Legàmi

Dove eravamo rimasti?

Che succede ad Agata? Un incontro (100%)

Perdersi

Per Agata la passeggiata in centro da evasione si era trasformata in mesta ritirata. Era di malumore; rinunciò a chiudersi in un taxi, e proseguì a piedi, tra la gente, perché voleva perdersi.
Camminava sul marciapiede sfiorata dalle grida di una città insolente, luogo ideale per chi ha bisogno di stimoli per uscire dal loop dei pensieri.
Era così evidente il suo disagio che ognuno di quelli che incontrava dipingeva sul viso una di mille domande:
“Da cosa fuggi? Sei sola? Chi ti aiuterà? Perché ti pieghi alle decisioni di altri? Non dovresti, sei o non sei uno spirito libero?
Certe occhiate la ferivano, e davano voce ai fantasmi che si portava appresso.
“Stai invecchiando, ecco cos’è. Non è più tempo di innamorarsi, stupida; non c’è più tempo, perciò levatelo dalla testa!
Vuoi un altro figlio? Adesso? A che pro? Colmerebbe il tuo vuoto, certo, come no. Quanto sei egoista!
Se sei sola è perché te lo meriti. Hai avuto mille occasioni, mille giorni per avere cura di te, e invece hai lasciato la tua natura ribelle sciuparti, e renderti invisa a tutti.”
“Anna, lei per prima: dove sta Anna? Cosa è stata per te? Chissà se ti amava davvero o se era opportunismo il suo. E Benedicte?, pazza ossessione e cruccio nei giorni bianchi, belli di sole e risate…, e il domani che non doveva venire mai. Paride poi… lo ami? Lo hai mai voluto davvero? Che azzardo, che errore. Che bello, però, aver generato Carlotta: che dono!”
Agata, a trentacinque anni, di nuovo, in nome dell’amore stava sbagliando? Palmira cos’era, cosa fare con lei? Forse per una volta aveva ragione Paride: doveva fare un passo indietro.
E, così, un passo lo fece davvero, ma in avanti, uno di troppo.

Un colpo di clacson, una frenata, una voce. Rimase per un attimo paralizzata con un piede giù dal marciapiedi e il semaforo rosso. “Stupida” si disse.

– Ehi, principessa, vuoi morire proprio oggi che ti rivedo? – la voce dal finestrino aveva un volto noto.
– Salvatore?! Non è possibile.
– Sei sola? Aspettami. – L’uomo percorse ancora pochi metri, si fermò in doppia fila e tornò a piedi verso di lei. – Quanto tempo, dove vai, ti porto io.

Agata salì in macchina. Era incredula, ci mancava solo lui, il falegname, la giovane quercia, consolazione e rivalsa ai tradimenti di suo marito fino a quasi un anno prima, quando aveva voluto chiudere con tutto, ed era fuggita con Carlotta da villa Chimera; quando Diletta e Paride coi loro scheletri in cantina avevano superato il segno.

Si fermarono in un bar, per quattro chiacchiere ipocrite fra amici che amici non erano, un po’ di scena, occhiate ben mirate, messaggi neanche tanto nascosti.
Lui era visibilmente contento. Non aveva gradito al tempo essere scaricato sui due piedi; ma ora, a guardarla, era tutto dimenticato, e saliva, montava in lui una nervosa eccitazione. Si mostrava disinvolto, franco e gentile; ma in realtà desiderava una cosa sola: avvisare il cliente che l’aspettava che non sarebbe arrivato, e portare quella donna da qualche parte per vedere se si ricordava ancora come era fatto, e cosa era capace di fare a lei.

– Adesso devo andare – disse Agata – meglio se non mi chiami.
– Ma io…
– Ti cercherò io, prometto, ci vedremo presto, ma non pressarmi, non è il momento, credimi.

