L’IMPICCATO DI GENNAIO

Dove eravamo rimasti?

SCEGLIETE UNA FRASE PER IL PROSSIMO EPISODIO "Che diavolo ci fa lei qui?" (67%)

UN PO’ DI LUCE, MA NON TROPPA

La fuga disordinata aveva lasciato i due senza fiato. Quando arrivarono all’ambulatorio, Sylvie guardò il giovane medico e lo trovò irresistibile nel suo completo impeccabile, seppur sporco d’erba e foglie secche, con il ciuffo scuro appena scivolatogli sulla fronte, lucido di brillantina. «Si sente bene?» Le chiese lui e lei annuì, incapace di proferire parola, in debito d’aria per la lunga corsa.

Fosco le porse la mano. «Venga,» le disse «dobbiamo entrare.»

La porta era aperta, non se lo aspettavano. Il medico spinse il battente, mentre Sylvie affidava la sua mano a quella di lui. «Ho sempre odiato questo posto, mette i brividi» gli disse.

«Sì. Concordo. Le lascio la mano, solo un momento, per cercare l’interruttore…»

«Forse non è il caso di accendere la luce.» La voce di un uomo gelò la stanza. Sylvie strinse la mano di Zeni e spalancò gli occhi, frugando il buio. Solo dopo diversi istanti riuscì a mettere a fuoco la sagoma di un uomo non alto e tarchiato. «Carapal» bisbigliò.

«Non sono Carapal.» Si sentì uno sfrigolio e subito la fiamma di un cerino brillò nel buio. Si accese una lampada a gas. Zeni sbatté le palpebre. «Che diavolo ci fa lei qui?»

L’autista che lo aveva accolto alla stazione e portato in paese e che, poco tempo prima, era schierato con il resto dei paesani davanti all’albergo, lo fissava.

«Lei… perché? Insomma, che ci fa qui?» ripeté Zeni interdetto.

«Nevio, credevo fosse tornato a Torino…»

Zeni sgranò gli occhi. «Nevio? Voi due vi conoscete?»

«Mi chiamo Nevio Daponte. Sono brigadiere scelto alla Mobile di Torino. E sì, be’, noi ci conosciamo.»

Sylvie si fece avanti. «Brigadiere, possiamo gettare la maschera.»

L’uomo parve perdere un po’ della sua sicurezza. «Come preferisce, dottoressa.»

Fosco guardò prima uno poi l’altra, sgomento. «Quale maschera?»

Sylvie prese un respiro breve e strinse le labbra, poi disse: «Non sono un’aspirante farmacista, sono un magistrato. Vede, Fosco, un tempo le cose qui erano diverse, poi è arrivato Carapal e tutto è cambiato. Io sono nata qui, ma sono stata fuori per tanti anni…»

«Ma la dottoressa Ferrier… lei lavora in farmacia… come…»

«Come ho fatto? Semplice: io in quella farmacia ci sono cresciuta, era mio padre il farmacista una volta. Da lui ho imparato molte cose, quando lo hanno ucciso, perché io sono certa che sia andata così, mia madre mi ha mandata da una zia, a Torino e lì sono rimasta fin dopo la laurea in giurisprudenza. Quando sono tornata in paese, per il funerale di mia madre, un paio di anni fa, ero già stata scelta dal Procuratore per questo incarico. Proprio per le mie origini, perché io conosco queste persone e conosco questo mondo. Ho fatto credere loro di essere fuori corso e che stento a passare gli esami. Mi serviva un espediente, cosa c’è di meglio di una studentessa poco sveglia per una megalomane come la Ferrier? Non poteva chiedere di meglio, una sottomessa incapace da vessare ogni giorno, una che sa poco di farmacopea, una come me, insomma.»

Zeni fissava la giovane esterrefatto e anche ammirato. «Ma sulla strada verso Aosta, quelle lacrime, mi è parsa terrorizzata… e la storia dei cappi. Lei, Daponte, mi ha fatto credere…»

«Io non le ho fatto credere un bel niente.  I cappi non servono a tenere lontano l’impiccato…»

«Ma lei mi ha detto che in paese, in passato ci sono stati due impiccati.»

«Uno dei due era mio padre» lo interruppe Sylvie. «E le ripeto: non si è ucciso.»

