I Baroni della Costa

Dove eravamo rimasti?

Come reagisce Fosco? Si permette di intervenire subito nel discorso dei nobili (67%)

Mantova, inverno 1438: Nobili a casa propria

Fosco si permise d’intervenire nel discorso: «Perdonatemi, nobiluomo; se ho bene inteso, è dunque possibile… acquisire un titolo?» e imitò il gesto di “pagamento in denaro”.

«Vi perdono, gentile Fosco, avete inteso bene.»

«E… acquisendo un titolo si può dunque entrare a corte?»

«Ebbene sì, gentile Fosco. E, come dicevo ai nobiluomini qui presenti, non è nemmeno necessario che si conosca la terra che dà nome al titolo. Conoscete voi la Costa?»

«No, mio Signore.»

«Dunque ve la descriverò io. I miei vicini raccontano che nel feudo della Costa vi sia, per l’appunto, questo lago pescosissimo e che la decima della rendita del lago sia di cinquecento soldi l’anno! E mi riferiscono anche che nel feudo della Costa vi siano due residenze per il Signore: un palazzo in paese e una casa in campagna.»

Il nobile di cappa si prolungò a decantare le meraviglie di questa terra straniera e, ovviamente, si rammaricò del fatto che nessuno ne avesse ancora rivendicato il titolo. Fosco, da buon mercante, fece i suoi conti e stimò che la rendita di tutto quel ben di Dio potesse sostenere una vita agiata in un palazzo di Mantova. Infine chiese: «Nobiluomo, in che modo potrei dunque rivendicare il titolo di questa fertile e pescosa terra?»

Rispose il nobile di cappa: «Fosco, fate pure l’inventario dei vostri averi; un giusto corrispettivo si aggira intorno alle dodicimila monete d’argento.»

La cifra era importante ma affrontabile. Fu così che Fosco, tornato a casa, radunò la famiglia e raccontò a moglie e figli, come solo un mercante era capace di fare, le meraviglie della terra di cui aveva sentito parlare. Infine dichiarò solennemente che tutto ciò di cui era stato informato poteva essere realizzato davvero: avrebbero vissuto di rendita e sarebbero diventati nobili, per la modica cifra di dodicimila monete d’argento.

«Nobili?» chiese la moglie Merope, fino a quel momento poco interessata al discorso del marito. «Con tutti i vestiti, la servitù, i drappi con lo stemma e le riverenze? E mi chiameranno Signora?»

Fosco rispose all’istante: «Certamente! Tu sarai una nobildonna e noi saremo nobiluomini! Noi e le generazioni a venire. Saremo Signori, i Baroni della Costa!»

«Ma padre…» disse con voce lamentosa Emilio, il minore dei figli. «Dovremo proprio andare in questo posto sperduto per sempre? Io qui ho tutti i miei amici e una giovinetta con la quale mi piacerebbe discorrere!»

Fosco sorrise vittorioso e indicò le stanze in cui abitavano con un unico gesto, come per comprenderle tutte: «E invece no, non ci muoveremo da Mantova! Questo sarà il nostro palazzo di rappresentanza in città e l’addobberemo con i drappi del nostro stemma. Vivremo da nobili senza spostarci d’un solo miglio.»

Così tutti furono rassicurati e felici. Per raccogliere la somma necessaria, Fosco cedette le mercanzie – con tutti i carri, i cavalli e le some – a una famiglia di mercanti ai quali non pareva vero d’ottenere una posizione di predominio sulla piazza di Mantova.

Nel giro di qualche settimana le carte furono pronte. Un palazzo signorile della Costa, feudo sito nella Contea di Rovigo, e tutte le pertinenze, nonché un fabbricato di campagna e alcuni campi nei pressi del lago, più tutte le servitù e quant’altro era d’uso comprendere nelle scritture di proprietà, vennero così acquistati… anzi acquisiti da Fosco per sé e per i suoi discendenti in perpetuo.

Avanzò del denaro anche per alcune sistemazioni che, secondo Merope, erano assolutamente necessarie al fine di rendere quel palazzo una residenza da Signori. Ad esempio bisognava liberare il primo piano e farlo diventare un vero piano nobile, con le scale, le balaustre e le sale da ricevimento: una per le signore, una per i signori e una sala da pranzo destinata a decine d’invitati… quanti erano i nobili di Mantova? E se, un giorno o l’altro, avessero ricevuto la visita del marchese Gianfrancesco Gonzaga in persona? Il palazzo doveva essere splendente al più presto possibile!

I “lavoretti”, come li aveva definiti la Signora, erano in realtà progetti di ristrutturazione piuttosto impegnativi. Fosco ebbe bisogno di numerosi artigiani esperti; il palazzo fu invaso da muratori, falegnami, pittori e decoratori. Le stanze del futuro piano nobile vennero svuotate e giorno dopo giorno iniziarono le trasformazioni.

Mentre i muri venivano abbattuti e i pavimenti rimossi, iniziarono a manifestarsi alcuni inquietanti fenomeni che preoccuparono non poco Fosco e tutta la famiglia dei Sabadino. come se il palazzo stesse reagendo a quei cambiamenti. Si udirono rumori sinistri di notte e gli oggetti sembravano spostarsi misteriosamente. Un’atmosfera di inquietudine si diffuse nel palazzo e Fosco cominciò a interrogarsi se per caso avessero risvegliato qualche antico male o attirato l’attenzione di forze oscure.

