Quanto può … un solo uomo?

Dove eravamo rimasti?

Lo sconosciuto si volta verso gli invitati, perlopiù pietrificati ai loro posti. Cosa dice loro? Nulla. Si limita a fissare i presenti pensoso, quasi stia soppesando i piatti di una bilancia. (75%)

Legami

Lo sconosciuto si voltò e lentamente lasciò spaziare lo sguardo sull’ampio salone, quasi soppesando ogni anima sui piatti di una bilancia. In molti erano sgattaiolati fuori durante la mattanza, ma altrettanti erano rimasti semplicemente impietriti. Qualche decina di cavalieri aveva capito che gettarsi a capofitto addosso alla nuova minaccia sarebbe stato un suicidio e aveva formato dei ranghi compatti di fronte al tavolo nunziale.

Dopo minuti interminabili sussurrò: «Non siete meritevoli di alcun perdono».

Trasse un profondo respiro, una smorfia di dolore gli increspò il volto: «ma non è necessario che paghiate per i peccati commessi da altri».

Un ritmico pestare di stivali risvegliò tutti dalla trance attonita in cui erano caduti: centinaia di soldati stavano entrando nel salone. Soldati che portavano insegne e colori della casa Laored. I cavalieri si concessero un respiro di sollievo nel vedere i rinforzi.

Prima che questi spianassero le lance contro tutti i presenti, bloccando ogni via d’uscita.

Con i cavalieri sconcertati, lo sconosciuto notò finalmente che l’uomo che aveva colpito per primo quella mattina, era ancora miracolosamente vivo. Una lancia piantata nella gamba, i suoi compagni cercavano di fargli scudo.

Avanzò verso di lui intimando: «Chi sei, soldato?».

«S-Stèvan, erede della famiglia Ràdunar, Capitano della guardia di Nikàl Laored» riuscì a balbettare.

«Dimmi cosa ti dice il tuo cuore Stèvan Ràdunar, puoi tradire il tuo signore e Prescelto legandoti a me?».

«… Mai».

Lo straniero si voltò di scatto, per la prima volta parlando ad alta voce per tutti: «Quanta fretta. Neanche lo conosci, il tuo Prescelto… 

«Sai bene che non è senza macchia, ma questo è normale per un nobile, vero? Eppure, non hai la minima idea della colpa orrenda di cui si è macchiato».

Sembrò estraniarsi per un momento, prima di farsi sfuggire un: «Io non ti perdono Nikàl».

Il cavaliere lo guardò dritto negli occhi, occhi neri come la notte. E vi scorse qualcosa che lo sconvolse. Una morsa fredda gli attanagliò il cuore; un dubbio come una dardo gelato, in confronto al quale la sua gamba pulsante dolore perdeva significato. 

Riuscì a farsi coraggio e rispondere: «I Prescelti sono la luce di questo mondo».

«Non credi che pure i tuoi commilitoni in questa sala lo pensassero?» ribatté lo sconosciuto «Eppure ora vi puntano le armi contro, e vi uccideranno se lo comando. Pensi che con la sola paura sarei riuscito a convincere duemila uomini?».

«Tu non puo-».

Non riuscì a finire perché una spada rovente gli aveva perforato il cranio.

«Cosa scegliete voi?» chiese agli altri che lo fronteggiavano. Quelli si guardarono, paura e vergogna mescolate nei loro sguardi. Dopo che il primo ebbe lasciato cadere la spada, tutti gli altri lo seguirono.

«Forse vi resta una possibilità di salvarvi, anche se dettata più dal timore» fu il commento sdegnoso dello sconosciuto. «I vostri “nuovi” commilitoni vi spiegheranno il resto. Tra un’ora si parte per Sarnath».

Girò sui tacchi e si diresse ad un’uscita secondaria della sala – i soldati di casa Laored che si aprivano inginocchiandosi ai lati col capo chino – come se sapesse che portava alle stanze private del Prescelto.

Un’ora dopo, l’esercito era schierato nel cortile principale del maniero. 

Solo soldati a cavallo. Per i piani dello straniero la velocità sarebbe stata un fattore chiave. Quanto al numero, Lui poteva sopperire al problema – doveva farcela. Per questo era tornato. La grata d’accesso venne sollevata e l’esercito uscì al passo sotto il sole accecante di Cordania. 

