La città che non muore

Ribellione

SHH

Avete idea di quanto sia difficile controllare le Rune dell’Anima? Ognuna richiede un sacrificio. La prima a saltare è sicuramente quella legata al Dolore umano. Ancora mi ricordo il primo Omicidio. Era stato così facile. Una singola runa e tutto era finito.

«Fuoco»

La faccia terrorizzata di suo padre mentre moriva bruciato e quel mal di testa. Ora che non ne soffriva più quasi mancava. Le altre, caduta la prima, erano saltate ancora più in fretta. Aveva mentito, ucciso, rubato, distrutto. In anni di operato ne aveva commesse di tutti i colori. Ogni sua azione aveva portato avanti il suo piano. Ora era finalmente il tempo di raccogliere i frutti di ciò che aveva seminato

L’ultima Runa era l’ultimo legame alla società. Quella maledetta Runa era stata la più difficile da sciogliere. Ci aveva messo anni di duro lavoro. Quella maledetta emicrania era stata la sua croce  per troppo tempo. Ogni volta onnipresente. Unico ricordo del suo essere un essere umano. 

Ormai aveva poteri quasi totali, come solo gli antichi lo erano, grazie alla magia libera ora poteva fare quello che voleva, se non…

 Quella libertà aveva ancora un prezzo da pagare. 

La società. 

Ora aveva un’enorme spada di damocle puntata. La società o la sua vita. Lo sentiva ultimamente che quell’unica Runa, la più potente, stava lottando, per ottenere un controllo perduto. A qualsiasi prezzo. Era quello il controllo ultimo  dei Creatori. Le altre Rune erano solo un divertimento. Con questa invece. Superarla era la dimostrazione di quanto si era potenti e speciali. Essere lì nel bilico della classe A e della S non gli si confaceva. Tutti i suoi sacrifici era tempo di premiarli. Con quell’omicidio plateale aveva sentito i primi cardini saltare. Poteva già definirsi un classe S forse? I prossimi passaggi sarebbero stati cruciali. Le ultime pedine dovevano fare il loro movimento sulla scacchiera. Dovevano essere i suoi inconsapevoli alfieri per colpire diretto il punto. Era un peccato per quel povero classe E. Aveva del potenziale, sarebbe potuto crescere sotto la sua ala, ma era arrivato al momento sbagliato.

 Era stato sin troppo poco attento sin da subito ed era passato da cacciatore a preda senza neanche accorgersene. Quale sarebbe stato il suo destino ora? Aveva davvero importanza a quel punto?

Certo era un peccato, ma quella persona si era rivelata limitata. Assolutamente non in grado di raggiungere le vette superiori dell’ essere umano. Non era in grado di accompagnare nessuno in cima alla catena. 

Quando rifletteva su queste cose il Deviante rifletteva su quanto potessero essere potenti i Creatori ad aver formato tutto questo. Avevano elevato la razza umana grazie alla magia e poi erano spariti. Le leggende raccontavano di una leggendaria runa Porta in grado di passare in un nuovo Universo e forse i Creatori l’avevano attraversata. Era questo il sogno del Deviante, trovare quella porta e varcare la soglia degli universi e se per farlo doveva rivoluzionare la società lo avrebbe fatto! 

Ora basta chiacchere. Doveva riflettere sulle prossime mosse. L’ultima Runa dell’Anima era vacillante. Sentiva che stava per crollare. Sentiva il suo potere magico primordiale sempre più libero. Dovevano sentirsi così i Creatori. Potenti, inarrestabili. 

Basta.

Doveva concentrarsi. Il prossimo punto era riuscire ad uccidere qualcuno pubblicamente. Fare crollare la società. Aveva risvegliato la Paura nelle persone. Ora doveva risvegliare proprio dei Devianti. 

Si mise a ridere. C’era un solo bersaglio fisso nella sua mente. La sua morte avrebbe risvegliato gli animi di tutti. Sarebbe stato un evento memorabile… 

Il Deviante spense la televisione. La giornata sarebbe iniziata per tutti con il botto. Doveva prepararsi a recitare. Sarebbe stata un’opera d’ate. Un grande spettacolo.

Si alzò dal divano.

Davanti a sè aveva un dipendente del Ministero legato e imbavagliato. 

Se lo era completamente dimenticato. 

La runa “Silenzio” impressa a fuoco sulla sua fronte faceva sì che non potesse parlare. Visto che non si muoveva tra l’altro voleva dire tra l’altro voleva dire che  la runa “Catene” impressa funzionava ancora bene.  

«Sai che non mi ricordo più chi sei? Ti avevo preso perchè pensavo mi potessi essere utile, ma oltre a indicarmi dove mangiava il tuo capo non sei servito a niente. In questo momento dovresti guardarti. Sei senza uno scopo e la tua vita sta per finire. Eppure non riesci a superare le rune dell’Anima che ti sono state impresse dai Creatori. Non ti sei mai chiesto il perchè? È la terza runa che un Deviante come te dovrebbe riuscire a spezzare quella per salvarsi la vita , quella della ribellione… »

Il Deviante sospirò. 

«Peccato, avevi delle potenzialità, sei il mio primo Deviante artificiale. Eppure più della seconda runa non riesci ad arrivare eh ? Sei una delusione: Morte.»

Ahh… era sempre bello vedere l’effetto di quella runa su una persona che non poteva né muoversi né parlare. Dava proprio soddisfazione!

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