I predatori del tesoro di Coyote Blanco

Dove eravamo rimasti?

E adesso, cosa succederà nel prossimo capitolo? Black deciderà lo stesso di attaccare i Delgado? (60%)

Capitolo 7 – Il senor Black cambia idea

“Che succede?” chiese Falco che si era svegliato insieme alla sorella.

Drake guardò prima loro e poi la pecora. “Avevo sentito un rumore, per istinto ho sparato e ho ucciso una pecora”.

“Una pecora?”.

“Sì una pecora, sarà scappata da qualche fattoria” mentì Drake. Nessuno avrebbe creduto alla storia della luce, neppure lui ci avrebbe creduto anche dopo averla vista.

“Va beh, meglio di niente, vuoi che ti sostituiamo?”.

“No Estrella, continuo io, tanto non ho ancora sonno”. Congedati da ciò Falco ed Estrella tornarono a dormire.

“Una pecora? Drake ha sparato a una pecora?” chiese di nuovo Black incredulo.

“Certo senor, ma la cosa più strana è che è comparsa magicamente dopo una forte luce”.

“Pedro, quante volte ti ho detto di non bere quando siamo in missione?”.

“Ma sono sobrio senor! Lo giuro”.

Black sbuffò, anche se non lo dava a vedere era molto irrequieto, gli bolliva il sangue al pensiero di stare alle costole dei figli dell’Avvoltoio.

“Sai che c’è Pedro? Avevi ragione oggi”.

“Avevo cosa!?”.

“Sulla vendetta, da troppo tempo aspetto. E bruciare una tappa non mi sembra una brutta idea. Sveglia gli uomini, è giunta l’ora di far scorrere il sangue”. Pedro sorrise, non solo per l’occasione di uccidere, ma anche perché era da più di 10 anni che il capo non gli dava ragione.

Un’oretta dopo.

Drake ancora sveglio era intento a guardare le stelle. Improvvisamente sentì un fruscio, “Se è un’altra pecora luccicante giuro che mi faccio spiegare il trucco” disse voltandosi per poi vedere loro, il senor Black e Pedro.

I tre uomini rimasero fermi in mobile come delle statue.

Il primo a parlare fu Drake rompendo il silenzio con: “Il senor Black suppongo”.

“Vedo che la mia fama mi precede”.

“Più che fama, sei l’unico idiota vestito di nero di notte in mezzo al nulla. In più riconosco il tipo che ho steso al saloon” disse indicando Pedro che per precauzione fece un passo indietro, “Dal nome pensavo fossi un bianco con manie di grandezza”.

“Mi chiamo Black come tu ti chiami Drake, i nomi inglesi sono più accattivanti”.

“Non mi chiamo Drake per attirare l’attenzione, l’ha scelto mia madre”.

“Già, quella puta yankee” a quelle parole Drake strinse i pugni e sì avvicinò a bruciapelo alla faccia del suo avversario. Che rimase fermo immobile senza battere ciglio. Pedro invece si allontanò ancora di più.

“Dai ancora della puta a mia madre e vedrai che ti chiameranno Black per quanto di farò nero a suon di cazzotti”.

“Ho tutto il diritto di chiamarla puta. Quella donna ha rovinato Ernesto Delgado facendolo diventare un pappamolla. Mi ha distrutto un mito!”.

“Mio padre non è quello che credi, è solo un uomo pieno di difetti, come me e te”.

“Tu non sai niente di quello che ha fatto l’Avvoltoio, sei solo un figlio indegno di portare il suo cognome”.

“Che diavolo vuoi da me”.

“La mappa, datemela”.

“E tu come fai a saperlo?”.

“Quel tesoro mi appartiene, nessuno di voi bastarti è degno di…”. Non finì di parlare che Drake gli mollò un pugno in faccia facendolo cadere a terra.

“Se hai finito di frignare come una donnicciola risolviamo la cosa da veri uomini” disse estraendo le pistole.

“Non così in fretta hombre!” urlò Pedro mostrando a Drake che lui e i suoi uomini avevano legato Falco ed Estrella.

“Dovevo sospettarlo, troppo silenzio” disse sbuffando Drake per poi gettare le pistole a terra.

“Ecco la mappa senor!” urlò Pedro lanciando il dipinto al Senor Black.

“Pedro! Testa d’asino! Questa non è una mappa, è un disegno!” subito il malvivente puntò una pistola in faccia a Estrella, i fratelli cominciarono a preoccuparsi.

