Oltre il confine

Il coprifuoco

-Ricordiamo che il coprifuoco avrà inizio tra dieci minuti, pertanto vi invitiamo a rientrare. Grazie-

“Grazie un corno” mimai maledicendo quella voce metallica proveniente da uno dei tanti altoparlanti del mio settore, ma evitai di pronunciarlo: il Governo aveva fatto un buon lavoro con la sua politica antirivoluzionaria.

In un’altra occasione avrei dovuto lottare contro me stessa per velare il mio disappunto, ma quel giorno ero troppo stanca per farlo.

Percepii delle goccioline di pioggia atterrarmi sul viso e tracciare dei sentieri lungo le guance già bagnate dalle lacrime che sembravano non volersi fermare.

Avanzai con le mani all’interno delle tasche del cappotto; ero quasi arrivata quando la voce metallica parlò nuovamente: adesso i minuti mancanti erano cinque. 
 I pochi  rimasti si affrettavano a far ritorno, e io mi fermai ad osservarle: per la maggior parte erano donne, alcune trascinavano dei bambini che pregavano di rallentare il passo, altre stringevano le buste con i viveri assegnanti dal Governo -era Mercoledì, il giorno della distruzione delle provviste-, altre ancora mettevano fine alle conversazioni per rispettare l’ ordine.

E poi c’ero io che ero rimasta al centro di quella che era stata la strada principale del paese immobile, fissando un qualcosa di invisibile.
Due minuti, captai poi, e mi aggregai alla folla riuscendo ad arrivare a casa -un appartamento con due camere, un lusso nel mio settore- poco prima del suono stridulo delle sirene: da quel momento in poi vagabondare per strada sarebbe stato un atto di disobbedienza, ad esclusione dei lavoratori del settore C che possedevano un permesso per eludere il coprifuoco.

-Ti è andata bene?- chiese retoricamente Igor continuando a leggere l’unico giornale ancora autorizzato dal Governo

-Anche io ti voglio bene- gli risposi sfilandomi le scarpe, e lo baciai sulla guancia dopo aver tolto il cappotto

-Che notizie ci sono?- gli chiesi sedendomi accanto, ma lui sbuffò e voltò pagina prima che potessi leggerla.

Mio fratello, più piccolo di me di cinque anni, era sempre stato un tipo solitario, e l’adolescenza aveva sicuramente amplificato quel tratto.

Mia madre sbucò dalla cucina con il suo solito grembiule malconcio e saturo di rammendi, e mi strinse forte non appena si accorse di me

-Credevo che questa volta…- disse quando ci staccammo, ma non riuscì a continuare

-Ho preparato il polpettone- comunicò dopo aver mandato via quel presagio, e tutti prendemmo posto

-Un polpettone senza carne, davvero squisito- protestò Igor, sbuffando come suo solito

-Non è semplice trovarla-

-Era molto più semplice prima che…-

-Non è sicuro- mi interruppe lei, e tornò a gustare la sua porzione mentre Igor non smise di fissarmi: lui era nato quando il Governo aveva già preso piede, non ricordava molto di come si svolgesse la vita prima e aveva un disperato bisogno di apprenderlo, ma mia madre aveva ragione: meglio non rischiare.

-Abbiamo finito l’acqua- cambiò subito discorso mia madre, e anche questa volta mio fratello si intromise

-Cazzo, sono andato pochi giorni fa a prenderla-

Non aveva tutti i torti: l’acqua potabile veniva distribuita a giorni alterni in taniche da sette litri per ogni membro famigliare nei pressi del vecchio cinema che da noi distava non poco.

Mia madre lo riprese subito e lui protestò, ma l’ultima parola spettò a lei

-Finchè vivrai qui, dovrai aiutarci-

Accennai un sorriso pensando che quella frase accumunasse le madri di tutte le epoche.

-Ci sono novità dal settore D?- chiesi, e percepii lo sguardo di mia madre su di me.

Dopo che il Governo salì al potere, il Paese venne suddiviso in quattro settori: nel settore A vivevano i rappresentanti politici; il settore C conteneva l’ospedale ed era prevalentemente abitato da anziani o infermi; il settore D, quello in cui dilagava la criminalità, era composto da gente che viveva di espedienti.

E poi c’era il mio settore, il B, dove si trovava la classe intermedia.

Era permesso spostarsi tra i settori, ma non dopo il coprifuoco; ed ovviamente era proibito visitare il settore A, tranne se si possedeva uno specifico lascia passare  controllato dalle guardie che proteggevano l’entrata del settore A.

Per alloggiare in un settore bisognava soddisfare dei requisiti che venivano modificati spesso, dunque era frequente che qualcuno fosse costretto a spostarsi da un giorno all’altro.

Era estenuante vivere in quel modo e in quel mondo, ma opporsi avrebbe significato mettere a repentaglio non solo la propria vita, ma anche quella dei propri cari.

Si vociferava dell’esistenza di alcuni furgoni con i quali sarebbe stato possibile eludere le guardie e valicare i confini territoriali entro i quali il Governo esercitava il proprio potere per giungere in un paese democratico e libero, ma nessuno aveva le prove di ciò e chiedere informazioni sarebbe stato pericoloso.

Con quel pensiero mi infilai sotto le coperte, bacia la foto di mio padre e pregai per ricevere la sua protezione, poi chiusi gli occhi e mi lasciai cullare dalla braccia di Morfeo.

Nel prossimo episodio visiteremo uno dei settori . Quale sarà il primo?

  • Il settore D (43%)
    43
  • Il settore C (29%)
    29
  • Il settore B (29%)
    29
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86 Commenti

  • Ciao Rossella,

    Il tuo episodio è pieno di tensione e rivelazioni. La scoperta di Liam e l’incontro con il padre hanno aggiunto ulteriori complicazioni alla trama. Mi piace come hai descritto i pensieri e le emozioni dei personaggi, specialmente di Elizabeth. La tua scrittura continua a tenermi con il fiato sospeso e non vedo l’ora di scoprire come si svilupperà la storia. Continua così!
    Vorrei leggere nel prossimo episodio “Salvare Liam”. La trama sembra essere molto coinvolgente e questa richiesta aggiunge una dimensione personale e emotiva alla storia, che potrebbe portare a sviluppi interessanti. Sono curioso di vedere come Elizabeth affronterà questa sfida e come influenzerà la trama complessiva.

    A presto!

  • Voto Salvare i membri del settore D ma a caso perché sarebbero da fare tutte e tre. E qui sorge la domanda: ma cosa pensi di fare in caso di pareggio? Sì, te la sto tirando 😛

    Ho letto anche la versione completa ma mi rimangono impresse ancora due domande:
    1) se è vero che l’hanno visto buttarsi tra le rocce, come mai invece è vivo? Se non l’hanno visto, allora chi glielo ha raccontato? Cosa si nasconde in realtà dietro la “sparizione” del padre
    2) che facendo davvero il padre? Perché è evidente che aveva tutta l’intenzione di fuggire. Ma essendo agli altri vertici, cosa sta succedendo in realtà?

    Oh insomma: ho mille domande ed un capitolo non basta a risponderci; voglio il seguito! 😛

    Ciao 🙂

    • Ciao Red!
      Sono felice che questa storia, nata con Lo scopo di uscire dalla mia zona di comfort, stia continuando ad intrigare; personalmente, non lo immagino.
      Siamo praticamente arrivati alla fine e sì, moltissime domande non hanno ottenuto un’adeguata risposta, ma posso rispondere alla prima: alla famiglia è stato solo comunicato che il padre si fosse lanciato in mare, ma si era comunque ipotizzato che le correnti avessero portato il corpo a largo -o almeno, questa è la versione presente nella mia testa😂-, per il resto stavo già pensando ad un sequel, ma non era nei piani e sto cercando di organizzare le idee (in realtà pensavo ad un sequel riguardante la storia precedente, quella di Kendra, ma dovrò rivedere il tutto).
      Come al solito ti ringrazio per la visita e il commento, a presto!
      -Ross-

  • Capitolo nono:

