Vittime innocenti

Secondo sospettato.

Dopo aver avuto la conferma che il professor Baldi fosse il padre del bambino, tra i membri della mia squadra iniziò ad aleggiare l’ipotesi che potesse essere lui il colpevole.

Baldi era il colpevole ideale, ma c’era un piccolo tassello che non si incastrava con gli altri: perché uccidere Gioia quando avrebbero potuto accordarsi?

Forse Gioia voleva rivelare tutta la verità e Baldi non poteva permetterle di distruggere ciò che aveva creato?

O meglio, ciò che suo padre aveva creato per lui.

-Hai trovato altro sul computer?- chiesi ad Anna quando tornai da casa Longhi, e lei girò lo schermo verso la mia direzione

-Il blog veniva scritto da questo computer- mi confermò mentre Edoardo si avvicinava a noi.

Dire che la tensione potesse tagliarsi con un coltello sarebbe riduttivo: eravamo avvolti ognuno nel proprio silenzio, limitando le conversazioni all’indispensabile.

Gli altri si accorsero che qualcosa fosse cambiato?

Sì, ma in ogni caso nessuno pose domande, in quanto sapevano bene quali fossero i limiti entro i quali era loro consentito spingersi.

-Tutto lascia intendere che questa storia andasse avanti da un po’- continuò Anna sorseggiando del caffè

-Più precisamente?- la incalzò Edoardo, e lei mi guardò stupita: di solito lui non si intrometteva, e questo cambio di registro la insospettì

-Le prime mail risalgono alla seconda metà del primo semestre- precisò Anna mentre mi avviai verso la stampante

-Potresti…- feci per dire, ma lei mi interruppe

-Le ho già mandate in stampa- continuò infatti strizzando l’occhio destro, e il timido sorriso che le rivolsi esprimeva tutta la mia gratitudine

-So che non ami questi aggeggi- aggiunse poi prima che prendessi l’ultima fotocopia, facendo riferimento alla volta in cui, nel tentativo di mandare in stampa un documento, stessi quasi per cancellare tutti i file contenuti nel computer, rischiando di mandare a monte mesi di indagine su un traffico di droga.

-Adesso non ci resta che interrogare Liam Baldi- si intromise Edoardo -Ci aspetta nella stanza degli interrogatori-

Aveva smesso di fidarsi me al punto tale da credere che non fossi in grado di condurre un interrogatorio?

Provai ad obiettare, ma ovviamente non ottenni nulla: dopotutto era pur sempre il mio capo, ed oppormi ad un suo volere sarebbe stato controproducente.

Ci incamminammo verso la sala, e poco prima di entrare percepii il cellulare vibrare all’interno della tasca posteriore dei jeans.

-Lavoro o vita privata?- chiese Edoardo mentre leggevo il messaggio che mi aveva appena inviato Lorenzo

“Deduco che non tornerai per cena” recitava il testo

-Quindi non risponderesti a tua moglie se dovesse scriverti mentre sei in servizio?- replicai senza alzare lo sguardo dallo schermo, e spensi il cellulare quando mi accorsi che stesse cercando di comprendere chi fosse il mittente, un po’ per ripicca e un po’ perché aveva perso il diritto di interessarsi alla mia vita.

-Sei pronta?- chiese poi aprendo la porta, ed io entrai nuovamente nel ruolo che mi spettava.

Liam Baldi ci aspettava seduto.

Non aveva richiesto la presenza del suo avvocato, e ciò significava due cose: o era davvero innocente o sperava di farcelo credere.

Edoardo fece le presentazioni, e Baldi si alzò in piedi mentre io lo squadravo: era certamente un bell’uomo, e non era difficile comprendere cosa Gioia avesse trovato in lui.

-Cosa può dirmi su Gioia Longhi?- domandai senza troppi giri di parole quando ci risiedemmo, e lui si tormentò il labbro inferiore con l’indice della mano destra prima di rispondere

-Sappiamo della vostra relazione- lo informai, e a quel punto poggiò i gomiti sul tavolo

-Se mi sta chiedendo se sapessi del bambino, la risposta è sì- replicò -Se invece mi sta chiedendo se sia stato io ad ucciderla, la risposta è no-

Il suo tono mi dava sui nervi, ma dovevo continuare

-Ero stato chiaro con Gioia: non volevo avere nulla a che fare con il bambino, ma lo avrei mantenuto-

-E a Gioia andava bene così?- gli chiese Edoardo

-Gioia quel bambino lo voleva, io no; sarebbe stato meglio riconoscerlo per poi fargli comprendere che da me non avrebbe potuto ricevere nessun tipo di affetto?- obiettó Baldi, ed effettivamente aveva ragione

-Sa che sia contro il regolamento di qualsiasi istituto intrattenere delle relazioni con gli studenti?- chiese poi Edoardo, e compresi perfettamente perché volle sviare dal discorso

-Crede veramente che tutti rispettino quel regolamento?-

Ovviamente no.

Stavo per rispondere quando Omar bussò alla porta

-Capo, la telecamera di un autogrill lo ha inquadrato all’ora dell’omicidio- mi disse -E l’autogrill si trova dall’altra parte della città.-

Poi mi chiamò fuori, e lì mi diede un’altra notizia

-Gioia aveva contattato un laboratorio esperto in esami del DNA-

Quella ragazza nascondeva più segreti di quanto pensassimo, ma avremmo dovuto svelarli per darle giustizia.

Ma fino a dove ci saremmo dovuti spingere?

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