Finalmente March – Tina 25

Dove eravamo rimasti?

Cosa avrei fatto l’indomani ? Scritto a Tina nel pomeriggio (50%)

Emma

La mia mano sulla sua nuca, le dita tra i capelli neri. La giusta pressione le teneva la testa ancorata al cuscino mentre il mio bacino premeva contro i suoi glutei sodi e tondi. 

Non avrei resistito ancora molto, il mio membro pulsava incessante, a ritmo del mio muscolo cardiaco, provato da quella mezz’ora di cardio intensa. 

Ad un passo dal culmine del piacere mi era impossibile fare anche un solo piccolo movimento. Era giunto il momento: tempo di sfilare l’arnese dalla sua pussy fradicia, gettare con noncuranza il condom ai lati del matrimoniale, che già ero stato accolto dalla sua gola calda e ospitale. 

Una succhiata, un’altra, un’altra ancora e con la quarta, profonda, di quelle che arrivano fino a sfiorare le palle, le culminavo  copiosamente nel cavo orale che si riempiva del mio seme biancastro e denso. 

“Grazie Emma, è sempre fantastico ” le dicevo accarezzandole il viso mentre la sua lingua esperta puliva il mio scroto liscio dallo sperma colatovici e mi lucidava l’asta con la medesima perizia con la quale un militare pulisce la canna del proprio ferro. 

Adesso vi starete domandando “cosa c’entra e soprattutto chi è Emma?” Non disperate, non avete sbagliato capitolo. 

Torniamo insieme alla fine del precedente. 

Il nuovo match mi aveva caricato di un minimo di positività che avevo deciso di convertire subito in qualcosa di positivo e così avevo abbandonato le serie TV per recarmi in palestra ad allenarmi. 

Mentre caricavo il bilanciere una notifica push aveva colto la mia attenzione : “Ei, come va? Sono passate due settimane, ti va se ci vediamo ?” 

E alle ore ventidue aprivo la porta ad Emma, una mia conoscenza di lungo corso, che aspettava sull’uscio in tuta, Air Max, felpa e giacca neri, con i lunghi capelli un po’ arruffati. 

“Fa un freddo porco!” esclamava entrando in casa, dopo i due baci di rito ed aver abbandonato le sneakers nere in ordine sparso all’ingresso. Si muoveva comodamente all’interno del bilocale, schivando gli spigoli per un millimetro, con la confidenza di chi è già stato molte volte in un posto. Ed effettivamente in passato casa mia era stato spesso luogo di rifugio per questa anima in pena, tanto bella quanto tormentata dalla vita e dai propri demoni interiori. 

Ma non è questa la volta in cui parlerò di Emma, vi basti sapere che da diversi anni, a periodi alterni, ci piaceva trascorrere del tempo insieme, senza vincoli relazionali, come due grandi amici che fanno del sesso se capita.

Ed era capitato anche questa volta, dopo settimane che non ci vedevamo, di incontrarci e, nel giro di un paio di ore passate per lo più a fumare e guardare Netflix, di decidere di sfogare i nostri istinti animali l’una sull’altro.

Non pensavo di certo al match di poche ore prima accarezzandole la testa mentre puliva il mio fallo eretto con la punta della lingua sfiorandomi solo con la pallina superiore del piercing. 

Avevamo passato poi la notte svegli a cantare canzoni e raccontarci cose fino a quando era collassata a letto davanti alla puntata di una serie che nemmeno ricordo. Io ero rimasto sveglio ancora un po’ a fumare una sigaretta speciale. Le prime luci dell’alba filtravano dalle persiane semichiuse, la stanza avvolta in un limbo di fumo denso, le accarezzavo la testa con la mano libera concedendomi quel poco di tenerezza che latitava invece nei nostri rapporti fisici.

“Se questa simbiosi funziona …” pensavo riempiendo i polmoni, “è solo perché non vi è niente di serio”. “Forse davvero esistono solo momenti di passione, amore in gocce, e la monogamia è solo una convenzione sociale che ci si aspetta venga seguita”. 

“Che gli altri vivano la loro vita come meglio credono, io so come vivere la mia” mi dicevo mentalmente mentre sbirciavo il corpo seminudo di Emma sotto il caldo piumone. 

Avevo nuovamente voglia, ma dormiva così beata che avevo deciso di non disturbarla e finalmente collassare anche io al suo fianco.

Qualche ora più tardi, mi svegliavo stranito: era come se stessi dormendo su un materasso ad acqua. Mi ci erano voluti un paio di secondi per realizzare la situazione, e mettere a fuoco la meravigliosa visione che mi si prospettava davanti: il posteriore tondo e sodo di Emma svelava e copriva il mio membro in un lento e umido sali-scendi, come mi stesse cavalcando a rallentatore. Nelle sue piccole dita stringeva una sigaretta speciale accesa da poco. “Visto che non ti svegliavi, ho pensato di approfittarne, ma se non vuoi…” aveva detto sorridente mentre alzandosi si liberava del mio pene che spavaldo rimaneva dritto e proteso verso il soffitto forte della buona e vecchia erezione mattututina. 

“No, aspetta, vieni qua” ed intanto le avevo guidato gentilmente il polso al fine di farla tornare sopra di me. E poi finalmente di nuovo al caldo, nella sua pussy accogliente e morbida. Finalmente del buon sesso mattutino, il modo migliore per svegliarsi.

Mentre Emma mi cavalcava e sbuffava fumo bianco addosso non mi ero nemmeno accorto della nuova notifica Tinder sul mio iPhone: “Nuovo messaggio da Tina”.

Come avrei reagito al messaggio ?

  • Avrei aperto il messaggio scoprendo che era una fotografia (50%)
    50
  • Non mi sarei reso conto del messaggio fino alla giornata seguente (50%)
    50
  • Avrei letto il messaggio e risposto subito (0%)
    0
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