Dove eravamo rimasti?
Batticuore e quotidianità
Sullo schermo lampeggia Ludovica.
È difficile descrivere il nostro rapporto, è qualcosa che smette di essere amicizia e inizia ad essere famiglia.
Io sono la seconda figlia che i suoi non hanno avuto e lei è lo stesso per i miei. Dal giorno in cui ci siamo conosciute e ci siamo rivelate abbiamo scoperto la sensazione di avere una sorella, nel senso migliore e peggiore del termine perché non credo esistano due persone più diverse di noi. Come è classico tra sorelle.
Non è un caso che io abbia usato il verbo rivelare, la nostra amicizia è nata da un segreto confessato. E, a ben pensare, ci sta tutto il senso dell’amicizia in un segreto che confidiamo. C’è la fiducia, c’è la speranza che l’altro possa comprenderci, c’è l’interesse ad un consiglio e molto altro.
“Ma domani mattina lavori?” mi chiede saltando tutti i convenevoli, lei non ne conosce e se un giorno dovesse dirmi che mi vuole bene, probabilmente correrei a prendere il termometro.
“Come sempre! Perché?” rispondo desolata.
“Volevo portarti con me in un posto” mi risponde seria.
“Tutto bene?” chiedo preoccupata.
“Sì, poi ti aggiorno non preoccuparti. A te tutto bene a lavoro?” mi chiede conoscendo bene la situazione.
“Diciamo di sì, è arrivato un nuovo magazziniere”
“Ah ah guai in vista?” mi chiede non trattenendo una risatina.
“Perché?”
“Perché conosco la tua passione innata per le situazioni che potrebbero creare problemi e una cotta sul posto di lavoro è al primo posto nella scala di ciò che andrebbe evitato” risponde con aria di chi conosce i suoi polli.
Trattengo il respiro e cerco dentro di me una risposta per contraddire questa sua odiosa caratteristica di avere sempre ragione.
Tuttavia non riesco a trovare le parole per negare che parlare con questo ragazzo mi ha alleggerito la giornata e soprattutto mi fatto ritenere fortunate le persone che lo hanno nella loro vita.
“Ma no dai, non è proprio il mio tipo. Però, in effetti, mi sta proprio simpatico” dico alla fine. Senza mentire perché davvero ho sempre pensato un uomo alla Hugh Grant in Nothing Hill e lui sembra più Leonardo Di Caprio in The Revenant.
“Ti conosco bene per sapere che ciò che hai detto è abbastanza!”
“Vuoi che chiedo un permesso per domani mattina?” le chiedo tornando seria.
“No, non preoccuparti. Certe cose meglio affrontarle da sola. Ti chiamo io e ci vediamo in pausa pranzo” risponde.
Ci salutiamo e vado in cucina per capire se c’è qualcosa di interessante e, soprattutto, veloce da mangiare.
Trovo del pollo di ieri che condisco a insalata, aggiungo bocconcini e pomodori e mangio. Accendo la televisione, senza ascoltare. Rifletto su quello che ha detto Ludovica. Ogni volta che mi dice qualcosa mi spaventa perché alla lunga, non si capisce come faccia, ha sempre ragione.
Ritorno a lavoro con gli occhi pesanti di sonno e la testa di pensieri.
Saluto Enrico e Leonardo già alla sua postazione: è invidiabile la puntualità e l’entusiasmo ai primi giorni di lavoro.
Entro nel mio ufficio e mi immergo nel caos lasciato prima di pranzo, la pila di fatture e post-it mi ha atteso con pazienza.
Il telefono squilla è Tonino, il nostro tecnico più anziano di carriera e di età.
Il suo è un carattere particolare, è un mix tra insicurezze, esperienza, pesantezza e lentezza, soprattutto lentezza.
Io che parlo sempre a 2x non riesco a star dietro a persone che parlano (e agiscono) a rallentatore. Mi perdo.
Poi ci penso bene e mi sento una persona cattiva, insensibile e incomprensiva.
Forse dopo 30 anni di lavoro fianco a fianco con Enrico il prototipo Tonino è l’unico che garantisca la sopravvivenza.
Fregarsene, orecchie sorde ai rimproveri, a parole acconsentire qualsiasi cambiamento, ma di fatto comportarsi alla stessa maniera mirando a far arrendere il prossimo per sfinimento.
Penso che anche l’insicurezza sia figlia di questo rapporto così duraturo, come i figli di genitori troppo austeri per paura di sbagliare e di essere rimproverati diventano insicuri (o sbagliano davvero) così fa lui.
Sono passati tre minuti e Tonino ancora mi sta spiegando il motivo per cui è necessario che coprano i pannelli solari prima del nostro intervento e che non piova e mille altre cose che, lo ammetto, ho perso a causa della sua flemma.
