVERSE COPPIE SCIOLTE DA ANNI. SANDRO, PADRE DI LUI, HA AVUTO DOPO LA SEPARAZIONE UNA LUNGA RELAZIONE CON ANNA, MADRE DI MARINA.
    ORA CHE MARINA È ADULTA, SANDRO È ATTRATTO DA LEI, CHE NON SA CHE FARE. ANNA, SUA MADRE LO HA PERCEPITO E SI LOGORA; E ALE CHE PURE È ATTRATTO DA MARINA, FINISCE PER ODIARLO PERCHÉ ORMAI LO VEDE COME UN PREPOTENTE PIGLIATUTTO.
    L’UOMO OFFRE UN LAVORO ALLA RAGAZZA MA LA MADRE E IL FIGLIO DI LUI SONO CONTRARI.

  • Capitolo 5)

    Ciao Ottaviano!

    Quanto sottolinei in questo capitolo delinea diversi espedienti narrativi, tutti a portata di scrittura: per questo scelgo la guerra. Non mi ha convinto tantissimo questo passaggio “…dovuto, voluto…” credo machi qualcosa a livello di punteggiatura, o sbaglio? L’idea l’hai resa comunque, volevo giusto segnalarlo per capire un po’! 🙂
    C’è poco da dirti, per non ripetermi. Come hanno già detto anche gli altri lettori, riesci sempre a descrivere in modo nitido la personalità di tutti i personaggi con pochi accorgimenti. Capacità che invidio tantissimo!
    Mi piace l’idea dello scontro, anche perché forse non voglio assistere a quello che potrebbe essere il seguito possibile, o magari ci stai giocando un qualche scherzetto nascosto!
    Aspetto di scoprirlo nei prossimi capitoli. Sono dell’idea che tutto riesca a rimanere chiaro, ma se può aiutare un piccolo riassunto, hai fatto bene a inserirlo di sotto 😉

    Continua così!

    Alla prossima!

    • Ciao Giuseppe, grazie sempre per il tuo commento.
      “Avrebbe dovuto, voluto parlare a cuore aperto con Ale, spiegare…” Questa frase è il modo più sintetico che ho trovato per dire che Marina si sentiva in dovere di dare una spiegazione ad Ale e voleva farlo, però era frenata dalle stesse paure che bloccavano il ragazzo. Forse avrei potuto trovare un altro modo… Grazie per avermici fatto pensare😉
      Credo che un riassuntivo ad ogni capitolo di stia. Grazie ancora, a presto.🙋ciaooo

  • Lasciamo che siano loro a decidere.
    Grazie per il riassunto che giova ai miei neuroni debilitati 😅😉. Il solo gesto di non pulirsi le scarpe all’entrata in casa dipinge il tipo d’uomo che ci troviamo di fronte, come sempre ti basta un tocco, poche parole, per dipingere un personaggio. Ho immaginato un ghiaino chiaro, bianco addirittura, a ricoprire lo spiazzo dietro la casa, dove, nella mia testa, risiede un dehors con sedie e tavolino in ferro smaltato.
    Ti ho già scritto che mi piace il tuo racconto, e te lo ripeto: molto coinvolgente e avvolgente.

    Alla prossima!

    • Ciao Keziarica, grazie.
      Il riassunto, capisco, è necessario se la storia di fa un pochino complessa, ma, del resto, dobbiamo poterci
      permettere il lusso di scrivere cose non sempre di uso e consumo immediato, e concedere alla trama di crescere.
      Forse sarebbe bene delle storie leggere poi, alla fine, tutti i capitoli di fila per apprezzarla di più, ma capisco pure che the incipit ha un’altra missione…
      In quanto alla villa e al giardino è esattamente come tu la immagini, brava!
      Grazie ancora, alla prossima.
      P.s.: Cercherò di accorciare i tempi tra un cap e l’altro per agevolare la memoria.
      🙋🌻Ciaooo

