Dove eravamo rimasti?
Dov’è Dio?
Ivan tornò col viso consunto dalla disperazione e disse: “Le nostre sorelle Alessandra e Nicolina ci hanno lasciato. I poliziotti sono qua fuori. Scappiamo da questa casa, andiamo in un posto sicuro!”
“Credete che scappare serva davvero a qualcosa?” affermò Carolina.
“Certo che serve. Non voglio morire.” ribatté Maria.
“Per poter morire bisogna prima essere vivi.” rispose Carolina.
“Andiamo via o ci uccideranno tutti!” urlò Lucia battendo i denti dal terrore.
“Morire ammazzati…morire di vecchiaia…morire di malattia in un letto d’ospedale… Alla fine si muore lo stesso.” continuò Carolina.
“Tu sei pazza.” aggiunse Cosimo.
“Certo che lo sono. Sono nata in questa casa, cresciuta in questa casa e quando avrei potuto scappare ho invece scelto di comprare questa casa, rimanendo intrappolata nella vischiosa ragnatela che io stessa ho costruito. E ora che ormai non sono più una giovincella in cerca di nuove avventure mi si chiede di scappare? Io non mi muovo. È questa la strada che ho scelto ed è qui che morirò.” rispose Carolina.
Tutti fuggirono portando via con loro la madre allettata. Solo Lucia, prima di superare la soglia della porta d’ingresso, si voltò per dare un’ultima occhiata alla sorella che non avrebbe mai più rivisto.
Carolina tirò un sospiro di sollievo vedendo la casa svuotarsi. Ora non c’era più alcuna interferenza. Non c’erano più parole, occhi, giudizi, pregiudizi, rabbia, invidia, rancore. Non c’era più nulla. Era completamente sola, immersa in un silenzio surreale che non udiva dai tempi dell’infanzia. Aprì tutte le finestre e, saltellando come una giovane ballerina russa, canticchiò Anima Latina di Battisti:
[Scende ruzzolando
Dai tetti di lamiera
Indugiando sulla scritta
‘Bevi Coca Cola’
Scende dai presepi vivi
Appena giunge sera
Quando musica e miseria
Diventan cosa sola…]
E una grossa voce maschile continuò:
[E corre sulle spiagge atlantiche
Seguendo il calcio di un pallone
Per finire nel grembo di grosse mamme antiche
Dalla pelle marrone…]
“Lo avevo immaginato. Narcisista, alcolizzato, con tendenze sadomaso ed evidenti disturbi psichici. Chi altro se non il verme che ho di fronte avrebbe potuto pensare che uccidere tutta la nostra famiglia fosse la cosa giusta da fare?” disse con coraggio Carolina.
L’uomo era poggiato col braccio destro allo stipite della porta. Compiaciuto dalle parole della proprietaria di casa, attraversò lo spazio della cucina per raggiungere il divano e sedersi a braccia conserte.
“Che aspetti ad uccidermi?” domandò Carolina. “Cosa vuoi ancora dalla mia famiglia?”
L’uomo rimase in silenzio. Sembrava non aver sentito quelle domande e ora, con una espressione curiosa, osservava l’ampia sala e l’arredamento.
“Cosa pensi di ottenere? Sai che il Signore ti vede in questo momento?” chiese la donna.
“Quindi il Signore non ha nient’altro da fare che impicciarsi dei fatti miei? Che guardasse a ciò che accade oggi in Israele se davvero tiene ai figli suoi.”
“Pentiti. Dio ti può aiutare.” disse Carolina.
“E questo che fa Dio? Ci aiuta? E dimmi…perché non ha aiutato il mio amico innocente che è morto senza ragione mentre il colpevole è a piede libero? Ma certo, lasciamo stare le eccezioni. E invece le innumerevoli guerre dichiarate in Suo nome? Va bene, tralasciamo per un attimo l’omicidio insensato. Che mi dici della zuppa di fobie sessiste e razziste in cui tutti noi stiamo annegando per causa Sua? E non mi riferisco soltanto a Gesù, parlo di tutte le religioni organizzate: gruppi esclusivi creati per controllarci; uno spacciatore che ti rende schiavo della droga della speranza. Tutti i suoi seguaci sono solo dipendenti da una dose di menzogne per assicurarsi la propria dopamina di ignoranza, tossici che hanno paura della verità e cioè: non c’è ordine! Non c’è potere! Tutte le religioni insinuano vermi nelle menti come metastasi create per dividerci, per farci governare facilmente dai ciarlatani che dicono di portare in terra la parola di Dio. Per loro non siamo altro che fan che pagano bene per tutte le pessime fiction di fantascienza che scrivono. Se non do retta al mio amico immaginario, perché dovrei dar retta al vostro? La gente crede che la devozione sia la chiave della felicità, in realtà è il modo in cui loro vi controllano. Neanche io sono abbastanza pazzo da credere a questa distorsione della realtà. Quindi che si fotta Dio! Non è un capro espiatorio abbastanza buono per me. (monologo tratto dalla serie tv mr. Robot)”
Carolina, turbata dalle parole dell’uomo, si lanciò con veemenza su di lui.
