Diario di un’avventuriera

Dove eravamo rimasti?

Dove si svolgerà il prossimo capitolo? Aeroporto (indicami nel commento il tuo preferito) (50%)

Il volo

Hai indovinato, mi trovo in aeroporto. Sono qui da parecchie ore ma non mi sto affatto annoiando. È uno di quei luoghi in cui il tempo scorre a modo suo, un po’ lento e un po’ veloce. È un posto perfetto per lavorare da remoto: ottima connessione wi-fi, prese elettriche posizionate un po’ ovunque e, soprattutto, quel viavai di gente sempre diversa che mai si domanderà cosa sto esattamente facendo in questo preciso momento.

Tu invece pretendi di saperlo e ne hai tutto il diritto visto che mi stai ascoltando ininterrottamente. Ti racconterò ogni dettaglio ma un po’ alla volta. Ho bisogno di essere certa che tu comprenda veramente le infinite sfaccettature del mio stile di vita.

Avevo una casa ma non c’è più. Avevo un fidanzato ma se n’è andato. Avevo un lavoro ma ho perso anche quello. È scivolato tutto via senza che io potessi fare qualcosa per impedirlo. Mi sono comunque rimaste ancora un bel po’ di certezze. Ed è da queste che, da brava Fenice, sono ripartita con orgoglio.

Ho quindi scoperto di avere inaspettate doti comunicative e ho iniziato a utilizzarle per costruire qualcosa di concreto. Per ora posso solo dirti che gran parte del mio lavoro si basa proprio su queste abilità innestate su una formazione mirata e, ovviamente, certificata.

Per oggi non ti annoierò ulteriormente, hanno appena aperto il gate del mio volo. In men che non si dica afferro il trolley e lo zainetto e mi avvicino alla porta d’imbarco. Una nuova avventura è appena iniziata ma quella precedente mica è finita. Ricordi quel sostanzioso bonifico che ho ricevuto giusto prima di conoscere Caleb?

Se facessi bene il mio lavoro potrebbe esserci un seguito. Non ne sono sicura ma, in fondo, ci spero perché è una sfida piuttosto allettante. E io amo dannatamente mettermi alla prova.

Salgo sull’aereo e raggiungo il mio posto. Sistemo il trolley nella cappelliera e lo zainetto sotto il sedile davanti a me. Osservo con curiosità gli altri passeggeri cercando d’intuire chi si siederà vicino a me. La risposta non tarda ad arrivare.

Una ragazza dall’aria smarrita si ferma improvvisamente. Fissa prima l’etichetta e poi mi guarda dritto negli occhi.

“Finestrino o corridoio?” domando per rompere il ghiaccio.

“Finestrino” mormora quasi impaurita.

Sistema lo zaino da trekking nella cappelliera e mi fissa nuovamente. Mi scosto per permetterle di raggiungere il suo posto. Ci accomodiamo una accanto all’altra. Un sedile rimane vuoto. Esamino il contenuto della tasca della poltrona davanti a me. La mia compagna di viaggio fa altrettanto. Sfoglia distrattamente la rivista e poi la rimette a posto.

“È il mio primo volo!” esclama all’improvviso la ragazza.

“Hai paura?” domando per stabilire una connessione.

“Devo superarla” ammette tristemente.

“Io viaggio spesso per lavoro. Odio volare ma devo ammettere che la fase del decollo mi sorprende sempre.”

“Perché?”

“Perché l’aereo è un’invenzione incredibile e, se proprio lo desideriamo, ci permette di raggiungere in poche ore posti lontanissimi.”

L’aereo è quasi completamente pieno. Chiuso il portellone, le hostess si assicurano che sia tutto a posto. Passano in rassegna tutto il velivolo per verificare che le uscite di sicurezza siano libere da ostacoli, che noi passeggeri siamo tutti correttamente cinturati, che i tavolini siano chiusi e che gli schienali siano in posizione verticale.

L’aereo inizia a muoversi in retromarcia per raggiungere la pista di rullaggio. Le hostess, come una danza che si ripete a ogni volo, illustrano i dispositivi di sicurezza.

La parte più bella sta per iniziare e, per una volta, posso descriverla ad alta voce.

