I predatori del tesoro di Coyote Blanco

Dove eravamo rimasti?

Drake ed Estrella sono messi male. Chi mai sta arrivando in loro soccorso? Chica? (80%)

Capitolo 8 - I Delgado alla riscossa

“Drake, Drake…” si sentì chiamare varie volte, poi Drake sentì una lingua che gli leccò la faccia. A quel punto si svegliò.

“Pendejo de merda, io… Chica?” disse sorpreso trovandosi Chica davanti. Lei e il cane Toro.

“Ciao Drake, sei felice di vedermi o è così che ti svegli la mattina?”.

“Grazie ancora di essere venuta, Chica” disse Estrella ringraziando l’amica e riempiendo di coccole il fedele Toro.

“Che ci fai in mezzo al nulla?” chiese Drake.

“Oggi ho sentito mio padre e lo sceriffo Carlos che parlavano di Black che aveva richiamato tutti i suoi uomini, e una fonte gli aveva rivelato che erano partiti per prendere il vostro tesoro. Temendo per voi ero venuta ad avvisarvi, appena ho aperto la porta di casa vostra Toro è partito alla vostra ricerca e seguendolo vi ho trovati. Peccato che sono arrivata tardi” concluse Chica per poi guardare Falco steso a terra.

Estrella non riuscì a trattenere le lacrime. Pure a Drake gliene scappò una, molto piccola.

Intanto Toro si avvicinò e cominciò a leccare la faccia di Falco. Di colpo l’uomo si alzò in piedi.

“Uffa Toro, mi hai rovinato la sorpresa!” disse lui.

“Tu, brutto…” non finì la frase che Estrella cominciò a prenderlo a calci, seguito poi da Drake.

“Come diavolo fai a essere ancora vivo?”.

“Semplice, con questo” rispose aprendosi la camicia mostrando che aveva una lastra di ferro a protezione del petto “Vi sembrerà strano ma gli avvocati in California rischiano molto. Per questo ho preso l’abitudine di far finta di morire, e direi che sono stato convincente, non trovate?”.

“Oh sì, molto, aspetta che ti spacco il braccio, così sembra più convincente!” disse Drake pronto a colpire.

“Smettetela subito!” urlò Chica esasperata “Non dimentichiamoci di Black!”.

“Hai ragione, Chica, basta con la recita” disse Falco alzandosi da terra “Andiamo a fargli la pelle”.

“E con cosa? Di sicuro siamo senza cavalli” e alle parole di Estrella il fratello Drake gli indicò i cavalli legati a un albero poco più in là.

“Hanno lasciato i cavalli? Quale idiota rinnegato lascerebbe i cavalli in una situazione simile!?”.

“Gli stessi che seguono un esaltato che venera nostro padre, Estrella, e chi altri”.

Subito i Delgado montarono in sella.

“Ah Chica… grazie per aver liberato me e mia sorella” a quelle parole la ragazza sorrise.

“Veramente ci avrei pensato dopo io” disse Falco.

“STA ZITTO IDIOTA! Comunque, torni a casa o vieni con noi?” a quelle parole la ragazza tirò fuori il fucile che teneva nella sella del cavallo, “Ok, ho capito, cavalchiamo insieme”.

Fu così che i tre Delgado con il fedele cane Toro e Gabriela, la figlia del vice sceriffo, partirono verso il luogo della resa dei conti. Il Picco dell’Avvoltoio.

Intanto, sopra al picco, il senor Black e la sua banda dopo aver seguito l’ultimo indizio trovarono finalmente l’entrata di una grotta che secondo la mappa avrebbe portato al tesoro di Coyote Blanco.

“Voi restate fuori di guardia, io entro” disse Black. Dopo una scarpinata di pochi minuti arrivò alla fine della grotta dove seduto su un trono c’era lui, Ernesto Delgado intento a dormire. Ma non era l’unica cosa presente lì dentro. Vicino al generale si ergeva un immenso totem fatto interamente d’oro massiccio!

“Senor…”.

“Che c’è!? Che succede!?” urlò Delgado alzandosi di scatto ed estraendo la pistola per poi cadere rovinosamente a terra.

Con tutta la cieca ammirazione che Black provava per quell’uomo non poté che trovarsi schifato nel trovarsi di fronte quel povero uomo.

“E tu chi diavolo sei?”.

“Salve senor, mi chiamo Manuel Torres, ma per tutti sono il senor Black”.

“Black? Ah sì, Chico mi ha parlato di te, beh sparisci ora. I miei ragazzi dovrebbero essere qui…”.

