Innamorarsi a Natale

Natale

[Clicca qui – Leggi il Finale in ROSA]

Lisa e Jie andarono a giocare nella neve.

«Hai mantenuto la promessa» sottolineò Mei. Ogni parola era carica di tensione, avvertirono entrambi. Non è facile far finta di niente, quando si sono dichiarati i propri sentimenti.

«Mi sono licenziato. Andrò in disoccupazione. Lo spero.»

«Se vi dovesse servire qualcosa…» fece per dire Mei.

«Ce la caveremo. Ma grazie.»

Rimasero a fissare Lisa e Jie rotolarsi, rincorrersi e unirsi ad altri bambini. Provarono una certa invidia, un recondito senso di nostalgia del passato, quando bastava semplicemente vivere e sapere di essere amati dai propri genitori per essere felici. Il mondo era una scoperta. Ora, invece, si era trasformato in una battaglia per sopravvivere alla giornata.

«Tornerai a scrivere?» Mei gli rivolse radioso sorriso. «Dovresti.»

«L’idea c’è: riorganizzare le vecchie carte, correggere gli errori.» si pentì subito: col tono con cui l’aveva detto, Mei Ling avrebbe potuto fraintendere. Sbuffò, poi ritornò a guardare Lisa.

«Sono contenta per voi.»

«Che farai la notte di Natale?»

«Dopo il bar? Cioccolata e Grey’s Anatomy. Poi, verso mezzanotte, Pop Corn e speciale natalizio di Scrubs, accompagnato da un bicchiere di vino rosso.» rise Mei. «Mi piace come festa, e adoro l’atmosfera, ma non c’è niente di religioso da festeggiare, soprattutto ora che i miei sono tornati in Cina. Era la mamma a tenerci.»

«I cinesi sono peggio del Grinch, l’avevo quasi scordato.» scherzò. Riorganizzò i pensieri: «Noi siamo da mia madre. Se ti va – anche se Scrubs è davvero un’ottima alternativa, dico sul serio – potresti venire con noi. A Lisa farebbe piacere.»

Mei diede l’impressione di rifletterci, ma non rispose.

Francesco le diede l’indirizzo, poi aggiunse: «Nel caso ti venisse voglia di cucina tipica natalizia, discorsi su religione, politica e qualche divagazione sull’arte.»

«Ci penserò.»

«Zia Mai, hai visto che volo?!» Lisa le corse fra le braccia, seguita subito da Jie-Rui. «Lo facciamo insieme?»

Mei la seguì, sostituendo il sorriso di circostanza con uno genuino.

*

«Buon Natale, Nonna!» dissero quando la donna aprì la porta. Le diedero un regalo dall’aspetto pesante e l’abbracciarono. Nonostante l’età, la casa era riscaldata da luci, gnomi e decorazioni natalizie. Nel piccolo salotto, il tavolo era disposto per quattro coperti. Aveva sempre avuto l’usanza di apparecchiare per una persona in più, come voleva il nonno: “Perché non si sa mai chi il Signore guiderà nella nostra casa.”

Francesco guardò a quel posto con malinconia. S’illuse per un attimo che Clara arrivasse da un momento all’altro, scusandosi per il ritardo di anni. Lo ricordava ancora l’ultimo natale insieme: era talmente ubriaca che litigò con sua madre sulla composizione fotografica. Una scena pietosa. Lisa era ancora troppo piccola per ricordarselo.

Poi, man mano che l’orario di cena si avvicinava, Francesco si ritrovò a guardare spesso l’orologio. Immaginava Mei impegnata nel suo progetto natalizio, ma una parte di sé sperò che venisse.

«I dubbi, lasciamoli fuori: conta chi c’è, e chi abbiamo la fortuna di avere con noi. Non importa altro» disse la madre, coprendo il quadrante dello SmartWatch. «Non dovremmo mai far sentire nessuno come se aspettassimo qualcun altro.»

Lisa sorrise, e l’abbracciò con tutta la forza. Cenarono, e a mezzanotte aprirono i regali e rimasero affacciati a guardare i fuochi d’artificio. C’era chi lanciava delle luci in cielo per meravigliare i propri famigliari, o far solo invidia ai vicini, e chi lo faceva per rendere quella notte meno buia, e per non udire il lamento della solitudine.

«Rimanete a dormire» consigliò la nonna.

«Non possiamo» disse Lisa, con gli occhi che le si chiudevano. «un fare da lavoro!»

«E anche tanta nanna» sottolineò Francesco. «A domani, mamma.»

«Fate attenzione!» consigliò la donna, e continuò a guardarli dalla finestra finché non svanirono fra i palazzi.

*

Il mattino seguente, quando Lisa si svegliò, Francesco era già vestito da Grinch.

«Presto bambina!» disse. «Abbiamo un Natale da rubare!»

I loro piani, però, furono interrotti da un forte bussare alla porta.

«Babbo?» chiese Lisa, sospettosa.

Francesco si avvicinò con cautela, in modo buffo. Aprì la porta, e ci mancò poco che a Mei venisse un colpo, vedendolo conciato in quel modo. Jie, vestito da renna, scappò in corridoio.

«Zia Mai!» disse Lisa, correndole incontro. «Sei venuta a rovinare il natale con noi?»

La donna rise, agitando il pacco che aveva tra le mani. «Possiamo parlarne davanti a una cioccolata calda e dei biscotti?»

«Vedremo… Cos’è?!» chiese Francesco, rubandole il pacco. Scappò per tutto l’appartamento inseguito da entrambe. Il Bulldog entrò timidamente, e si unì al gruppo solo quando Mei riuscì a togliere a Francesco la maschera da Grinch.

Forse è vero che il natale è il periodo dell’anno più triste per alcuni, e per altri quello giusto per innamorarsi, essere gentili e fare doni. Per altri ancora, invece, è solo una scusa per stare insieme alle persone a cui si vuole del bene.

Fine.