La fioritura della Dahlia

Il film del venerdì

Nina e Lori mi dissero solo all’ultimo che non sarebbero venute, così quel venerdì sera a casa di Roby c’ero solo io, con Davide e un loro amico che non conoscevo di nome Paolo.

A me non interessava altro che la presenza di Davide. Gli ero andata dietro per tutto il semestre senza che mi notasse, ma la settimana precedente, mentre guardavamo per l’ennesima volta 300, mi ero accorta che mi stava accarezzando i capelli di nascosto.

O, almeno, mi sembrava lo avesse fatto.

E poi, durante la settimana i suoi modi erano cambiati rispetto al solito. Aveva iniziato a scrivermi per motivi tanto sciocchi che sembrava cercasse solo una scusa per farlo e mi aveva anche inviato, a sorpresa, una GIF per la buonanotte. Ero sicura che quella sera si sarebbe fatto avanti.

Ci sedemmo come sempre sul tappeto ai piedi del divano, che usavamo come schienale. Io ero sulla sinistra, accanto a Davide, che aveva lasciato dello spazio tra sé e gli altri. Mi accorsi subito delle sue intenzioni e lo lasciai fare con i suoi tempi, mantenendo il contatto che continuava a cercare tra le nostre gambe, sfiorandolo mentre bisbigliavamo commenti e poi rannicchiandomi contro di lui quando infine allungò un braccio attorno alle mie spalle.

Chinò il capo verso di me e mi baciò con tenerezza una, due, tre volte su una guancia sempre più vicino alla bocca. Sussultai al culmine della gioia e scostai appena la testa per rispondere al bacio, aprendo le labbra e offrendo la lingua alla sua. Fu dolce e mi mise una mano sul viso, ma fu anche deciso nell’esplorare il mio palato, insinuandosi e duellando con la mia lingua guizzante.

Baciarlo era un sogno che scompariva di fronte alla meraviglia della realtà, mi sentii travolgere e intrecciai le dita nei suoi capelli. Lui soffocò con le labbra il gemito che mi sfuggì quando abbassò la mano sul mio petto e lo strizzò attraverso la maglietta e il reggiseno. Gli spinsi via il braccio senza troppa convinzione, sentendo che tra le gambe si espandeva il calore di una voglia liquida che si stava facendo incontenibile. 

Scorsi con la coda dell’occhio il movimento delle teste degli altri e bisbigliai che dovevamo fermarci, ma Davide non sembrava dello stesso avviso e mi prese una mano, portandosela tra le gambe per farmi sentire che era eccitato quanto lo ero io, il suo sesso durissimo ben delineato sotto i jeans.

Mi ritrassi.

Non potevamo andare oltre, non in quel momento. Stavo già pensando a come fare per restare soli, ma nonostante la mia decisione di aspettare non riuscii a resistergli quando mi spinse sulla schiena e iniziò a leccarmi il collo, interrompendosi solo per baciarmi sulle labbra o succhiarmi il lobo dell’orecchio.

Intanto, la sua mano era scesa senza vergogna tra le mie gambe, aveva carezzato le cosce nude sotto la corta gonna ed era infine salita per stuzzicarmi il sesso da sopra le mutandine. Strinsi le ginocchia ma me le allargò senza sforzo e i sospiri che trattenevo sempre più a fatica mi portarono a inspirare l’odore della mia voglia, facendomi vergognare al pensiero che l’avrebbero sentito tutti. 

Davide mi scostò gli slip quanto bastava per esporre la mia vagina, ormai così simile al burro fuso. Si chinò su di  me e mi fece fremere soffiandoci sopra, ma fu quando ci immerse un dito che persi ogni controllo e mi lasciai andare a una serie di forti gemiti che Roby e Paolo, che ci guardavano increduli e sempre più eccitati, presero per un invito.

In balia di Davide, naufraga nella tempesta di piacere che quelle dita mi stavano regalando, mi resi appena conto del loro arrivo. Tra un sospiro e l’altro li sentii dire qualcosa, ridere e scambiarsi un cinque. Tentai di alzare le braccia per allontanarli, ma erano deboli e non rispondevano alla mia volontà.

O forse sì.

Come persa in un sogno, avvolta da una nuvola, mi sentii sollevare e spogliare prima di sandali, mutandine e gonna, poi di maglietta e reggiseno. In un attimo ero nuda, sdraiata sul tappeto con gli occhi rovesciati e le gambe tenute aperte e sollevate da due mani strette alle caviglie. Dita e lingua mi accarezzavano ovunque, da quella sorgente di ribollenti umori che Davide aveva risvegliato alle piante dei piedi ai capezzoli, che una bocca mordeva e leccava.

Travolta dagli stimoli, persi il controllo e come guardandomi dall’alto mi resi conto di non essere più padrona di me stessa. Qualcosa si era svegliato nel mio ventre e aveva preso il sopravvento trasformandomi in un’entità puramente sessuale, in un essere voglioso e ipersensibile affamato di sudore e lussuria, una fontana di piacere dove gli altri potevano e dovevano abbeverarsi. Non volevo solo che appagassero quella fame che avevano risvegliato, provavo ancora più forte il bisogno di suscitare la loro bramosia e di soddisfarla, volevo delle dita che mi affondassero nelle carni, unghie che mi scavassero la pelle, avrei voluto che mi lasciassero il segno dei denti, che mi usassero, che mi trattassero come se non fossi altro che un oggetto di piacere, inanimato e senza valore.

Sbattei gli occhi. Non avevo immaginato la serata sarebbe andata così.

  • Mi trovai con i loro tre membri sbattuti sulla faccia, uno di loro in ginocchio sul mio petto, gli altri ai lati della mia testa... (25%)
    25
  • Si dedicarono al mio corpo, trasformandolo in un'unica zona erogena con le loro dita leggere e decise, con le lingue calde e affamate... (25%)
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  • Dei rumori alla porta mi distrassero. Cercai di zittire i ragazzi e quando ci riuscii, sentimmo tutti il rumore delle chiavi che giravano... (50%)
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7 Commenti

  • Capitoli 1-2)

    Ciao Dahlia!

    Era qualche giorno che cercavo il tempo di recuperare la tua storia, oggi finalmente sono riuscito!
    Ti leggo per la prima volta su The incipit, ed è stato un piacere. Benvenuta. 😉

    Ho notato che c’è giusto qualche refuso sparso, nulla di grave o che possa alterare la comprensione del testo. Nel secondo capitolo mi è parso che tu sia corsa subito ai ripari, ma forse avresti potuto concentrarti sull’attesa, e il “piacere sfuggito” del momento per tenerci compagnia con qualche carattere in più – prendilo come un consiglio, non un qualche tipo di errore!
    Sono curioso di scoprire come condurrai questa storia.
    Aspetto di leggere il prossimo.
    A presto!

  • Semplicemente perfetta, mi è piaciuto soprattutto come da un incipit tanto timido e sentimentale tu sia arrivata all’animale sessuale oggetto del piacere non di uno ma di più uomini, senza ritegno alcuno. E dunque che si proceda senza indugio verso il torbido, senza interruzioni e petting.

  • Ciao, voto i rumori alla porta. Al primo capitolo un bell’incidente di percorso mi pare sacrosanto.
    Non amo moltissimo il genere ma lo hai affrontato in un modo interessante, in crescendo; e dunque il crescendo è bene che si interrompa per non anticipare un finale. La storia ricorda le piccole avventure di gioventù, vissute da (quasi) tutti.
    Ciao?

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