Dopo la Luce

Nel Reattore

Mi svegliai d’improvviso, madida di sudore.

Un’altra scossa fece tremare la terra. Scostai l’ala da sopra la testa e strisciai verso le sbarre della gabbia.

Nel laboratorio non c’era nessuno. La lampadina sopra il lettino vacillava appena. Tutto era silenzioso; solo i topi squittivano.

Poi lo sentii.

Un boato, in lontananza. E la terra ricominciò a tremare. L’adrenalina mi accelerò il respiro. Mi aggrappai alle sbarre, fremente di paura e speranza.

Qualcuno era entrato nel reattore.

***

“Chris! Che cazzo stai facendo?! Levati da lì!”. Gabriel si sbracciò per avvertire il collega, ma fu inutile.

L’ordigno esplose, e Chris fu travolto dalla massa di aria bollente che ne derivò. Il pilastro a cui la bomba era agganciata crollò su se stesso con un boato; le fiamme presero a divorare i cavi elettrici e i macchinari del reattore.

“Cazzo! Chris!”.

“Chris!”.

“Gabriel, qui va tutto a puttane! Dobbiamo andare via!”.

Le fiamme raggiunsero il quadro elettrico e ci fu uno sprizzare di scintille.

“Tutti giù!”.

Il quadro esplose. Pezzi di lamiera furono scagliati in tutte le direzioni, e l’incendio divampò. Il caldo stava diventando insopportabile. L’aria greve e fumosa ostruiva i polmoni, provocando una tosse convulsa che presto avrebbe ucciso tutti quanti. Dovevano andare via di lì, e presto.

Gabriel pensò in fretta, alzandosi da terra. Voci conosciute echeggiavano nell’antro fumoso. Non c’era tempo per capire se appartenessero ad amici o nemici.

Gabriel tossì con violenza, sfilando l’ultimo ordigno dallo zaino. Lo posizionò alla base dell’ultimo pilastro della zona ovest. Respirare stava diventando sempre più faticoso, gli occhi gli lacrimavano. Solo una folle adrenalina lo teneva incollato al suo lavoro, sordo e cieco ad ogni altra cosa.

“Merda, Gabriel! Muoviti!”.

Gabriel strinse il piccolo detonatore che aveva in tasca. Qualcuno lo afferrò per le spalle e lo tirò indietro con violenza. Decisamente, non era un amico.

Gabriel premette il pulsante.

***

Non riuscivo più a respirare.

Sarei morta divorata dalle fiamme che avrebbero potuto darmi la libertà.

Stritolai le sbarre con le mani, spingendo la faccia tra le aperture. Le unghie mi si conficcarono nei palmi. Un altro boato. Più vicino, stavolta.

Chi siete? Dove siete? Venite a prendermi!

Conficcai la testa tra le sbarre. Sbavavo. Gli occhi mi uscivano dalle orbite.

Sono qui! Sono qui! Versi rauchi, animaleschi. Mute urla umane d’indicibile sofferenza.

La terra tremò di nuovo. La lampadina sopra il lettino dondolava in un ampio arco. Avanti, e indietro. Avanti, e indietro.

Esplosioni più piccole, sequenziali, più lontane.

Ma poi, con un frastuono che mi fece sbattere la testa sul soffitto della cella, un’esplosione fece tremare le pareti del laboratorio. La luce ondeggiò forte, ronzò e si spense.

Con il buio, le mie speranze morirono.

Nessuno verrà a prendermi.

***

“Mercedes!”

La speranza si riaccese.

Una voce di uomo, arrabbiata, potente. Un colpo e la porta si spalancò, per metà fuori dai cardini.

Mi buttai in fondo alla gabbia, terrorizzata. Il cuore mi batteva in gola ostruendomi il respiro.

Un uomo alto e atletico entrò nella mia visuale. Aveva in mano una torcia elettrica, cilindrica, che espandeva luce tutt’attorno. Diede una veloce occhiata al laboratorio, poi si voltò e fece per andarsene. Sapevo che era la mia unica possibilità.

“Sono qui!”.

Una voce rauca, disumana, graffiò le mie corde vocali e si arrampicò fuori dalle mie labbra. Ebbi paura che l’uomo non mi avesse sentito, ma vidi che la luce non si muoveva più. Si era fermato.

