APOCALYPSE ZOMBIE RESTAURANT

Polpette or bust

Non era stato per colpa dei rifiuti plastici, e nemmeno per l’uso smodato di deodorante, no.
Non era per colpa delle radiazioni emesse dalle centrali nucleari e nemmeno per lo smog.
Era stato ben altro a cambiare il mondo, ma nessuno sapeva cosa fosse stato.
Il virus zombie, quello che si trasmetteva se venivi mozzicato da uno zombie, era inarrestabile.
La fine del mondo, mica pizza e fichi.

«Che poi, dizamozelo», aveva detto Bruno Barbieri facendo roteare il suo Château Lafite Rothschild del 2001 all’interno del calice di cristallo, «la pizza con i fichi non è male.»

Joe Bastianich si era messo a ridere, piacione, e si era acceso una sigaretta utilizzando l’ennesima banconota da cinquanta euro: «A me piaci con sopra i meatballs.»

«Voi americani, sempre con queste palle di carne mazinata che mettete dappertutto. Che palle.»

«Come i vostri polpetti.»

«Allora: prima di tutto ti prego di non fare paragoni tra un capolavoro della cuzina italiana e i vostri mappazzoni.»

«E secondo di tuto?», aveva detto Joe facendo brillare l’occhio da marpione.

«Secondo di tutto adesso vado zù da Zino, mi fazzo una bella spesa e poi ti cuzino le migliori polpette del mondo.»

«Can’t wait», aveva detto Joe. Poi aveva appoggiato la testa sull’alto schienale della poltrona imbottita di banconote da cinquanta euro e si era addormentato. Joe si addormentava molto spesso, ultimamente, aveva capito l’importanza dei sogni. Era nei suoi viaggi onirici, infatti, che prendeva le idee per gli improbabili hamburger My Selection che poi propinava a quei fessi di Mc Donald’s. E quei fessi di Mc Donald’s apprezzavano. E quei fessi di Mc Donald’s lo ricoprivano letteralmente di banconote da cinquanta euro. Gli hamburger My Selection griffati Joe Bastianich, infatti, erano la sola cosa capace di far muovere il culo ai clienti della famosa catena di fast food. Mc Donald’s aveva un disperato bisogno di nuove ricette: perché, purtroppo, i loro clienti sfidavano l’apocalisse zombie sempre meno volentieri.

«Questi americani», aveva detto Bruno mentre curiosava nel grande armadio alla ricerca di un elegante cappotto che facesse pendant col completo giacca e pantalone leopardato. La riflessione era durata ventuno minuti, dopodiché ci aveva abbinato una pashmina di cashmere, si era messo la borsa a tracolla ed era uscito di casa.

La bottega di Gino era dietro l’angolo, e forse era già stata presa d’assalto da centinaia di zombie, ma Gino aveva il macinato di bovino di prima scelta e il Grana Padano 88 mesi. E questo valeva bene una messa.
Bruno aveva ravanato nelle grandi tasche del cappotto maculato fino a trovare l’impugnatura della sua Beretta 92, aveva sorriso soddisfatto e si era alzato il colletto di pelliccia: era una notte di gennaio, e faceva un freddo bestia.
Le luci tremolanti dei lampioni lo accolsero in strada. Una prostituta zombie, appoggiata al lampione, faceva roteare una borsa di pelle. La mascella le penzolava di lato, ma continuava a mozzicare comunque, a scatti.

«Stasera non batti un chiodo, eh?», aveva detto Bruno passandole accanto. Quella si era mossa per azzannarlo, ma il Grande Chef le aveva piazzato un proiettile nel cervello.

Un’altra vittima, l’ennesima.
Bruno aveva soffiato sulla canna della pistola, dedicando l’ultimo pensiero a quella donna:

«Ora puoi tollierti il grembiule e lassiare questo mondo che una volta era trendy.»

