I predatori del tesoro di Coyote Blanco

Dove eravamo rimasti?

E adesso? Cosa succederà? Chi colpirà Pedro? Ernersto Delgado? (80%)

Capitolo 10 – Anche gli Avvoltoi devono morire

Cinque secondi.

Quello fu il lasso di tempo che ci volle per Pedro a sparare. Tutto sembrò andare a rallentatore.

Il colpo era diretto a Drake, ma prontamente suo padre lo spinse via prendendo il proiettile in pieno petto. Per poi stramazzare al suolo.

“NO!!” urlarono tutti quanti.

“Oh mio dio, ho ucciso l’Avvoltoio… ho ucciso l’Avvoltoio! Ho ucciso l’Avvoltoio!” continuava a urlare Pedro colpito da un’improvvisa pazzia derivata dalla gioia. Sarebbe corso in paese a dirlo a tutti. Se non fosse che dal suo nascondiglio prontamente uscì Toro, che con una delle sue testate, colpì Pedro al sedere facendolo cadere dal dirubo per poi spaccarsi l’osso del collo e morire.

Dopo tale gesto il cane corse verso il suo padrone.

“Papà, ma perché?” chiese Drake mentre lo teneva sollevato.

“Che domanda stupida, che motivo ha un padre per difendere suo figlio se non perché gli vuole bene?”.

“Cavolo, l’ha preso in pieno petto” disse Estrella aprendoli la camicia “Non possiamo far niente per lui, rabbia!”.

Nessuno dei presenti nascose lo sconforto.

“Perciò è arrivata la mia fine. Coff. Coff. Almeno non sarà stata questa maledetta malattia a farmi fuori”.

“Non dire così papà, noi…”.

“No no Falco è inutile, siamo troppo distanti da casa. Coff. e ogni momento che passa mi sento sempre più stanco. Avvicinatevi figli miei”.

Capendo la situazione Chica tornò da suo padre, per fortuna Chico non era stato colpito in punti vitali.

“Estrella, Falco e Drake. Figli miei adorati” esortò il generale “Per prima cosa voglio scusarmi con voi, con la morte di vostra madre vi ho allontanato da casa, non volevo farvi vedere la tristezza che provavo dopo averla persa. Ma più di tutti voglio scusarmi con te Drake”.

“Io?”.

“Sì, quel giorno ti dissi una cosa orribile, quando fuggisti ero furioso, ero dell’idea di venirti a cercare e riportarti a casa. Ma lascia stare, pensavo saresti tornato con la coda tra le gambe dopo la prima difficoltà. Ma il tempo passava e capì il mio errore e che non saresti tornato mai più”.

“Papà, io una volta sono tornato”

“Davvero?”.

“Sì, qualche volta passavo di qui, ma appena pensavo di venirti a trovare temevo la tua reazione nel vedere che non avevo realizzato niente, e per questo tornavo sempre sui miei passi,”.

“Figlio mio, ti ho sempre tenuto d’occhio tramite amici, e sappi che sono orgoglioso di tutte le cose che hai fatto”. Ad un certo punto una tosse screziata di sangue prese il sopravvento

“Figlioli, ricordate queste mie ultime parole, finchè sarete uniti o sinceri con voi, niente e nessuno vi fermerà” e finito di parlare Ernesto Delgado espirò l’ultimo fiato… il Generale Avvoltoio era morto.

I tre Delgado, anche se tristi entrarono nella grotta, il loro padre volevo che vedessero il tesoro e decidessero cosa farne.

Oltre al totem d’oro massiccio trovarono la cassa contenente le famose gemme grandi come uova di condor.

“Allora? Cosa ne facciamo?” chiese Falco.

“Personalmente io non le voglio, per questo tesoro sono morte un sacco di persone” disse Estrella.

“Allora è deciso” e a quelle parole uscirono dalla grotta, e tramite la dinamite di Chica rimasta fecero saltare l’entrata.

“Che la maledizione di Coyote Blanco finisca dimenticata sotto le macerie!” urlò Drake.

E fu così che finì la caccia al tesoro che aveva mietuto 13 persone. 9 pistoleri rinnegati, il senor Black, il suo vice Pedro, lo sceriffo Carlos Mendoza e il Generale Ernesto Montoya Delgado.

Pochi giorni dopo si celebrarono i funerali sia del generale che dello sceriffo al cimitero di El Sosta.

La tomba di Ernesto fu messa vicino a quella di sua moglie, così finalmente poterono riunirsi.