Nel frattempo entra Leonardo nel mio ufficio e io alzo gli occhi al cielo per far capire la pesantezza, il tutto condito da qualche “Si, va bene. Ho capito” di circostanza volto a far concludere la telefonata il prima possibile.
Leonardo mi sorride e mi fa segno di attaccare e fingere che sia caduta la linea. Sorrido e scuoto la testa.
Intanto mi porge la mano e mi chiede se può tenermela.
Acconsento senza accorgermene.
Bum.
Un battito più veloce degli altri.
Bum.
Quando facevo la baby sitter e Antonio, il più piccolo, piangeva e non si calmava il padre si avvicinava e si faceva dare le mani. Ho scoperto che il contatto, soprattutto le mani, è un modo per calmare gli animi.
Cosa dice Leonardo ad Emma?
- Vedi quando fa così il segreto è fregarsene. Fai partire una banda che ti suona in testa e isola il cervello. (0%)
- Che voleva Tonino? (100%)
- Perché sei arrossita? (0%)

20/09/2023 at 12:19
Ancora meglio questo cap., Brava.
Mi aspetto che le chieda di Tonino, ma che con gli occhi dica un’altra cosa…
Interessanti riflessioni, personaggi empatici, molto bene.
🙋🌻Ciaoo
19/09/2023 at 10:24
Ciao Annamaria.
Il capitolo mi è piaciuto, così come le riflessioni che hai fatto.
Il capitolo è ben scritto, tranne qualche piccolo refuso qua e la. Personalmente avrei chiuso il capitolo al “Bum.” finale, ma è la tua storia e quindi giusto che la formuli a modo tuo.
Leonardo potrebbe chiederle cosa volesse Tonino.
05/09/2023 at 09:13
Ciao annamaria.
Ho trovato la tua storia per caso tra le ultime aggiunte. Il primo capitolo molto leggero, introduttivo e che fa capire come è l’ambiente lavorativo e come è la protagonista. Il secondo capitolo molto meglio, ampli la conoscenza di Emma parlando di ciò che prova e delle domande che si fa e, indirettamente, anche del suo passato con Carlo.
Voto per Ludovica e al prossimo capitolo 🙋♂️
18/09/2023 at 22:21
Grazie mille !
03/09/2023 at 21:49
Ciao, è un bel viaggio introspettivo il tuo, ben costruito, arricchito da ottimi spunti non sempre banali, anzi direi in questo secondo capitolo decisamente interessanti. Brava!
Voto Ludovica, ognuno ne ha una…🙋♂️🌻
03/09/2023 at 21:59
Grazie mille!
31/08/2023 at 20:35
Ciao!
Ho votato per la seconda opzione perché sennò sembrerebbe come affrettare il racconto e il corso degli eventi. L’affinità cresce piano piano.
Comunque ho notato che non aggiorni da un po’, spero torni a scrivere presto perché il primo capitolo mi è piaciuto. A presto 🙂
03/09/2023 at 19:09
Grazie!
02/02/2023 at 02:28
Ciao Annamaria!
Beh ovviamente qui ci vuole un bel trailer su come vanno le cose in ufficio!! Già me lo immagino!
Mi piace il tuo stile, a tratti intravedo un’ autoironia fantastica! La protagonista deve avere un bel caratterino, e non vedo l’ ora di sentirla terrorizzare il nuovo arrivato ?
Ti seguo!
Ps: anche la mia Pervinca lavora come impiegata e preferirebbe farsi asfaltare da un carrarmato che entrare in ufficio!
10/12/2022 at 20:12
Ciao, bemvenuta. Dai piccoli uffici possono partire grandi storie. Vediamo cosa ci proporrai in seguito. Per ora bene, mi piace. La ragazza avrà compagnia e forse un amico in più, o una storia, chissà, l’ufficio è complice!
C’è una frase che non ho capito: “Enrico rientra e lascio che sia lui (e la sua ansia) a mostrare quello che ha già visto con me, in una maniera sicuramente più convincente, anche se decisamente più prolissa”.
Auguri, a presto!?? ciao
03/09/2023 at 19:10
Grazie!
10/12/2022 at 02:51
Capitolo 1)
Ciao Annamaria!
Ti leggo per la prima vota su The Incipit: benvenuta!
Il capitolo è scorrevole, anche se in qualche passaggio c’è da ricontrollare qualcosina. Dai “Si” senza accento, alla mancanza di ” . ” al termine di alcune frase. Nulla di troppo grave.
C’è poi il passaggio a seguito del “chiarissima” che non ho trovato proprio chiarissimo.
L’idea è simpatica, e sono curioso di sapere come proseguirai.
Non sono un amante delle storie rosa – anche se proprio adesso mi sto cimentando nella scrittura di una – ma voglio vedere come andrai avanti!
Alla prossima!
03/09/2023 at 19:11
Grazie