    -C’è una qualche possibilità che sia vostro padre?- continuò Ivan spingendo gentilmente delle foto verso mio fratello affinché anche lui potesse esternare i propri pensieri in merito ed entrare attivamente nel vivo di quella discussione che mai avrei pensato di intrattenere.
    Fino a pochi secondi prima gioivo della venuta di Ivan, lo tenevo stretto a me, mi lasciavo inebriare dalla sua presenza e provavo qualcosa di molto simile alla felicità, ma quelle fotografie avevano come avuto il potere di rompere quella bolla all’interno della quale avevo deciso di ripararmi momentaneamente per provare a credere che la disfatta del Governo fosse sempre più vicina, come fossi una balena che, prima di discendere nelle profondità marine, sentiva la necessità di riemergere dalle acque per riempire d’aria fresca i propri polmoni e continuare la propria traversata.
    A seguito di vari studi scientifici è stata appurato che l’aspettativa di vita di questi meravigliosi cetacei si aggiri intorno ai quaranta-settanta anni; a me non importava godere di una longeva esistenza, l’unica cosa che contava era sopravvivere tanto a lungo da poter brindare con i membri dei vari di resistenza, sia interni che esterni, per la definitiva caduta di quel Governo che ci aveva oppressi per tanto, troppo, tempo.
    Vidi Igor continuare ad osservare quelle foto cercando di individuare un particolare grazie al quale sarebbe stato in grado di dare una risposta a quelle infinite domande che, esattamente come era accaduto a me, avevano preso a fluttuare all’interno della sua testa, ma ben presto si rese conto dell’inutilità della cosa: mio padre era andato via -o forse sarebbe meglio dire “mio padre ci aveva abbandonati”, dal momento che quelle prove sembravano incriminarlo- quando mio fratello non aveva compiuto il suo primo anno di vita, dunque per lui era sempre risultato quasi impossibile ricordare il suo volto, il suo sorriso, le sue parole di conforto quando avevamo bisogno che lui ci proteggesse, quasi fosse un supereroe, dalla malvagità del mondo e degli abitanti di esso; da bambina, infatti, ero dell’opinione che il mondo si dividesse fondamentalmente in due grandi e contraddistinte categorie di essere umani: da una parte c’erano i buoni, quelli che avrebbero fatto di tutto pur di aiutare una persona in difficoltà, e dall’altra vi erano i cattivi, i quali, invece, erano la causa principale della sofferenza provata da tutti coloro che cercavano un minimo di conforto negli uomini che appartenevano al primo gruppo.
    In sostanza per me esistevano solo il bianco e il nero, mentre l’esistenza del grigio non veniva contemplata dalla mia mente di bambina; ma poi sono cresciuta, e allora ho compreso che sia impossibile effettuare questa differenziazione alla perfezione: tutti gli esseri umani, infatti, anche coloro che non lo ammetterebbero mai, hanno un lato oscuro che aspetta solo l’occasione giusta per poter fare ufficialmente la propria comparsa e smettere di vivere recluso nell’inesplorato regno delle tenebre, facendoci scoprire aspetti del nostro carattere che non sapevano di possedere e, spesso, trasformandoci proprio in quei soggetti che fino a poco tempo prima detestavamo.
    Mio padre si era ritrovata nella stessa situazione: l’uomo che avevo da sempre considerato un martire si era invece lasciato corrompere da quel Governo che tanto diceva di odiare, disprezzando la segregazione da esso imposta ma trasformandosi in un oppressore.
    Era stato davvero stato lui, come Ivan affermava, a progettare la feroce rappresaglia contro gli abitanti in età da armi del settore D?
    Davvero aveva sulla coscienza così tanti innocenti?
    Dalla strada una folata di vento primaverile portò le voci acute di alcuni bambini impegnati in un qualche gioco che avevano appena inventato, e furono proprio quelle voci a riportarmi alla realtà.
    In me era in atto una guerra tra la razionalità e l’irragionevolezza, un conflitto tra la mente e il cuore che non cessava: l’affetto per mio padre mi faceva dubitare delle parole di Ivan, ma quei nei a forma di triangolo sulla guancia non lasciavano alcun dubbio e, alla fine, fu la ragione a prevalere.
    -Da queste foto sembra anche che abbia come delle macchie sul braccio- continuò Ivan mostrandomi altre fotografie, e fu allora che il cuore dovette definitivamente farsi da parte
    -Quelle sono delle discromie, non delle macchie- lo corressi -È la rimozione dei tatuaggi a provocarle, e in quel punto nostro padre aveva tatuato i nostri nomi- terminai dirigendomi verso la finestra, e vidi mio fratello tenersi la testa tra le mani mentre respirava affannosamente.
    Se quella conversazione era stata difficile per me, per mio fratello lo fu mille volte tanto: da bambino chiedeva sempre a nostra madre quanto lontano fosse il luogo in cui si trovasse papà, e adesso aveva scoperto che lui fosse sempre stato più vicino di quanto potesse immaginare.
    -Quindi è lui che dirige tutto?- ebbe poi la forza di chiedere mentre i suoi occhi si velarono di lacrime che non si sforzò di trattenere, ed ebbi un sussulto pensando che stesse così a causa dell’unica persona che avrebbe dovuto evitare ciò
    -Non sta al vertice della piramide, ma gioca comunque un ruolo importante- lo informò Ivan dopo avermi rivolto un rapido sguardo con il quale volle chiedermi se fosse il caso di continuare a renderlo partecipe: dopotutto aveva già molte notizie da assimilare.
    La prima reazione di mio fratello fu scagliare un destro sul tavolo che sembrò barcollare, ma riuscì comunque a rimanere in piedi
    -Ci ha abbandonati, ci ha abbandonati al nostro destino!- continuava a gridare mentre la rabbia gli colorò il volto di un rosso scuro e il respiro diventava sempre più affannoso
    Venni raggiunta da nuovo pensiero: mia madre conosceva la verità?
    Sapeva che mio padre fosse ancora in vita ed aveva accettato di convivere con quel segreto rinchiudendolo dei meandri più oscuri della sua mente?
    Non potevo parlarne con mio fratello, dunque deciso di non dar voce ai quelli assillanti dubbi.
    Venimmo interrotti dal suono del woki toki che i membri venuti dai territori liberi si erano divisi per tenersi in contatto una volta aver oltrepassato il confine nel senso opposto e la voce di Peter, il riferimento del gruppo di Ivan, annunciò qualcosa di terribile: non solo il comandante della nave che avrebbe dovuto regalare la libertà a molti era stato arrestato, ma alcuni giuravano di aver visto Liam sul retro di uno di quei furgoni della destinazione ignota.
    -È fatto, hanno vinto loro- esclamò rassegnato Igor -Bella giornata di merda-.
    I due si lasciarono prendere dallo sconforto, ma io sapevo di dover tentare il tutto per tutto: era necessario incontrare mio padre e sperare che, forse per l’ultima volta, fosse dalla parte di quei figli dei quali, probabilmente, non ricordava più i volti.
    Alcuni membri del GRI avevano scavato un tunnel che collegava il settore B ai sotterranei del palazzo del Governo e, se le informazioni di Ivan erano corrette, mio padre doveva trovarsi lì.
    Come avrebbe reagito incontrandomi per la prima volta dopo anni di lontananza?
    -Non se ne parla- sentenziò Igor quando esposi il mio piano
    -È troppo pericoloso- gli fece eco Ivan, ma non potevo mollare: sapevo di avere in mano la vita di molte persone, compresa quella dei bambini dei quali ci stavamo prendendo cura e che non si erano mai mostrati timorosi.
    -Dobbiamo arrivare al vertice della piramide e, per farlo, è necessario partire dal basso- cercai di farli comprendere, e alla fine ottenni la loro benedizione con la clausola di portare con me il woki toki di Ivan da utilizzare in caso di pericolo.
    Mentre percorrevo il tunnel che mi avrebbe condotta per la prima volta nel settore A continuavo a pensare a come lì tutto fosse rimasto immutato, a come la vita andasse avanti come se nulla fosse mai accaduto.
    Noi dovevamo razionare l’acqua, loro si rallegravano alla vista di imponenti fontane.
    Loro viaggiavano in auto e avevano dei cellulari, noi dovevamo accontentarci di biciclette e woki toki rudimentali.
    “Vivono nel lusso a spese nostre” non smisi di pensare, ma andai comunque avanti fino a raggiungere la fine dell’angusto cunicolo.
    Provai a mettermi in contatto con Ivan e Igor per metterli al corrente della riuscita della prima parte del piano, ma c’era qualcosa che impediva le comunicazioni.
    Se mi fosse successa qualcosa, mi trovai a pensare, non sarebbero mai riusciti a perdonarsi.
    L’idea era di addentrarmi ai piani superiori, ma da una porta lasciata aperta veniva fuori una flebile luce.
    Mi avvicinai e vidi un uomo di spalle, in alta uniforme, estrarre una valigetta da un nascondiglio mentre continuava a ripetere qualcosa del tipo “Sapevo che sarebbe finita così”.
    L’uomo ne rivelò il contenuto: denaro, denaro ancora valido nei paesi oltre confine.
    Mi fu tutto chiaro: stava cercando di fuggire. Quindi neanche il Governo si trovava in una bella situazione?
    La vista di una ratto mi fece sussultare prima che riuscissi a portare una mano alla bocca per nascondere uno strillo.
    L’uomo si voltò -era più incuriosito che spaventato- e fu allora che lo riconobbi: aveva qualche capello grigio e delle rughe in più sul volto, ma era lui, era mio padre.
    Ci scrutammo in silenzio mentre lui lasciò cadere il denaro che teneva in mano.
    Il mio cuore battè all’impazzata e percepii il suo fare lo stesso.
    Dopotutto, forse non ci aveva dimenticati.
    Dopo quello che mi parve un secolo, fui io la prima a prendere la parola
    -Hai visto un fantasma?- chiesi retoricamente per poi correggermi -Aspetta, il fantasma dovresti essere tu-.
    Mio padre continuò a rimanere in silenzio forse cercando le parole giuste per portare avanti quella discussione, ma sembrò non trovarne -e, d’altronde, dove avrebbe potuto recuperarle?-
    Poi fece un passo verso di me, ma lo fermai con un gesto repentino della mano: non reggevo la sua presenza, figuriamoci la sua vicinanza
    -Stavi per abbandonarci di nuovo?- gli chiesi poi indicando il denaro, e dal suo silenzio compresi la tacita risposta.
    -Non è come…- fece per dire prima che lo interrompessi
    -Penso solo che hai sempre scelto te stesso,
    Oggi ti chiedo di anteporre la salvezza di più persone alla tua-.
    Gli raccontai di Liam, del capitano della nave e della mia appartenenza al GRI non sapendo come avrebbe reagito, ma lui non si scompose
    -In fondo ho sempre saputo che anche tu avresti combattuto- mi rispose poi guardandomi dritta negli occhi, e in quel momento vidi davvero mio padre.
    -Io scelgo di aiutarti, ma posso soddisfare una sola richiesta-
    Lo guardai perplessa: davvero mi stava mettendo nella posizione in cui salvare una vita avrebbe significato condannarne un’altra?
    -Ogni azione comporta delle conseguenze, e forse solo in questo modo riuscirai a capirmi-