“Dove sei?” chiese. Sentii che aveva paura. Puzzava di paura.

“Qui” risposi. Parlare mi faceva male. Sentii la bocca riempirsi di sangue, che inghiottii subito.

La luce si avvicinò, e due gambe si fermarono davanti alle sbarre della mia cella. L’uomo si chinò e sollevò la luce all’altezza del viso.

Ciò che vide lo turbò molto. I suoi occhi si spalancarono, un tremito gli percorse la schiena. Seppi che dovevo dire qualcosa.

“Non lasciarmi qui” sussurrai. Un rivolo caldo mi scivolò fuori dalla bocca. Avevo una paura fottuta che non volesse aiutarmi. Che mi guardasse con disprezzo e mi lasciasse morire lì, come una bestia.

“Ti prego”. La voce suonò quasi normale, quasi umana. Mi asciugai il sangue con una manica.

L’uomo non rispondeva.

Un’esplosione, in lontananza.

Ti prego, ti prego. Non lasciarmi qui.

Mi venne da piangere. L’uomo sembrò tornare in sé e scosse la testa. Quel diniego mi uccise dentro. Stavo per mettermi ad urlare quando lui disse: “Come devo fare per tirarti fuori di lì?”.

Gli spiegai dove trovare le chiavi della gabbia. Ogni sillaba mi bruciava in gola come acido. Lo scatto della serratura fu il suono più dolce mai udito. Strisciai fuori da quel loculo angusto con lacrime di gioia che mi bagnavano le guance. Alzarsi in piedi fu difficile e doloroso, ma non emisi un gemito. L’uomo non smise un secondo di fissarmi.

L’ennesimo boato riecheggiò nel sotterraneo.

L’uomo guardò il rettangolo di luce della porta scardinata.

“Andiamo”.

Dove andiamo?

  • Andiamo in un luogo sicuro: dobbiamo stare nascosti (13%)
    13
  • Andiamo indietro: dobbiamo capire (38%)
    38
  • Andiamo via: dobbiamo fuggire (50%)
    50
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35 Commenti

  • Mi interessano tutti e tre, quindi tiro a caso e scelgo… Gabriel ed i reattori!

    Ciao! Aspettavo questo capitolo. La descrizione della mutata, a parte costole sporgenti e bacino deforme, era esattamente come me l’aspettavo, non so perché.
    Attualmente Gabriel è quello che mi sta simpatico perché l’ha aiutata. Anche Max sembra gentile, ma nei precedenti capitoli non lo era, quindi non so ancora cosa pensare.
    E poi c’è questa unità 731 che chissà che cos’è…

    In ogni caso sono arcicurioso di tutto 🙂

    Ciao 🙂

  • Ero indecisa tra conoscere la storia della ragazzina e comprendere il motivo per il quale ci troviamo in un futuro distopico ma, alla fine, dovendo fare una scelta, ho optato per quest’ultima.
    Di solito il genere fantascientifico non rientra esattamente nelle mie corde, ma sono attratta dalle storie che trattane di futuri distopici dunque ti seguo molto volentieri.
    A presto!
    -Ross-

  • Ciao, Emma J.

    Mi dispiace per Martha e Red Dragon, ma non amo molto i mutanti (con l’eccezione di Leela di Futurama, ma quella è un’altra storia) quindi ho scelto la cavia umana fallita.
    Anche in questo secondo episodio ho seguito senza problemi i diversi narratori, quindi va’ pure avanti così che mi sto godendo la lettura.

    Grazie e alla prossima.

  • Assolutamente una mutante! Geneticamente modificato significa che le hanno iniettato un virus zombie, giusto?XD
    Dimmi di sì ti prego ❤️
    L’azione e il coinvolgimento continuano, e ora si è aperto un portone che ci potrà svelare un sacco di ckse!
    Sempre brava, direi che hai il lettore in pugno, mica pizza e fichi 🙋🏼‍♀️❤️

  • L’episodio continua a portarmi in un mondo oscuro e misterioso, dove l’incertezza e la tensione regnano sovrane. La descrizione vivida degli eventi, dei personaggi e degli ambienti crea un’atmosfera coinvolgente, mentre la trama si snoda attraverso rivelazioni inaspettate e svolte misteriose. La caratterizzazione dei personaggi, in particolare di Gabriel, Mercedes e la ragazza dal reattore, è ricca di sfumature e li rende interessanti e complessi. Non vedo l’ora di scoprire cosa accadrà dopo questa inquietante introduzione e come si svilupperanno le relazioni tra i personaggi.