“Sono morti, lì ho uccisi io” a quelle parole l’Avvoltoio sbiancò di colpo. Poi tirò fuori una pistola e la puntò tremante contro Black.

“Ultime parole, senor Black?”.

“Non ho paura di te, io ti ammiravo, generale, ma ora che ti vedo sei solo un misero e povero vecchio. Io sono il tuo erede. E l’ho dimostrato arrivando prima di loro!”.

“Idiota! Solo loro tre possono ereditarlo! Non darò mai il tesoro di Blanco a un lurido tagliagole come te!”.

A quelle parole, che ferirono Black più di una pallottola nel cuore, l’uomo estrasse la sua pistola. Deciso a farlo fuori.

“Black! Esci fuori se hai le palle!”.

“Questa voce… Drake Delgado!”.

“AH! Sapevo che non potevano essere morti” urlò felice il generale.

Subito Black corse fuori dalla grotta per vedere i suoi uomini con le armi puntate verso i nuovi arrivati.

“Vedo che siete vivi, ma non per molto!”.

Improvvisamente si sentì uno sparo e i presenti videro lo sceriffo e il suo vice.

“Papà!”.

“Ne parliamo dopo, ora pensiamo a quei manigoldi” disse Chico unendosi al gruppo dei Delgado.

Poco dopo si sentì un altro sparo e voltandosi tutti videro l’oste del saloon.

“Sono ancora in tempo per unirmi?”.

I presenti si guardarono leggermente straniti della nuova comparsa.

“Eh… certo” e a quelle parole l’oste andò dalla parte di Black.

“Cosa? E perché?”.

“Mi devi ancora un dollaro e ottanta, Drake”.

Tutti guardarono male Drake.

Siamo alla classica resa dei conti tra buoni e cattivi. Chi comincia a sparare?

  • Entrambi (60%)
    60
  • I cattivi (20%)
    20
  • I buoni (20%)
    20
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39 Commenti

  • Siamo arrivati alla fine di questo racconto. Come prima storia a sfondo storico mi duole dirlo ma mi sento poco contento del risultato. Avrei voluto dare di più, aggiungere più scene, più citazioni storiche, volevo persino che Drake incontrasse personaggi famosi del West. Ma niente. 10 capitoli da 5000 parole inclusi spazi a volte è davvero limitante.
    Delle tante scene tagliate ne cito due. In una Drake avrebbe dovuto incontrare e lottare contro una tribù di nativi americani, giunti anche loro da lontano per cercare il tesoro. L’incontro serviva a parlare un po’ di più di Coyote Blanco e di quanto il tesoro della sua tribù fosse maledetto. Ma alla fine decisi di tagliare questo incontro per vari motivi.
    La seconda invece il racconto avrebbe dovuto avere un inizio diverso. Nella prima stesura c’era Drake, sempre a piedi, che salvava dei pionieri dall’attacco di banditi, sempre agli ordini di Pedro, prendendoli a pugni. I pionieri lo avrebbero ringraziato donandoli un cavallo. E si sarebbero presentati con il cognome “D’Isigny”. A quel punto Drake avrebbe consigliato a loro di cambiarlo, e su due piedi inventa un’alternativa, ovvero “Disney” (e sì, una volta la famiglia del creatore di Topolino si chiamano così di cognome). Decisi di eliminare questa scena un po’ perché era inutile. Ma specialmente perché non ho trovato fonti che i Disney si trovassero in quel luogo e periodo storico negli USA.
    Un’altra cosa che ho lasciato molto velato è dove la storia è ambientata. Ero molto indeciso se ambientarla nel Texas o in California. L’indecisione era che volevo fosse ambientato in un luogo con prevalenza ispanica, ma temevo di sbagliare. Così ho lasciato volutamente velata la posizione esatta di El Sosta. Intendendo solo che si trova nell’estremo sud degli Stati “non ancora” Uniti.
    E ora reggetevi forte a questa curiosità. I nomi dei personaggi non sono dati a caso. L’idea di questo racconto mi è venuta quando rividi dopo anni su Youtube la pubblicità dei “Motocoyote” presenti nei Kinder Sorpresa. Da bambino ricordai che ero desideroso di completare questa collezione, ma non riuscì mai. Dopo anni, rivedendo quella pubblicità andai alla loro ricerca e leggendo le schede dei personaggi fantasticai sulla storia e da lì nacque “I predatori del tesoro di Coyote Blanco”. Già i famosi “1,80€” che è il debito di Drake è il prezzo di un ovetto kinder nella città dove vivo. Se mai vi capita cercate i nomi dei personaggi e fatevi quattro risate. E vedrete che non scherzo. Unica ho dovuto fare delle modifiche. In primis mettere uno sceriffo, che nelle sorprese l’unica forza dell’ordine era una donna. Poi inventai Toro perché non mi andava di mettere quattro fratelli ma solo tre. Quattro mi sembravano troppi. In più ho fatto la citazione a Rin Tin Tin. La città la chiamai El Sosta in onore di uno dei personaggi, che altri non è che il barista addormentato.
    Per la prossima storia non sarà difficile. ANZI DI PIU’! Perché ho deciso buttarmi nello scrivere una storia d’amore. Ma voglio provarci, devo provarci! Altrimenti non saprò mai se sono in grado di scriverla o no! Il soggetto l’ho preso da un mio vecchio racconto che provai a scrivere più volte, ma senza mai essere soddisfatto del risultato. Fino ad ora. Perciò alla prossima!
    Sotto come sempre troverete il trailer.