  • Ciao Ross 😉
    Letto il capitolo integrale e devo dire che questa storia sta diventando sempre più bella e intrigante e con il fatto che hai tutto lo spazio di esprimerti sta avendo il giusto respiro che aiuta il lettore appunto a empatizzare con i personaggi 🙂
    Devi solo prestare più attenzione agli errori di battitura perché sono un bel po’ ma sono facilmente individuabile con una rilettura prima di premere quel fatidico tasto 🙂 però ciò non toglie nulla alla qualità del racconto che ci stai portando 🙂
    E così il dolce papà in realtà è uno dei maledetti al governo? Questo si che è un colpo di scena 🙂 infatti voto subito per sapere più di lui 🙂
    Riuscirai a chiudere il tutto in due capitoli? Sono molto curioso 🙂
    A presto 🙂

    • Ciao e, come sempre, grazie per essere passato e continuare a seguire questa storia che, lo spero vivamente, non abbia smesso di piacerti.
      Purtroppo sono ormai schiava degli errori, sembra che sfuggano sempre nonostante ricontrolli numeroso volte il capitolo prima della sua pubblicazione (molto probabilmente il mio cervello “trasforma” gli errori facendomeli apparire come corretti, altrimenti non saprei proprio come giustificare ciò 😅).
      Per quanto riguarda la -quasi- rivelazione sul padre: credevo che alla storia servisse un po’ più di dinamicità e di brio, dunque ecco il colpo di scena immancabile nei mei scritti.
      Grazie ancora per essere passato e a presto!
      -Ross-

  • Rossella hai tirato su davvero un bel capitolo. Complimenti davvero.
    Il plot twist davvero non me lo aspettavo. Ero entrato in empatia con la protagonista, immaginando il padre che da libero quale era si ritrova schiavo e quindi decide di farla finita. Ed ora lui può essere (ancora non l’hai confermato) uno tra i “capoccia” di quel Governo?
    Entrambe le versioni sono molto valide, riesci a trasmettere lo stesso messaggio utilizzando poche parole e quindi un punto aggiuntivo a te e alla tua scrittura.
    Ormai sono curioso, quindi aspetto un prossimo episodio interamente incentrato sul padre dei protagonisti.
    Alla prossima.

    • Ciao!
      Mi fa piacere che questa storia stia continuando a piacere a voi tanto quanto a me☺️
      Grazie mille per i complimenti, fa sempre bene al cuore riceverli!
      Per quanto riguarda un eventuale sequel: la storia era stata pensata per non averne, ma sinceramente non so se riuscirò a far entrare tutto negli ultimi due capitoli rimasti… vedremo cosa serberà il futuro!
      Ti ringrazio nuovamente per essere passato e spero che questa storia possa continuare a piacerti.
      A presto!
      -Ross-

  • Sì, ormai c’ho preso gusto a pubblicare i capitoli nella loro versione integrale😅

    Quella mattina mi svegliai di soprassalto come se il mio subconscio avesse voluto farmi anticipatamente comprendere quali avvenimenti si sarebbero verificati nel corso di quella giornata affinché potessi arrivare il più preparata possibile ad essi, ma in quel momento ero troppo scossa per riuscire a mettere un ordine tra tutti quei pensieri che avevano preso ad invadermi la mente senza prima averne chiesto il permesso.
    Mi sentivo come preda di uva turbinio di emozioni contrapposte delle quali non riuscivo ad evadere, quasi come se esse avessero creato una gabbia e mi avessero spinto al suo interno togliendomi ogni linfa vitale e più provavo a reagire più ogni mio vano tentativo mi si rivolta contro.
    Era accaduto lo stesso alla mia città: avevano assestato un duro colpo al Governo facendo comprendere che non tutti accettassero di continuare ad abbassare la testa, ma la nostra azione aveva indotto i membri decisori del Governo, quelli che più degli altri avevano voce in capitolo sulle scelte da mettere in atto, ad assestare un colpo ancora più duro e, alla fine, non riuscivo a comprendere se ne fosse effettivamente valsa la pena.
    Quante vite erano andate incontro al loro triste destino a causa nostra?
    Avremmo potuto evitare tutto ciò se avessimo contemplato la possibilità che il Governo rispondesse al fuoco?
    E come si sentiva Liam? Si stava dando la colpa per aver convinto i membri del GRI ad agire così tempestivamente?
    Erano ormai trascorsi giorni dal nostro ultimo incontro e, sebbene la situazione in città sembrasse essere relativamente migliorata e fosse quasi del tutto scomparsa quella frenesia che aveva tristemente accompagnato gli eventi degli ultimi giorni, confesso che ogni speranza di un suo ritorno stesse sempre più iniziando a vacillare; inoltre, come se ciò non fosse già abbastanza, quella notte sognai mio padre per la prima volta dopo anni.
    Era un’afosa giornata estiva e noi costeggiavamo il lungomare della città mano nella mano cercando di trovar ristoro dal caldo che aveva regnato sovrano durante il corso delle ultime settimane e, quando giungemmo nelle vicinanze di quella che un tempo era la piazza principale della città -luogo che, attualmente, si è trasformato nel punto di ritrovo per la maggior parte dei giovani appartenenti a quella ristretta élite alla quale venivano concessi dei privilegi di gran lunga distanti dalle condizioni di vita della porzione più numerosa della società-, puntai l’indice della mano destra verso un uomo che vendeva dello zucchero filato lì vicino
    -Papà, possiamo comperarlo anche al fratellino?- gli chiesi continuando a stringere forte la sua mano dal momento che, nella mia mente di bambina, anche i neonati come mio fratello erano in grado di nutrirsi servendosi dei nostri stessi alimenti.
    Mio padre accennò un sorriso, mi accarezzó dolcemente la testa e prese a spiegarmi che ci fossero dei cibi non adatti a dei bambini così piccoli mentre io lo guardavo dubbiosa: era mai possibile che ai neonati non potessero essere somministrati cibi che non fossero il latte in polvere che mia madre preparava ogni giorno?
    -Neanche tu potevi mangiarlo da piccola- disse poi come se mi avesse letto nel pensiero, ma poco prima che potessi replicare vidi il cielo diventare sempre più scuro.
    Tutto d’un altro iniziò a piovere e intorno a noi ogni cosa prese a cambiare aspetto come se una qualche strega avesse lanciato un potente incantesimo eliminando tutto ciò che vi era di bello; spaventata cercai la mano di mio padre, ma alzai lo sguardo e non vidi più la sua figura al mio fianco.
    Lo chiamai a gran voce, feci parecchi giri su me stessa credendo che si stesse nascondendo dietro di me e continuai a gridare, ma la situazione restò immutata e mi resi conto di essere da sola, di non poter più far affidamento sul mio supereroe preferito.
    Stavo per sedermi sul marciapiede stringendo la testa tra le mani, ma prima di farlo Spalancai gli occhi e feci ritorno sul pianeta Terra.
    Percepii vagamente il profumo di mio padre aleggiare all’interno dell’appartamento, ma la sensazione di abbandono che provò l’alterego del mio sogno non voleva staccarmisi di dosso e mi sentii come un vuoto dentro.
    Cercai di regolarizzare il respiro per tranquillizzarmi -non potevo farmi abbattere da un sogno, non quando ogni mio energia doveva essere spesa per cercare di capire cosa fosse accaduto a Liam-, ma fu il pianto di Paolo, il neonato che ci era stato affidato, a riportarmi definitivamente alla realtà.
    Inizialmente temevamo che i suoi vagiti potesse attirare l’attenzione dei vicini per i quali non sarebbe stato complicato comprendere che io e Igor non solo militassimo nel GRI ma stessimo anche nascondendo in casa nostra dei membri del settore D sprovvisti della D-Karte -una tessera di nuova introduzione riservata ai rimanenti del settore D, per la maggior parte uomini e donne non più in età da armi e che, dunque, non avrebbero potuto organizzare una nuova rivolta-, invece ci eravamo resi conto che molti, pur non partecipando attivamente al GRI e non prendendo parte alle nostre riunione, condividessero le nostre stesse idee e fossero dalla nostra parte, solo avevano paura per la loro incolumità.
    Fino a quel momento avevo creduto che nessuno volesse tornare a vivere la vita che si conduceva prima della presa di potere da parte del Governo, ma i recenti eventi portarono a ricredermi.
    -Ti senti male?- sentii dire mentre cercavo di tranquillare il piccolo.
    Mi voltai e notai la presenza di una delle gemelle sulla soglia della mia camera
    -Ti ho sentita gridare prima- continuò, e io le feci cenno di sedersi accanto a me su quello che, ormai, non poteva più essere definito un divano.
    Riflettei se fosse il caso di raccontarle del mio sogno e di quella agghiacciante sensazione di malessere psichico -d’altronde era solo una bambina strappata dal suo ambiente sicuro- e alla fine optai per delle mere frasi di rassicurazione sul fatto che tutto andasse per il verso giusto
    -Anche Liam sta bene?- chiese poi, e io continuai a rassicurarla per spegnere definitivamente quella mia vicina interna che affermava esattamente l’opposto.
    Poi, quando Paolo riprese il suo sonno da dove l’aveva lasciato, la invitai ad aiutarmi a preparare la colazione per gli altri prima si svegliassero per provare a distrarla -probabilmente ero io quella che aveva bisogno di una distrazione-
    -Sei brava come mamma, anche se le bugie fanno crescere il naso- affermò seguendomi, e capii che non avesse creduto a nessuna delle mie parole.
    Se ero stata colta in flagrante da una bambina, come sarei riuscita a mentire circa i miei rapporti con i GRI se le cose si fossero messe male e fossi stata catturata dalla polizia governativa?
    Non passó molto tempo prima che anche Igor si svegliasse, e anche lui si mostrò fin da subito preoccupato per la sorte toccata a Liam
    -Secondo te perché non ha portato lui stesso il bambino qui?-
    Era quella la domanda che continuavamo a porci, ma nessuna delle nostre ipotesi sembrava essere quella giusta.
    Intanto fuori non si sentivano più i passi pesanti dei soldati nè le parole di protesta di chi si sentiva ingiustamente ispezionato e noi eravamo riusciti a contattare dei membri del GRI, ma nessuno sembrava aver notizie di Liam nè dei membri del settore D scomparsi: li avevano davvero condotti in prigione?
    Se sì, avevano intenzione di tenerli lì per il resto della loro vita?
    -Dobbiamo preparare i bambini- mi ricordò poi Igor: tra pochi giorni sarebbe partita una nave diretta verso i territori liberi e il comandante aveva accettato di portare con sè i bambini e consegnarli ai membri della famiglie che già si trovavano oltre confine.
    -Quindi è…- feci per dire, ma dei colpi alla porta misero fine alla conversazione.
    Guardai impietrita Igor: possibile che la polizia governativa avesse ricevuto una soffiata?
    Nascondemmo in fretta i bambini e aprii la porta con il cuore in gola, ma ad attendermi sulla soglia trovai la sorpresa migliore che potessi desiderare in quel momento: Ivan aveva mantenuto la sua promessa ed era tornato, era tornato per me.
    Mentre le mie guance si riempivano progressivamente di lacrime come accadde durante il nostro ultimo incontro io mi trovai stretta tra le sue braccia, affondai il viso nell’incavo della sua spalla e mi lasciai inebriare dal suo profumo, da quell’odore che aveva così tanto desiderato ritrovare, da quell’odore che sapeva di casa e felicità.
    Mi staccai da lui e lo guardai: non era un’illusione, Ivan era realmente lì.
    -Posso entrare?- chiese poi accennando un sorriso, ed io credo di aver debolmente mosso la testa in avanti perché mi prese per mano e richiuse la porta alle nostre spalle.
    Dentro lo vidi dare a Igor un abbraccio fraterno, ma era come se osservassi la scena dall’esterno, come se la mia anima si fosse separata dal mio corpo e avesse preso a viaggiare liberamente.
    Sì, ero in quella stanza, ma quell’emozione improvvisa mi aveva del tutto destabilizzata
    -Avevo promesso che sarei ritornato- sentii poi Ivan concludere un discorso portato avanti con Igor, e questo prese subito a tempestarlo di domande sui territori liberi
    -È vero che lì si viva come nel settore A?-
    Chiese ciò perché la “vita nel settore A” era l’unico termine di paragone al quale poteva attingere
    -Si vive anche meglio perché c’è una cosa chiamata democrazia- rispose Ivan etichettando l’ultima parola.
    -Però prima devo farvi vedere alcune cose- disse poi, e solo allora mi resi conto che avesse poggiato sul tavolo una piccola cartelletta porta documenti dalla quale estrasse delle fotografie, dei primi piani di alcuni uomini con indosso la divisa che contraddistingueva i membri del Governo
    -Chi sono?- gli chiesi, in quanto non ero mai andata nel settore A
    -Sono gli uomini più influenti del Governo, quelli che hanno organizzato le operazioni degli ultimi giorni-
    Continuò a guardarmi come se si aspettasse qualcosa da me ed io proseguii a sfogliare le foto fino a quando una non colpì la mia attenzione.
    Era un uomo di poco conto sulla cinquantina con la barba e i capelli brizzolati, ma il mio sguardo cadde sulla collana che portava al collo, una collana avente come ciondolo l’albero della vita.
    Una simile l’aveva anche…
    No, non era possibile.
    Sportava continuamente la sguardo dalla foto ad Ivan e viceversa mentre lui capii che io avessi realizzato
    -Lo conosci?- mi chiese Igor, e a me mancò il fiato.
    No, non poteva essere vero.
    -Aveva dei nei sulla guancia destra come li hai tu, vero?- mi incalzò Ivan tralasciando la domanda di Igor; non lo aveva nominato, ma entrambi sapevamo di chi stesse parlando.
    Annuii e lui mi mostrò una foto dello stesso uomo in cui si vedevano chiaramente dei nei a forma di triangolo come i miei.
    Come i miei e come quelli di mio padre.
    -Lui è uno dei membri più influenti del Governo, uno di quello che prende la maggior parte delle decisioni- mi informò Ivan -Ci concentriamo su di lui da tempo, ma non conosciamo ancora nulla della sua vita prima della presa di potere. Mi dispiace , ma io devo chiedertelo: quest’uomo è tuo padre?-.