Zeni scosse il capo, sempre più confuso. «Fatemi capire, queste persone hanno ucciso suo padre e lei sta qui da sola a indagare…»

«Si fidi, dottore, non sono così sprovveduta.» Infilò una mano nella borsetta e la estrasse impugnando una pistola. «È un piccolo calibro, ma non lascia scampo. E non sono queste persone ad aver ucciso mio padre, è stato Carapal con la complicità di pochi altri. Una è la Ferrier, ma nessuno ha indagato. Finché non è morto anche il vecchio medico e finché le persone hanno cominciato a svanire nel nulla.»

«Il vecchio medico? Ma Bora…»

«Bora è arrivato dopo» fece Daponte spazientito. «La storia è lunga e non c’è tempo per spiegarle tutto ora. Andiamo a prelevare il cadavere di Bora. Perché, come lei ha giustamente intuito, non si è trattato di un suicidio.»

Zeni annuì. «Con quelle macchie ipostatiche non poteva essere morto appeso a un albero.»

«Infatti!» Confermò il brigadiere. «Ora, Dal Boc dorme sopra la macelleria, devo fare molta attenzione.»

«Dobbiamo» aggiunse Sylvie.

«Non se ne parla, voi mi aspettate sulla provinciale.»

La giovane scosse il capo «Lei non andrà da solo, io verrò con lei e Zeni ci farà da palo. Il cadavere lo portiamo in obitorio, il medico legale è già allertato.»

«E se incontriamo di nuovo quei ceffi?»

Il brigadiere sorrise. «Ho fatto una telefonata subito dopo la vostra fuga dall’albergo. Ci sono due pattuglie in attesa fuori dal paese. Se i ceffi, come li chiama lei, si rifanno vivi finiscono dritti in gattabuia.»

«O peggio» aggiunse Sylvie mostrando la pistola.

NON SO SE SONO RIUSCITA A SPIEGARE, FORSE NO, MA LO SPERO. È PASSATO MOLTO TEMPO E NON MI ASPETTO CHE RICORDIATE TUTTO. PER LA FINE:

  • GENNAIO (85%)
    85
  • AOSTA (15%)
    15
  • TORINO (0%)
    0
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210 Commenti

  • Sono molto contento che sei riuscita a scrivere la parola fine, davvero! Le storie lasciate aperte sono come certe punture di zanzara, prudono. Quindi brava, ché hai trovato la forza per terminarla! Le atmosfere che dipingi sono sempre affascinanti, è uno dei tratti che la stanchezza e i problemi della vita non possono intaccare.
    Ti aspettiamo, ovviamente 🙂 ciao!

  • Capitolo 10)

    Ciao Kez!

    Sono contento di leggerti dopo una lunga pausa. Certe storie si prendono il loro tempo nei pochi spazi delle nostre vite, ma hai saputo ben amministrarlo per questa. Sono felice, anche perché capiamo la difficoltà di aver lasciato una storia aperta, che è sempre un po’ come una ferita!
    Condivido il punto di vista di Fenderman. Io non ho avvertito tanto la stanchezza, quanto l’esigenza di chiudere. C’è qualche ripetizione – mi sembrano più inserite in fase di revisione – e giusto una svista.
    Hai portato a conclusione la storia, rispettando l’indirizzo del racconto. Ben fatto! 🙂
    Aspetto di leggerti all’opera su qualche altra avventura. Ti suggerirei qualche d’insolito per i tuoi standard, quasi in cerca di relax narrativo 🙂
    Alla prossima!

    • Ciao, GG
      Sì, hai ragione, magari con qualcosa di completamente inusuale potrei andare a briglia sciolta, senza tante seghe mentali su come portare avanti, restare nei canoni, chiudere… ma ho già una storia in testa e vorrei sviluppare quella, se ci riesco. Questa volta con un po’ di progettazione in più.
      Sto leggendo “Save The Cat!” della Brody (di cui avevo già seguito il corso) e vorrei mettere in pratica i suoi consigli includendo i 15 passi per scrivere una storia. Lei si riferisce ai romanzi ma, secondo me, si può fare anche con racconti un po’ più lunghi tipo quelli qui su TI 😉
      Hai centrato il problema, se di problema si può parlare, si tratta proprio di necessità di chiudere, presto e senza ripensamenti.
      Anche a te grazie mille per essere arrivato fin qui e per la gentilezza che riservi sempre a tutti.

