LA GITANA CHE BUSSÒ ALLA MIA PORTA LA NOTTE DI HALLOWEEN

Toc, toc, toc!

Supermarket Horror in televisione, una calda coperta e un cestino colmo di dolcetti in grembo: questo sì che è il modo migliore per inaugurare la settimana che porta ad Halloween!

Ho già fatto la lista delle altre cinque videocassette che mi faranno compagnia in questa fantastica maratona, e ho dato la mancia la tipo della videoteca affinché me le tenga da parte: non voglio correre rischi, e tutto deve essere perfetto.

Sono un essere umano davvero fortunato, qui, solo, nella mia piccola casetta al limitare del bosco, senza le maledette orde di bambini sovreccitati che mi fracassano le palle ogni cinque secondi coi loro scampanellii.

Trasferirmi in una villa che nessuno ha abitato per decenni è stata la cosa più geniale che abbia mai fatto: ha pure il cimitero di fianco, con quelle belle croci in cemento o di ferro battuto ricoperte dal muschio e dalle ragnatele: quando l’agente immobiliare me l’ha mostrata è stato la realizzazione di un sogno.

E chissene frega, se il proprietario precedente è stato colto da un raptus e ha fatto fuori la sua famiglia! Chissene frega, delle voci che dicono che la casa è infestata dai fantasmi!

Asserisco soddisfatto, schiaccio play sul videoregistratore, mi ficco in bocca un orsetto gommoso e mi accoccolo per bene.
E bussano alla porta.

Impossibile, non può essere. Sarà la mia immaginazione. Premo pausa, alzo le orecchie.

Toc, toc, toc.

Hanno proprio bussato!
E chi sarà mai a quest’ora?
Possibile che i mocciosi si spingano fino a casa mia per fare dolcetto o scherzetto? Ma Halloween è sabato, e oggi e solo lunedì: chi è quel genitore che permette al proprio bambino di venire fin qui?
Poi realizzo, e visualizzo i bambini travestiti che scendono da un Suv enorme. Alla guida c’è una donna con lo sguardo annoiato che non vede l’ora di tornare a casa, farsi un bicchiere di vino e dimenticare così la tremenda piega presa dalla sua vita. Una volta scesi dal Suv, lei si accenderà sicuramente una sigaretta. Abbasserà il finestrino e non farà caso alla mano guantata che stringe il coltellaccio che le squarterà la gola.
Un classico, una scena vista e rivista in centinaia di film di Halloween.

Con il cestino delle caramelle tra le mani, e la coperta sulle spalle, guardo nello spioncino. Niente: mi devo ricordare di cambiare la lampadina esterna.
Mi ficco in bocca un altro orsetto e apro.

Al di là della soglia c’è una gitana, infagottata in un pesante scialle di lana.

«Bel costume», dico. «Apri la sacchetta, dai, che ti do gli orsetti gommosi.»

«Widerwärtigkeit? Nicht widerwärtigkeit!», risponde facendo la faccia schifata e un passo indietro.

«Bleah, mi hai sputazzato tutt…»

«Tu fare silenzia! Tu ascoltàren, ja?», mi dice.

La voce non è quella di una bambina, che strano… E suo italiano è pessimo, ma sempre meglio di quello spagnolo incomprensibile.

«Tu morire a mezzanòtten, und al cimitero», mi dice puntandomi addosso un indice nodoso dall’unghia adunca.

«Ci dev’essere un errore», le rispondo. «Si prenda un orsetto gommoso, vecchiarella, e torni a casa, tenga…»

Lei cerca nella saccoccia ed estrae un foglietto. Lo legge, pensierosa.

«Numero digiazzèdden ti fia tello skeletro?»

«Ja, ehm, sì.»

«Allora tu morire a mezzanòtten. Und al cimitero», dice soddisfatta riponendo il biglietto nella saccoccia.

Mi giro per poggiare il cestino, e quando mi volto la gitana non c’è più. Al suo posto aleggia una nuvola densa, che sa di zolfo.

*

«Cioè, ti ha detto così e tu hai continuato a vederti il film e a mangiare dolcetti?»

«Sì.»

«Oddio.»

«Che c’è?»

«Ha detto che morirai al cimitero?»

«A mezzanotte, sì.»

«Ma quando? Che t’ha detto?»

«Ah, non lo so.»

«Non gliel’hai chiesto?»

«No.»

«Ma come no?»