    • Commento anche il capitolo completo, visto che l’ho letto dopo.
      La prima parte è praticamente un riassunto di quanto è successo (a proposito: c’è dell’uva dove doveva esserci un “una”) ma la cosa parte è decisamente più intrigante. Anche il capitolo tagliato, come ho detto, non sfigura ma quello completo è, d’altronde, meglio.

      E vediamo se in due capitoli riesci a chiudere o se andiamo ad un seguito 🙂

      Ciao 🙂

  • siamo all’ottavo capitolo, quindi voto entrambi!

    Non ho trovato nei commenti il capitolo integrale (a meno che non lo stai scrivendo mentre io scrivo) ma devo dire che sono rimasto col fiato sospeso. Il plot twist non me l’aspettavo ed a questo punto mi chiedo se riuscirai a chiudere la storia od andrai ad un seguito 🙂

    Ciao 🙂

    • Ciao!
      Hai pensato bene: stavo finendo di correggere il capitolo integrale prima di pubblicarlo qui (nonostante sappia già che si troveranno una marea di errori sfuggiti😅), ma adesso, se ti va, puoi recuperarlo😊
      Sono contenta che questa storia stia continuando a piacere, con essa ho cercato di uscire dalla mia zona di confort per trattare temi che non avevo mai portato qui su TI, e sono sollevata di essere riuscita nei miei intenti.
      Per quanto riguarda un eventuale seguito: la mia prima intenzione era quella di scrivere una storia senza un seguito, ma tutto può cambiare.
      Vedremo come andrà.
      A presto!
      -Ross-

  • i capitoli integrali mi piacciono molto di più ma sei molto brava a tagliare nelle parti più giuste e quindi la storia rimane interessante anche nei capitoli con tagli. ora è un mix tra hunger games e il diario di anna frank. voto per Igor che scopre qualcosa sul padre

    • Ciao!
      Mi fa piacere che il mio intento di suscitare delle vibes in stile “diario di Anna Frank”/ periodo del nazismo sia andato in porto.
      Per quanto riguarda i tagli ai capitoli integrali: purtroppo il numero di caratteri disponibili qui su TI è di molto inferiore a quello totale una volta completati i capitoli, quindi faccio il possibile affinché lo scritto possa continuare a mantenere almeno le parti salienti eliminando il superfluo.
      Ti ringrazio comunque per la visita e il commento,
      A presto!
      -Ross-

  • Ciao Ross 🙂
    Ovviamente ho letto anche la versione estesa 🙂
    La situazione si sta complicando non c’è che dire 🙂
    Il momento in cui i soldati stanno per scoprire le gemelle mi ha ricordato il diario di Anna Frank, anche se qua è finita bene 🙂 perciò se questo era il tipo di emozioni che ci volevi comunicare io direi che ci sei riuscita benissimo 🙂
    Però essendo io un gatto bas….o voto affinché i protagonisti vengano arrestati 🙂
    Vediamo cosa ci tiri fuori 🙂
    A presto 🙂

    • Ammetto che il gatto bast..do mi mancasse 😂
      Scherzi a parte, grazie anche a te per essere passato e continuare a seguire questa che spero possa non deludere le aspettative.
      Effettivamente l’idea di fondo di questo capitolo -nonché dei precedenti- era quello di “rievocare” quello che, personalmente, ritengo essere il periodo più buio del secolo scorso e sono felice di essere riuscita in quello che era il mio intento (speravo di tirar fuori quelle emozioni, ed è veramente bello esserci riuscita)
      Grazie ancora e spero che questa storia possa continuare a piacerti.
      A presto!
      -Ross-
      Ps: al più presto passerò anche da te e recupererò tutto!

  • Igor scoprirà qualcosa sul padre!