      Alla prossima!

    • Ciao, Isabella.
      Per la prossima avventura aspetterò di avere tutta la storia sottomano, progetto, personaggi, svolgimento della trama… sono troppo disordinata (mentalmente e non) per scrivere senza mettere dei paletti. Lo so da tempo, ma non mi sono mai impegnata abbastanza per porvi rimedio😅cercherò di fare meglio con la nuova storia, chissà in che mese la comincerò.
      Intanto, grazie, grazie e ancora grazie per avermi accompagnato fin qui con il tuo garbo e le belle parole.

      Alla prossima!

  • Ciao, Keziarica.

    Ho come l’impressione che avresti potuto recuperare qualche riga, o forse sono io che ero entrato nella tua testa e ho trovato ridondanti alcune spiegazioni perché in realtà rileggendo non ho ritrovato la sensazione.
    “Il furgone con in suo carico inusuale” è l’unico refuso che ho trovato.
    Il finale ha un po’ la sensazione di riassunto ma temo che sia una cosa inevitabile con i gialli: dieci episodi sono davvero sacrificati per il genere. Resta la sensazione di una buona lettura complessiva di cui ti ringrazio.

    Alla prossima.

    • Ciao, Achillu.
      Questa storia non ha avuto molta fortuna: è capitata in un periodo particolare e non ha avuto l’attenzione che, a parere mio, avrebbe meritato. L’idea era di scrivere un horror, ma non mi è riuscito di farlo come si deve. Le ridondanze nascono dalla fretta di chiudere, dalla necessità di non fermarmi a rileggere e a riscrivere per paura di procrastinare ancora. Come avrai visto, la storia è iniziata a gennaio e l’ho finita alla fine di agosto, cosa mai capitata e che mi ha sempre dato fastidio quando a farlo erano altri autori. Cercherò di non farlo ricapitare.
      Grazie per aver letto, commentato e per le belle parole.

      Alla prossima!

  • Ciao Keziarica,
    Ci hai dato un finale, lo apprezzo molto perché capisco che non è stato facile. Ci hai dato oltretutto un degno finale, di una scorrevolezza eccelsa e atmosfere notturne affascinanti.
    Tutto si è ricomposto, si sono spenti i fuochi, c’è la cattura, la resa dei conti, ma non c’e animosità, tutti sembrano stanchi e soddisfatti.
    Ci hai dato il finale di un giallo che mi ha riportato a certi episodi di Derrick o Maigret. Volevi scrivere un horror e ti sei ritrovata fra le mani un giallo che sembra riaffiorare dalla memoria di un dottorino di paese ormai cresciuto. (Con una trama adatta a una miniserie tv).
    I recenti capricci del sito e, ovvio, la vita privata poi ti hanno distratta, e dunque sei stata onesta e brava a concludere.
    Grazie, alla prossima storia. 🌻🙋‍♂️

    • Ciao, Fenderman.
      Ormai è diventato un mio segno distintivo: parto con l’horror che puntualmente si trasforma in giallo. Forse dovrei rassegnarmi e scrivere un giallo da principio e con l’intento di farlo.
      Ti ringrazio per le belle parole, non so quanto efficace sia questo finale, nonostante le atmosfere, è un po’ uno spiegone, un tiro di corda per chiudere il sacco con tutta la storia dentro, ma volevo chiudere e farlo al meglio delle mie possibilità con quello che avevo a disposizione.
      Farò meglio, almeno spero, con la nuova storia.
      Grazie ancora tantissimo e alla prossima!

  • Ciao Keziarica!