Chico, per via delle ferite, appese la stella al chiodo e partì con sua figlia verso le grandi città. Gabriela salutò Drake baciandolo.

Poi andarono via anche Estrella e Falco. Il cane Toro, rimasto senza padrone, andò via con quest’ultimo.

“Addio Drake, se ti capita passa a trovarmi in California, se possibile non in tribunale” disse Falco salendo sul treno.

Poco dopo Drake andò al saloon, dove per la prima volta ordinò dell’alcol.

“Era ora” esordì il barista.

“Com’è che non sei in prigione?”.

“Lo sceriffo è morto e ora El Sosta è senza legge”.

“Bah, il solito fortunato”.

“Battute a parte, condoglianze Drake, il vecchio mancherà a tutti. Me compreso” e a quelle parole il barista si congedò.

Dopo essere rimasto solo a un certo punto si avvicinarono una donna e un uomo. La prima aveva un abito variopinto. Il secondo uno smoking nero e anche se quel giorno faceva caldo non sudava una goccia.

“Hola Delgado” disse la donna.

“Non ho voglia di un servizio”.

“Forse non ti ricordi di me, io sono Katrina Kyle, della spedizione archeologica, io e il mio socio Cain passavamo di qui, e sentendo Delgado abbiamo capito che potevi esserci, sospetto che oggi non sarà il giorno più bello della tua vita, ma avrei una proposta da farti, una molto vantaggiosa”.

Drake guardò i due, poi il portafoglio e infine il cimitero, e tirandosi un sorriso disse “Dimmi pure, sono tutto orecchi”.

Ps: come sempre, due bonus nei commenti

Categorie

Lascia un commento

39 Commenti

  • Siamo arrivati alla fine di questo racconto. Come prima storia a sfondo storico mi duole dirlo ma mi sento poco contento del risultato. Avrei voluto dare di più, aggiungere più scene, più citazioni storiche, volevo persino che Drake incontrasse personaggi famosi del West. Ma niente. 10 capitoli da 5000 parole inclusi spazi a volte è davvero limitante.
    Delle tante scene tagliate ne cito due. In una Drake avrebbe dovuto incontrare e lottare contro una tribù di nativi americani, giunti anche loro da lontano per cercare il tesoro. L’incontro serviva a parlare un po’ di più di Coyote Blanco e di quanto il tesoro della sua tribù fosse maledetto. Ma alla fine decisi di tagliare questo incontro per vari motivi.
    La seconda invece il racconto avrebbe dovuto avere un inizio diverso. Nella prima stesura c’era Drake, sempre a piedi, che salvava dei pionieri dall’attacco di banditi, sempre agli ordini di Pedro, prendendoli a pugni. I pionieri lo avrebbero ringraziato donandoli un cavallo. E si sarebbero presentati con il cognome “D’Isigny”. A quel punto Drake avrebbe consigliato a loro di cambiarlo, e su due piedi inventa un’alternativa, ovvero “Disney” (e sì, una volta la famiglia del creatore di Topolino si chiamano così di cognome). Decisi di eliminare questa scena un po’ perché era inutile. Ma specialmente perché non ho trovato fonti che i Disney si trovassero in quel luogo e periodo storico negli USA.
    Un’altra cosa che ho lasciato molto velato è dove la storia è ambientata. Ero molto indeciso se ambientarla nel Texas o in California. L’indecisione era che volevo fosse ambientato in un luogo con prevalenza ispanica, ma temevo di sbagliare. Così ho lasciato volutamente velata la posizione esatta di El Sosta. Intendendo solo che si trova nell’estremo sud degli Stati “non ancora” Uniti.
    E ora reggetevi forte a questa curiosità. I nomi dei personaggi non sono dati a caso. L’idea di questo racconto mi è venuta quando rividi dopo anni su Youtube la pubblicità dei “Motocoyote” presenti nei Kinder Sorpresa. Da bambino ricordai che ero desideroso di completare questa collezione, ma non riuscì mai. Dopo anni, rivedendo quella pubblicità andai alla loro ricerca e leggendo le schede dei personaggi fantasticai sulla storia e da lì nacque “I predatori del tesoro di Coyote Blanco”. Già i famosi “1,80€” che è il debito di Drake è il prezzo di un ovetto kinder nella città dove vivo. Se mai vi capita cercate i nomi dei personaggi e fatevi quattro risate. E vedrete che non scherzo. Unica ho dovuto fare delle modifiche. In primis mettere uno sceriffo, che nelle sorprese l’unica forza dell’ordine era una donna. Poi inventai Toro perché non mi andava di mettere quattro fratelli ma solo tre. Quattro mi sembravano troppi. In più ho fatto la citazione a Rin Tin Tin. La città la chiamai El Sosta in onore di uno dei personaggi, che altri non è che il barista addormentato.
    Per la prossima storia non sarà difficile. ANZI DI PIU’! Perché ho deciso buttarmi nello scrivere una storia d’amore. Ma voglio provarci, devo provarci! Altrimenti non saprò mai se sono in grado di scriverla o no! Il soggetto l’ho preso da un mio vecchio racconto che provai a scrivere più volte, ma senza mai essere soddisfatto del risultato. Fino ad ora. Perciò alla prossima!
    Sotto come sempre troverete il trailer.