    Capitolo denso di adrenalina questo (ho letto anche la parte estesa che è assai più emozionante)! Mi aspettavo una domanda su Liam ed invece mi hai sorpreso col ritorno di Ivan.

    Vediamo cos’altro ci aspetta ^_^

    Ciao 🙂

    • Diciamo che i colpi di scena, se così vogliamo definirli, non possono mai mancare all’interno di una mia storia 😂
      Sì, effettivamente la versione integrale è più “elettrizzante” di quella non estesa, ma ció è quello che accade quando si è “costretti” ad utilizzare un numero limitato di caratteri.
      Ti ringrazio per essere passato e continuare a seguire questa storia!
      A presto!
      -Ross-

  • Ciao Rossella.
    Ho letto entrambe le versioni. Dalla versione “tagliata”, data la parte finale che hai aggiunto, aggiungi nuove informazioni interessanti, quindi la metterei anche nel capitolo “non tagliato” perché ci sta.

    Come hai detto tu stessa c’è qualche refuso qua e là, ma con una revisione è facile individuarli e correggerli.

    Nel complesso il capitolo è ben scritto.

    Tutto sta andando troppo troppo bene. Quindi magari, per proteggere il bambino e le gemelline, i nostri protagonisti finiranno arrestati. (con Ivan che magari andrà a salvarli).
    A presto 🙋‍♂️

    • Ciao!
      A dir la verità la mancanza della parte finale nel capitolo “non tagliato” è stata causata da una mia svista unita ad un uso non troppo abile della tecnologia (avevo copiato interamente lo scritto , ma il cellulare deve essersi rifiutato di far lo stesso con l’ultima parte 😅)
      Ad ogni modo ti ringrazio per la lettura, il passaggio e il commento e spero che questa storia possa continuare a piacerti.
      A presto!
      -Ross-

  • Anche questo capitolo lo lascio per intero nonostante -lo immagino già e chiedo scusa per questo- la moltitudine di refusi ed errori, ma giuro di aver cercato di prestare più cura ed attenzione nella versione “ufficiale”.

    -Tornerò presto- aveva promesso Liam prima di chiudersi dietro la porta del nostro appartamento e lasciarci lì ad aspettarlo, ma inesorabilmente il tempo continuava a trascorrere e noi non eravamo ancora entrati in possesso di nessuna notizia nè riguardo Liam nè riguardo ciò che stesse accadendo là fuori.
    Ogni minuto trascorso appariva come un’eternità ed io avrei tanto voluto confronti con Igor, cercare una spalla sulla quale poter appoggiarmi, ma dar voce a quei pensieri avrebbe significato rendere concreta quella che doveva solo rimanere una macabra congettura e non potevo permettere che la negatività prendesse il sopravvento.
    -Continuano ad ispezione le Karte- mi informò Igor spostando di pochi centimetri la tendina della finestra che si affacciava sulla strada, l’unica barriera tra noi e il plutone di soldati che si faceva sempre più numeroso.
    Le gemelle, sedute sul divano l’una accanto all’altra, si guardavano intorno confuse, esattamente come avrei fatto io se fossi stata strappata violentemente dalla mia casa e da tutti i miei affetti; in tempi diversi avrei proposto loro di guardare qualcosa in televisione, ma il Governo ci aveva concesso solo il canale dei notiziari e non mi parve il caso di infierire ulteriormente sulla loro già fragile psiche.
    Intanto le campane della vicina Chiesa iniziarono a suonare annunciando lo scoccare del mezzogiorno, dunque erano trascorse quasi due ore dal nostro ultimo incontro con Liam.
    -E se andassi da qualcuno del GRI?- proposi mente Igor richiudeva la tendina -Forse qualcuno sa cosa stia accadendo oltre quelle mura-
    A me non sembrava una cattiva idea -avevo i documenti in regola e non sapevano militassi del GRI, dunque non avrebbero potuto fare alcunché-, ma mio fratello non sembrava della stessa opinione
    -A quelli basterebbe un niente per spararti- disse infatti, e d’altronde non aveva tutti i torti.
    Con la coda dell’occhio vidi una della gemella provare a dire qualcosa, ma fu l’altra ad alzarsi in piedi e prendere la parola al suo posto
    -Spareranno anche a Liam perché ci ha fatte scendere da quel camion?-
    Non sapevo in che modo fosse riuscito a metterle in salvo, pertanto la raggiunsi e mi abbassai al suo livello quel tanto che bastò per spronarla a continuare
    -La mamma ci ha svegliate dicendo di preparaci velocemente perché avremmo dovuto fare un lungo viaggio e, anche se cercava di nasconderlo, ho visto che stesse piangendo- continuò, ma non mi guardò mai in faccia -Poi un soldato è entrato in casa e ci ha portato fuori, ed è stato allora che ho visto le altre persone fare lo stesso. Un ragazzo in pigiama ci ha aiutate a salire su un grande camion mentre la mamma cercava di comprendere dove ci stessero portando; ho provato ad ascoltare, ma c’era troppo rumore e ho tappato le orecchie.
    Poi il soldato si è allontanato ed ho visto Liam avvicinarsi al camion, ha parlato con delle signore e ha fatto scendere noi e un altro bambino prima che il soldato tornasse.
    Il resto già lo sai- concluse poi alzando lo sguardo, e la sua impassibilità mi colpì: non aveva mai pianto.
    Aveva tremato, era stata confusa e aveva dimostrato di aver paura, ma non aveva mia versato una lacrima.
    D’altronde i bambini nati sotto il Governo, specialmente quelli del settore D, imparavano subito che il pianto non riuscisse a modificare il corso degli eventi.
    -Spareranno a Liam?- domandò poi l’altra gemella rimanendo seduta, e mentre Igor guardava la scena impietrito l’unico risposta che riuscii a darle fu una carezza sulla guancia
    -Tornerà- le dissi poi, e lo ripetei spostando lo sguardo verso mio fratello.
    -Adesso pensiamo a queste- mi ricordò Igor sventolandomi davanti della liquirizia: eravamo riusciti a nascondere in casa la maggior parte delle scorte, ma alcune erano rimaste scoperte.
    Poi pensai al doppio fondo dell’armadio in cui nascondevo i giocattoli da bambina, e fu quella trovata a salvarci
    -Ne volete un po’?- chiesi alle bambine prima di nascondere l’ultima tavoletta di cioccolata che fece illuminare gli occhi ad entrambe.
    D’un tratto sentimmo dei forti passi salire su per le scale del palazzo e, vedendo dei soldati uscire dalle abitazioni vicine, capimmo che i nostri timori si fossero concretizzati: avevano iniziato ad ispezionare casa per casa alla ricerca di qualunque cosa potesse dimostrare l’appartenenza al GRI.
    Le scorte erano sparite, ma le bambine avevano le Karte del settore D e non c’era modo di nasconderle.
    Io e Igor ci guardammo rassegnati mentre sentivamo i passi farsi sempre più pesanti
    -È la fine- pensai quando sentii che avessero appena finito di perquisire l’appartamento sottostante.
    Solo una rampa di scale e tutto sarebbe finito.
    Uno scalino saluto in più, un battito in meno del mio cuore.
    Poi un rumore dalla strada catturò l’attenzione dei soldati che tornarono indietro mentre due porte, la mia e quella della vicina di sotto, si aprirono simultaneamente
    -Presto, fate scendere le bambine- ci disse la ragazza di sotto -Non torneranno qui-
    Non l’avevo mai vista alle riunioni e non sapevo se fidarmi, ma poi pensai che sapendo delle gemelle avrebbe già potuto informare i soldati e scelsi di far leva sull’istinto.
    Riuscimmo nell’imprese poco prima che i soldati tornassero indietro, ed io ebbi appena il tempo di ringraziare ogni mio protettore prima di chiudere la porta ed aspettare l’inizio della perquisizione.
    Da noi non trovarono nulla, ma vedemmo trascinati fuori alcuni dei membri del GRI non fortunati come noi.
    -Avremmo saputo se lo avessero preso, avrebbe trovato il modo di farmelo sapere- pensai mentre li guardavo marciare a testa alta fino ai camion.
    Non passò molto prima che una donna del settore B militante nel GRI bussasse alla nostra porta con un bambino piccolo tra le braccia
    -Liam ha detto che ve ne sareste presi cura- ci disse porgendomi il bambino, ma Liam dov’era?

  • Ciao Ross 🙂
    Ho letto la versione integrale del capitolo naturalmente 🙂 a parte qualche refuso facilmente individuabile con una revisione (i più te li ha elencati Lichthart 😉 ) finalmente hai avuto la possibilità di esterniare al pieno la tua capacità di scrittura 🙂
    Ci stai facendo empatizzare con il GRI e i poveri bambini del settore D 🙂
    Ci fai vedere come il governo sia senza scrupoli e ci metti dentro una voglia di unirci al gruppo di resistenza contro di essi 🙂
    Io sono un po’drammatico perciò voto che il piano fallisce e la polizia irrompe prima che Liam possa fare qualcosa 🙂
    Vediamo cosa ci tiri fuori 🙂
    A presto 🙂

    • Grazie per complimento ☺️
      Effettivamente credo che questo capitolo, benché scritto di getto e pieno zeppo di errori, abbia fatto venir fuori una parte di me che neanche io conoscevo, una parte che è entrata del tutto all’interno della narrazione.
      Non so ancora come andrà, ma sono felice che il fattore “empatia” sia entrato in gioco, in quanto era uno degli obiettivi che avevo messo in lista.
      Ti ringrazio anche per continuare a seguire questa storia, purtroppo io non sono più riuscita a recuperare le vostre, ma cercherò di farlo a breve:
      Grazie ancora e a presto!
      -Ross-

  • Io voto che andrà liscio ma metterei un po’ di adrenalina facendo muovere la polizia per far credere che sia tutto perduto. Poi “colpo di scena”: un’idea della nostra protagonista farà sì che il piano andrà in porto 🙂

    Questa volta non ho altro da aggiungere.