    Bravissima. Portare a termine una storia che non riesci a governare per via di tutto quanto accade intorno è segno di determinazione e orgoglio, quindi direi: BEN FATTO!
    Tutto quello che fa “ambiente” è come sempre ben descritto e aiuta noi lettori a “esserci”. La Valle d’Aosta che ne esce è cupa come quando la ammiro passeggiando al crepuscolo sulle colline che sovrastano la valle principale, con in mezzo la Dora, l’autostrada e la strada regionale. Tranquilla e placida, lenta che a volte pare immota, eppure in qualche modo sinistra.
    Forse mi appare così perché vivo nella frenetica Lombardia 😂, ma nel tuo racconto la rivedo proprio come tu la disegni.
    Anche questa novella secondo me può essere il soggetto di qualche cosa di più complesso, forse puntando sui personaggi che, fatalmente, sono in certi momenti un po’ abbozzati. Mi aspettavo tempo fa una concessione finale al “rosa”, ma ora va benissimo così.
    Bravissima di nuovo. Ecco, vorrei solo segnalarti la frase “ma sono certo che i dati salienti saranno facili da far venir fuori”. Secondo me è più semplice ed efficace “sarà facile ottenere i dati salienti” o something like that 😁.
    Giusto per dire qualcosa… ciao, a rileggerci presto!

    • Ciao, Minollo.
      Ci ho pensato alla virata al rosa, ma poi non ho avuto modo di sviluppare la storia come avrei voluto. Mi sarebbe servito più spazio e, sinceramente non me la sarei proprio sentita di metter fuori una parte due (cosa che, peraltro, ho già fatto e non ha dato i frutti sperati). Sono comunque contenta di aver chiuso la storia, era un po’ un tarlo, piccolo per carità, ma presente. Hai ragione anche sulla frase che avrebbe potuto essere snellita, lasciandomi qualche carattere in più e agevolando la lettura, ma ho scritto di getto, proprio per chiudere la storia. Non farò lo stesso errore la prossima volta. Sto progettando… non so cosa ne verrà fuori, ma questa volta non mi farò cogliere impreparata. 😅
      Grazie ancora per la pazienza e per le parole d’incoraggiamento.

      Alla prossima!

  • Ciao Kez 🙂
    Finalmente siamo giunti al gran finale 🙂
    Sono d’accordo con Red purtroppo lo spazio concesso dai dieci capitoli spesso taglia un po’ troppo la storia che magari avrebbe bisogno di più spazio 🙂
    Comunque ti sei districata bene e ci hai portato un bel finale che chiude il caso ma che allo stesso tempo potrebbe essere la spinta per una futura storia, in quanto sta per cominciare la ripulita di Gennaio 🙂
    Per ora ti saluto e ti aspetto presto con una nuova storia 🙂
    A presto 🙂

    • Ciao, BlackCat.
      Grazie anche a te per essere arrivato fin qui e per la pazienza. Sì, avete ragione entrambi, sarebbe servito altro spazio, ma non sono sicura che sarei riuscita a sfruttarlo al meglio. Ho cercato di chiudere il cerchio e si vede, avrei potuto fare di più, lo so e cercherò di tenere a mente la lezione per la prossima volta. Una storia in testa la ho già, diversa da questa, ma sempre un po’ particolare, mi è venuta in mente guardando un video… poi vi spiegherò quale. Ora però progetto, metto su una trama, faccio le schede dei personaggi e solo dopo comincio a scrivere. Lo so che si tratta di un racconto, ma chi mi regala il suo tempo per leggere le mie storie merita più attenzione. 😉
      Grazie ancora tantissimo e alla prossima!

  • Secondo me, con un capitolo in più avresti fatto faville 😀

    A parte questo, il capitolo mi è piaciuto molto e devo dire che il giallo mi ha preso nonostante le lunghe pause. L’ho trovato ben congeniato e ben scritto, cosa non facile 🙂

    Ciò detto: ci leggiamo alla prossima storia 🙂

    Ciao 🙂

    • Ciao, Red.
      Grazie per le belle parole, per carità, però, non un altro capitolo, non ce l’avrei fatta😅. Però , hai ragione, servirebbero altri caratteri per poter spiegare meglio, per raccontare dell’impiccato e degli altri abitanti. Ieri mi sono messa alla scrivania con l’idea di finire il racconto, in qualsiasi modo possibile, dovevo chiudere la storia perché, davvero, era diventata una (mia) pagliacciata, non ho mai impiegato così tanto tempo a finire un racconto e non è che la storia mi piacesse poco è proprio che non trovavo la voglia di mettermi a tavolino e scrivere la parola fine. Pazienza, farò meglio la prossima volta.
      Grazie ancora per esserci stato e per aver avuto la pazienza di arrivare in fondo, nonostante tutto.

