Uno di noi

Dove eravamo rimasti?

Il prossimo capitolo Gli scalonauti (43%)

Fiorella Garibaldi, generale di brigata

Ore 15:00, sulle scale del palazzo che sappiamo, fra il quinto e il sesto piano, assemblea degli scalonauti. Erano ragazzini e ragazzine dai cinque ai dodici anni, tutti abilmente sfuggiti al controllo delle rispettive mamme, nonne, sorelle, cugine, tate e zie nubili che non escono mai; tutti evasi dalla obbligatoria pennichella pomeridiana, tutti bisognosi, affamati dell’unica cosa che conta a quella età: la bella compagnia dei sognatori, dei costruttori di fiabe e conquistatori di improbabili pianeti; tutti portatori sani di faccette e treccine, frange, e orecchini, colletti storti e scarpette col buco, cinte e calzoncini, calzini scesi e ginocchia sbucciate. Erano il colorito esercito della gaiezza, un giardino di fiori nuovi sbocciati sui gradini di travertino in cima a quella scala, prima della mitica, misteriosa soffitta, residenza esclusiva del generale Fiorella Garibaldi,
– Allora: eccoci qua – disse appunto lei all’adunata scomposta. – Un po’ d’ordine prego. So che è difficile, ma niente è facile e dunque…
L’audience subito si compose e zittì; raccolta con lo sguardo in su, verso di lei, attendeva l’ultima novella.
– Stiamo lavorando per un viaggio – proclamò la piccola ostentando un insolito verbo adulto – l’obiettivo è portare tutto noi da questo edificio alle Indie Orientali. So, non vi agitate, che molti non sanno neanche di cosa stia parlando. Quelli si chiedano, per favore perché vanno a scuola, e solo dopo aver trovato risposta, potranno interrompere questa introduzione. Dunque dicevo: traslocheremo tutti insieme in un paese lontano dove tutto è grande: là dove i gamberi sono gamberoni, i monsi sono monsoni, i gibbi sono gibboni. Tutto è gigantesco, colorato e bagnato; il blu è blu, il nero non lo so, il giallo è giallo e il bianco è tutto e niente, e il niente è finalmente niente e non ha bisogno… proprio di niente! Ah, ah, ah!
– Ci stai prendendo in giro! – gridò un coretto.
– No, è vero – rispose un altro.
– Zitti, zitti. Avevo detto che non è facile, e infatti non lo è. Anche voi non siete tipi facili sapete? Il piano è questo…