    Ciao 🙂

    • Effettivamente, conoscendomi Credo sia lo scenario più adatto a me, non alla storia in sè, ma proprio a me come scrittrice 😂
      Purtroppo questo capitolo, come già detto, è pieno zeppo di errori, ma spero che la qualità non sia venuta meno.
      Grazie per il commento e spero che questa storia possa continuare a piacerti!
      A presto!
      -Ross-

  • Ciao Rossella.
    Ho letto entrambe le versioni dei capitoli e devo dire che mi hanno incuriosito molto.

    Il Governo, come c’era da aspettarsi, ha reagito e anche in modo intenso. Liam deve farsi un esame di coscienza e sentirsi veramente in colpa per aver abbozzato un piano che, se da un lato ha avuto gli effetti desiderati, dall’altro ha portato a problematiche molto molto serie. Non so se il gioco è valso la candela. Sicuramente ora si darà da fare, come già sta facendo, per cercare di arginare lo tsunami di problemi che sta arrivando.

    Ti segnalo qualche refuso, in modo in caso da correggerlo nel file: “mi sentivo come se, aiutando *qualcosa” sarebbe dovuto essere *qualcuno
    “parola dell’*accaduta” sarebbe dovuto essere *accaduto
    “-Voi dove vi nasconderete?- *li chiese Igor” sarebbe dovuto essere *gli
    “-Tra pochi giorni li *condiremmo oltre confine-” ammenoché l’assenza di provviste li faccia diventare cannibali e divorare i poveri bambini credo tu volessi dire *condurremo 😂

    Un altro consiglio è quello di non usare -…- per i discorsi diretti, visto che già li usi per gli incisi. Magari usa le virgolette in modo da rendere tutto più scorrevole.

    Dato che a Liam sta andando fin troppo bene voto per la polizia che lo rintraccia e vediamo quale bella idea ci porterai.

    Complimenti per il racconto e a presto 🙋‍♂️

    • Lo ammetto: questo è il capitolo con più errori😂
      Purtroppo il mio mood è precipitosamente caduto verso il basso dopo essermi resa conto di non poter pubblicare interamente il capitolo e di dover, dunque, effettuare dei tagli che sapevo via avrebbero modificato tutto, e ovviamente ciò ha influito negativamente in sede di correzione.
      Ps: potrei rivedermi il “li condiremo oltre il confine”😂
      Grazie per il passaggio, il commento e la degnazione degli errori, provvederò a correggere subito il file.
      A presto e spero che la storia possa continuare a piacerti !
      -Ross-

  • Ho scritto questo capitolo quasi di getto e, dopo essere lasciata trasportare dall’ispirazione, mi sono resa conto di aver di gran lunga superato il limite dei caratteri concessi qui su The Incipit (probabilmente saranno presenti delle frasi/ dei periodi smezzati, ma giuro di aver cercato di fare del mio meglio), ma ammetto di aver così tanto amato il contenuto dello scritto da non poter non pubblicare per intero qui sui commenti, con la speranza che piaccia a voi tanto quanto piace a me.
    A presto!

    Subito dopo l’attacco contro i camion diretti verso il settore A aiutai Liam e il resto dei membri del gruppo di resistenza interna -che avevano iniziato a farsi chiamare “GRI” e ad utilizzare delle parole in codice per comunicare per evitare che i loro discorsi potessero essere ascoltati da orecchie sbagliate- a suddividere le scorte di cibo e le medicine, e lo sguardo che ci rivolsero i destinatari valse più di ogni ringraziamento.
    Certo, avevamo dovuto stilare delle liste per comprendere a chi dovesse andare cosa -mi sentivo come se, aiutando qualcosa, stessi condannando un altro, dunque mentirei se dicessi che mi sia piaciuto farlo- e a qualcuno era toccato meno rispetto a ciò che spettó ad altri, ma tutto ciò era necessario se volevamo che i nostri sforzi acquistassero un senso concreto.
    Da quel giorno non era ancora trascorsa una settimana; ci aspettavamo che il Governo intervenisse in qualche modo, invece non aveva ancora fatto parola dell’accaduta e non aveva preso dei provvedimenti: voleva forse che cuocessimo nel nostro stesso brodo o veramente, non aspettandosi una tale rivolta, non aveva mai previsto alcun piano per sedarla?
    Il frastuono proveniente dalla strada mi riportò magicamente al presente e riconobbi subito la voce del macellaio del nostro quartiere, il padre di Massimo e Manuel.
    Mi affacciai e vidi che dei membri della polizia governativa stesse controllando le Karte dei pedoni, una sorta di documento sul quale veniva indicato il settore di appartenenza
    -Credete davvero che possa far parte del settore dei quei barbari?- continuava a gridare, ma i poliziotti non li diedero retta e lo lasciarono andare solo dopo aver terminato il loro lavoro
    -È assurdo che un onesto cittadino, un lavoratore del Governo venga trattato in questo modo- non smise di lamentarsi sistemandosi la giacca, ma nessuno sembrò dargli realmente retta.
    Erano ormai anni che il Governo si trovava al potere ma, pur sforzandomi, non ricordai controlli delle Karte se non quando si dovesse passare da un settore all’altro, dunque quel era il motivo?
    Fu Igor, precipitatosi in casa come fece quando mi recapitò la lettera di Ivan, a dar voce ai miei più temibili pensieri
    -Stanno recintando il settore D, è impossibile sapere cosa stia accadendo lì dentro. Controllano le Karte per assicurarsi che nessuno di quel settore sia qui-
    Spalancai gli occhi incredula, ma sapevo che Igor non avesse detto tutto e lo incitai a parlare
    -Alcuni dicono di aver sentito degli spari e dei lamenti di bambini, ma hanno allontanato i proprietari delle case vicine al confine con il settore-
    Spari?
    Urla e lamenti?
    Ma cosa diavolo stava accadendo lì dentro?
    -Non eravamo pronti a questo- sibilai sedendomi con la testa tra le mani
    Credevamo chiudessero il settore C affinché i malati e gli anziani fossero a carico nostro contando sul fatto che il Governo dovesse agire in fretta -chi ha tempo di organizzare una rivoluzione se deve prendersi cura di soggetti così fragili?- ed avevamo serbato parte delle scorte per far fronte a questa evenienza, invece ciò non era accaduto: possibile che Liam si sbagliasse e ci fosse stato da sempre un piano per reprimere ogni tentativo di rivolta?
    -Da quanto vanno avanti?-
    -Si dice sin da prima dell’alba-
    Feci un rapido calcolo: erano da poco passate le dieci e mezza, quindi parlavamo di arco di tempo di circa sei ore.
    -È possibile che nessuno sia riuscito a mandare un messaggio fuori?- chiesi retoricamente scattando in piedi -Una lettera, un messaggio di aiuto?-
    Igor era tormentato quanto me e il senso di impotenza ci stava distruggendo: cosa stava accadendo a quelle persone?
    -Notizie dal GRI?-
    Igor scosse piano il capo
    -È impossibile organizzare qualcosa con i soldati perennemente all’erta, e la maggior parte delle armi è nel settore D-
    Iniziare i pattugliamenti a quell’ora era stata una scelta strategica: la maggior parte di noi era al lavoro e delle assenze sincrone sarebbero risultate sospette.
    Nel settore D erano in trappola, probabilmente contavano sul nostro aiuto e noi non potevamo fare nulla, neanche incontrarci tra noi.
    Il tempo, scandito solo dal ticchettio delle lancette del vecchio orologio e dal battito troppo accelerato dei nostri cuori, scorreva lento, ma poi ebbi un sussulto: se avessero perquisito le case e avessero trovato le scorte portate da Igor?
    Stavo per dar voce a questo pensiero quando venne anticipata da dei colpi alla porta che pietrificarono anche a Igor che, probabilmente, era giunto alle mie stesse conclusioni.
    Mi feci forza e aprii la porta cercando di mostrare una calma che non avevo, ma l’adrenalina dissipò quando mi trovai davanti Liam che teneva per mano due bambine, due gemelline identiche delle lingue trecce bionde.
    Senza accorgermene mi ritrovai abbracciata ad un Liam che cercava di riprendere fiato come dopo una corsa
    -Devi aiutarle- riuscì poi a dire, è solo allora mi resi conto dell’espressione dipinta sul volto della bambine: paura.
    -Stanno caricando su dei furgoni chiunque sia in età da armi, spesso caricano intere famiglie con bambini al seguito- ci spiegò
    -Pensiamo vadano verso l’LPC, sappiamo solo che quei furgoni partono pieni a ritornano vuoti. Hanno fatto tutto di notte, non c’è stato tempo di organizzare qualcosa-
    L’LPC -Luogo Prevenzione Crimini- era una sorte di prigione situata nel settore A che nessuno aveva mai visitato, ma girava voce che lì si entrasse per non uscirne più.
    Possibile che stessero riservando questa sorte anche a donne e bambini?
    -Loro sono Alma e Katia- presentò poi, indicandole, le due bambine -Stiamo cercando di far uscire i bambini, ma qui i nostri collaboratori sono pochi e non è facile nasconderli-
    Guardavo le bambine e vedevo me stessa alla loro età, una bambina che vedeva il mondo intorno a se cambiare troppo velocemente per riuscire a starne al passo e che provava a chiudere gli occhi per far passare la paura, ma quella continuava a rimanere lì dov’era
    -Ci sono ancora bambini?- chiesi chiudendo le tende
    -Ne abbiamo portati dieci e altri sette sono nascosti in una scuola. Con loro c’è anche una ragazza con un bambino di pochi mesi, ma non vedo speranze per lui-
    Aveva ragione: un bambino piccolo era difficile da nascondere, ma se nessuno ci avesse provato a cosa sarebbe andato incontro?
    -Tra pochi giorni li condiremmo oltre confine- discutevano Liam e Igor mentre le bambine cercavano di regolarizzare il respiro
    -Voi dove vi nasconderete?- li chiese Igor, ma interruppi Liam prima che potesse rispondere
    -Porta qui il neonato, lo terremo noi-
    Entrambi mi guardarono come se avessi appena detto un’assurdità
    -Nostra madre ha trovato un lavoro nel settore A e rimarrà lì tutta la settimana, non c’è il rischio che scopra qualcosa- spiegai, e alla fine anche Igor si convinse: fatto il primo passo, tanto valeva rischiare fino in fondo, e poi stavamo correndo un rischio per salvare dei bambini.
    -Allora tornerò presto- promise Liam prima di andare, e lasciò lì le bambine mentre fuori la morsa dei soldati stava diventando sempre più stretta.