  • Voto una mutante geneticamente modificata! Anche se l’esperimento malvagio di AI mi intrigava pure.

    Ho adorato questo capitolo! Quella sensazione di impotenza e libertà contrapposte mi ha lasciato affascinato. Personalmente parlando (ma potrebbe essere solo una mia fantasia) non credo che la ragazzina (adesso sappiamo più o meno l’età) sia davvero così mostruosa come la vede Mercedes. Certo, mi immagino che sia una cosa veramente strana da vedere…

    Ancora mi chiedo cosa stavano facendo tutti questi al reattore, facendo esplodere ogni cosa e suicidandosi nel tentativo…

    Ciao 🙂

  • Ora come ora la fuga mi sembra l’unica cosa da fare. Le spiegazioni verranno dopo.
    Sospettavo fin da subito che il protagonista non era umano. Ora c’è solo da capire se è un animale, un essere umano deforme oppure un essere inumano.
    Non vedo l’ora che esce il prossimo capitolo.

  • Ero indeciso tra andare avanti e tornare indietro: alla fine ho scelto di tornare indietro, giusto per darti un pareggio 😛

    Ciao! L’incipit è fenomenale! Si capisce ben poco ma mette tutti i pilastri per sviluppare la storia 🙂 Ancora non ho capito l’aspetto della protagonista (parla di ali) e del perché sanguini quando parla, ma c’è tempo per capirlo. Interessante il doppio narratore, prima e terza persona; se riesci a tenere un buon ritmo tra i due, dovrebbe venir fuori qualcosa di interessante 🙂

    Ci sono delle frasi che non riesco a capire se la protagonista pensi o parli.

    Ciao 🙂

  • Ciao EmmaJTurner. Questo episodio è davvero avvincente! La tensione e la paura che trasmetti attraverso la narrazione sono palpabili. L’atmosfera è carica di suspense e mi sono sentito coinvolto nella situazione insieme ai personaggi. La descrizione dei dettagli, come il buio, le esplosioni e le sensazioni dei personaggi, aggiunge profondità alla storia. Non vedo l’ora di scoprire cosa succederà dopo e come si svilupperanno i personaggi. Continua così!

  • Fuggiamo, cara ❤️ sbrigatih!
    Avvincente, misterioso, adrenalinico: in bocca al lupo per questo esperimento/nuova avventura 🙋🏼‍♀️❤️

    P.s. bentornata, era ora ❤️

    P.s.2
    Ma per leggere “L’Abbazia del Roseto” devo andare proprio su EFP? XD quel posto mi fa paurah XD XD

    • Ciao Martha! Grazie mille ❤️ Vediamo se riesco a tirare fuori qualcosa di buono (anche se sarà più difficile, aaaah tremo già).

      P.S.: A me terrorizza WattPad, per questo sono su EFP! Sarà che non sono più tanto giovane… xD Ma se fai un salto a trovarmi sarò molto molto felice! Anche “Fiori di Sambuco” è più lungo rispetto al racconto che hai letto qui, ha qualche scena in più… ma il fulcro è lo stesso!

        • Ciao Martha! Su EFP non si può mandare un messaggio privato ad un autore, si possono solo lasciare recensioni a cui rispondere privatamente. Inoltre EFP è aperto alla lettura anche senza iscrizione: puoi quindi leggere già le storie lì (se non vietate ai minori, per le quali è necessario registrarsi, giustamente); WattPad invece è un sito chiuso: solo chi si iscrive può leggere le storie, e la demografica è molto più giovane e aggressiva (non mi stupirebbe se ci fossero stati casi di plagio, bullismo e o molestie).
          Io sono su EFP dal 2008 e mi sono sempre trovata bene, anche nel periodo 2011-2013 quando la piattaforma era molto famosa e frequentata. La community è moderata e molto più rilassata rispetto a WattPad 🙂

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