      Alla prossima!

  • Vorrei ringraziarvi per avere avuto la pazienza di aspettarmi, di leggermi e di non mandarmi a quel paese insieme al mio racconto infinito. Non era mai capitato che passasse così tanto tempo per la stesura di una storia qui su TI e me ne dispiaccio. Mi dispiace non aver dedicato più attenzione, ma, davvero, è stato un periodo particolarmente complicato. Nulla di grave, solo che lo è stato.
    La scrittura ha bisogno di cura e di tempo e io non ho avuto modo di dedicarle le cure necessarie. So che troverete errori, spiegoni e chissà cos’altro in questo finale scritto di botto, ma è il finale che sono riuscita a tirare fuori e spero, almeno in parte, di averlo fatto in maniera quanto più possibile dignitosa.
    Ho un’altra storia in mente, ne ho sempre una, ma aspetterò di averla pianificata per bene, con calma e comincerò solo quando sarò certa di poterla portare avanti con regolarità e in tempi decenti.
    Grazie ancora a tutti voi per essere arrivati fin qui.

    Alla prossima!

  • Ciao, ho recuperato solo ora tutti e nove i capitoli. La storia l’ho trovata veramente interessante, soprattutto per come hai creato l’ambientazione della città. Poi le informazioni vengono rivelate passo passo senza interrompere lo scorrere degli eventi e la curiosità cresce sempre. Mi spiace averlo letto solo ora
    Per la prossima voto gennaio!

    • Ciao, Federico.
      Sono felice che il racconto ti sia piaciuto, avrei potuto fare di meglio, ma è andata così. Io sono, invece, contenta che tu lo abbia letto solo ora: ti sei risparmiato l’agonia di dover attendere mesi per leggere il capitolo successivo (agonia è un parolone, diciamo rottura di balle, che centra meglio la questione).
      Grazie e alla prossima!

  • Ciao, Achillu.
    Grazie per essere passato a leggermi; mi hai beccato in un periodo strano che non mi permette di scrivere come vorrei. I capitoli sono slegati e poco coerenti, ma sono felice che, in qualche modo, io sia riuscita, quanto meno, a rendere piacevole la lettura.
    Passerò a leggerti con calma, anche se il genere che hai scelto non è tra i miei preferiti.
    Grazie mille per il passaggio e per il commento.

    Alla prossima!

  • Ciao, Keziarica.

    Ben ritrovata. Sono tornato dopo quattro anni e ho finalmente chiuso la storia di Cristina. Cercherò di recuperare il tuo racconto che avevo iniziato all’epoca.
    Nel frattempo mi sono letto nove episodi, mi sono anche divertito, peccato che la piattaforma ci dia un limite di dieci perché questa storia secondo me avrebbe avuto bisogno di più respiro. Infatti sono arrivato al nono episodio senza nemmeno rendermi conto che purtroppo siamo già alla fine.
    Ho votato per Gennaio.

    Grazie e alla prossima.

  • Ciao keziarica.
    Ho recuperato tutti e nove i capitoli e devo dirti che mi dispiace moltissimo non aver letto prima e non aver potuto partecipare attivamente al proseguo della storia. Capitoli scritti molto bene dal primo all’ultimo, una tensione crescente e una scrittura scorrevole che mi ha portato a leggere tutto d’un fiato i capitoli.

    Ho visto che hai iniziato la storia a Gennaio, dunque, come un cerchio che si chiude, la storia potrebbe terminare a Gennaio.

    A presto con l’ultimo capitolo!

