Revolver

L’ho sognato così

Questa volta eri tu, ma non è colpa mia se ho sbagliato momento”.

Luci al neon, una parete floreale e la musica assordante da piano bar.

Dei pantaloni aderenti e stretti fino a cingerle la vita, una camicia nera in chiffon semitrasparente che nasconde la sua pelle nuda. La coda alta a raccogliere il suo manto bruno e quegli occhi celesti che brillavano da soli senza un velo di trucco.

“Andiamo a prendere da bere?”

“Prendiamolo fuori che c’è meno fila”

“Ma no andiamo dentro che non c’è nessuno guarda”

Erano passati otto mesi eppure quel bancone, quel posto e quelle luci non se le era mai dimenticate.

Odiava quel posto, non le era mai piaciuto e sin dal primo momento aveva capito che le avrebbe portato solo guai.

Quella sera poi ci aveva messo piede solo perché Filippo l’aveva costretta ad accompagnarla.

Anche a lui non piacevano i locali patinati, era più amante di serate bonarie da trascorrere nella trattoria del cuore a Trastevere o nella vineria sotto casa a Testaccio.

“Certo tra tanti posti possibili e immaginabili a Roma, che per inciso è abbastanza grande per evitare di ritrovarsi in locali così, dovevamo trascorrere il nostro venerdì sera proprio qui?” Aveva detto lei durante il tragitto in macchina mentre si ritoccava il lucida labbra nello specchietto abbassato.

“Ma non ho capito perché ti intestardisci tanto con la location, adesso solo perché ti sei dovuta vestire come una spice girl per una sera e fare la signora mi sembra un po’ esagerato. Il Fleming era il punto d’incontro migliore per tutti e poi alla fine il locale è sempre pieno di belle ragazze e sai come sono loro…”

“Stasera sono una signora e mi devo ripulire la bocca, non farmi aggiungere altro”.

In cuor suo aspettava quel momento da quell’ultimo sabato di Ottobre in cui lo aveva visto sparire dietro il portone di casa sua.

Quei sessanta minuti di occhi negli occhi per dirsi addio erano stati come una bomba a Nagasaki. Un colpo di revolver che entra inavvertitamente sulla costola sinistra: attraversa il cuore e resta lì, fermo e immobile.

“Va bene dai allora vado io a prenderli dentro e tu vai al tavolo a prendere i posti con Paolo e gli altri. Due Gin tonic ok?”

“Perfetto, ti aspetto laggiù non fare danni”.

– Tanto figurati se mi riconosce e poi è passato troppo tempo. Mi ero ripromessa di non saperne più nulla ma quando ho saputo del compleanno di Paolo non ho resistito. Magari non vuole parlarmi. Ho poco tempo per prendere da bere, devo muovermi –

Non erano cambiate poi di molto le sue emozioni: l’aveva sempre fatta impappinare a parole e mandata in confusione. Ed anche solo il pensiero di rivederlo faceva riaffiorare in lei tutte le sue fragilità.

Si dirige diretta al bancone con un unico obiettivo. Eccolo: riconosce la divisa, il taglio sfumato dei capelli sulle orecchie e il leggero ciuffo che gli nascondeva la fronte.

Ancora di spalle mentre ordinava i bicchieri dietro ai ripiani, lei cercando di trovare la voce più ferma possibile riuscì solo a dire: “Due Gin Tonic grazie”. 

Un blackout di dieci secondi, come quello della caduta libera quando ti butti da 4000 metri d’altezza a picco sul mare solo con un paracadute aspettando di tirare la corda.

Quegli stessi occhi che fino a pochi mesi fa non si erano più incrociati, eccoli di nuovo a mescolarsi in una combinazione non del tutto casuale.

“Che ci fai tu qua?” Disse lui mentre dalle mani di lei faceva passare i due tagliandini delle consumazioni per i cocktail nelle sue dita per poi strapparli e sbatterli sul bancone accartocciati e bagnati.

Cosa ci faceva lei nel locale?

  • Scappa e non risponde alla sua domanda (20%)
    20
  • Mentirà (60%)
    60
  • Dirà la verità (20%)
    20
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6 Commenti

  • Ciao Gaia ho letto i tuoi capitoli, devo dire che ho fatto un po’ di fatica nella lettura mi sono dovuta soffermare tanto per capire bene il contesto , non so perché mi ha dato l’idea che fossero pensieri scritti più che una storia ( non so se mi sono spiegata bene) ho votato la seconda vediamo come prosegui!

  • Ciao Gaia, ho recuperato il primo episodio e letto questo secondo. Da storica lettrice di chick-lit ti dico che questa storia ha del potenziale, ma se posso vorrei darti le mie impressioni di lettura: il testo non ha evidenti problemi di punteggiatura o sintassi, tuttavia il modo in cui disponi le parole non scorre in alcuni punti e risulta sciatto in altri.

    Ho fatto fatica a individuare i protagonisti… ho dovuto rileggere per capire la dinamica: lei va alla festa di compleanno di Paolo insieme a Filippo (che suppongo essere il suo ragazzo attuale, ma potrebbe anche non esserlo, non ho trovato indizi a riguardo) e lì incontra il barista (che ancora non ha un nome o io me lo son perso io per strada) con cui ha avuto una storia otto mesi prima.

    Tralascio i discorsi diretti (che assumo come stile del personaggio e non del narratore).

    Molte espressioni sembrano prese di peso dal parlato, è una cosa che se ponderata funziona, ma qui non mi sembra… Esempio: “Non era poi così diverso dai soliti ragazzi con cui si era frequentata” (preferirei “che aveva frequentato”). Oppure “Lei si gira e nemmeno il tempo di parlare che la sua testa è tra le mani di lui pronto a toglierle il respiro.”