“Durante la fase di rullaggio l’aereo fa alcuni giri della pista a una velocità di circa 60 chilometri all’ora. Ora sta accelerando gradualmente per raggiungere una velocità di quasi 300 chilometri orari necessaria per decollare. È il momento più emozionante!”

Come sempre, nel momento in cui ci stacchiamo da terra, sento un’euforia inspiegabile. La città sotto di noi diventa sempre più piccola. Ce la lasciamo alle spalle e sorvoliamo la pianura punteggiata da grumi di case sparse qua e là.

“È stato bellissimo!” ammette la ragazza.

“Te l’avevo detto!” replico sorridendo.

Ghiacciai decisamente troppo grigi scorrono sotto di noi. Li guardo con malinconia. La ragazza filma alcuni scorci del suo primo volo, fotogrammi che resteranno per sempre indelebili nel suo cuore. Un po’ anche per merito mio.

Dopo essermi rilassata per un tempo indefinito estraggo il tablet dallo zainetto e preparo una serie di slides per una noiosa conferenza di non so cosa che avverrà non so dove. Il mio compito è rendere tale materia meno ostica. Non sempre ci riesco, può capitare che il cliente mi rimandi indietro l’elaborato.

Le ore di volo scorrono veloci e senza perturbazioni a rovinare la prima esperienza della ragazza che mi siede accanto. Giunge quindi il momento di toccare nuovamente terra.

“Volerai ancora?” domando.

“Certo. Grazie.”

Recuperiamo i bagagli e scendiamo. Ci scambiamo uno sguardo d’intesa e prendiamo strade diverse.

L’aereo è atterrato a…

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  • Helsinki (0%)
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  • Reykjavik (63%)
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57 Commenti

  • Ciao Nadia.
    Ho recuperato i capitoli precedenti. Devo dire che apprezzo molto il tuo stile narrativo e di scrittura, molto semplice e scorrevole.
    Thor un fratello che ama il freddo tanto da girare in infradito. APPROVED.
    Voto per Caleb che partecipa alla manifestazione e ci vediamo al prossimo capitolo!

  • Dopo aver parlato del Fotografo Misterioso, voto Per partecipare a una manifestazione per la sua salvaguardia!

    §§§§§§§§§§§
    Davanti alla cascata sento il freddo dell’acqua che s’infrange sulle rocce e il calore del sole che ci illumina. Sento il rumore assordante che riempie l’aria e il silenzio della natura che mi avvolge di pace. Sento la forza della vita che scorre impetuosa e la fragilità dell’esistenza che si dissolve in un attimo. Sento la bellezza del mondo che mi rapisce lo sguardo e la gratitudine nel cuore che mi fa sentire viva.
    §§§§§§§§§§
    Non ho nient’altro da aggiungere 🙂

    Ciao 🙂

  • Ciao Nadia 🙂
    Bentornata 🙂
    Ti avevamo chiesto descrizioni della misteriosa islanda e ci hai accontentato 🙂
    Beato Thor che gira con le infradito io starei tutto il giorno con dodici giubbotti perche’ soffro il freddo 🙂 Interessante questa figura del Fotografo Mascherato 🙂 mi incuriosice molto 🙂 e ancor di piu’ mi incuriosice sapere cosa diamine ci fa Caleb in Islanda 🙂
    Tra le tre ho scelto che vuole scattare delle foto suggestive 🙂 ripasso a te la palla 🙂
    A presto 🙂

  • Questo stile di narrazione mi piace davvero parecchio lo uso anche io per scrivere, sarò sincero all’inizio del 1o capitolo non stavo capendo niente ma questo ritmo così veloce e pulito mi ha spinto ad andare avanti nella storia e leggere racconti come questo mi aiuta tanto a perfezionare i miei racconti e narrazioni. Una cosa la quale mi ha lasciato un po’ stranito è la primissima conversazione tra Caleb e la protagonista: l’ho trovato un po’ forzato ma in fin dei conti questo racconto merita davvero. Spero di scoprire di più sulla lore della protagonista nei capitoli successivi

  • “Rivedrò Caleb , mentre trovo un tesoro nascosto con i cappellini verdi ” ahaha no scherzo …ho scelto rivedrò Caleb , anche se ognuna delle 3 opzioni mi sembrava valida 😛
    Bel racconto e bella location 😉

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