MARCO POLO, LA LEGGENDA DELLA VIA DELLA SETA.

Capitolo 1 “Vento di Primavera.”

Accadde una mattina di tanto tempo fa, quando ancora Venezia faceva parte di una delle cinque città commerciali più importanti del territorio Italico.

Su un letto giaceva una ragazzina di quindici anni, si chiamava Lara.
La sua bellezza era paragonabile solo a quella della madre, la moglie del noto mercante Valerian Morét , un francese che si era stabilito nella città delle gondole per facilitare il commercio con la Cina e le importazioni di merci dal continente.

Sua figlia era nata qualche anno dopo la sua unione con la moglie, e da allora per la piccola era iniziato un calvario senza precedenti.
Una febbre continua che non passava fù l’avvisaglia di una polmonite che le impediva di uscire da quella casa, rendendola schiava di quelle quattro pareti di legno che mai le avevano concesso di vedere il sole.
Lara era una bellissima ragazza, bionda e con gli occhi azzurri, tratti ereditato dal padre, ed una carnagione leggermente scura ereditata dalla madre che proveniva del Regno delle due Sicilie, un miscuglio di tratti che l’avevano resa di una bellezza rara.
Ad allietare le giornate della ragazza, però, come se il destino volesse chiedere scusa per quella malattia, ci pensava un giovane stalliere, figlio di uno dei tanti lavoratori che formavano la “Compagnia Monèt”.
Il ragazzo passava il resto delle sue giornate a raccontare a Lara tutte le cose buffe che succedevano all’interno della compagnia durante la giornata, anche se Valerian aveva scoperto che ometteva le cose tristi, come quando uno dei loro lavoratori era stato scoperto a rubare delle spezie e fu ucciso per errore dalla guardia, nessuno si era però lamentato o impressionato più di tanto, in fin dei conti un ladro restava comunque un ladro, eppure quella notte a Lara quel particolare non venne raccontato, e Valerian era sicuro che quel giovane lo avesse omesso apposta.
Da quando avevano scoperto questo rapporto i signori della Compagnia avevano fatto di tutto affinché quel ragazzo passasse più tempo possibile con Lara, allietandole cosi le giornate mentre combatteva contro la malattia che lentamente l’avrebbe portata via.

Accadde una notte che Valerian, di passaggio vicino ad una delle peggiori bettole del quartiere dei mercanti, udisse una conversazione fra due mercenari.

“Ti dico che l’hanno portata dalla Compagnia Versilia.”
“Ma sei sicuro?”
“Una cura miracolosa, in grado di scacciare ogni male.”
“E perché nessuno ne sa niente?”
“E’ per pochi, costa davvero più di quanto ci possiamo permettere.”

A Valerian si illuminarono gli occhi, se quella cura esisteva davvero aveva appena scoperto come salvare sua figlia, se non fosse che la compagnia che la vendeva era di Cesare Versilia, uno dei mercanti che gli facevano concorrenza sleale da parecchi anni, ovviamente tirando solo le fila di loschi figuri, senza mettersi mai in mezzo in prima persona, per non essere cacciato dalla grande alleanza di Amalfi.

Valerian prese a camminare a passo spedito, non aveva alcuna intenzione di perdere tempo, se la notizia fosse vera o falsa poco importava, avrebbe comunque agito personalmente per scoprirlo.
Prese a camminare a passo spedito nei vicoli che portavano alla Compagnia Versilia, passando davanti alla Gondola Ubriaca, una locanda di Siciliani dove la sera passava il suo tempo bevendo Rhum e domandandosi perché la sua bella figlia avesse avuto un destino tanto triste.
Ad aprirgli fu un giovane dalla pelle scura, li conosceva, erano gli Indios con cui importavano tè dalle Indie, ma come mai fosse li era un mistero, che fosse uno schiavo? a Valerian poco importava.

“Sveglia il tuo padrone ragazzo, digli che Valerian Monét è quei per affari.”

A sentire quel nome quello per poco non si fece prendere dal panico, ma per fortuna si limitò a farlo accomodare dentro e corse verso quelle che dovevano essere le camere del suo signore.
Valerian venne accolto da una donna molto giovane, che fece un leggero inchino.

“Sono Dama Fiorani, sapevamo che presto o tardi sareste giunto alla nostra dimora.”
“Lo sapevate?”
“Le voci corrono, sappiamo perché è qui signor Monèt, ma mi creda se le dico che il suo è un tentativo disperato.”

Prima che potesse chiedere informazioni su quell’affermazione una porta si aprì in fondo al corridoio ornato da quadri e souvenir dei viaggi della compagnia in India, e dalla luce Valerian potè notare la figura di Cesare avvolta in una lunga vestaglia di Seta, a quanto poteva capire anche il suo nemico era in fondo un suo cliente.

“Valerian Monét, se me l’avesse detto uno schiavo non ci avrei creduto, sei fortunato che ha risposto il mio segretario.”