  • Voto Gennaio, con la certezza che non ci farai attendere Gennaio per poter leggere l’ultimo capitolo, ahahahah! Scherzi a parte, la tua è una storia molto affascinante che però ha sofferto molto. E di questo mese spiace… Aver voglia di scrivere e non aver modo di farlo è una tortura, né più né meno. In tutta questa sofferenza, però, sei riuscita a tirar fuori qualche consiglio dal cappello, come quello del magistrato, e questo è tanta roba. Un grosso abbraccio e un bocca in lupo a te e a Zeni 🙂

  • Ciao Keziarica!
    Scusa il super-ritardo con cui giungo al nono capitolo della storia. Ho votato Gennaio anche se ero combattuto a tre, includendo anche Torino per immaginare un colpo di scena “esterno”.
    Sorpresa con incorporata la storia che viene da lontano, arricchisce la vicenda e ci fa vedere il tutto da un altro punto di vista. Mancano un po’ di cosa da scoprire e in effetti devo riprendere alcune puntate (ho riletto solo la ottava) ma Zeni è un bellissimo personaggio, a tratti ingenuo come quando fa troppo lo spiritoso ma di specchiata rettitudine.
    Il dettaglio rosa è un segno di speranza in un luogo disturbante e speriamo vada a finir bene. Aspetto l’epilogo che leggerò subito, non come stavolta.
    Stammi bene bene, ho letto che eri a Cogoleto, posto di ricordi tra i bagni lido e i Marinella, quando ero fanciullo…
    Ciao a presto!

    • Ciao, Minollo.
      Scusa per l’enorme ritardo, ero convinta di aver già risposto…
      Mancano tante cose da scoprire, ho avuto un’idea su come chiudere, spero di riuscire entro la settimana. Come ho scritto a GG sul Canale, ho in mente un’altra storia e spero di riuscire a metterla giù presto. Fra poco dovrò traslocare e ci sono un sacco di cose da fare, ma ce la farò, anche a beneficio della mia salute psichica e non solo.
      Cogoleto è molto carina e anche tranquilla, rispetto ad Arenzano (la mia preferita) che d’estate è un po’ più movimentata per me che, ormai, divento vecchia. 😅
      Alla prossima e scusami ancora!

  • Ciao, bentornata!!! Certo un po’ di fresco, anche se solo su web/carta, fa sempre bene all’anima!!! Colpone di scena, e magari ci scappa anche una bella storia d’amore, sono curiosa di sapere chi ha provocato tutte quelle “impiccagioni”.
    Ho votato per gennaio, anche se fino all’ultimo sono stata tentata da Aosta!!! Alla fine, però, mi son detta che non era il caso di farti sudare troppo, a quello ci pensa già il caldo Al prossimo gran finale.

    • Ciao, Isabella
      grazie per essere tornata a leggermi nonostante la lunga attesa. In effetti nel finale dovrò spiegare ancora molto, chissà se ci riuscirò o come ci riuscirò 😅, io ce la metto tutta… non so quando sarà, ma mi auguro a breve, perché avrei proprio voglia di scrivere un’altra storia.
      Il caldo qui nella mia zona si fa sentire, ma nulla in confronto ad altre città. Ti dico che, se l’umidità si mantiene a questi livelli e continua a essere ventilato, si resiste. Grazie ancora, davvero.

      Alla prossima!

  • Gennaio! Rimaniamo a Gennaio! Qui inizia e qui finisce! 😀

    Ciao! Sono rimasto a bocca aperta mentre leggevo. Ok, non ricordo tutti i dettagli, ma praticamente hai fatto il riassunto della storia da un altro punto di vista. La cosa mi è piaciuta un sacco! L’unico appunto: come mai improvvisamente si fidano di Zeni? Cosa è successo tra il precedente capitolo e questo?

    Ciao 🙂

    • Ciao, Red.
      Ho spiegato un po’ tutto, vero? La mia intenzione era svelare l’identità di Sylvie e metter fuori un colpo di scena prima del finale, non era semplice tenendo conto dei tempi lunghi e dei caratteri stretti. Ci ho provato, come ho scritto a GG almeno quello…
      Sul discorso del perché si fidino di Zeni, be’ ci sono vari motivi: è estraneo al paese, non è coinvolto in alcunché e ha reagito in maniera ferma e positiva alla situazione coi “ceffi”; in più non è che abbiano molta scelta, arrivati a questo punto più si è e meglio è e poi sarebbe stato difficile farlo tornare a Genova, per metterlo al sicuro, senza spiegare nulla e senza farlo cadere nelle grinfie degli uomini di Carapal.
      Spero di essere stata esaustiva e, soprattutto, spero di non averti annoiato: le spiegazioni di quel che accade non sono mai un buon segno, se si deve spiegare, significa che non si è lavorato come si doveva 😉

      Alla prossima!

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