La sera prima…

– Fiorellina vieni qui, – aveva detto Viola mostrando una lettera – l’ho appena ricevuta: è di papà. Scrive dalle Indie Orientali, un luogo magnifico e lontano. Sta bene, ti manda un bacino, e dice che tornerà, ma non sa dire quando.
– Le Indie Orientali mamma? Cosa sono?
– Sono dei grandi paesi, sconfinati, dove il nostro orologio si confonde.
– …l’orologio?
– Sì, quando usciamo per andare a scuola laggiù si va a nanna, e quando andiamo a dormire là già si lavora.
– Poverini, che confusione. È lontano hai detto; quanto?
– Molto. Questa lettera ha impiegato un mese per arrivare.
–…le Indie hai detto, uhm…
– Le Indie, certo, perché lo chiedi?
– No, pensavo. Mi piacerebbe farci un salto.
*
… – E dunque – disse uno lentigginoso coi capelli rossi – che dobbiamo fare?
– Te l’ho detto, ma non sei stato attento – disse Fiorella – ci serve il propulsore ma io l’ho già trovato.
– Meno male! – disse Cirillo, il piccolino – ma cos’è?
– Bene, e quando si parte? – chiese Lorella, miss palazzo, lisciando i capelli.
– Buoni, buoni! Partiremo quando avremo qui il propulsore. Mi serve per questo tutta la vostra collaborazione e la vostra… come si dice… non mi ricordo: uff, va be’, quella cosa lì. Qualcuno dei più grandi saprebbe scrivere una letterina al cavalier Uff Lieto per farlo venire qua?
– Uff il padrone di casa? Noi! – dissero in due alzando la mano.
Erano i gemelli Fortzaimer, due studiosi matricolati che conoscevano il mistero della penna “abiro”, cosa che gli altri nemmeno si chiedevano, anche perché gliene importava poco e niente.
– Bene, vi dirò cosa scrivere. Tutti gli altri mi raccomando: pronti. Domande?
– Sì – disse Lucilla, una piccola matrioska che teneva un micetto in braccio – posso portare il mio Attila con me?
A quel punto altre manine si alzarono, tutte per lo stesso motivo.
– Va bene – concesse Fiorella Garibaldi – lieta perché la piccola ailurofila le aveva fornito una magnifica opportunità per convincere tutti gli altri – ognuno di noi porterà una cosa; ma una cosa sola.
Grida di giubilo e risate: il gruppo adesso era davvero compattato e motivato.
– Mi raccomando: forza e acqua in bocca, e senza bere, sennò si perde. Le Indie ci aspettano, viva le Indie Orientali!
Finita la riunione Fiorella pensò a cosa portare e scelse subito mamma Viola, perché era la “cosa ” più preziosa che aveva. Poi il generale di brigata scalonauta, soddisfatto, tornò bambina; e succhiando un chupa chups alla fragola, aprì un libro illustrato di fiabe, e iniziò a mormorare:
– Indie, pingue, aringhe, bilingue…
*
Disteso su un materasso di scorze di semi di zucca, il piccolo di casa, il cavalier Uff, Gaio Lieto, consumava l’ultima porzione da un chilo di bruscolini della giornata.
Li adorava, e quando il medico gli diceva smetti di mangiarli e ti porto alle olimpiadi, lui rispondeva mangio anche te.
Tra poco si sarebbe addormentato sognando enormi zucche ripiene di semi…

E ora?

  • Manca una cosa (40%)
    40
  • Uff è un propulsore difficile (60%)
    60
  • Si parte (0%)
    0
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30 Commenti

  • Ciao, il piano sta andando a gonfie vele, al contrario della nave pirata/carro di carnevale!!! Ma poi mi domando: perché uno dovrebbe tenere un coso simile in una cantina? Be’, credo che in una storia come questa è inutile farsi delle domande e godersela come viene!!!
    Ho votato per un aiuto inaspettato, voglio proprio vedere quale!!! Buon fine settimana di primavera (dicono che presto tornerà il freddo, almeno qui al Nord) e spero di non impazzire prima, con voi uomini alle volte è veramente difficile lavorare!!! Alla prossima.

    • Ciao Isabella, grazie.
      A proposito del carro, vorrei far passare l’idea che Uff non sia esattamente come appare e il carro sia un po’ come il testimone di una personalità diversa, repressa, lasciata sotto uno strato grigio di cenere.
      Grazie ancora, ciao🙋🌻

  • Ciao, Ottaviano.
    Voto Garibaldi, non so chi sia in questa storia, se si tratti di quello vero o di un usurpatore del nome, ma sono sicura che riuscirai a tirare fuori un personaggio fantastico.
    Non ho figli, ma se ne avessi mi piacerebbe tanto far leggere loro questa tua storia, colorata e intelligente. Mi piacciono tutti i personaggi, anche Uff, che so nascondere un animo di bambino.
    Aspetto di vedere dove ci porterai e ti auguro un buon sabato e una ancor più buona domenica.

    Alla prossima!