Usciti che furono dal bar Salvatore provò a insistere per portarla a casa, ma lei sembrava davvero voler stare sola. Così la vide avviarsi lungo il marciapiedi, prima decisa, poi però sempre più incerta, e allora rinunciò all’idea di ripartire subito. Aspettò.  “Ora si volta, ora si volta…”
Lei si fermò improvvisamente come cedendo a un intimo comando. Si girò. Lui era ancora lì, e la guardava, un po’ goffo sotto le prime gocce di una pioggia in crescendo. Quando allungò un braccio per invitarla un’ultima volta Agata, svuotata, cedette: un passo, due… e poi di corsa, fino a cadere fra le sue braccia.
Un tuono, e il cielo ruppe gli indugi liberando uno scroscio violento di pioggia che venne a lavare ogni paura.
Si baciarono lì sulla strada; una signora, una donna splendida, di classe, e un falegname in tuta da lavoro, sotto la pioggia… le bocche fuse, come a scambiarsi l’anima.
Molti notarono la scena, qualcuno se ne meravigliò, altri si dissero che quei due matti erano in paradiso, ed erano bellissimi.

Finirono in un alberghetto vicino alla stazione, una cosa riprovevole che la donna accettò con trasporto, senza remore. Era un albergo da viaggiatori di passaggio, non c’erano regole, se non la decenza.
Lui la spogliò piano, colse, accolse, e riconobbe ogni centimetro della sua pelle; di ognuno conservava il ricordo, tutti erano custodi delle emozioni che in passato quel corpo aveva suscitate in lui.
Lei lo lasciò fare, passiva e debole; non voleva intralciarlo, non voleva offendere la sua passione sincera con quella equivoca e priva di grazia, che invece animava lei. Era sempre stato così fra loro; Agata si lasciava “stuprare” volentieri, così da potersi assolvere, e non ammettere che non era tanto Paride, quanto se stessa che stava offendendo.

Che succederà ad Agata?

  • Avrà uno spiacevole "incidente" (33%)
    33
  • Qualcuno le darà una mano (50%)
    50
  • Si perderà davvero (17%)
    17
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104 Commenti

  • Capitolo 10)

    Ciao Fenderman!

    Hai concluso questo capitolo, e la storia, ma io sono già in attesa del seguito!
    Carlotta riesce sempre a rubare la scena a tutti, ben fatto! Quando ci sono casini con i coriandoli, è sempre meglio rimandare viaggi così lunghi! 🙂
    Ho notato un cambiamento nello stile, in questo capitolo, ma anche nel precedente. Hai optato per frasi più strette, con una punteggiatura serrata che potrebbe, in qualche caso, appesantire la lettura. Non vederla come un critica, però, più come una mia riflessione. Il metodo che hai scelto per raccontare le vicende è appropriato, volevo solo sottolineare che negli ultimi capitoli ci sia un uso più consistente della punteggiatura. Qualche frase avrebbe (forse) giovato di un pizzico in più di libertà.
    Mi è pare che in fase di revisione ti sia sfuggito solo un “Nelle” o “Nella”, adesso non lo trovo più! Ma nulla di che.
    “Nel suo sguardo potevi leggere, più o meno:” Questa frase, invece, mi ha fatto soffermare. Perché ho pensato subito alla forma: “Nel suo sguardo si poteva leggere, più o meno”.
    In quella scelta da te, e non la ritengo sbagliata, si fa chiaro riferimento al lettore, quasi in modo confidenziale. La seconda prende un po’ le distanze.
    Mi è venuto il dubbio, quindi ho voluto far presente la cosa. 🙂
    Come sempre, aspetto il prossimo!
    E chissà che Sebastiano non riesca a trovare un altro passaggio. 🙂
    Continua così, sei sempre fortissimo.