  • “Quindi fatemi capire” disse Drake “Vi serve il mio aiuto perché l’artefatto storico che cercate è finito in una città senza legge nel bel mezzo del deserto messicano. Giusto?”.
    “Già, proprio così” rispose Katrina seguito dai sì con la testa di Cain.
    “E perché vi servo?”.
    “Sappiamo che sei un ottimo tiratore, hai un montante che non perdona, una mascella resistente e ci è giunta voce che conosci la zona”.
    “Va bene, mi hai convinto, solo per saperlo, cosa dobbiamo recuperare?”, a quella domanda inizialmente Katrina sembrava voleva rispondere, ma si fermò di colpo per poi guardare Cain che fece no con la testa. “Scusami Drake, per ora è un segreto”.
    “Un segreto? E come faccio a capire cosa volete recuperare se è un segreto?”.
    “Tu pensa solo a trovare un modo per entrare nella città senza legge, al recupero ci pensiamo io e il mio socio”.
    Ancora poco convinto Drake accettò lo stesso. Seguendo Katrina e Cain si unì alla loro carovana. Era composta di tre carri, c’erano altri pistoleri come lui.
    Senza perdere tempo gli venne dato il compito di condurre uno dei carri contenente vari reperti storici. Una volta montato sopra Drake guardò l’interno e notò una lancia sul pavimento.
    Pensando che era caduta la toccò per metterla a posto.
    Appena la sfiorò improvvisamente la sua vista divenne bianca.
    Quando aprì gli occhi sì trovò in una giungla tropicale, cominciò ad annusare l’aria come un animale e avvertendo un odore forte si avvicinò velocemente a un tronco caduto, scoprendo che dietro erano nascosti tre bambini in abiti primitivi terrorizzati. Appena lì vide mollò un ruggito da grosso felino.
    “SCAPPATE!” urlò uno di loro.
    “Ehi tu!” disse un collega di Drake.
    Come destato dal sonno Drake tornò nel suo mondo.
    “Hai toccato la lancia?” chiese.
    “Eh… no”.
    “Ottimo, se vuoi toccare gli oggetti del carro ricordati d’indossare i guanti. La signorina Katrina dice che sono oggetti molto delicati, basta niente per romperli”.
    Dopo che l’uomo andò via Drake guardò di nuovo perplesso la lancia.
    “Cosa diavolo ho appena visto?”.

  • Ciao Dm 🙂
    Capitolo divertente come sempre 🙂 hai un modo molto cartoonesco di dipingere il tutto e onestamente ci sta in quanto ci si fa due risate mentre si legge 🙂
    Sembra però che vuoi far finire il tutto con una vittoria un po’ amara, in quanto qualcuno sta per essere colpito da Pedro, interessante, non ti vedo come un tipo da situazione drammatica ma voto per Ernesto Delgado, vediamo cosa ci combino 🙂
    A presto 🙂

  • Ciao, Dimensione Nuova.

    Mi sono letto sette episodi di fila e tutto sommato mi sono ritrovato a pensare “dai, che non è il solito western”. Ci sono diverse imperfezioni, immagino dovute a distrazione, ma niente che non si possa risolvere con una buona correzione di bozze. Quella che mi ha colpito di più è l’inizio al presente, due frasi poi il racconto vira al passato e ci resta.
    Intanto forza Chica/Gabriela.

    Grazie e alla prossima.

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