Dal Diario Di Thomas Wilston : Giorno 1
Per chiunque leggerà queste pagine, mi presento. Il mio nome è Thomas Wilston e ho trentaquattro anni.
Mi ritengo una persona nella norma, non ho particolari pregi fisici, non sono un amante del fai da te, riesco ad allentare o avvitare due bulloni ma se ordino qualcosa dall’ Ikea devo chiamare mio fratello a darmi una mano con le istruzioni.
Non mi considero un erudito ma sono una persona che ama informarsi su svariati campi, in modo particolare adoro il paranormale e il misterioso. Mi piacciono i documentari sugli oggetti fuori dal tempo e la notte seguo il programma dei “Ghost Hunters” e la loro ricerca di fantasmi nei luoghi più infestati del mondo.
Vi confesso che mio malgrado, non sono un cuor di leone e nonostante la curiosità mi spinga a restare alzato fino alle tre del mattino per seguire ogni singolo episodio della serie, mai e poi mai, neppure nelle estati più calde, toglierei la mia coperta, che ricoprendomi dalla testa ai piedi è capace di allontanare efficacemente qualsiasi mostruosità sia in agguato sotto il mio letto.
Ho alle spalle un matrimonio andato a rotoli con quella stronza della mia ex moglie, Vanessa. Si ricorda della mia esistenza solo quando ha bisogno di soldi per truccarsi e smaltarsi e andare a cercare quel “brivido” che a suo dire non le ho mai regalato in dieci anni di matrimonio.
Ho anche una bambina di nome Alice, che ormai ha sei anni. Ancora non riesce a spiccicare una frase completa. Da due anni a questa parte sta vedendo un logopedista di nome John Smith, evviva la fantasia, che con 50 sterline a seduta è riuscito a trasformare Ah Ah in Mah Mah.
Lavoro come impiegato per una ditta di elettronica che come dice l’annuncio “garantisce una possibilità di crescita personale in poco tempo. Da zero a mito come in The Mask !”.
Ma in realtà la maschera è quella che ogni giorno son costretto ad indossare per riuscire ad abbozzare un dannato sorriso alle centinaia di domande stupide che ogni giorno tempestano la mail dell’azienda e alle quali puntualmente devo rispondere.
È infine c’è lei ,“La Porta” , a cui penso anche adesso mentre scrivo.
Mi pare già di sentire le risate di chi legge.
Sono una persona molto abitudinaria e faccio la spesa sempre nello stesso negozio da oltre dieci anni, il Grocery Shop.
Ovviamente come in tutti gli edifici ci sono diverse porte,
ma la mia Porta – la considero cosi ormai, siamo diventati molto intimi- è sempre stata la, in legno massiccio, scarna di ogni abbellimento, con la sua gracile maniglia in ottone e di colore nero. Io l’ho notata solo una settimana fa mentre compravo il latte.
Cosa c’è di strano? Direte voi. Infatti è solo una porta, chiusa a chiave, questo posso confermarvelo, ma da quando l’ho vista non sono più riuscito a levarmela dalla testa. Più cerco di deviare i pensieri altrove e più ritornano alla Porta, come un tarlo dentro il legno.
Ed è proprio Lei che mi ha spinto a scrivere queste pagine, per far capire al mondo il perchè sia finito nella situazione in cui ora mi trovo.
Forse per liberarmi di un peso?
Oppure per mettere nero su bianco un qualcosa che ancora oggi mi corrode e sfugge alla mia comprensione.
Cosa può avere di tanto particolare una porta secondo voi? Specialmente una come Questa. Senza nessun segno che la identifichi!
Beh innanzi tutto io direi “come è possibile che una porta di tale grandezza e di tale spessore sia sfuggita alla mia attenzione per dieci fottutissimi anni?”
È semplicemente come se La Porta non ci fosse mai stata in quell’esatto punto per tutto questo tempo e poi magicamente,un giorno qualsiasi, sia comparsa dal nulla.
Ed era la che mi guardava imponente, col suo colore nero impenetrabile, tra tutte le cose che, al contrario, erano a me totalmente comuni. In fin dei conti ero tra loro almeno una volta a settimana.
E così, come per la maggior parte di voi, ne sono sicuro, che avete i vostri posti abitudinari dove vi recate a fare compere o anche solo ad incontrarvi con amici e dove, potrei metterci la mano sul fuoco come Muzio Scevola, sapete muovervi anche ad occhi chiusi, così io tra i vari scaffali del Grocery Shop sapevo destreggiarmi senza nemmeno pensarci.
Ma la Porta no, quella non c’era! Quella era nuova, ne sono sicuro!
Confesso che la prima idea che mi venne in mente, quel famoso giorno appena la vidi, fu che fosse stata messa recentemente, e che quindi fino alla settimana prima non ci fosse.
Ma quando mi accostai per ammirarla più da vicino, notai i segni dell’usura. Il legno cominciava a cedere col tempo o per tutte le volte che era stata toccata e aperta, mentre l’ottone della maniglia era ormai consumato da non so quante mani.