Messa via la pistola Bruno aveva ripreso la sua strada, ma un rumore alle sue spalle lo aveva fatto sobbalzare. Si era portato una mano alla bocca, gli occhi spalancati dietro l’occhiale da vista firmato. Poi si era ravviato i capelli sale e pepe ripromettendosi di andare presto dal barbiere.
Nell’oscurità di un vicolo a caso, misteriosamente pervaso da un misterioso vapore, era spuntato uno zombie. Era alto, era grosso, era ben piazzato. E se non fosse stato per lo squarcio sul torace, per il sangue raggrumato che colava giù viscoso e per i polmoni a penzoloni, sarebbe stato davvero un bell’uomo.
Bruno si era leccato il labbro superiore e aveva estratto la sua Beretta 92: «Mi spiaze, devi lassiare per sempre la cuzina di Masterzef.» E aveva premuto il grilletto.
E la Beretta 92 aveva fatto cick!

Lo zombie aveva continuato la sua marcia con una strana espressione lasciva dipinta sulla faccia.
Bruno aveva riposto la pistola nella tasca, e mormorando un porco zuda si era dato alla fuga.
Lo zombie lo aveva seguito, lento ma inesorabile.
Bruno aveva accelerato la corsa facendo attenzione a non prendere strappi e stiramenti. Correva già da dieci metri, la pashmina di cashmere che gli sbatacchiava le orecchie lo stava torturando, e così si era fermato a riprendere fiato. Era stremato.
Lo zombie era ancora lì: il suo sforzo podistico non era servito a un cazzo.

Un mattarello, sbucato dal nulla, aveva trapassato la testa dello zombie, facendolo cascare come una pera cotta al forno sfumata di prosecco e servita con cialde di parmigiano croccante e riduzione di passion fruit.

Quel mattarello. Bruno lo aveva riconosciuto, quel mattarello.

A chi appartiene il mattarello?

  • A un aspirante chef cacciato dalle auditions di Masterchef (67%)
    67
  • A chef Locatelli (0%)
    0
  • A chef Cannavacciuolo (33%)
    33
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117 Commenti

  • Ciao, Martha.
    Hai capito il caro Barbieri? Lui sì che non si fa infinocchiare, porco Zuda.
    Bel racconto, sempre scorrevole e ricco di spunti divertenti. Un mix o meglio una fusion di idee, generi e personaggi; se a Masterchef si valutasse la scrittura (forse si chiamerebbe Masterwriter), ti manderebbero subito in balconata.
    Brava, Martha…
    Ci rileggiamo, anzi, il tuo nuovo racconto l’ho già sbirciato e ora vado a commentare.

    Alla prossima!

    • Grazie cara ❤️ e grazie per avermi fatto compagnia durante questa stramba storia! I tuoi complimenti mi fanno sempre piacere, e mi raccomando: scrivi presto, porco Zuda XD XD ??‍♀️??‍♀️??‍♀️??‍♀️??‍♀️??‍♀️??‍♀️

    • Grazie cara ❤️ Grazie veramente per essere stata con me ??‍♀️??‍♀️??‍♀️??‍♀️ la nuova storia è ovviamente già disponibile, ché sono troppo gasata per prendermi una pausa XD Genere diverso, ma gli zombie non li mollo ??‍♀️??‍♀️??‍♀️??‍♀️??‍♀️

  • Però! Un finale molto particolare. Ero rimasto un po’ così quando Barbieri ha sparato, ma la voce alla Tex Willer ripaga tutto 😀

    Beh, che dire? Racconto che mi ha fatto sorridere e schifare allo stesso tempo 😛 Il che significa che hai colpito nel segno.

    Noi ci leggiamo alla prossima storia 🙂

    Ciao 🙂

    • Grazie caro ❤️ e grazie per avermi fatto compagnia durante questa stramba storia ! Beh, se ti ho fatto sorridere allora sono veramente soddisfatta: lo schifio era compreso nel prezzo, per cui… XD Grazie mille davvero, e scrivi presto ??‍♀️??‍♀️??‍♀️??‍♀️

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