“Conto fino a tre, e se la mappa non viene tirata fuori ammazzo vostra sorella!”.

I tre Delgado si guardarono negli occhi. Black alzò la sicura della Colt.

“Aspetta! Il dipinto in realtà è una mappa. Nel paesaggio c’è una montagna! Che è il Picco dell’Avvoltoio verso Nord”. Così dicendo Black guardò più volte la mappa e le montagne notando la somiglianza. “Picco dell’Avvoltoio, avevo sempre avuto la soluzione sotto gli occhi” e dopo aver sospirato ripuntò la pistola in faccia ad Estrella.

“Che cazzo fai!?” urlò Drake.

“Non lascio testimoni”.

“Maledetto” disse Falco che mettendosi in mezzo venne colpito in pieno petto.

“PENDEJO!” urlarono Estrella e Drake.

Il secondo provò ad andare verso Black, ma Pedro gli fece lo sgambetto per poi essere circondato dagli altri uomini che cominciarono a picchiarlo.

“Che facciamo di lei?” chiese un uomo con gli occhi che brillavano di lussuria.

“Giù le zampe dalla ragazza, seguiremo l’esempio del mio mentore. Legateli! Domani mattina il sole penserà a cuocerli per bene”.

“Perché non ci uccidi subito bastardo!?” urlò Estrella con le lacrime agli occhi.

“Anche gli avvoltoi devono mangiare” e a quelle parole Black scoppiò a ridere.

Venne il giorno dopo. Come promesso Drake ed Estrella vennero coricati e legati a croce, mentre il corpo di Falco venne lasciato lì.

Il sole era ancora basso, ma tra qualche ora sarebbero stati cotti a puntino.

Drake ancora incosciente avvertì dei passi, segno che stava arrivando qualcuno, o qualcosa.

Drake ed Estrella sono messi male. Chi mai sta arrivando in loro soccorso?

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  • Chica? (80%)
    80
  • Toro? (20%)
    20
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39 Commenti

  • Siamo arrivati alla fine di questo racconto. Come prima storia a sfondo storico mi duole dirlo ma mi sento poco contento del risultato. Avrei voluto dare di più, aggiungere più scene, più citazioni storiche, volevo persino che Drake incontrasse personaggi famosi del West. Ma niente. 10 capitoli da 5000 parole inclusi spazi a volte è davvero limitante.
    Delle tante scene tagliate ne cito due. In una Drake avrebbe dovuto incontrare e lottare contro una tribù di nativi americani, giunti anche loro da lontano per cercare il tesoro. L’incontro serviva a parlare un po’ di più di Coyote Blanco e di quanto il tesoro della sua tribù fosse maledetto. Ma alla fine decisi di tagliare questo incontro per vari motivi.
    La seconda invece il racconto avrebbe dovuto avere un inizio diverso. Nella prima stesura c’era Drake, sempre a piedi, che salvava dei pionieri dall’attacco di banditi, sempre agli ordini di Pedro, prendendoli a pugni. I pionieri lo avrebbero ringraziato donandoli un cavallo. E si sarebbero presentati con il cognome “D’Isigny”. A quel punto Drake avrebbe consigliato a loro di cambiarlo, e su due piedi inventa un’alternativa, ovvero “Disney” (e sì, una volta la famiglia del creatore di Topolino si chiamano così di cognome). Decisi di eliminare questa scena un po’ perché era inutile. Ma specialmente perché non ho trovato fonti che i Disney si trovassero in quel luogo e periodo storico negli USA.
    Un’altra cosa che ho lasciato molto velato è dove la storia è ambientata. Ero molto indeciso se ambientarla nel Texas o in California. L’indecisione era che volevo fosse ambientato in un luogo con prevalenza ispanica, ma temevo di sbagliare. Così ho lasciato volutamente velata la posizione esatta di El Sosta. Intendendo solo che si trova nell’estremo sud degli Stati “non ancora” Uniti.
    E ora reggetevi forte a questa curiosità. I nomi dei personaggi non sono dati a caso. L’idea di questo racconto mi è venuta quando rividi dopo anni su Youtube la pubblicità dei “Motocoyote” presenti nei Kinder Sorpresa. Da bambino ricordai che ero desideroso di completare questa collezione, ma non riuscì mai. Dopo anni, rivedendo quella pubblicità andai alla loro ricerca e leggendo le schede dei personaggi fantasticai sulla storia e da lì nacque “I predatori del tesoro di Coyote Blanco”. Già i famosi “1,80€” che è il debito di Drake è il prezzo di un ovetto kinder nella città dove vivo. Se mai vi capita cercate i nomi dei personaggi e fatevi quattro risate. E vedrete che non scherzo. Unica ho dovuto fare delle modifiche. In primis mettere uno sceriffo, che nelle sorprese l’unica forza dell’ordine era una donna. Poi inventai Toro perché non mi andava di mettere quattro fratelli ma solo tre. Quattro mi sembravano troppi. In più ho fatto la citazione a Rin Tin Tin. La città la chiamai El Sosta in onore di uno dei personaggi, che altri non è che il barista addormentato.
    Per la prossima storia non sarà difficile. ANZI DI PIU’! Perché ho deciso buttarmi nello scrivere una storia d’amore. Ma voglio provarci, devo provarci! Altrimenti non saprò mai se sono in grado di scriverla o no! Il soggetto l’ho preso da un mio vecchio racconto che provai a scrivere più volte, ma senza mai essere soddisfatto del risultato. Fino ad ora. Perciò alla prossima!
    Sotto come sempre troverete il trailer.