    I tempi verbali sono confusionari: “Si dirige sul retro dove uno steccato ricoperto di edera nascondeva i frigo del bar.”
    Passi dalla narrazione al passato a quella al presente, ed è straniante.

    La frase “Un bacio famelico ed erotico come loro” vorrebbe essere il climax di una tensione erotica che esplode proprio nel bacio, ma boh… che significa “come loro”? Che sono famelici ed erotici in quel momento o che lo sono come caratteristica generale dei personaggi? Questa cosa mi distrae dal bacio stesso, che dovrebbe essere in primo piano.

    A livello di economia delle informazioni, una sequenza come questa:
    “Non era poi così diverso dai soliti ragazzi con cui si era frequentata: tatuaggi, atletico, biondo, occhi azzurri, faccia da finto principe che nasconde la sua indole da paraculo.
    – Sono tutti uguali quelli con cui esci, che noia, è sempre la solita storia – Queste le parole del suo migliore amico, che le ritornavano sempre in mente ogni volta che si presentava un nuovo primo appuntamento”
    è ridondante: ribadisce lo stesso concetto per due volte.

    Infine… chi è quel Giuseppe a cui ha fatto la promessa? il migliore amico appena citato? L’avrei strutturato diversamente, magari anticipando il nome (se è un personaggio funzionale alla storia, altrimenti si potrebbe tagliare proprio).

    Che la prima parte prima della linea fosse un flashback nella testa della protagonista ho dovuto rileggere per capirlo…

    Sono sicura che se curi di più l’aspetto linguistico questa storia sarà molto interessante da leggere!

    Detto questo, voto per il capo, movimentiamo un po’ la scena prima di arrivare allo scontro vero e proprio fra rivali 🙂
    Alla prossima 🙂

  • Ciao, voto Filippo.
    Questo secondo capitolo è un bel passo avanti, un intrigante duetto alcolico ben condotto, e i personaggi si stagliano decisi sul fondo anonimo del bar.
    Ho trovato una piccola ripetizione “Glielo aveva detto con quel suo modo ironico di fare tutto suo, spavaldo e aggressivo.” Frutto certo di una veniale disattenzione.
    Il passaggio di tempo dal passato al presente nonostante la linea non è agevolissimo, meglio trovare un modo di scrittura non grafico per identificarlo o al più usare gli asterischi che tutti i lettori sanno ben interpretare.
    Andiamo bene, brava, vomplimenti
    Alla prossima!??

  • Ciao Gaia 🙂
    Innanzitutto benevenuta sul sito 🙂
    La storia e’ interessante anche perche’ da come l’hai descritta sembra un fatto relamente accaduto, a te o a qualcuno a te vicino , il che incuriosisce e allo stesso tempo ti mettera’ a dura prova 🙂
    Mi accodo a Fenderman con i complimenti e sicuramente ti ha dato dei consigli giustissimi 🙂
    Di mio posso aggiungerti due consigli fondamentali 🙂
    La storia ha del potenziale enorme ma la devi iniziare a curarla meglio 🙂 soffermati sui dettagli non frammentare (anche se capisco che e’ una scelta voluta da cio’ che stai descrivendo nella scena 🙂 ) rileggi la storia a voce alta prima di pubblicarla, senti come ti suona 🙂 mi piace? la pubblico . C’e’ qualcosa che posso migliorare per farla suonare meglio ? Si, allora si rivede il tutto un’atra volta 🙂 mettiti nei panni dei lettori che non sanno cosa tu hai nella testa 🙂 devono essere capaci di capire tutto subito se no il capitolo diventa difficile da leggere e non si coglie la profondita di esso 🙂
    Il secondo consiglio e’ quello piu’ importante che posso dare ai nuovi autori su the incipit 🙂 Questo sito non e’ un sito dove metti la tua storia e la gente ti legge , e’ una storia intyerattiva e percio’ devi costruirti i lettori 🙂 tutti abbiamo storie qua e cosi’ come a te fa piacere essere letta cosi’ lo fa a tutti. Percio’ comincia a leggere e commentare le storie degli autori sul sito ,non potra’ farti che bene . Molti autori qua scrivono davvero bene e’ possono solo essere presi come esempio se si vuole migliorare e crescere come scrittori 🙂
    Detto questo ho scelto che se ne fugge via 🙂 reandiamo le cose piu’ interessanti 🙂 mettiti in gioco e sperimenta 🙂 io ti seguo 🙂
    A presto 🙂

  • Ciao GA
    Ti leggo per la prima volta, benvenuta.
    Introduzione che rimanda a trascorsi difficili, non facili da raccontare. Nel complesso te la sei cavata bene. Leggendo si respira la giusta atmosfera che prelude a nuovi turbamenti.
    Mi sento in obbligo tuttavia di segnalare una non sempre facile lettura, come se mancasse di scorrevolezza che mi ha costretto a rileggere alcuni passaggi. Nell’ultima parte c’è una successione di tempi verbali a mio avviso da rivedere e la prima parte invece è (certo volutamente) frammentata, questo contribuisce a dipingere a macchie il quadro che hai in testa, benissimo, forse però io lo avrei modellato in maniera meno decisa.
    Queste le mie impressioni, ti seguo perché la storia merita! Brava, ciaooo??

    • Ciao Fenderman,

      ti sono grata per il commento in cui mi hai lasciato spunti e appunti preziosi per la mia scrittura.
      Era il mio test di prova da esordiente e non vedo l’ora di andare avanti, sperando che il continuo della storia possa essere ancora meritevole.
      Faccio miei i tui consigli e mi auguro di vederti ancora qui a leggere il mio racconto.
      A presto,
      GA

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