Nonostante tutto quello che aveva passato, tutto quello che aveva fatto e ciò che si apprestava a fare, l’estraneo sorrise. Aveva sempre amato il sole della sua terra, i campi brulli e battuti da un clima rigido ma non inospitale, quella natura secca e dura, che al suo interno nascondeva la vita.

Inspirò a pieni polmoni l’aria salmastra.

Il gesto gli venne naturale, in passato l’aveva fatto mille volte uscendo all’aria aperta. Ora invece parve quasi soffocarlo. Mai più avrebbe goduto del mare, non dopo duecento anni passati nelle sue profondità.

Il voltò tornò duro e inespressivo, si fermò e voltò il cavallo verso i suoi uomini.

«Sapete perché stiamo marciando sulla capitale. Deve essere fatto. I Prescelti vanno eradicati.

«Quando marcerete e morirete nei prossimi giorni, quando la vostra fede in me verrà meno, ricordate Giustizia. Ricordate lo Scempio compiuto e che c’è un debito che dovete pagare per le vostre anime».

Senza un’altra parola o comando, diresse l’esercito a nord verso il grande ponte sospeso che collegava l’isola principale di casa Laored con le sue terre settentrionali.

I ponti sospesi erano l’orgoglio dell’ingegneria cordan, l’unico modo solido ed efficiente per collegare la miriade di isole del regno, annullando il pericolo di toccare le acque velenose del mare.

Arrivarono al ponte poco dopo il tramonto. Si stavano accampando, quando un esploratore lo riattraversò di gran carriera: «Mio signore!» urlò «esercito nemico avvistato!».

L'esercito nemico è a un paio d'ore di distanza. Cosa decide di fare lo sconosciuto?

  • Ordina di dirigersi a marce forzate verso il ponte di nord-est, per aggirare la minaccia. (0%)
    0
  • Fa attraversare al suo esercito il grande ponte, schierandolo dall'altro lato. (40%)
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  • Cavalca da solo verso l'esercito nemico. (60%)
    60
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19 Commenti

  • Ciao, mi piace quel che stai scrivendo, te lo dico subito. Mi sa tanto da un Alex Mercer di Prototype che si vuole vendicare di qualsiasi cosa. Figo è figo, ma sembra anche un pochino confuso. Per esempio: perché gli serve un esercito se lui vale migliaia di uomini? Sopratutto: perché questi soldati lo seguono dopo che ha appena massacrato il loro lord e anche dei loro compagni? Se è per paura, di certo non ci si può fidare di soldati impauriti e basta.
    Da quel che leggo, magari in una versione messa giù con più calma, ti conviene revisionare il ruolo dell’esercito (degli eserciti forse). Trovo molto interessante l’uso di un personaggio esageratamente forte, penso sia un bell’esperimento narrativo, anche se non facile credo.
    Non leggere queste mie parole come una critica cattiva, davvero. Penso che questa storia, come te, abbia tanto potenziale. Tanta stima!
    Poi, se vuoi, ho appena cominciato anche io a scrivere qui su The Incipit.
    Non vedo l’ora di vedere il seguito del tuo racconto!

  • Ciao.
    Come già detto nel capitolo scorso ho i miei dubbi circa il reale svolgimento dei fatti come gli hai descritti, ma si sa, il genere fantasy è bello per questo.

    Vediamo di capire cosa ha portato Markar alla scelta di questo massacro, quindi proseguiamo per il prossimo obiettivo.

    A presto!

  • Deve tornare dal suo esercito, se no cosa se lo è portato appresso a fare. Le lacrime di coccodrillo risparmiamocele.

    Molto interessante la dinamica della battaglia e di come Shenara è riuscita, per poco, a tenergli testa. Il protagonista continua a starmi sulle…

    Ciao 🙂

  • Ciao.
    Lo sconosciuto finalmente ha un nome da quello che hai scritto: Markar Laored, anche se non mi sembra poi una scelta da “grande stratega” caricare da solo e “dimenticarsi” del proprio esercito quando si è presi nel combattimento. La prescelta è già riuscita a sfuggire non si sa da cosa, ma è ritornata più agguerrita di prima. Per come è finito il capitolo la prescelta è in vantaggio rispetto allo sconosciuto e quindi non è realistico (secondo me e strategicamente parlando) che venga uccisa o che fugga. Quindi si mostra un avversario ostico e.. chissà, magari sarà veramente la fine dello sconosciuto

      • Il passaggio è il seguente:

        “Poi, le gambe stanche, scivolò e cadde su un ginocchio.
        Quindi è così che finisce? Per mano della più infame di loro?”