    • Ciao amico mio,
      Interessante la tua osservazione. Non è un cambio di stile vero e proprio è invece la somma di due o tre cosette, la più importante delle quali è l’intenzione di vedere queste due scene finali come osservate attraverso una telecamera a mano che si sposta rapidamente da un soggetto all’altro, come in una ripresa d’attualità. Niente recitato dunque solo osservazione di quello che accade, di quello che Paride e Carlo hanno combinato, dei contrappunti, della mimica.
      La stessa espressione : “potevi leggere” l’ho scelta perché mi sembrava più adatta per essere più “immersiva” nella situazione, meno formale e distaccata. Una forma del genere può stancare, condivido, ma è un’eccezione, e qui i capitoli sono così brevi che il rischio è molto ridotto.
      Grazie per avermi seguito fino alla fine, un salutone, ciao!🙋

  • Bellissimo finale Fenderman 🙂
    Ovviamente finale/inizio di una nuova storia 🙂 che intenzioni hai?
    Proseguiamo con questi fantastici personaggi o vuoi dargli una piccola vacanza estiva e portare una storia con diversi personaggi? 🙂
    Tutto mi incuriosisce e attendo con impazioenza la tiua prossima storia 🙂
    La mia domanda resta ancora la stessa 🙂 Ma pietrino? 🙂
    A presto 🙂

  • Per Sebastiano non è ancora tempo… bel finale, aperto come immaginavo, in fondo le avventure di questa pittoresca famiglia sono potenzialmente infinite! Bello davvero! Mi ha fatto compagnia n questa notte insonne 😊 alla prossima avventura!

  • Capitolo 9)

    Ciao Fenderman!

    Quanti intrighi a corte!
    Riesci sempre a rendere interessanti i nuovi personaggi, mostrando luci e ombre, facendoci letteralmente immergere nel caos delle loro vite. Non ho trovato niente da segnalare a questo giro 🙂
    Aspetto di scoprire dove ci porteranno i coriandoli.
    Sei sempre forte.
    Al prossimo!

  • Ciao, un veterinario farfallone o un po’ mandrillo? Comunque sia la verità, sempre di animale si tratta!!! Bella la Turandot, è la mia opera preferita, si vede che tra tante tragedie il mio animo romantico preferisce il lieto fine!!! Ma a quanto pare per Paride non sarà così… Ah, “refuso in cauda”, attenzione!!!
    Ho votato per farina, coriandoli e sorprese. Le sorprese piacciono a tutti!!! Alla prossima e ultima puntata.

  • Ciao Fenderman 🙂
    Amico mio il caos di situazoni che e’ questa storia e’ indescrivibile e allo stesso cosi’ ordinato che e’ un piacere leggerlo 🙂
    Troppe sono le vite in gioco (incluse le due nasciture) e i caratteri che capitolo dopo capitolo non fanno che esplodere e diventare storia a se stante 🙂 sono sicuro che ci potresti fare un libro su ciascuno dei personaggi che hai creato nelle tue varie storie e non resteresti mai a corto di parole 🙂
    io comunque voto per “e poi davvero… che succedera’?” in quanto mi sembra la piu’neutrale delle tre opzioni e voglio lasciare a te il libero arbitrio di portarci un bellissimo finale degno del nostro Fenderman 🙂
    A presto 🙂

  • Tutte e tre! 😀 Sembrano messe apposta per essere l’uno il seguito dell’altro 🙂 Ma visto che uno bisogna votare, voto di tutto un po’ ma anche…

    Come immaginavo anche la nostra “sexy infermiera” ha una bella personalità, simile ed al contempo diversa a quella di Anna Maria 🙂
    Invece Carlo lo immaginavo meno “piacione”.

    La storia sembra ben lungi dal finire… molto probabilmente avremo seguiti futuri, come è avvenuto finora 🙂

    Ciao 🙂

  • Ciao fenderman! Ho recuperato un po’ di puntate precedenti, gustandomele tutte appena in tempo per votare il gran finale.
    Innanzi tutto devo rinnovarti i miei complimenti, leggerti è sempre un gran piacere… ormai so che qualunque cosa voterò sarà comunque pirotecnico, quindi senza indugio vado a scegliere farina, coriandoli e sorprese 😁
    A rileggerti presto 😊

  • Capitolo 8)

    Ciao Fenderman!