    • Ciao Keziarica. Grazie.
      Questo racconto è una vera piacevolissima sfida per me che non ho mai scritto nulla per bambini ( e neanche stavolta in verità volevo farlo) ma Fiorella e Uff, e Viola pure, mi hanno forzato la mano e ora ne sono contento.
      In quanto a Garibaldi è un mistero già svelato…
      “– Ragazzi – proclamava Fiorella Garibaldi all’assemblea degli scalonauti –” In realta, guarda un po’, Garibaldi è semplicemente, ma non a caso, il cognome di Fiorella.😊
      Ciaoo🌻🙋

  • Ciao Ottaviano 🙂
    Leggendo e rileggendo le righe di questa storia mi cerco di immedesimare nel mondo di Fiorella e niente, voglio partire con loro , sperando che Uff non la faccia troppo difficile 🙂
    niente da dire sul capitolo a parte che e’ una fonte di ricarica dopo una dura giornata lavorative 🙂
    voto anche io per l’aiuto inaspettato 🙂
    a presto 🙂

  • Manca una cosa, siamo ancora all’inizio, anche se non vedo l’ora di partire.
    Ciao, Ottaviano.
    Guarda, quando leggo paragrafi come quelli che si trovano qui, all’inizio dell’episodio, mi brillano gli occhi, la frase: “tutti portatori sani di faccette e treccine, frange, e orecchini, colletti storti e scarpette col buco, cinte e calzoncini, calzini scesi e ginocchia sbucciate.” una descrizione impeccabile, viva, che riporta alla mente i miei giorni così. Bellissimo!
    La nostra piccoletta ha le idee chiare, un po’ mi ricorda un’altra bimbetta furba che vedeva i fantasmi e con loro viveva avventure, per caso si conoscono?
    Bravo, come sempre, e questa volta ancora di più.

    Alla prossima!

    • 😊 La piccola Carlotta… Non me libererò mai, e un giorno tornerà, ne sono certo. Come vedi ce ne sono di “Carlotta” in giro, tutte pronte a stupirci!😊
      Grazie per l’apprezzamento, i tuoi ricordi sono anche i miei, e la nostalgia che ci prende è “patrimonio immateriale UNESCO”.
      Grazie ancora, a presto!🙋🌻

  • Ciao, ah, quanti bei ricordi di bimba che hai fatto affollare nella mia mente!!! Anch’io ero una di quelle che odiavano la pennichella pomeridiana, soprattutto all’asilo. Così con un amico e un’amica fuggivamo per andare ad esplorare l’asilo vuoto, e quando ci stancavamo di giocare andavamo ad aiutare le cuoche ad asciugare i piatti. Eh sì, l’avventura mi è sempre piaciuta, fin da piccola!!!
    Ho votato per il propulsore difficile, anche perché vorrei capire il meccanismo per cui lo sarebbe!!! Buon weekend e alla prossima.

  • Ciao Ottaviano 🙂
    Che dire sono sicuro che ti stai a divertire 🙂 devo darti ragione il fantasy e’ veramente un po’ uno sfogo per lo scrittore perche’ puoi scrivere quello che vuoi senza paura di sbagliare devi solo stare attento a curare bene il capitolo 🙂 e di quello sai bene di saperlo fare molto bene 🙂
    ti devo dire che mi hai riportato indietro nel tempo con la prima parte del capitolo 🙂 mi hai fatto ricordare “Il giornalino di Gianburrasca” quello fatto con Rita Pavone non so se hai mai avuto il piacere di vederlo 🙂 se no te lo consiglio 🙂 soprattutto il pezzo dove Gianburrasca finisce in colleggio 🙂
    Bravissimo 🙂
    Io ho deciso di andare un po’ contro corrente e ho scelto che manca una cosa 🙂 Vediamo cosa ne tiri fuori 🙂
    A presto 🙂

    • Ciao, grazie. Ricordo Rita Pavone, ero bambino anch’io allora. Oggi sono grande, amo i bambini e le loro piccole grandi storie mi affascinano, inutile negarlo.
      In quanto all’invenzione, è vero con queste storie puoi persino inventare di “fare un salto” alle Indie Orientali. Non è meraviglioso?
      Grazie, ciaooo🙋

  • Capitolo 3)

    Ciao Ottaviano!