  • Ciao, anche leggendo tutti i capitoli insieme (quindi senza poter interagire) il racconto mi ha preso molto. Forse questo un po’ troppo veloce per la quantità di cose raccontate, diciamo che mi sarebbe piaciuto leggere di più dell’attacco ai camion, ma capisco il voler dare più spazio ai dialoghi. In generale l’ambientazione che hai costruito in tutti e 5 gli episodi è veramente interessante, sia per l’idea dei settori, che per il governo. Per il prossimo l’opzione che più mi incuriosisce è la chiusura del settore C

    • Ciao e benvenuto, grazie per aver avuto la pazienza di recuperare cinque capitoli.
      Sono contenta che la storia ti stia piacendo, spero possa continuare a farlo.
      Purtroppo sono stata costretta, a causa del limitato numero di caratteri utilizzabili, ad eliminare diverse scene, tra le quali proprio quella dell’assalto ai camion per concedere maggior spazio ai dialoghi, spero di poter recuperare in seguito.
      Grazie ancora per la visita e il commento, a presto!
      -Ross-

  • Ciao Ross 🙂
    Bel capitolo molto facile da leggere ma si nota aihme sia stato vittima del limite di caratteri 🙂
    Nel file esteso privato spero avrai la possibilità di dare maggior spazio all attacco ai camion in quanto qua ha avuto uno spazio molto breve 🙂
    Più andiamo avanti e più cerco di visualizzare due cose che non mi sono ancora chiare del tutto ma che credo capirò a breve 🙂
    Una è la posizione di Liam nel gruppo 🙂 lo credevo un giovane che si fosse solo unito al gruppo, ma da come l hai descritto in questo capitolo sembra quasi il leader, l ideatore del piano d attacco 🙂
    La back story che ci hai fornito sulla sua famiglia invece mi e’piaciuta moltissimo 🙂
    L’altra cosa che voglio inquadrare meglio è che tipo di gruppo sono se non calcolano i rischi che un azione di quelle proporzioni possa avere nei loro confronti ( sicuramente un piano di backup ce l’hanno o sono tutti delle teste calde che agiscono prima di pensare?)
    Anche questo son sicuro lo capirò a breve 🙂
    Le tre scelte sono molto interessanti e io ho votato per la rappresaglia al settore D 🙂
    Vediamo cosa ci tiri fuori 🙂
    A presto 🙂

    • Ciao!
      Ti confesso che, Leggendo la prima parte del commento, non sono riuscita a fermare una risatina isterica ripensando a tutti i tagli che sono stata costretta a fare affinché il capitolo non superasse il limite consentito di parole, e ovviamente ciò ha molto influito sulla qualità del capitolo stesso che spiegava molto dettagliatamente sia l’assalto ai camion che la “gerarchia” all’interno del gruppo di resistenza, nonchè diversi altri particolari sulla vita di Liam, ma ho dovuto tagliare quasi tutto purtroppo.
      Mi dispiace che ci sia qualcosa di poco chiaro, proverò a darti delle spiegazioni (almeno qui non commenti non ci sono limiti di caratteri😅):
      •Ho immaginato Liam come uno dei influenti all’interno del gruppo di resistenza, non un capo vero e proprio ma comunque uno di quelli che conta più di altri. Ho poi pensato che tutti possano esprimere una propria opinione o comunque illustrare un qualche piano, sia il suo ideatore influente o meno (La parte “dalle sue parole sarebbe dipeso tutto”, salvata dall’eliminazione, intendeva dire che ogni ideatore debbano dar spiegazioni accurate prime che gli altri approvino o meno)
      •Il gruppo ha sempre agito contro il governo, anche se non avevano mai ideato un vero e proprio piano d’attacco e si erano sempre limitati a delle azioni di “boicottaggio”, ad esempio aiutare i cittadini a valicare il confine e raggiungere i territori liberi.
      È formato sì da uomini che vivono di espedienti, ma comunque con poca -o nulla- formazione militare, quindi sì, molto spesso si lasciano trasportare dal momento senza considerare i rischi (o probabilmente delle volte si aspettano che il Governo agisca in modo diverso rispetto a ciò che poi metterà realmente in atto🙂).
      Grazie per essere passato e a presto!
      -Ross-

  • Ciao Rossella. Il capitolo è molto interessante e da spazio a molti sviluppi.

    Finalmente sappiamo un po’ di più su Liam. Il colpo è andato bene, ma ora occorre incassare la reazione del Governo, che non sarà leggera.

    Voto per una rappresaglia nel settore D. Sicuramente il Governo sospetterà di una rivoluzione proveniente dai criminali e da chi fa degli espedienti la propria ragione di vita.

    A presto con il prossimo capitolo! 🙋‍♂️

  • Andiamo sul classico: Un colpo contro camion carichi di merci e provviste diretti verso il settore A!

    Ho trovato molto carino questo capitolo, quel paio di dettagli che lo rendono amorevole e viene introdotto abbastanza mistero da farsi venire domande: ad esempio, l’incontro con Liam è stato davvero casuale? 😉

    Ciao 🙂

  • Ciao Ross 🙂
    Ecco sapevo che Liam fosse invischiato in qualche gruppo di resistenza contro il governo e che dire 🙂 dobbiamo andare oltre il confine e perciò non possiamo che affidarvi a lui e ai suoi pseudo soci (dico pseudo perché ancora non ce li hai introdotti ma di sicuro faranno la loro comparsa se si tratta di una rivolta) 😉
    Occhio ai refusi pre pubblicazione (anatema di noi autori in erba)
    Per il resto fila tutto a perfezione 🙂
    Io voto per le provviste dirette al settore A , andiamo passo per passo 🙂
    A presto 🙂

    • Ciao!
      Sì, effettivamente era più che probabile che qualcuno fosse coinvolto in una sorta di organizzazione segreta militante contro il governo e la sua politica, nonostante non abbia ancora ben chiaro se i membri di essa verranno descritti nella loro totalità o meno.
      Per quanto riguarda i refusi: ormai mi sono arresa, non ho più alcuna speranza 😂
      Grazie comunque per essere passato e continuare a seguire questa storia,
      A presto!
      -Ross-

  • Ciao Rossella!
    Capitolo molto interessante e ben scritto.

    Finalmente la protagonista ha una speranza di fuggire ed è sollevata di sapere che Ivan sta bene e sa come aiutarla.

    Diamo un po’ di movimento alla storia con un attacco ai camion delle merci dato che occorre cibo per tenersi in forze per poter combattere contro un Governo così oppressivo.

    A presto! 🙋‍♂️

    • Ciao!
      Aspettavo proprio di giungere alla metà dei capitoli per movimentare un po’ la situazione, sperando di averne poi abbastanza per continuare e portare a terminare il tutto 😂
      Grazie per continuare a seguire questa storia e per i vari commenti, mi aiutano moltissimo a migliorare sempre più.
      A presto!
      -Ross-

  • Ciao Rossella!

    Il capitolo è ben scritto e c’è una giusta proporzione tra la narrazione e i dialoghi che fa rimanere sempre concentrati sul racconto, che quindi è molto scorrevole.

    Un governo così autoritario difficilmente farebbe fuggire qualcuno, quindi voto per il fidanzato in prigionia.

    A presto!