  • RIASSUMENDO:
    ALE E MARINA SONO FIGLI DI DUE DIVERSE COPPIE SCIOLTE DA ANNI. SANDRO, PADRE DI LUI, HA AVUTO DOPO LA SEPARAZIONE UNA LUNGA RELAZIONE CON ANNA, MADRE DI MARINA.
    ORA CHE MARINA È ADULTA, SANDRO È ATTRATTO DA LEI, CHE NON SA CHE FARE. ANNA, SUA MADRE LO HA PERCEPITO E SI LOGORA; E ALE CHE PURE È ATTRATTO DA MARINA, FINISCE PER ODIARLO PERCHÉ ORMAI LO VEDE COME UN PREPOTENTE PIGLIATUTTO.😊

  • Ciao Ottaviano, premetto che non sono un fulmine nelle trame intricate, ma onestamente mi sono un po’ persa nell’intrigo familiare, tra i vari “suo padre” e “sua madre”. Comunque, rileggendo più volte, credo di aver capito la dinamica. E’ comunque avvincente e la caratterizzazione dei personaggi è davvero ben riuscita.
    Seguo la storia così avrò notizie del prossimo episodio.
    Ciao!!😀

  • Ciao, com’è vero, le donne infelici sbagliano tutto, non ci avevo mai riflettuto sulla cosa!!! Non che io sia sempre felice e spensierata, anzi oserei dire il contrario, ma non infelice per colpa di un uomo. La differenza, credo, sta tutta là!!!
    Ho votato per lasciamo che siano “loro” a decidere, non mi sembra che Marina abbia la forza o la volontà di opporsi!!! Alla prossima.

    • Ciao Isabella, quella mia riflessione era riferita a tutti, uomini e donne, e infatti vediamo bene come uomini che si sentono umiliati e impotenti per la perdita di un amore arrivano a volte ad uccidere! Per le donne, tanto di meno propense alla violenza, magari come Anna “vorrebbero” uccidere ma finiscono per ferire se stesse, con pratiche assurde, come il bere, o semplicemente smettere di credere in sé stesse, finendo per considerarsi delle nullità.
      Grazie del commento!🙋🌻

  • Ciao. “La polveriera”. In effetti potevo usarlo come titolo per il capitolo.
    Un arsenale che potrebbe esplodere, ma ci vuole un innesco, in incidente…
    In quanto all’ultima scena è vero che non ho ben specificato che Marina uscì dalla casa lasciando Ale per raggiungere la madre e Sandro fuori in giardino, ma non volevo apparire troppo didascalico, il racconto rischiava di somigliare troppo a un copione teatrale e io invece preferisco che il lettore eserciti un po’ la sua fantasia, magari dedicandomi un minuto in più. Chiedo un minuto a voi per compensare le battute che io non ho a disposizione a sufficienza. Grazie Red, a presto!🙋

    • Ciao. “La polveriera”. In effetti potevo usarlo come titolo per il capitolo.
      Un arsenale che potrebbe esplodere, ma ci vuole un innesco, in incidente…
      In quanto all’ultima scena è vero che non ho ben specificato che Marina uscì dalla casa lasciando Ale per raggiungere la madre e Sandro fuori in giardino, ma non volevo apparire troppo didascalico, il racconto rischiava di somigliare troppo a un copione teatrale e io invece preferisco che il lettore eserciti un po’ la sua fantasia, magari dedicandomi un minuto in più. Chiedo un minuto a voi per compensare le battute che io non ho a disposizione a sufficienza. Grazie Red, a presto!🙋

  • Ciao, sarò anche un po’ tonta, ma non ho capito proprio dove voleva andare a parare il bel benzinaio!!! Credo che me ne starò tutta paziente in attesa di un’illuminazione da parte tua!!!
    Ho votato per l’ora dei vigliacchi, vediamo se leggendo tra le righe si può fare un po’ di luce sulla cosa!!! Alla prossima e buon weekend.