La voce squillante di Cesare echeggiò nella stanza mentre si avvicinava a Valerian per stringergli la mano, cosa che non si aspettava, lo stava accogliendo troppo bene, e le parole di quella dama cominciavano a essere più chiare.
Sapeva perché era venuto al suo capezzale, ma allora perché non venire direttamente da lui ad offrirgli quella miracolosa cura?

Cosa vorrà mai l'uomo in cambio della cura?

  • Un posto a corte. (29%)
    29
  • Il ducato dei Dogi (29%)
    29
  • La mano di sua figlia (43%)
    43
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6 Commenti

  • Ciao Francesco,
    Ho letto il tuo racconto e devo dire che mi ha davvero coinvolto. Hai creato una trama intrigante e ben sviluppata, con personaggi interessanti e ambientazioni vividamente descritte.
    La storia di Lara e la sua connessione con il giovane stalliere aggiungono un tocco di dolcezza alla narrazione. Il personaggio di Valerian è ben caratterizzato, e la sua determinazione nel cercare una cura per sua figlia è toccante.
    Inoltre, hai creato un’atmosfera ricca di dettagli, dalla Venezia storica alle Compagnie di mercanti rivali. L’inclusione di mistero riguardo alla cura segreta offre suspense e intrighi alla storia.
    Mi piace come hai intrecciato le vite dei personaggi e come hai presentato le loro motivazioni. La tua scrittura è coinvolgente e rende la storia avvincente.
    Continua a scrivere e a condividere le tue storie. Hai un talento per la narrazione che merita di essere esplorato ulteriormente.
    Con affetto.

  • Io voto il Ducato del Dogi!

    Ciao! La storia inizia in modo molto caratteristico, riuscendo a portare un pizzico di Venezia tra le pagine. La ragazza malata, lo stalliere che le racconta le cose ed il padre disposto a tutto per salvarla… vediamo cosa ci aspetta 🙂

    Mi chiedo anch’io cosa c’entri Marco Polo ma diamo tempo al tempo 🙂

    Ciao 🙂

  • Ciao Francesco.
    Leggendo sembra l’inizio di una favola. Usi frasi semplici che rendono bene l’idea che vuoi dare e descrivono le vicende che racconti.

    Abbiamo una ragazza malata, un giovane che allieta le sue giornate, un padre disposto a tutto pur di salvare la figlia e mercante che, da buon mercante, sa che può chiedere di tutto per quella cura miracolosa.

    Il racconto è scritto bene, c’è qualche refuso qua e la vittime di distrazione, ma niente che una veloce revisione non possa correggere.

    Versilia è un mercante e, da buon mercante, il lato economico e di potere è quello che più gli interessa. Quindi chiede la mano della figlia. Dal suo punto di vita, cosa c’è di meglio di una ragazza debole, facile da manipolare e che da un momento all’altro potrebbe morire lasciandolo libero con i più tutti gli averi della famiglia acquisita?

  • Ciao, sono Martha e ti do il mio benvenuto su TheIncipit ❤️
    Leggendoti ho avuto l’impressione di sfogliare un libro trovato in un vecchio baule. Ho quasi percepito l’odore della carta vecchia, e questo mi ha affascinata molto.
    Voto per la mano della figlia, giusto per dare un po’ di magone, ché in storie come questa ci sta sempre bene.
    Ma Marco Polo dov’è? Quando arriva?
    Scrivi presto, e ricorda che in questa community ci divertiamo a giocare con le storie degli altri! Gioca anche tu, sfoglia le altre storie, sono sicura che ne troverai di bellissime 🙋🏼‍♀️

  • Benvenuto nel “club”.
    Ciao, comincia come una favola, chissà perché mi ha ricordato la bella addormentata…
    Ci prepari a un lungo viaggio, spero interessante, te lo auguro. La storia quella vera è una miniera da sfruttare.
    Attento, c’è qualche refuso (tipo: Morét_Monét), rileggi bene.
    Voto un posto a corte.
    Ciao🙋‍♂️

  • Ciao Francesco 🙂
    Sei nuovo qui su the incipit perciò ci tengo a darti il benvenuto 🙂
    Vedo che scrivi bene e se ho letto bene sulla tua bio non sei proprio uno scrittore novello ma scrivi già da un po 🙂
    Io da profano ho leggichiato il Milione di Marco Polo molto tempo fa e sono arrugginito perciò conto sulla tua storia per rinfrescare un po’ la memoria, sebbene si tratti di un fantasy e non un romanzo storico e perciò focalizzerà la sua attenzione su ben altre tematiche 🙂
    Da veterano del sito ti consiglio di leggere e commentare i vari racconti del sito e dare le tue opinioni su cosa potrebbe essere migliorato nelle varie storie 🙂 in questo modo non solo otterrai più lettori ma potrai aoutare giovani scrittori in erba, come me per esempio a migliorare dall’alto della tua esperienza da scrittore 🙂
    Per ora voto il ducato, penso che un mercante frivolo e senza scrupoli come ci hai descritto il Versilia pensi subito al lato materialistico 🙂
    E niente vediamo questa cura 🙂
    A presto 🙂

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