  • Ciao Ross 🙂
    Non preoccuparti per la tue pause, siamo tutti un po’indaffarati e incostanti ultimamente 🙂
    Il capitolo è scritto bene, c è giusto qualche svista sfuggita in revisione ma niente di grave 🙂
    Sono sicuro che la protagonista si unirà a Liam che pare far parte di una specie di gruppo di resistenza contro il governo 🙂
    Mi piacerebbe vedere un po’cosa c è al di fuori di questa città/prigione perciò opto affinché sia riuscito a raggiungere i territori liberi 🙂
    A presto 🙂

  • È riuscito a raggiungere i territori liberi. Mettiamo un goccio di ottimismo in questa storia 🙂

    La vicenda prende una piega interessante, anche se aspettata. Mi è piaciuto molto la questione della Liquirizia 😀

    Ciao 🙂
    PS: domani parto per le vacanze: leggerò saltuariamente.

    • Ciao!
      Ti ringrazio per aver avuto la pazienza di aspettare un nuovo episodio nonostante la mia incostanza.
      Tutta la Vicenda sembra molto “scontata” effettivamente, ne sono consapevole, infatti mi sto servendo di essa per “rilassarmi” un po’ prima dell’inizio del nuovo semestre universitario e iniziare una nuova storia un po’ meno soft😂
      Grazie ancora per la visita e il commento, a presto!
      Ps: buone vacanze!!!!
      -Ross-

  • Chiedo già perdono per non essere riuscita a pubblicare i nuovi episodi con costanza, prometto di farmi perdonare dai prossimi in poi!
    Qui un piccolo riassunto per farmi perdonare:
    La storia narra di Aria, una ragazza che vive all’interno di un paese governato dal Governo in un futuro distopico.
    Il suo sogno è quello di riuscire a raggiungere i paese oltre mare dove non è presente il controllo del Governo e gli abitanti vivono in libertà, e dopo la partenza del suo fidanzato verso la libertà e il non arrivo di notizie che riguardano questo il suo sogno non smette di vivere in lei.
    Intanto l’incontro con Liam, un ragazzo che vive nel settore più degradato del Paese, il settore D, sembra averle concesso la possibilità di trovare un qualcuno che condivida, seppur in maniera tacita, le sue idee riguardo la politica portata avanti dal Governo

  • Ciao Rossella!
    Ho recuperato i due capitoli e devo dirti che mi piace molto il racconto che stai portando.
    L’ambientazione mi ha dato vibes di Hunger Games, Maze Runner, Upside Down e Dishonored e dunque apprezzo molto.
    Mi piace come hai distinto tra chi ha subito il cambiamento (il padre della protagonista che da spirito libero passa a topo in trappola e per questo si toglie la vita) e chi invece ha sempre vissuto in quel modo (i bambini che ridono felici dato che quello è tutto ciò che conoscono e hanno vissuto).
    Anche la protagonista è in attesa e spera nella “libertà al di là del mare”, un cliché che ci sta comunque sempre bene secondo me.
    Come già detto da altri lettori c’è qualche refuso e qualche errore sintattico e di punteggiatura ma si scrive per migliorare e per quanto mi riguarda l’importante è una buona storia e la tua come già detto mi piace.
    L’ennesimo incontro lo immagino nel settore B, magari Liam ci torna per cercare vendetta.
    A presto!

  • Nel settore A, così diamo un’occhiata anche al settore A 🙂

    Ciao! Questo capitolo ha diversi refusi (plurali dove non ci dovrebbero essere, lettere mancanti, ecc.), tuttavia prende parecchio. Attualmente non è ancora successo niente ma siamo ancora al capitolo 2 e l’introduzione dei personaggi è indispensabile.
    Vediamo come prosegue ^_^

    Ciao 🙂

    • Ciao!
      Come già detto questo capitolo mi ha fatto veramente penare, e alla fine mi ha dato il colpo di grazie con i vari errori sparsi in giro per i periodi che non sono riuscita a correggere, ma mi fa piacere che, nonostante ciò, sia ugualmente piaciuto.
      Sì, siamo ancora al secondo capitolo, ma pian piano le cose potrebbero complicarsi (probabilmente lo faranno anche per me, non sono per i protagonisti 😂)
      Grazie per essere passato e a presto!!
      -Ross-

  • Ciao Ross 🙂
    La faccenda si fa sempre più complicata ma ci hai descritto uno spiraglio di libertà che si cela al di là del mare. Ciò ci riporta al topic principale della storia : la fuga 🙂
    Bel capitolo, hai introdotto nuovi personaggi e dato una leggera back story alla protagonista che spero verrà approffondita in seguito 🙂
    Per quanto riguarda l analisi del capitolo ho individuato alcuni passaggi che secondo me sono stati tagliati in fase di scrittura e risultano poco comptensibili (poi parlo per me magari gli altri capiscono 😉 )

    Lui è mio cugino Liam- disse Astrid quando si di calmato -E lei è la migliore amica- qua per esempio si di calmato e sono sicuro manchi un mia prima di migliore amica

    e poi capii: come per, Igor quella era la sola vita che conoscevano
    Anche qua credo ci sia una virgola rimasta da un dialogo più grande che hai dovuto tagliare ma andrebbe tolta 🙂

    Comunque voto che l incontro avvenga nel settore B , il nostro settore e ripasso a te la palla 🙂
    A presto 🙂

    • Ciao e grazie per la visita e il commento.
      Ammetto che questo capitolo me ne abbia fatto vedere di tutti i colori, soprattutto perché superava di gran lunga il numero massimo di battute consentire e sono stata costretta -come hai ben notato tu- a tagliere moltissime parti, purtroppo perdendo anche l’effetto da queste suscitato.
      Pazienza, ci sono ancora molti altri capitoli.
      E per quanta riguarda l’approfondimento della vita della protagonista: il mio obiettivo è quello di aggiungere più dettagli possibili, ovviamente caratteri permettendo (sì, sono diventati i miei peggior nemici😅.)
      Grazie ancora per essere passato e a presto!
      -Ross-

  • Ciao Ross e ben tornata 🙂 o forse lo dovresti dire tu a me visto che sono sparito per due settimane a causa degli impegni 🙂
    L introduzione mi pare molto interessante, un mondo futuristico dove la libertà è limitata, ovviamente il copione è già stato usato ma questa è la tua storia e sono sicuro che ci saprai sorprendere 🙂 ottima anche la scelta dell’avventura in quanto è un genere molto ampio sul quale puoi giocare attraversando vari generi 🙂
    Ho notato qualche refuso sicuramente sfuggito in fase di pubblicazione quello che mi è balzato più all’occhio è “la distruzione delle provviste” dove penso intendessi la “distribuzione” ma niente che tolga qualità alla tua storia 🙂
    Per ora voto Settore B , direi di restare dove siamo per ora e guardarci un po’ intorno 🙂
    A presto 🙂

    • Ciao!
      Ti capisco benissimo, ci sono troppi impegni e purtroppo non sempre si riesce a star dietro ad ognuno di essi.
      Sono consapevole del fatto che si tratti di una trama letteralmente letta e riletta -e sinceramente non so nemmeno se riuscirò a distinguere questa storia dalle altre ad essa simili-, ma avevo bisogno di una storia un po’ più “soft” per riuscire in seguito a concentrarmi su una con una trama più sofisticata.
      Grazie mille per la segnalazione del refuso: leggo il capitolo mille volte prima di pubblicarlo, eppure qualche refuso riesce sempre a sfuggirmi!
      Grazie ancora per la visita.
      A presto!
      -Ross-

    • Ciao!
      È il secondo commento che parla di Hunger Games, credo proprio che mi toccherà vederlo al termine della storia😂
      Grazie per essere passato, spero che possa continuare a piacerti.
      E Per quanto riguarda gli aiutanti: siamo ancora praticamente all’inizio, ma qualcuno potrebbe comunque sbucare fuori.
      A presto!

  • Voto il settore C perché ho sognato gli ospedali 😛

    Ciao! Era sparito il “Segui l’autore” e così non mi ero accorto che avevi pubblicato un’altra storia. Comunque eccomi qui. L’inizio è molto simile al Grande Fratello (no, non il reality di Mediaset 😛 ) eppure c’è qualcosa che mi intriga: forse la divisione in settori o forse la protagonista.
    Insomma vediamo come prosegue 🙂

    Ti seguo.

    Ciao 🙂

    • Ciao Red!
      Quello che volevo creare era proprio un’ambientazione che ricordasse l’opera di Orwell (lo portai alla maturità e ci sono molto legata), e spero di esserci riuscita.
      Per quanto riguarda la protagonista l’ho immaginato come un’ “estensione” di Kendra -che tornerà presto, giuro!-, ma devo ancora conoscerla meglio.
      Spero vivamente che questa storia possa continuare a piacerti!
      -Ross-

  • Ciao Rossella,
    Sono contenta di aver trovato la tua nuova storia al primo capitolo!
    Mi piace questa ambientazione da Hunger Games, mi ricorda un po’ anche il film distopico “in time” di qualche anno (o decennio 😂) fa.
    Secondo me ci vuole qualche segno di interpunzione in più nei dialoghi, ma in generale mi sembra che il testo scorra bene. 😊

    • Ciao anche a te e grazie di aver letto!
      Effettivamente sono in molti a consigliarmi di inserire più pause all’interno dei dialoghi, ma è veramente più forte di me 😂
      Grazie anche per il consiglio del film The Time: credo proprio che lo guarderò, magari potrebbe anche essermi di ispirazione.
      A presto e spero che continuerai a seguirmi!
      -Ross-

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