  • Voto i vigliacchi, curiosa di scoprire chi sono.
    Ciao, Ottaviano.
    La storia prosegue a bordo della bella Ardea e arriva a destinazione (immagino provvisoria) con scioltezza e maestria. Il benzinaio conosce aspetti del passato, ma davvero quello era suo padre o era il padre ingombrante di Alessandro…
    La “vecchia” madre a cinquant’anni (e ti è bastato il Martini per raccontarcela) mi ha fatto tenerezza, l’ho vista in piedi con il sorriso di chi spera non le si legga in faccia la disperazione. Bello. Aspetto i vigliacchi, come scrivevo e ti auguro un ottimo fine settimana.

    Alla prossima!

  • Capitolo 4)

    Ciao Ottaviano!

    Altro capitolo che, per quanto rappresenti un vero e proprio spaccato di vita – in cui vai sempre fortissimo – riesci sempre a inserirci qualche dettaglio e una sfumatura che convince il lettore di mille possibilità e ancor più congetture. Sempre un piacere leggerti, e il prima possibile concludo anche la lettura dell’altra storia!
    Mi è piaciuto questo incontro col benzinaio e questo dialogo sfumato lasciato in sospeso. Di solito non è mai facile riuscire a debellare certi passaggi di trama!

    Punto sui vigliacchi!
    Alla prossima!
    Continua così 😉

  • Capitolo 3)

    Ciao Ottaviano!

    Kez mi ha anticipato! 😀
    Stavo per scriverti la stessa cosa, ma poi ho avuto l’accortezza di recuperare i commenti sotto 😀
    Una piccolezza che non toglie niente al resto del racconto. Descrizioni semplici (per modo di dire) capaci di trascinarti in quel paesaggio. Ed è un po’ come se, divisi tra terra e mare, quella strada stia effettivamente dividendo anche i nostri protagonisti, ora che si avvio per la campagna.
    Mi piace la tensione che si respira, lasciando intendere al lettore che tutto potrebbe cambiare per grazie a un semplice innesco, una mossa avventata.
    Voto per la famiglia, e vediamo che succede 😉

    Continua così!

    Alla prossima!

    • Ciao Giuseppe,
      Non so dove esattamente andremo a parare, questo su the incipit è scontato, però raccontare un viaggio insieme alle emozioni, alle certezze e alle contraddizioni delle persone, può essere interessante.
      Grazie dell’apprezzamento, e… alla prossima!
      🙋

  • Ciao, Ottaviano.
    Voto l’arrivo in famiglia, mi vedo già la scena: l’Ardea percorre un viale di ghiaia chiara, svolta appena per trovarsi di fronte la grande casa bianchissima, immersa in un giardino di palme nane, in un pomeriggio assolato che noi però sappiamo esistere solo dal biancore fulgido che trasmette l’immagine in tonalità di grigi e bianchi d’altri tempi.
    Bel capitolo, mi piace molto questa storia, mi piacciono i tempi e i dialoghi, mi piacciono loro, i protagonisti, Ardea compresa.
    Se posso, e giusto perché sto imparando e forse dico una sciocchezza, ma nella frase: “Al bar Marina e Ale si ritrovarono con dei ragazzini” io dopo “al bar” avrei messo una virgola 😉 correggi l’errore a me serve per capire.

    Alla prossima!

    • Ciao Keziarica, premesso che la virgola ci vuole, volevo ringraziarti perché si può leggere in tanti modi e tu hai letto come un autore vorrebbe sempre.
      In quanto alla storia e ai due ragazzi inutile dire come li ami anche io, e mi piace anche l’esercizio di fantasia che hai fatto immaginando l’arrivo a casa; lo faccio anche io, spesso e quasi mi verrebbe da suggerire un nuovo esperimento: “ continua tu la storia” concedere a un altro autore di continuare la propria storia per riprenderla in seguito… Sarebbe interessante!
      Grazie ancora, magari possiamo approfondire su Facebook… ciaooo 🙋🌻

    • ciao Nina, non sai quanto mi fa piacere leggere il tuo commento, per come hai colto le personalità di quei due. Questo racconto vuole essere “solo” un viaggio nell’intimo loro e della loro famiglia, e riuscire a farlo senza annoiare è una sfida. Grazie, grazie!🙋🌻

  • Ciao, uhhhhhh, quanto tensione e quanto risentimento!!! Che razza di segreto nasconde la nostra protagonista? Sono davvero curiosa di conoscerlo, ma credo ci vorrà un altro po’!!!
    Ho votato per un incontro fortuito, non si sa mai chi o che cosa si può incontrare lungo la strada!!! Buon weekend e alla prossima.