È impossibile che una Porta così evidente, così palese ,così solenne mi fosse sfuggita per così tanto tempo . Dieci anni. Dieci lunghissimi anni! E poi all’improvviso era la che mi guardava , dannazione se mi guardava! Silenziosa, se ne stava sui suoi cardini, probabilmente ben oleati, custode di chissà quale segreto…
Nel prossimo capitolo su chi vogliamo avere maggiori informazioni ?
- Vanessa (15%)
- La piccola Alice (38%)
- La Porta (46%)

06/07/2023 at 08:10
Ciao, BlackCat.
Scusa il ritardo, sono sempre un po’ di corsa.
Complimenti per la conclusione, sei riuscito a cucire un finale interessante e a lasciarci con qualche domanda su cosa ci sia davvero dietro quella benedetta porta.
Ci sono dei piccoli errori qua e là, ma credo dipendano dal fatto che non vivi più in Italia.
Ti hanno già fatto notare tutto, io mi limito a congratularmi per aver portato a termine il progetto, cosa che io stento a fare…
Bravo, ci rileggiamo.
Alla prossima!
11/07/2023 at 22:27
Ciao Kez 🙂
Grazie mille per avermi seguito e supportato fino a qua 🙂
Mi piace l’idea che gli errori dipendano dal fatto che non vivo piu’ in Italia da molto tempo 🙂 forse un po’ e’ vero, leggendo e parlando costantemente in inglese a volte cerco di esprimenre dei concetti che in inglese hanno senso e che poi mi accorgo in italiano non abbiano molto senso 🙂
Questo progetto mi ha dato del filo da torcere lo ammetto ma forse sono un po’ masochista e alla fine lo porto avanti nonostante tutto 😀
Vedrai che anche tu riuscirai a concludere il tuo , sto ancora aspettando il capitolo 9 dell’impiccato 🙂
Io intanto mi sono buttotato in un nuovo progetto (masochista puro 🙂 ) dove non solo si leggera’ ma si ascoltera’ della musica e l’andamento della storia dipendera’ dalle scelte musicali che faranno i lettori a fine capitolo 🙂
Se ti fa piacere mi trovi qua
https://theincipit.com/2023/07/cavalcando-il-fulmine-blackcat0/
A presto 🙂
05/07/2023 at 15:03
Capitolo 10)
Ciao Black!
Inizio complimentandomi per la conclusione della storia.
Mi accodo al consiglio di Fenderman: il capitolo ha bisogno di essere revisionato. Forse anche a causa di qualche taglio, ci sono delle parti che andrebbero sistemate, ma avrai di certo tempo di farlo nel file privato! 😉 Ci sono altre forme espressive che mi hanno convinto poco, e altre che potrebbero essere perfezionate per dare più carica e incisività al testo. Un esempio:
“Era andato in pensione da qualche anno ma continuava ad aiutare la polizia in borghese – Un passatempo – diceva lui. Io invece pensavo che era nato con quella natura e non poteva fare altrimenti.”
Giocando con lo stesso spazio:
“La pensione gli andava stretta: Keith aveva continuato a collaborare con la polizia, in borghese. – Un passatempo – sosteneva. Lo sguardo, però, lo tradiva: era uno di quegli uomini nati con la divisa, e l’avrebbe indossata anche al suo funerale.”
Ovviamente, questa mia forma è scritta di getto, ma ricordati che ogni passaggio può esaltare la scena che stai raccontando 🙂
Ricorda che, essendo per l’appunto una narrazione fatta dal protagonista, spesso non c’è bisogno di esprimere il suo “pensiero”, perché lo stai già facendo nel raccontare qualcosa, imponendo la sua visione in tutto ciò che descrive.
Spero di essere tornato utile!
Alla prossima. Sarò di certo tra i lettori! 😉
11/07/2023 at 22:20
Ciao G.G. 🙂
Grazie mille per il tuo supporto e per avermis eguito fino alla fine nonostante i mille errori e inciampi lungo il percorso 🙂
La storia di suo avrebbe bisogno di molto piu’ spazio di modo da poter dare un carattere piu’ incisivo ai personaggi che e’ stato lo ammetto assai tralasciato 🙂
Grazie mille per i tuoi suggerimenti , mi aiuteranno parecchio a revisionare e modificare il file esteso in privato e anche a fare piu’ esercizio sul caratterizzare i personaggi anche in poco spazio attraverso l’utilizzo di semplici battute 🙂
Mi sto ora dedicando ad un nuovo progetto su The Incipit (ahia XD) stavolta oltre che di lettura anche musicale , nel senso che l’andamento della storia verra’ deciso anche dalla traccia musicale che i lettori sceglieranno tra le opzioni date a fine capitolo 🙂
Se ti interessa mi trovi qua
https://theincipit.com/2023/07/cavalcando-il-fulmine-blackcat0/
A presto 🙂