Dove eravamo rimasti?
Quella volta che ero andato caccia con mio padre
“Tendi l’arco, ma occhio a non perdere la traiettoria, e ora… scocca” all’ordine di mio padre mollo la presa. La freccia vola spedita e si conficca nel collo della preda prescelta.
Scusate, mi sono concentrato così tanto che mi sono dimenticato di voi.
Sono passate 4 primavere da quando ho incontrato Goeid. Da allora mio padre si è convinto ancora di più a darmi lezioni sulla caccia ogni mattina. Oggi sono nella giungla con lui in cerca di piccole prede.
“Niente male, Kona, l’hai ammazzato sul colpo” mi disse mio padre dopo aver estratto la freccia dall’animale “in questo modo non ha sofferto”.
“Manca tanto, papà?”.
“Abbiamo appena iniziato, se possibile oggi volevo farti colpire qualcosa di più grosso. Tipo un capriolo”.
“Non so, sono molto sfuggenti, facciamo un’altra…”.
“Fermo dove sei” mi intimò mio padre, aveva corrucciato la fronte. Gli altri cacciatori una volta mi hanno raccontato a me e a Ikki che papà aveva fatto scappare di paura un rinoceronte con quello sguardo. “So bene perché hai tutta questa fretta di finire. Ti devi vedere con Hatty?”.
“C-c-cosa, no, è solo che… sì, andiamo a fare un giretto” la paura era tale che dissi la verità.
“Ti ho detto un sacco di volte che non la devi frequentare”.
“Lo dici solo perché è figlia di Chipin”.
“Non solo, quella ragazzina porta solo guai”.
“Ah sì? Fammi un solo esempio”.
“Dunque… qualche giorno fa avete portato al villaggio una mandria inferocita di buoi”.
“Stavamo facendo a gara a chi lanciava sassi il più lontano, non sapevamo fossero lì vicino”.
“Poi un’altra volta siete stati recuperati nel fiume prima di finire nelle rapide”.
“Stavamo facendo il bagno e non ci siamo accorti che la corrente aumentava”.
“E ti devo ricordare quello” mi dice indicandomi la schiena. I segni degli artigli ci sono ancora. A volte sento pure che bruciano. Ma evito di dirlo per timore.
“Papà, io…”.
“Silenzio! Continuiamo a cacciare, e una volta finito aiuterai tua madre a scuoiare le prede. E scordati di vedere Hatty!” e a quelle parole mi ammutolii.
Passammo tutta la mattina a cacciare. Arrivato il primo pomeriggio io e mio padre tornammo con: tre uccelli, due lepri e un capriolo.
“Siamo a casa!” urlò mio padre per poi essere abbracciato da mio madre.
“Vedo che avete fatto buona caccia” ci disse dopo che abbiamo depositato le prede.
“Già, dovevi vederlo cara, Kona non ha rivali con l’arco. Ancora un po’ e potrò portarlo con gli altri cacciatori a catturare prede più grosse”.
“Bello” aggiunse Ikki poco interessato per via che stava giocando con le sue statuette di legno.
“Ora scusate, ma gli altri cacciatori di sicuro mi aspettano” disse mio padre prendendo la sua arma personale.
“Devi proprio? Non sei stanco?”.
“Tranquilla, Suan, insegnare a Kona è un piacere. Poi oggi c’è la caccia all’elefante. Se siamo fortunati possiamo prenderne abbastanza per sfamare e vestire il villaggio per molto tempo”.
Dopo aver dato un bacio a mia madre stava per uscire, non prima però di guardarmi fisso negli occhi e dirmi “Tu, aiuta tua madre, e non fare sciocchezze”.
Dopo essere andato via mia madre mi chiese: “Parlava di Hatty giusto?”.
Feci sì con la testa.
“Tuo padre è un brav’uomo. Ma è troppo cocciuto, pensa sempre che i figli sono uguali ai genitori”.
“Fa niente, mamma adesso io…”.
“Adesso tu esci a svagarti, e vai dalla tua amichetta”.
“Cosa? E le prede?”.
“Ci pensiamo io e Ikki. Dico bene?”.
“Certo mamma. Dobbiamo lasciare soli i due piccioncini” disse mimando il bacio con due dei suoi giocattoli. Che stupido che era!
“Grazie ancora mamma” le dico dandogli un bacio sulla sua guancia. E senza perdere tempo corsi verso il punto concordato.
“Eccomi! Uff. Ti ho fatto aspettare molto?” chiesi a Hatty intenta a mangiarsi un frutto.
“No. Sono appena arrivata. Oggi c’era del lavoro in più da fare nei campi”.
“Quindi è vero, coltivi la terra”.
“Già, o questo oppure imparare a diventare l’assistente di mia sorella. Dovevi vedere la sua faccia quando le dissi di no”.
Io e Hatty ridiamo. È bellissima quando ride.
“Oggi sei andato a caccia con tuo padre?” mi chiese dopo avermi offerto un frutto.
“Sì, è deciso a farmi diventare un cacciatore” dico sbuffando.
“Che hai da lamentarti?”.
“Solo… non mi sento tanto convinto”.
“Di cosa? Hai una mira impeccabile”.
“Non basta avere la mira, serve anche la forza, cosa che non ho. Se mi trovassi faccia a faccia con una belva, non avrei possibilità”.
“Uffa, quando fai il depresso sei insopportabile!” mi disse spintonandomi dolcemente.
“Allora Hatty, tocca a te scegliere oggi. Dove si va?”.
“Dunque. Sono un po’ indecisa. Da una parte vorrei andare nella grotta antica. Dall’altra sull’isola misteriosa. E per finire ci sarebbe sempre quell’albero di manghi. E ti giuro, stavolta so dove si trova”.
Ci pensai su. A parte l’albero.
La grotta antica altri non è che il luogo dove gli anziani, ma specialmente Chipin, dipingono gli avvenimenti più importanti della nostra tribù, e l’isola misteriosa era un semplice isolotto nel centro del fiume.
“Su Kona. Dimmi dove ti va di andare?”.
Alt. Ovviamente a scegliere sarete voi. E non il nostro protagonista. Dove andranno i due?
- Alla ricerca dell'albero di Manghi? (20%)
- Sull'Isola misteriosa (60%)
- Nella Grotta antica? (20%)

29/11/2023 at 14:32
Un emissario di Huret, nonostante la scelta non sia sia stata per nulla semplice.
Continuo a seguirti con piacerti.
-Ross-
Ps: in bocca al lupo per il concorso!!!