    • Ciao Red a noi tutti primo o poi è capitato di sentirci dare della femminuccia… In fondo un po’ lo siamo stati davvero perché da piccoli si è deboli e indecisi, bisognosi di protezione. Il problema è che certi padri non lo capiscono e si comportano da vero idioti, distruggendo con una parola tutto quello che hanno costruito mettendo su famiglia.
      Grazie, continuiamo il nostro viaggio nell’intimo dei due, spero di non annoiarti.🙋

  • LItigano!
    È troppo presto per far sbocciare la passione, aspettiamo ancora un po’.
    Ciao, Ottaviano.
    Con te si va sempre sul sicuro: ogni parola, ogni frase, tutto sta lì per un motivo. Sono cose che insegnano nei corsi di scrittura, ma ho idea che a te venga naturale. Non c’è mai superfluo e questa storia scorre liscia liscia con questi due personaggi che a interpretarli ci vorrebbero dei mostri d’esperienza, me li vedo in un bianco e nero di alcuni film primi anni ’60, scivolare sullo schermo, sulla loro Ardea, un po’ “Il Sorpasso”, ma solo per la fotografia… Sto divagando, scusa. Molto bello, sempre.

    Alla prossima!

    • Ciao Keziarica, grazie.
      Sono contento che hai “visto” il mio film bianco-nero come io l’ho immaginato. Un viaggio come esplorazione di sentimenti, sperimentando emozioni e realtà spiccia, sempre sul filo dell’errore… Prove d’amore insomma.
      Non ho frequentato nessun corso di scrittura, ma fin da piccolo oltre a una vera ossessione per la lettura dovuta a una curiosità insanabile, ho avuto propensione per la scrittura. (Il “tema in classe” per me era vacanza😉).
      In quanto alle storie le immagino come vere scene di film ( tanti anni di lavoro in tv forse sono serviti a questo), e poi applico la sintesi doverosa, e davvero formativa che the incipit impone.
      Grazie e ciao!🙋.

  • Capitolo 2)

    Ciao Ottaviano!

    Quando ci sai fare, ci sai fare.
    La costruzione di questo capitolo ha molti spunti interessanti: la tensione che cresce e, grazie al cibo, si trasforma in qualcosa di differente, dal sapore dell’errore annunciato. I tuoi personaggi trovano sempre lo spazio per esprimere le emozioni, i dubbi e peccati sfiorati. E non c’è da metter in dubbio la riflessione sul vedere una persona in determinate circostanze, pur avendola anche già vista nuda!
    In questo caso voto per il litigio: tiriamo ancora un po’ questa tensione, e facciamo sudare questo bacio ai due!

    Hai sempre molto da insegnare.
    Continua così!

    Alla prossima!

    • Ciao GGP,
      Tutti hanno da imparare e tutto insegna, ho imparato mille cose grazie a voi tutti sul sito e ve ne sono davvero grato.
      In quanto alla storia sono motivato a continuare sul filo del dramma, con assaggini di commedia quando capita.
      L’intento è annodare e sciogliere i destini dei personaggi, fino a una soluzione che sarà… Boh, dipende molto da voi!🙋 ciaooo

  • Ciao, bravo, tra i due (e nei lettori) hai creato una tensione che si taglia con il coltello!!! Passami la battuta stupida, tutta l’esasperazione “oggi riuscirò finalmente a postare il racconto” credo ti abbia davvero ispirato!!!
    Ho votato per il bacio, perché sarà quello a determinare tutto il resto e porterà a una delle altre due opzioni!!! Buona domenica e alla prossima.