«Non sono un tipo curioso, lo sai.»

«Oddio.»

«Che c’è?»

«Hai mai visto il film La gitana che bussò alla mia porta la notte di Halloween

«Te lo sei appena inventato…»

«No, esiste, giuro!», dice Kevin tutto agitato. Sta sudando come un adolescente alle prese con la sua prima rivista porno, e continua a mordicchiarsi il labbro inferiore e a gesticolare come un pazzo.
Gli altri avventori del fast food ci stanno osservando con severità.

«L’ho visto da bambino, su Rai 3: è uno dei primi film girati da Marco Maria Gianninverti. O forse era Ludovico Speziati, non me lo ricordo, comunque c’è sto tizio che sta guardando la televisione, bussano alla porta e una zingara con l’accento tedesco gli dice che morirà a mezzanotte, al cimitero, ma non gli dice quando.»

«Si dice gitana. E comunque la mia era spagnola. Chi dice ja è spagnolo, giusto?»

«No, è tedesco.»

«Ah!»

«Poi il tizio si gira un attimo, giusto il tempo di poggiare il cestino di vimini pieno zeppo di dolcetti che tiene tra le mani, e la zingara sparisce in una nuvola di zolfo.»

«Proprio così! Tale e quale a ieri sera! E come finisce?»

Kevin si porta le mani alla testa, affonda le dita nei capelli, se le passa sugli occhi che trasudano curiosità e disperazione, si tamburella le labbra. Poi si colpisce ripetutamente le tempie gridando non me lo ricordo.

«Be’, basta andare in videoteca: dov’è il problema?»

Dov'è il problema?

  • Il problema non è la videoteca: il problema è chi sta dietro al bancone della videoteca... (86%)
    86
  • La videoteca è lontana (14%)
    14
  • La videoteca è chiusa il martedì (0%)
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42 Commenti

  • Ciao Massimo 🙂
    Capitolo 2-3 🙂 piano piano sto recuperando 🙂
    Sempre sul pezzo, ci stai offrendo un misto horror/giallo con il tuo humor che lo accompagna 🙂
    Ora il mistero si infittisce e visto che è comparso il nostro morto, io direi di votare per il detective 🙂
    Sperando che riescano a risolvere il caso zingara in tempo per “dolcetto o scherzetto” 🙂
    A presto 🙂

  • Ciao, Massimo.
    Mi sono persa l’occasione di votare al secondo episodio, ma sono qui e ho letto di seguito. Voto l regista, chissà chi ci tori fuori… 😅
    Interessante piega, la videoteca scena del crimine, in pieno horror movie di Halloween. I dialoghi sono perfetti, anche con la bocca piena, mi piace l’ambientazione, il tono leggero e quel che vi gravita intorno. Io aspetto il quarto, questa volta spero di non mancare il colpo.

    Alla prossima!

  • Ciao Massimo. L’episodio è pieno di suspense e mistero, e cattura davvero l’attenzione del lettore sin dalle prime righe. La scoperta del VHS con il titolo inquietante aggiunge un elemento di suspense e il timore che qualcosa di sinistro stia accadendo. L’atmosfera tesa e le azioni dei personaggi contribuiscono a creare un senso di imminente pericolo. È coinvolgente e promettente per una storia misteriosa. Complimenti per la capacità di creare una narrativa così avvincente!

  • Il regista: chissà quanta ispirazione riceverà inspirando ed espirando in una videoteca. Io Erika La Macchia me la ricordo bene, era un segno ben netto, distintivo di certo cinema. Poi interpretando la compagna di “Dash, il cavaliere senza macchia e senza paura” scomparve. Sai che fine ha fatto?
    Complimenti, ti sei distinto, al solito. Ironia, mistero le leggerezza. Grande!
    🙋‍♂️

  • Volevo votare un detective perché è un giallo, ma la stessa gitana che ha bussato alla tua porta, ha vinto.

    Secondo me Kevin non la racconta giusta. Non credo sia lui l’assassino ma il fatto che si sia rilassato con una persona morta, mi fa sospettare brutte cose!

    Comunque: il delitto è servito!