  • “Quindi fatemi capire” disse Drake “Vi serve il mio aiuto perché l’artefatto storico che cercate è finito in una città senza legge nel bel mezzo del deserto messicano. Giusto?”.
    “Già, proprio così” rispose Katrina seguito dai sì con la testa di Cain.
    “E perché vi servo?”.
    “Sappiamo che sei un ottimo tiratore, hai un montante che non perdona, una mascella resistente e ci è giunta voce che conosci la zona”.
    “Va bene, mi hai convinto, solo per saperlo, cosa dobbiamo recuperare?”, a quella domanda inizialmente Katrina sembrava voleva rispondere, ma si fermò di colpo per poi guardare Cain che fece no con la testa. “Scusami Drake, per ora è un segreto”.
    “Un segreto? E come faccio a capire cosa volete recuperare se è un segreto?”.
    “Tu pensa solo a trovare un modo per entrare nella città senza legge, al recupero ci pensiamo io e il mio socio”.
    Ancora poco convinto Drake accettò lo stesso. Seguendo Katrina e Cain si unì alla loro carovana. Era composta di tre carri, c’erano altri pistoleri come lui.
    Senza perdere tempo gli venne dato il compito di condurre uno dei carri contenente vari reperti storici. Una volta montato sopra Drake guardò l’interno e notò una lancia sul pavimento.
    Pensando che era caduta la toccò per metterla a posto.
    Appena la sfiorò improvvisamente la sua vista divenne bianca.
    Quando aprì gli occhi sì trovò in una giungla tropicale, cominciò ad annusare l’aria come un animale e avvertendo un odore forte si avvicinò velocemente a un tronco caduto, scoprendo che dietro erano nascosti tre bambini in abiti primitivi terrorizzati. Appena lì vide mollò un ruggito da grosso felino.
    “SCAPPATE!” urlò uno di loro.
    “Ehi tu!” disse un collega di Drake.
    Come destato dal sonno Drake tornò nel suo mondo.
    “Hai toccato la lancia?” chiese.
    “Eh… no”.
    “Ottimo, se vuoi toccare gli oggetti del carro ricordati d’indossare i guanti. La signorina Katrina dice che sono oggetti molto delicati, basta niente per romperli”.
    Dopo che l’uomo andò via Drake guardò di nuovo perplesso la lancia.
    “Cosa diavolo ho appena visto?”.

  • Ciao Dm 🙂
    Capitolo divertente come sempre 🙂 hai un modo molto cartoonesco di dipingere il tutto e onestamente ci sta in quanto ci si fa due risate mentre si legge 🙂
    Sembra però che vuoi far finire il tutto con una vittoria un po’ amara, in quanto qualcuno sta per essere colpito da Pedro, interessante, non ti vedo come un tipo da situazione drammatica ma voto per Ernesto Delgado, vediamo cosa ci combino 🙂
    A presto 🙂

  • Ciao, Dimensione Nuova.

    Mi sono letto sette episodi di fila e tutto sommato mi sono ritrovato a pensare “dai, che non è il solito western”. Ci sono diverse imperfezioni, immagino dovute a distrazione, ma niente che non si possa risolvere con una buona correzione di bozze. Quella che mi ha colpito di più è l’inizio al presente, due frasi poi il racconto vira al passato e ci resta.
    Intanto forza Chica/Gabriela.

    Grazie e alla prossima.

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