  • Capitolo 1)

    Il ritorno di Ottaviano è esplosivo.

    Il capitolo ha un carica forte, decisa, evolvendo subito in un ribaltamento di prospettiva per il lettore. Si aprono tante possibilità, e già m’incuriosisce l’avvicendarsi delle loro vite. Cosa succederà? Io voto per il caos di una notte da dimenticare.
    Kez è stata chirurgica, quindi non trovo davvero nessun dettaglio da segnalare.
    Il tuo stile è ipnotico, e potresti parlare tranquillamente di qualsiasi cosa, e piacerebbe lo stesso! 🙂
    Sempre più forte!

    Aspetto il prossimo!

    • Ciao GGP
      Speriamo di essere sempre all’altezza.
      Hai ragione quando dici che questa storia potrebbe evolvere in molti modi: ci sono tante vite e tante storie che si incrociano e i sentimenti sono forti.
      Grazie mille e mille, ciaooo🙋

    • Ciao Nina, siete tutti per la notte insonne.
      Eh, già, le notti insonni sono gravide di mistero.
      Viste le premesse la ‘nostra’ notte insonne potrebbe svilupparsi in varie direzioni… Uhm… Ora ci penso!
      Grazie tante, a presto!🙋🌻

  • Ciao, sinceramente? Non capisco se il bellimbusto sia geloso del padre o del fatto che lei sia considerata “più figlia” di lui!!! Non so se credere o meno al sentimento di lui, bel dubbio, sei stato bravo a metterlo nero su bianco!!!
    Ho votato per una notte insonne, perché può essere sia bella che brutta o tutte e due!!! Alla prossima.

    • Ciao Isabella, grazie.
      Chissà se il bellimbusto è davvero un bellimbusto e chissà quali sentimenti lo animano; chissà se e quanto innocente è Marina. È solo un incipiti, non è il tempo delle risposte, e quelle che verranno dipenderanno molto anche da voi.
      Grazie ancora! Ciaooo🙋🌻

  • Ciao, Ottaviano caro, ma proprio un fiume in piena sei! Bravissimo!
    Bene, bell’inizio, il punto di vista parrebbe quello dell’auto, della Lancia Ardea (che sono andata a vedere, credevo si trattasse di un modello più recente, tipo anni ’60 e invece è più vecchia la produzione, però, potrebbe essere usata ancora nei primi anni ’60, boh, staremo a vedere), trovo l’idea originale e azzeccata per la creazione dell’ambiente circostante, l’auto come un guscio che accoglie e protegge anche dai colori di una stagione morente, a proposito, la frase: “i colori gridano, prima di morire.” è davvero bellissima.
    Ora, non posso che aggiungere complimenti a quelli che già ti faccio di solito, non posso fare altro, non c’è nulla da eccepire. Forse, ma può essere una mia fisima da ignorante che cerca di colmare le lacune, quel “da” senza accento, nella battuta di lui: “Mi da, bontà sua, un lavoro.”
    Voto la notte insonne, non so cosa ci sia sotto ma ho idea che sia qualcosa in grado di togliere il sonno.

    Alla prossima!

    • Ciao, eccomi. Grazie prima di tutto.
      L’Ardea è un orgoglio Lancia dell’mmediato dopoguerra, un’auto avanti nei tempi che offriva un confort e prestazioni inusuali per l’epoca. Fu prodotta fino ai primi anni cinquanta giusto una settantina di anni fa.
      Poi scopriremo come come è arrivata a Marina, per intanto cerco di darle una dignità da personaggio a pieno titolo.
      Se può interessarti ti dirò anche che è l’auto cui si ispira nella forma l’attuale inossidabile Lancia Y.
      Infine il “da”. Naturalmente hai ragione, ma io scrivo quasi sempre con il tablet e spessissimo è il correttore che sceglie per me; io poi mi devo mettere a caccia dell’errore e a volte qualcosa sfugge. Scusa, scusate.
      Grazie, grazie, a presto.🌻🙋

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