“Aiuto…” fu l’ultima parola della donna non appena sentì penetrare nel petto la lunga lama del coltello.
L’uomo le prese la testa e gliela alzò per guardarla negli occhi e assistere ai suoi ultimi istanti di vita. “Ora Dio dovrebbe darti una mano, vero Carolina? Dov’è Dio in questo momento? Non c’è? È impegnato? Che peccato, speravo anch’io che venisse. Oh, Carolina, perché non parli più? Hai perso anche tu la fede?”
Anche Carolina è morta. Ora come continuerà la storia?
- Nel prossimo episodio non morirà nessuno. (0%)
- Il prossimo a morire sarà uno dei due fratelli. (0%)
- La prossima ad essere uccisa sarà Lucia. (0%)

22/10/2023 at 12:00
Non sono fan delle riflessioni sulla società. Anche perchè per il 99% sono critiche. Ma dai, bel capitolo.
Comunque ho scelto la morte di Maria. Così da mettere ancora più dramma.
17/07/2023 at 15:52
Ciao Samuel!
Ho recuperato tutti i capitoli e devo dire che, nonostante i gialli non mi ispirino più di tanto, ho trovato questa storia coinvolgente. Hai presentato tanti personaggi, quindi occhio a gestirli bene.
Un consiglio che posso darti è di non usare (<>) per i discorsi diretti perché 1) occupano due caratteri per apertura e due per chiusura e quindi dato che il giallo ha molto parlato ti privi di molti caratteri e 2) sono bruttini da vedere.
Usa piuttosto ” / ” ma, se proprio ti piacciono le virgolette francesi, usa ALT+174 per («) e ALT+175 per (»).
A presto!
15/07/2023 at 12:08
Racconto molto interessante. Vediamo il seguito!
21/06/2023 at 18:28
Giallo molto stuzzicante. Vediamo cosa ci riserva il futuro.
Comunque ho scelto la cucina.
19/06/2023 at 09:32
Ciao Samuel, hai apparecchiato un bel mix di sangue e ipocrisia. Tanti, troppi parenti, ognuno vuole dire la sua e i diretti interessati che fanno… Scompaiono!
Così non andranno lontano.
Tanti personaggi, difficile gestirli tutti di una storia a puntate, auguri e attento. Vero che un urlo o un colpo di pistola di notte se non è replicato non esiste. Scena iniziale talmente assurda da essere assolutamente realistica e plausibile, perché la realtà si sa supera ogni immaginazione. Infine per sdrammatizzare ipotizzerei che ANA ce l’ha con ANNITA perché quella ha una “enne” in più e lei una in meno: gliel’ha forse rubata?
Auguri, sei molto bravo, (a parte questa cosa qua:<>.)
Ciaooo😁🙋
05/01/2023 at 17:26
Capitolo 1)
Ciao Samuel!
Aspettavo di leggerti su un nuovo progetto. Vai col giallo, e vediamo un po’ cosa riuscirai a costruire. L’impressione iniziale non mi ha coinvolto del tutto, se devo essere sincero. Hai mantenuto la caratteristica riflessiva della narrazione, già nota nella precedente storia – e trovo che risulti sempre interessante – ma il capitolo in sé non mi ha dato la spinta di curiosità, forse anche per l’inconsueta domanda che poni all’inizio. Potrebbe essere una provocazione, chiederci chi è l’assassino, ma trovo abbia tolto un po’ di magia, perché in questo modo anticipi al lettore una curiosità tipica del giallo, ovvero scoprire il delitto e il colpevole. Come sempre, però, voglio darti fiducia e vedere dove ci porterai 😉
Questa parte introduttiva presenta qualche problema di formattazione, tra “<<" che fanno sempre tanto "bozza" e qualche frase che finisce inspiegabilmente a capo. Hai scritto il capitolo su telefono? Di solito capita quando si trasportano i file.
Per il resto mi pare che tutto vada liscio.
Punto sul Nonno.
Aspetto il prossimo!
05/01/2023 at 20:47
Si, scritto sul telefono purtroppo.
Prometto che ti stupirò ?