BIANCO

Dove eravamo rimasti?

Torniamo indietro nel tempo e costruiamo la storia insieme, ti va? Voglio tornare indietro di un anno (50%)

Un anno prima

«Ti va una tisana, Giulia?»

Mia sorella sta guardando i cartoni animati, mi dice che preferirebbe la cioccolata calda. Come darle torto… Apro lo stipetto.

«Questa è l’ultima bustina, Giulia: ricordati di chiedere alla ma’ di comprarla.»

«Va beeene», dice lei.

Prendo un post it e ci scrivo comprare cioccolata calda, ché tanto si scorderà di certo.

«Quando smette di nevicaaareee?», dice Giulia. La sua voce mi giunge ovattata dalle numerose coperte colorate che la avvolgono tutta e dal raffreddore che non le dà tregua.

Vorrei dirle che adesso smette, che mica può nevicare per sempre. Ma credo di avergliela già detta, questa frase, almeno un centinaio di volte.
Sta nevicando da due mesi e mezzo, e quando non nevica allora piove. La pioggia scioglie la neve, sì, ma non tutta. Poi riprende a nevicare. È ciclico.
La temperatura esterna continua a oscillare tra gli zero e gli otto gradi: non scende mai sotto lo zero. Non sale mai sopra gli otto. Il cielo è costantemente coperto dalle nuvole, e giorno e notte infuria un vento così gelido da gelarti le palle.

Mi siedo sul divano, appoggio le tazze sul tavolino e mi copro con un paio di coperte di pile.

«Fa freeeddo», dice Giulia. Poi soffia sulla tazza bollente.

Fa freddo, sì. Da una settimana a questa parte il riscaldamento non funziona più. Qualcuno, da qualche parte, ha chiuso i rubinetti; e se non hai un camino, se non hai della legna da bruciare, tutto quello che puoi fare è arrotolarti nelle coperte.
Sposto lo sguardo sulla stufetta elettrica posizionata sotto al televisore: ce ne vorrebbero venti, di stufette elettriche così! Il fatto è che…

I cartoni animati si interrompono, e vengono bruscamente sostituiti dalla sigla del telegiornale.

«Vojo i cartoooni», dice Giulia.

La abbraccio, le dico di far silenzio, ché il signore alla tele deve dirci qualcosa di importante. Cerco il telecomando per alzare il volume, e quando lo trovo – quando lo punto alla televisione – noto che il giornalista non sta affatto bene. Sta tossendo a ripetizione, e oltre a qualche scusate non riesco a capire una parola di quello che dice.
Anche lui, come tutti noi, indossa un pesante giaccone invernale, e mi stupisco quando se lo slaccia. Mi stupisco ancor di più quando se lo strappa di dosso continuando a tossire come un appestato. Copro la testa di Giulia, le dico che il signore alla tele sta facendo uno scherzo, ma le parole non mi escono per nulla convincenti. La mia voce trema, ché il tipo non sta affatto bene. Gli occhi gli si sono dilatati, perdono pus lattiginoso, e la bocca ha assunto dimensioni surreali.

«Cosa faaa il signoooreee?», chiede Giulia da sotto le coperte.

Le rispondo che lo scherzo che sta facendo fa veramente paura, e non sto mentendo. La telecamera lo inquadra mentre si denuda completamente, mostrando i lividi violacei che gli ricoprono il petto. Poi i lividi diventano bianchi, poi diventa bianco tutto il corpo. I colpi di tosse si sono trasformati in ruggiti; gli occhi, vacui, sembrano due palle di vetro satinato. I denti ora gli sporgono, lunghi e affilati, e riempiono di graffi le labbra diventate biancastre. Poi il tipo balza via dalla sua posizione, e scompare dall’inquadratura: la telecamera traballa, urla e grida mi fanno venire la pelle d’oca.
Poi il segnale viene interrotto.

«I cartoooni! Vojo i cartoooni!», dice Giulia sbucando da sotto le coperte. Ma la televisione ci offre solo una schermata nera. Cambio canale, e ogni canale è nero. Che cosa sta succedendo?

Mi precipito alla finestra, e ciò che vedo mi sconvolge.
C’è gente che corre, in strada, tra la neve. Gente nuda: gente nuda che rincorre gente vestita, gente infagottata, terrorizzata.
Quella gente nuda, però, ha ben poco di umano: ha le stesse caratteristiche del giornalista visto alla tele, e senza vestiti è in grado di muoversi molto, molto più velocemente.

«Oh porca troia!» Le mie mani cercano e trovano la mia bocca, e riescono a tappare le grida che vorrebbero uscire a tutti i costi: quella gente mostruosa sta saltando addosso alla gente vestita, e gli sta strappando via i vestiti a morsi e…

«Che succeeede Viiin?», mi chiede Giulia.

Corro verso di lei, afferro lei e le coperte e mi dirigo in garage: nelle orecchie mi arrivano gli strilli disperati della gente che sta morendo per strada intervallati dai ruggiti bestiali della gente nuda.

Non so cosa fare, non so assolutamente cosa fare.
E mentre valuto se caricare Giulia sull’auto e scappare via, sento il clacson del furgone di papà. È qui fuori, fuori dal garage.
Con Giulia in braccio provo ad aprire un poco la porta pedonale, e vedo il furgone di papà che sta facendo marcia indietro incurante delle persone che stanno attraversando la strada.
Vedo le macchie di sangue che inzuppano la neve, e per un attimo non capisco più niente.
Poi vedo gli sportelli posteriori del furgone che si aprono, e vedo mia madre. Sta urlando il mio nome.
Mi stringo Giulia contro il petto, esco dal garage con gli occhi mezzi chiusi e mi butto letteralmente sul pavimento del furgone.

Ti va di scegliere il personaggio che ****** nel prossimo episodio?

  • Giulia (25%)
    25
  • Mamma (13%)
    13
  • Papà (63%)
    63
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