  • “Quindi fatemi capire” disse Drake “Vi serve il mio aiuto perché l’artefatto storico che cercate è finito in una città senza legge nel bel mezzo del deserto messicano. Giusto?”.
    “Già, proprio così” rispose Katrina seguito dai sì con la testa di Cain.
    “E perché vi servo?”.
    “Sappiamo che sei un ottimo tiratore, hai un montante che non perdona, una mascella resistente e ci è giunta voce che conosci la zona”.
    “Va bene, mi hai convinto, solo per saperlo, cosa dobbiamo recuperare?”, a quella domanda inizialmente Katrina sembrava voleva rispondere, ma si fermò di colpo per poi guardare Cain che fece no con la testa. “Scusami Drake, per ora è un segreto”.
    “Un segreto? E come faccio a capire cosa volete recuperare se è un segreto?”.
    “Tu pensa solo a trovare un modo per entrare nella città senza legge, al recupero ci pensiamo io e il mio socio”.
    Ancora poco convinto Drake accettò lo stesso. Seguendo Katrina e Cain si unì alla loro carovana. Era composta di tre carri, c’erano altri pistoleri come lui.
    Senza perdere tempo gli venne dato il compito di condurre uno dei carri contenente vari reperti storici. Una volta montato sopra Drake guardò l’interno e notò una lancia sul pavimento.
    Pensando che era caduta la toccò per metterla a posto.
    Appena la sfiorò improvvisamente la sua vista divenne bianca.
    Quando aprì gli occhi sì trovò in una giungla tropicale, cominciò ad annusare l’aria come un animale e avvertendo un odore forte si avvicinò velocemente a un tronco caduto, scoprendo che dietro erano nascosti tre bambini in abiti primitivi terrorizzati. Appena lì vide mollò un ruggito da grosso felino.
    “SCAPPATE!” urlò uno di loro.
    “Ehi tu!” disse un collega di Drake.
    Come destato dal sonno Drake tornò nel suo mondo.
    “Hai toccato la lancia?” chiese.
    “Eh… no”.
    “Ottimo, se vuoi toccare gli oggetti del carro ricordati d’indossare i guanti. La signorina Katrina dice che sono oggetti molto delicati, basta niente per romperli”.
    Dopo che l’uomo andò via Drake guardò di nuovo perplesso la lancia.
    “Cosa diavolo ho appena visto?”.

  • Ciao Dm 🙂
    Capitolo divertente come sempre 🙂 hai un modo molto cartoonesco di dipingere il tutto e onestamente ci sta in quanto ci si fa due risate mentre si legge 🙂
    Sembra però che vuoi far finire il tutto con una vittoria un po’ amara, in quanto qualcuno sta per essere colpito da Pedro, interessante, non ti vedo come un tipo da situazione drammatica ma voto per Ernesto Delgado, vediamo cosa ci combino 🙂
    A presto 🙂

  • Ciao, Dimensione Nuova.

    Mi sono letto sette episodi di fila e tutto sommato mi sono ritrovato a pensare “dai, che non è il solito western”. Ci sono diverse imperfezioni, immagino dovute a distrazione, ma niente che non si possa risolvere con una buona correzione di bozze. Quella che mi ha colpito di più è l’inizio al presente, due frasi poi il racconto vira al passato e ci resta.
    Intanto forza Chica/Gabriela.

    Grazie e alla prossima.

  • Questo sito usa i cookies per migliorare l'esperienza utente. Cliccando su Accetto acconsenti all'utilizzo di cookie tecnici e obbligatori e all'invio di statistiche anonime sull'uso del sito maggiori informazioni

    Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

    Chiudi