        Da quello che ho percepito io lo sconosciuto è ormai stanco, non riesce ad usare i suoi “poteri” al meglio e poi quella frase detta a se stesso suona proprio da “adesso so cazzi”.

        Da questo ho dedotto che la prescelta sia in vantaggio rispetto allo sconosciuto anche perché, sempre da come hai scritto, i soldati nemici lo hanno circondato sempre di più e stanno lasciando spazio alla prescelta per avanzare e dare, perché no, il colpo di grazia.

        Realisticamente fa prima la prescelta o qualcuno per lei a finire lo sconosciuto? Oppure arriveranno prima i rinforzi dimenticati?

        • E’ che i rinforzi letteralmente arrivano: ultime 3-4 righe.
          Forse non sono riuscito a rendere chiara la cosa, ma quando alla fine la cavalleria travolge la fanteria sono proprio i due schieramenti che si scontrano: i Laored a cavallo travolgono i Ranàm appiedati; speravo di avere seminato abbastanza dettagli da rendere palese il collegamento.

  • Si mostra un avversario ben più ostico del previsto… Mi piace che colei che ducentoventidue anni prima era fuggita (chissà da cosa e chissà come) ora ritorni più agguerrita di quanto si sarebbe aspettato 🙂

    Molto bella la cosa del nostro protagonista che alla fine perde ma viene salvato dal suo esercito, invece di fare tutto da solo! Questo dimostra: a) che non è invincibile; b) che può fidarsi di coloro che lo seguono!

    Ciao 🙂

    • Ciao! Ho aspettato a risponderti avendo questo capitolo già in cantiere, e credo che nel suo piccolo ti dia quasi tutti i dati per decidere se il potere è ancora troppo forte.
      Detto questo il mio principale obiettivo con questa storia non è quello di creare un sistema magico perfettamente coerente e preciso – non c’è il tempo in 50k caratteri – ma di suscitare nei lettori determinate emozioni! O almeno questo sarà il tentativo 🙂

  • Indeciso tra cavalcared da solo e far approntare l’esercito, alla fine ho votato di far approntare l’esercito!

    Non so ancora il perché ma a pelle questo sconosciuto mi sta antipatico. Come dice lui stesso: duemila persone che lo seguono non è solo “perché è bello”, quindi avrà qualche ragione che scopriremo dopo. Però per ora mi sta antipatico.

    Ciao 🙂

  • Nulla. Si limita a fissare i presenti pensoso, quasi stia soppesando i piatti di una bilancia. In fondo ha fatto quello che era venuto a fare.

    Tanta curiosità e tanto stupore in quello che ho letto. Non ho la minima idea di dove vuoi condurci con la storia, quindi vediamo dove ci porti 🙂

    Ciao 🙂

  • Ciao Melkotypo.
    Bel capitolo. Hai presentato il mondo e in parte la società che ci vive. Mi piace anche il modo in cui hai presentato l’uomo misterioso.
    La storia mi sembra interessante pertanto seguo e aspetto il prossimo capitolo.
    Le tre idee per la storia sono tutte interessanti. Il misterioso personaggio ha appena ucciso un prescelto (che deduco sia in cima alla piramide sociale) e i suoi cavalieri alla presenza di un dio. Il prescelto sembra conoscere bene il personaggio misterioso, quindi voto per “nulla. si limita a fissare i presenti”. Non credo che minacci direttamente un dio definendolo “traditore” e non credo che dopo una carneficina si faccia raccontare una storia:😂
    A presto!

    Anche io mi sto cimentando nella scrittura di una storia. Se ti va facci un salto e fammi sapere che ne pensi!!

    • Ciao lichthart!
      grazie mille di tutto quello che hai scritto; una precisazione però: la dea del caos viene citata ma non è effettivamente presente.
      Lo considero un ottimo spunto per essere più preciso in certe scene, così da non confondere i lettori!

      Al momento ho a malapena il tempo di scrivere, ma appena avrò un secondo leggerò anche il tuo racconto molto volentieri 🙂

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