A cosa sono dovuti questi inquietanti fenomeni?

  • Scherzi di alcuni burloni (80%)
    80
  • Assestamenti dovuti alle modifiche della struttura (0%)
    0
  • I fantasmi di antichi abitanti del palazzo (20%)
    20
Loading ... Loading ...
Categorie

Lascia un commento

18 Commenti

  • Ciao Achillu,
    ho trovato questo secondo capitolo veramente ottimo, e anche divertente. Secondo me è anche probabile che Fosco, preso dall’entusiasmo, sia incappato in una sorta di truffa; per questo, anche se l’opzione “fantasmi” è molto interessante, voto anche io per lo scherzo di qualche burlone.
    A presto!

  • L’evoluzione di questa storia continua a intrigarmi. L’acquisto del titolo nobiliare da parte di Fosco e le conseguenti ristrutturazioni del palazzo stanno introducendo nuovi elementi nella trama, tra cui l’atmosfera inquietante e i fenomeni misteriosi che iniziano a manifestarsi. Questa tensione aggiunge una profondità affascinante alla narrazione. Mi piacerebbe che la causa di questi inquietanti fenomeni fossero i fantasmi di antichi abitanti del palazzo. Questo elemento aggiungerebbe un tocco di mistero e un collegamento con la storia passata del palazzo, rendendo la narrazione ancora più avvincente.

  • Buon pomeriggio.
    Concordo con fenderman e voto per i burloni, magari gli stessi nobiluomini che l’hanno esortato ad acquistare il titolo. Gli assestamenti dovuti ai lavori dovrebbero essere naturali, anche a quei tempi. E andare sui fantasmi non lo credo verosimile. Sempre una buona lettura, a presto.
    OW.

  • I burloni: sono loro.
    Giusto notare a parte che anche a quei tempi la nobiltà era una diretta estensione del denaro (oggi è forse diverso?).
    Un nobile senza soldi è un “nobile decaduto” titolo che suona peggio che “poveraccio” perché aggiunge il disprezzo o la compassione per chi non ha saputo amministrarlo.
    Storia davvero interessante, una piacevolissima lettura.
    Grazie, alla prossima🙋‍♂️

  • Ciao Achillu,
    mi piacciono i racconti storici, soprattutto quelli ambientati nell’epoca rinascimentale, che considero la più affascinante insieme a quella romana.
    Vista l’ingenuità del povero Fosco, che tra l’altro non aveva nemmeno ben compreso l’ironia degli altri nobili nei suoi confronti, io direi che si permette di intervenire subito nel discorso.
    A presto!

    • Ciao, OW.

      Grazie per aver letto il racconto nonostante il genere non sia nelle tue corde. È un mio vecchio racconto e ho lavorato sodo con delle editor molto brave per tenere il più possibile la parte storica come sottofondo e incentrare la narrazione sulla trama, quindi il tuo commento mi riempie di gioia.

      Grazie e alla prossima.

  • Ciao Achillu. Mi sono goduto molto la lettura di questo episodio. È affascinante vedere come il vecchio mercante sia stato così influenzato dall’ambiente di corte e dalle parole dei cortigiani, portando a una commedia di fraintendimenti. La tua abilità nel creare personaggi vividi e scene intriganti è davvero notevole. Sono curioso di scoprire come si svilupperà la trama e se Fosco riuscirà a realizzare il suo desiderio di acquisire un titolo nobiliare. La mia scelta è che torni a casa e cerchi un appuntamento con il nobile di cappa per discutere la possibilità di acquisire il titolo nobiliare per la baronia della Costa. Questa potrebbe essere un’opportunità per sviluppare ulteriormente il personaggio di Fosco e vedere come affronterà questa sfida inaspettata. Attendo con impazienza il prossimo episodio!

  • …è curioso e quindi interviene…
    Età rinascimentale estremamente affascinante, degna di essere raccontata nei suoi mille aspetti. Plaudo dunque, nobile amico, all’iniziativa, e parto con te per questo viaggio in quel di Rovigo, sicuro di tornarne “arricchito”.
    Ciao🙋‍♂️

  • Ciao Achillu sei tornato con un romanzo storico! Già questo mercante mi sembra un personaggio che potrebbe darci un sacco di spunti, non conosco bene le vicende di quel periodo e sono molto curiosa di scoprire cosa ci racconterai 😊
    A presto

  • Per comprendere meglio questo racconto, tenete presente che nel 1438 era chiamato Adige il ramo principale del fiume; oggi di quel ramo storico resta solo un canale chiamato Adigetto, che si stacca dall’Adige attuale a Badia Polesine, lambisce diversi paesi e attraversa i centri abitati in particolare di Costa di Rovigo (la Costa) e Rovigo. Il lago pescosissimo di cui si parla nel primo episodio era il Grande Lago del Gaibo, oggi estinto; il limite occidentale del lago è l’odierno canale Scortico mentre il limite orientale è rimasto nella toponomastica come via Lago a Costa di Rovigo.

  • Questo sito usa i cookies per migliorare l'esperienza utente. Cliccando su Accetto acconsenti all'utilizzo di cookie tecnici e obbligatori e all'invio di statistiche anonime sull'uso del sito maggiori informazioni

    Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

    Chiudi