    Ciao 🙂

  • Io voto entra in scena e si catapulta su Kevin! Abbiamo caricato la pistola, spariamo 😀

    Mi è molto piaciuta la descrizione della videoteca. Ne avevo una anch’io che frequentavo una volta a settimana. È riuscita a resistere fino all’arrivo di Netflix….
    Tornando alla tua storia, ‘sto Kevin o è stupido o è idiota 😉
    Per il resto, sono molto incuriosito 🙂

    Ciao 🙂

  • Entra in scena ma evita.
    E ancora un momento di “tessitura” quindi ben vengano contrasti e incomprensioni, che oltretutto sono il nutrimento per lo humor.
    Simpatici i due, disinvolti e imbranati come in una pellicola americana😉
    Un saluto, e i complimenti all’autore.
    Ciaooo🙋‍♂️

  • Ilaria non arriverà proprio!
    Ciao, ho iniziato adesso la tua storia e sono contenta di essere arrivata in tempo per poter giocare con essa.
    Molto scorrevole come narrazione e i dialoghi in tedesco/italiano stanno davvero molto bene, fanno sembrare di essere effettivamente lì con i protagonisti.
    Per quanto riguarda la trama mi piace come hai “mischiato” il genere giallo all’horror (o almeno è ciò che è sembrato a me) che, neanche a farlo a posta, sono i miei preferiti.
    Ti seguo, vediamo cosa hai in mente per noi.
    A presto!
    -Ross-

  • Ciao Massimo. La parola “problema” è stata quasi centrale in questo capitolo, e quando stavamo per saperne di più il protagonista si è distratto. Quindi questo problema inciderà nella storia? Secondo me almeno un po’ si.
    La vicenda è sempre più vicina alla partenza.
    La storia è molto ben scritta e scorrevole, si fa leggere molto volentieri.
    Non ho capitolo l’ultima frase di Ilario. Interpretando credo che dica che è strano che non ci sia il film sullo scaffale e poi si accorge di una figura che pensa sia Ilaria? Non lo so, aspetto chiarimenti anche perché in due opzioni su tre Ilaria arriva, nell’altra no.

    Quindi, se non ti dispiace, aspetto una tua risposta per capire la situazione prima di votare.

  • Ciao, Massimo!
    Ma quanto mi piace questo inizio?! Ci sono tutti gli elementi: la maledizione (o comunque una previsione di morte), la gitana fantasma (o chissà cos’altro), la casa sperduta (e forse infestata) e un mistero da sbrogliare prima che arrivi il momento della resa, a mezzanotte (di chissà quando) nel cimitero.
    Incipit davvero ben congegnato, ottimo per attirare l’attenzione di chi, come me, ama le storie di fantasmi e strani accadimenti. Non vedo l’ora di proseguire. Se fosse un libro in uscita, lo avrei già prenotato.

    Alla prossima!

    p.s. voto il problema dietro il bancone della videoteca.

  • Ciao Massimo. La tua storia a tema Halloween ha inizio quindi.
    Mi piace l’idea di fondo e anche come l’hai introdotta, con la giusta proporzione tra ironia e mistero. La gitana mi ha ricordato quella del film “Drag me to Hell”, una punta il dito e l’altra regala un bottone, ma il presagio di morte c’è comunque.
    Per rimanere sull’ironia, per ora facciamo che la videoteca è troppo lontana. Vediamo cosa si inventeranno.

  • Martha ti ha un poco influenzato, e ha fatto bene. Certe storie si possono raccontare (e gustare) solo così, col dolcificante dell’ironia che muta la paura in divertimento e il brivido al momento giusto non mancherà, sicuramente.
    Scritto con disinvolta leggerezza e abilità artigiana, non delude e crea la giusta aspettativa. Un inizio alla grande. Bravo🙋‍♂️

  • Ciao Massimo 🙂
    Non finisco di commentare una storia che ti ritrovo subito con un altra 🙂
    Dal titolo mi sembrava l’ inizio di una fiaba ma direi che siamo lontano da una favola quanto Plutone dalla terra 🙂
    Sono curioso di capire perché hai scelto giallo per una storia a tema Halloween 🙂 con un background horror come quello che hai ricreato tu 🙂 il capitolo è scritto benissimo come sempre, ci sono solo due piccoli errori di battitura ma sarebbe come cercare il pelo nell’uovo 🙂
    Io, amante dell’ orrido, non posso che votare che il problema è chi sta dietro il bancone della video teca 🙂
    Ps:senza le maledette orde di bambini sovreccitati che mi fracassano le palle ogni cinque secondi coi loro scampanellii.
    Verità assoluta my friend 😉
    A presto 🙂

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