    Prendo anche io un Campari!

    Ho riso alla definizione di Carlotta di “fratellino”. Buona trovata! 😉
    Capitolo come sempre veloce, pulito ed efficace. Al momento non ho niente da segnalare.
    Mi sarebbe piaciuto tornare su Paride, ma il popolo ha votato per altro, quindi vediamo un po’ come prosegue la storia.
    Leggerti è sempre un piacere, e mi mette di buon umore. 😉
    Ho prestato il tuo libro a un paio di amici. Ti faccio sapere poi che ne pensano! 😛

    Aspetto il prossimo!

    • Ciao GGP
      Mi chiedo quando ti deciderai a ripubblicare… intanto grazie e grazie per libro.
      Ti do un’anteprima: ( Anche se non si fa, ma io non ho interessi commerciali, ne ho pubblicato un altro con nove miei racconti di quelli a puntate da the incipit degli ultimi due anni), per ora solo cartaceo per il piacere tutto mio di vederli stampati. L’ho intitolato Aba Zuzz, in omaggio alla farfalla poligrotta e a Fiorella di Uno Di Noi, perché stavolta non c’è un filo logico ma le storie attraversano tanti generi diversi (tutti però compresi fra ABAco e ZUZZerellone).
      Grazie ancora. A presto.🙋‍♂️

  • Ciao Fenderman 🙂
    Amico mio , inizialmente pesnavo avessi fatto un capitolo piu’ corto del solito e invece ti devo dire che e’ stato talmente leggero e facile da leggere (nonostante tutte le notizie che ci hai dato) che e’ volato via cosi’ 🙂
    La scena e’ vividissima , sembra di essere a villa chimera con Palmira e Agata , non c’e’ che dire , davvero compliemnti 🙂
    La situazione si complica nuovamente e sebbene Carlo sembra lo “spasimante” ideale per la nostra Palmi , conoscendoti, so gia’ che non e’ tutto oro quello che luccica 🙂
    Ho votoato percio’ Carlo e l’infermiera e ti ripasso la palla 🙂
    A presto 🙂

  • Ciao, mi sembra tutto un pullulare di nuovi arrivi e quindi di nuovi guai!!! In tutta sincerità? Non so da che parte guardare, qui si rischia di perdere qualche particolare importante, sei proprio un drago!!!
    Ho votato per ma Palmira lo sa? Sono curiosa di capire a cosa si riferisce la domanda!!! Alla prossima.

  • Ciao Fenderman.
    Ho votato “attento che ti scotti” perché sono curiosa di sapere con cosa dovrebbe scottarsi, a parte il fatto di aver combinato un mezzo disastro con la sua amante… 😅
    E quindi arriva un amichetto per Carlotta, oltre che un fratellino, saranno tempi movimentati, ma in questa storia nulla è mai tranquillo.
    Aspetto di conoscere la fonte che brucerà il bel Salvatore e ti saluto.

    Alla prossima!

  • Capitolo 7)

    Ciao Fenderman!

    Utilizzare riflessioni “popolari”, come hai fatto all’inizio, è sempre un ottimo strumento per catturare il lettore. Offrire sprazzi di verità condivise può risultare una mossa vincente sia per rinnovare l’interesse che per spingere il lettore a qualche riflessione. Ben fatto!
    Questa cosa di Sebastiano mi sta tormentando! In genere tendo a ricordare la maggior parte dei personaggi, anche se solo accennati, ma continuo ad avere un vuoto. Aspetto di riscoprirlo.
    Che il dottore abbia giocato a fare il coniglio? 😀
    Oppure ci stai preparando qualche altra sorpresa?
    Alla prossima!
    Continua così!

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