Alla ricerca dei segreti dell’Adriatico

Dove eravamo rimasti?

Cosa decide di fare Davide? Pensa di allearsi con la figura sconosciuta (60%)

I clandestini delle isole dimenticate

Mentre il mare cullava l’Esploratrice, Elena si trovava nella sua cabina con gli occhi semiaperti. La notte era oscura, con solo il bagliore della luna che filtrava a illuminare la stanza.

Sorseggiò un bicchiere d’acqua, sperando di potersi riaddormentare subito dopo. Fu allora che udì un sussurro provenire dal ponte. Parole indistinte, pronunciate a bassa voce. Erano due persone, una donna e un uomo, ma non riusciva a distinguere le parole.

La discussione sembrava animata e il cuore di Elena cominciò a battere più forte. La curiosità e l’inquietudine l’incitarono a uscire e a indagare. Si alzò con fatica dalla branda e si appoggiò al bastone che teneva accanto al letto.

Arrivata sul ponte, rimase immobile per la sorpresa. Le sembrò di riconoscere uno dei due interlocutori: era Davide, il marinaio che non era stato accettato nella ciurma. Cosa ci faceva sull’Esploratrice e con chi stava parlando?

Nascosta nell’ombra, cercò di udire meglio la conversazione, ma il tono delle voci era ancora troppo basso. Poi la figura femminile si mosse rapidamente, lasciando il ponte e scavalcando il parapetto in silenzio.

Elena si spinse fino al punto in cui la figura femminile era scomparsa. Davide, che era rimasto sul ponte, si voltò di scatto. La luce fioca della luna rivelò il suo volto sorpreso e il brivido di paura nei suoi occhi.

Elena aprì la bocca per chiedere spiegazioni, ma prima che potesse farlo, Davide si allontanò di corsa, scivolando via nell’oscurità.

Elena rimase in piedi, con la brezza a carezzarle il viso e troppe domande senza risposta. Doveva coinvolgere subito Amos. Si avviò zoppicando verso la cabina del capitano e bussò leggermente alla porta.

Dall’interno della cabina, la voce di Amos si fece udire con un tono assonnato, “Chi è?”

Con voce tremante rispose, “Sono Elena. C’è qualcosa di urgente che devi sapere.”

Dopo un momento di silenzio, la porta della cabina si aprì, rivelando il volto stanco e perplesso di Amos. “Cosa succede?” domandò, accogliendo la donna nella cabina.

La luce fioca nell’ambiente rivelò il volto preoccupato di Elena, mentre raccontava tutto ciò che aveva udito e visto sul ponte, incluso l’identità delle due persone coinvolte. Amos ascoltò con attenzione e il suo sguardo divenne sempre più serio man mano che la storia prendeva forma.

Terminato il racconto, Elena guardò il capitano con occhi preoccupati. “Cosa dobbiamo fare?”

Amos si alzò dal letto e iniziò a vestirsi con decisione. “Hai fatto bene a venirmi a cercare. Ora vado a prendere il turno di guardia. Al mattino pianificheremo come affrontare la situazione e organizzeremo dei turni anche di notte. Non posso permettere che qualcuno metta piede sulla mia nave senza il mio consenso.”

Elena annuì, sollevata dal fatto che Amos stesse prendendo la situazione sul serio e che fosse pronto a proteggere l’equipaggio e la missione.

La luce dell’alba filtrava attraverso le finestre della sala comune dell’Esploratrice quando Amos radunò la ciurma per spiegare la situazione. Si rivolse a loro con fermezza. “Qualcuno è salito a bordo ieri notte. Non sappiamo chi sia né quali siano le sue intenzioni, ma dobbiamo restare vigili.”

Le parole di Amos fecero rabbrividire Giulia e Sofia, che non avevano mai affrontato una situazione simile. Era evidente la loro agitazione.

Luca, notando il loro disagio, si avvicinò e mise una mano sulla spalla di ciascuna. “Calma, ragazze. Siamo un team solido e Amos sa come gestire queste situazioni. Ha affrontato sfide ben peggiori in passato ed è sempre tornato a casa sano e salvo.”

Sofia annuì con incertezza, mentre Giulia cercò di forzare un sorriso.

Amos proseguì, delineando un piano per garantire la sicurezza della spedizione.

Sofia pensò al suo turno di guardia con crescente timore. Nonostante le rassicurazioni di Amos e Luca, il pensiero di star sola nella notte a vigilare sulla nave le faceva paura. Giulia, al suo fianco, condivise il suo stato d’animo.

“Non so se riesco a farlo da sola,” sussurrò Sofia, la voce tremante.

Giulia annuì. “Hai ragione, sarebbe più facile se lo facessimo insieme.”

Amos e Luca erano in un angolo, discutendo il piano di sorveglianza, quando notarono le due ragazze avvicinarsi. “Pensavamo di fare il turno insieme,” annunciò Giulia con determinazione.

Amos sorrise, apprezzando la solidarietà tra i membri dell’equipaggio. “Va bene, ragazze. Insieme siete più forti. Luca potrà darvi una mano nei primi turni, finché non vi sentite completamente a vostro agio.”

Luca acconsentì con un cenno del capo.

Mentre i cinque membri della ciurma si diressero a prua dell’Esploratrice, le isole dimenticate si stagliavano davanti a loro, bagnate dalla luce vivida del sole alto nel cielo. L’entusiasmo era palpabile, ma era accompagnato da un’inquietante sensazione di mistero e incertezza, resa ancora più evidente dagli eventi della notte precedente. Avevano sentito raccontare che queste isole erano poco più che scogli disabitati, eppure sembrava che qualcosa tra i flutti fosse fuori posto.

Che cosa notano fuori posto tra i flutti?

  • Segnali di presenza umana sulle terre (40%)
    40
  • Rottami di imbarcazioni abbandonate sulle rive (20%)
    20
  • Strani e inquietanti fenomeni sulle acque (40%)
    40
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