I - Guardie e ladri
Miei cari amici, vi ricordate Guardie e Ladri? Quel gioco che si faceva da bambini diversi anni fa. Anni? Secoli fa!
Hum! Ci giocavate. Lo sapevo! Vi siete divertiti? Sì, eh?
Be’, sono pronto a scommettere che non vi siate divertiti quanto i miei ragazzi. Eh sì, possa il cielo fulminarmi in questo preciso istante se non ho ragione! Bene, bene. Adesso vediamo se questo vecchio bacucco si ricorda ancora come si racconta una storia.
*
Non c’è combinazione migliore di acchiapparello e nascondino quando si parla di Guardie e Ladri. Eh sì! Tutti sanno che i bambini amano rincorrersi e nascondersi. Ciascuno di noi ci è passato. E se qui c’è qualche giovanotto, lui potrà confermare quanto detto. Ecco, sentito? Bravo ometto.
Sebbene fosse il gioco prediletto, esisteva un’insanabile questione che veniva sollevata ancor prima di iniziare: l’assegnazione dei ruoli.
Oh oh, non c’è dubbio! Non avete idea di tutti i bisticci a cui ho assistito e della fatica incredibile nel calmare i più scalmanati insoddisfatti.
Ognuno voleva fare il ladro! Dopotutto è lui a vincere sempre! Nessuno ambiva al ruolo di guardia. Significava essere un perdente. Un bambino non desiderava essere il vigile custode di una gabbia invisibile e nemmeno correre a perdifiato quando tutti i furfanti venivano liberati per colpa di una distrazione. Era una sconfitta inaccettabile. Invertire i ruoli? Neanche per sogno! Forse qualche caramella poteva saldare il prezzo dello scambio; non per sempre però.
Un giorno, all’ennesimo battibecco, ormai sfinito e privo di incarichi, decisi di escogitare una soluzione.
«Ragazzi! Forza, venite qui. Ci siete tutti? Bene, ascoltate. Vi va di provare un Guardie e Ladri speciale?» dissi a tutte quelle facce incuriosite.
«Speciale? Che significa speciale, Zio B?» mi chiese uno di loro, il più giovane del gruppo.
«Sì, diccelo Zio B!» fecero coro gli altri.
«Farete i ladri. Tutti voi. Io invece sarò la guardia. Come vi sembra?»
Potrei giurare di non aver mai visto dei bambini più elettrizzati di loro. Era come se avessero appena visto un desiderio avverarsi davanti ai loro occhi. L’idea di essere io a inseguirli li aveva fatti impazzire.
«Grandissimo Zio B!», dissero. «Proviamolo, proviamolo!» esclamarono all’unisono.
Ebbene amici miei, da quel giorno le mie povere gambe corsero tanti di quei metri che cominciai a rimpiangere la pigrizia di sedere dietro una scrivania, stampando circolari e girandomi i pollici finché non avessi altre mansioni… hum. Ora che ci penso, se non sono morto di infarto, sarei certamente schiattato per inerzia! Tuttavia all’epoca avevo già una quarantina d’anni e l’improvviso sconvolgimento muscolare destò violentemente la mia natura di sollevatore di zuppe – avete mai visto un bidello con il fisico atletico? Inoltre, quei ragazzi erano dei veri monelli! Notando la mia naturale lentezza, si impegnavano ancora di più a sfuggirmi da sotto il naso. Anime buone? Diavoletti maliziosi!
Be’, sapevo che non avrei potuto continuare in tal modo, dunque aggiunsi un po’ di brio alla sfida. Non si aspettavano un asso nella manica.
Hum! Ho un’idea. Non sarò io a svelarlo. Sarete voi a indovinarlo!
Coraggio, usate l’immaginazione e svelate il mio asso!
- Hai barato con l'immaginazione. Ecco perché ci chiedi di usarla! (100%)
- Hai portato una pistola! Intendo… una pistola giocattolo. (0%)
- Hai portato il tuo cane addestrato... Aspetta, hai un cane? (0%)

04/04/2023 at 18:50
Ciao. Bell’idea! Mi piace molto come scrivi. Aspetto il 2. Passa da me se ti va.