    Hai inserito parecchie frasi d’effetto in questi cinquemila caratteri: belle espressioni che rendono facile al lettore il compito di sentire nell’intimità i tuoi personaggi. Ben fatto!
    C’è giusto un passaggio:
    “Dunque dicevo: traslocheremo tutti insieme in un paese lontano dove tutto è grande: là dove i ” dove c’è la ripetizione dei due punti, ma ho pensato subito a una svista. In entrambi i casi, ci stavano.
    Per il resto, voto per le problematiche di Uff.
    Sei sempre forte.
    Alla prossima!

    • Ciao, grazie. Correttissima la tua osservazione, se i due punti dopo “grande” li avesse scritti un altro li avrei notati. Queste cose, come i refusi in genere, accadono, almeno a me, quando, dopo svariate (e tribolate) revisioni si corregge una frase all’ultimo minuto, direttamente sul sito, e non si ha l’accortezza di rivedere il contesto intero.
      Grazie per averlo segnalato ciao, ciaooo!🙋

  • Capitolo 2)

    Ciao Ottaviano!

    Umorismo e leggerezza non tolgono spazio alla riflessione umana, a sottotesti più intimi per il lettore. La vedo come una di quelle opere di Miyazaki, sai? Ai tratteggiato i personaggi con quella tipica gentilezza/spensieratezza. Ben fatto!
    Trovo l’indirizzo più affine alla fiaba, ad ora, per concetto: e cos’altro è la fiaba, se non fantasia libera? E poi, lo sappiamo, a noi non piace inquadrare le storie in una sola categoria. 🙂
    Continua così!

  • Ciao Ottaviano 🙂
    Alla fine hai deciso di continuare entrambe le storie 🙂
    Beato te che ci riesci a seguirne due 😀
    che dire non posso fare altro che seguirti 😀 e vedere dove ci porti 🙂
    un fantasy abbastanza fiabbesco e a tratti mi sembra anche abbastanza umoristico. Il tiranno padrone di casa che e’ venuto a riscuotere l’affitto che viene messo un po’ in ridicolo da mamma, figlia e Aprile 😀
    Ho votato per esplorare un po’ di piu’ la soffitta e i suoi abitanti 🙂 vediamo se li vale i soldi che devono a Uff 😀
    Vediamo cosa ci tiri fuori 🙂
    A presto 🙂

    • Ciao BCO,
      In questa storia vorrei raccontare tutto quello che nel noir di Fenderman non puoi trovare, e viceversa.
      Fantasia, colore e perché no, fiaba. Siamo adulti, ovvio, ma le fiabe per chi scrive sono una cosa serissima, e un’ottima palestra.
      Grazie, ciaooo🙋

  • Ciao, quindi magia ci cova… se ne può avere un po’ in prestito? In questo momento ne avrei bisogno per districarmi tra tutti i miei impegni!!! Non vedo l’ora di capire chi sono veramente le due maghette!!!
    Ho votato per le indie orientali, un po’ di esotico in primavera fa bene!!! Alla prossima.

  • Ti confesso che aprendo il sito, questa mattina, sono rimasta disorientata XD Uno di noi, Uno di Tre, Pepperepé XD XD Poi mi sono fatta un tè e ho capito tutto. O quasi tutto XD Hai deciso di darci dentro col Fantasy e io ti odio, ché volevo Pietrinoooo!!! XD Comunque mi piace la decisione di caratterizzare con decisione uno dei personaggi, credo che sia un tuo marchio di fabbrica! È così? Eccoqqui? É venerdì? XD
    Seguiamo dunque questa nuova storia, lasciamoci trasportare dalla tua fantasia, e votiamo le Indie Orientali ❤️🙋🏼‍♀️

    • Ciao Martha, buon giorno.
      Avrei votato anche io Pietrino, ma noir e Fantasy hanno prevalso e pareggiato.
      In quanto al Fantasy ho pensato di non impormi limiti, sarebbe illogico, e i personaggi saranno plasmati a misura della situazione ogni volta.
      Sarà come tratteggiare la sceneggiatura di un cartoon, dove se un tratto di matita va per storto magari la storia ci guadagna. Grazie, buona giornata!🙋🌻

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