An alternative boy

Soon Yun

Era una giornata d’inverno e come al solito andai a svegliare mio fratello per andare a scuola; stranamente non fece storie per restare a dormire un’altro po’, dato che dorme come un ghiro.

Andai in cucina e preparai la colazione, appena finii mi misi a ripassare per il test di oggi ed iniziai a mangiare.

Vidi mio fratello uscire di casa per rientrare con la posta/pacchi che erano arrivati in questi giorni e andai ad aiutarlo; posizionammo il tutto sul tavolo così da sistemarli una volta tornati a casa da scuola.

Andai in camera mia, presi i vestiti puliti che avevo preparato la sera prima e mi diressi verso il bagno, mi preparai e dopo una decina di minuti finì e mi diressi in camera mia, mi misi il profumo, presi la giacca, borsa e le chiavi di casa; andai a salutare mio fratello e mi incamminai verso la fermata per prendere il bus, salii e presi posto in fondo al mezzo, vicino al finestrino.

Indossai gli auricolari ed ascoltai una delle mie playlist preferite; mi riposai un po’ appoggiando la testa sul finestrino. Dopo un paio di fermate salì un mio compagno di classe che decise di prendere posto vicino a me, se ne stava in silenzio a guardare il telefono; passarono circa 25 minuti ed arrivai alla mia fermata e scesi dal bus. Solitamente aspettavo la mia migliore amica prima di entrare in classe, quindi decisi di scriverle per sapere dove fosse e in caso tra quanto sarebbe arrivata; non rispose ai messaggi che le inviai quindi entrai in classe dato il freddo presente quel giorno.

L’aula era deserta, erano presenti solo due mie compagne, le lasciai perdere e appena presi posto mi misi subito a ripassare per il test dell’ultima ora e iniziai a ripetere con un tono moderato così da non disturbare.

Sentì bisbigliare qualcosa dall’altra parte dell’aula, intuì che stessero parlando di me perché udii più volte il mio nome nella loro discussione; lasciai nuovamente perdere e ripresi quello che avevo lasciato in sospeso.

Intuì la presenza delle mie compagne di classe avvicinarsi a me ed iniziarono ad osservare ciò che stessi facendo; le salutai ma loro non mi degnarono neanche di una risposta, in compenso però si misero a ridere scambiandosi degli sguardi complici; le guardai con uno sguardo perplesso, non capivo cosa volessero, ma tutte le mie domande ebbero una risposta. Mi domandarono che problemi avessi e mi chiesero il perché lo avessi nascosto per tutto questo tempo; le chiesi perplessa che cosa avrei dovuto nascondere e mi rispose quasi sbraitando che era impossibile che non lo sapessi. In quel frangente arrivò la mia migliore amica che vedendo gente intorno al mio banco si avvicinò per salutarmi e per capire anche cosa stesse succedendo; una di loro chiese a Naomi se si ricordasse delle voci che giravano sul mio conto, lei rispose di no ma voleva a tutti i costi sapere chi ha detto cosa utilizzando un tono molto aggressivo, così tanto che fece sobbalzare una di loro che però si ricompose subito dopo; Lisa riferì a Naomi quello che avevano detto su di me ma non disse chi avesse fatto girare la voce; lei pensò che parlando a bassa voce non l’avrei sentita ma si sbagliava, ero a pochi centimetri da lei avevo ascoltato tutto. Dopo non molto sbottai ed iniziai ad urlare addosso a Lisa che non si sarebbe dovuta permettere in nessun modo di dire in giro informazioni mie personali, né se fossero vere né tanto meno se fossero false; le urlai che non erano cose che riguardassero lei, tanto meno gli altri, ero fin troppo incazzata per mantenere il controllo ed iniziai a scatenare la mia ira lanciando oggetti dappertutto per poi scoppiare in un pianto isterico che parve infinito.

Arrivò dopo qualche minuto Namjoon, che vedendomi in un angolo a piangere si avvicinò e mi chiese che fosse successo, altri volevano spiegargli la situazione ma lui non volle sentire nessun’altra versione se non la mia, allontanò tutti da me e mi portò fuori dall’aula e cercò innanzitutto di farmi calmare e mi prese una bottiglia d’acqua e dei fazzoletti; mi chiese se fosse tutto ok adesso e con calma di raccontargli tutto quello che era successo. Mi assicurò che non gli importasse assolutamente nulla delle voci che giravano su di me, non ne era a conoscenza e tanto meno voleva saperne qualcosa e mi disse che voleva solo aiutarmi, cercai di calmarmi e lo abbracciai, fu l’istinto che mi disse di farlo, infatti lui ricambiò immediatamente e per un’istante, solo uno mi sono sentita non dico capita ma quasi, avevo trovato una persona di cui non gli importasse per nulla ciò che gli altri avrebbero detto di me, tanto meno avrebbe dato retta a quelle voci.

cosa succederà prossimamente?

  • Nam accompagnerà e aiuterà la protagonista per molto tempo e la aiuterà a superare i momenti più difficili (100%)
    100
  • Nam le resterà accanto in questo momento e poi l’abbandona (0%)
    0
  • Nam finge di compatirla perché vuole arrivare ad un’altro scopo (0%)
    0
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4 Commenti

  • Classico “problemi dei teenager”. Inizio niente male. Ho scelto che Nam l’aiuta, non mi va abbandonarla già dal primo capitolo.
    Unica, il monologo funziona fino a una certa. Non far parlare solo la protagonista. Che appesantisce la storia. Apri delle virgolette e fa parlare anche gli altri. Che a una certa il testo era difficile da seguire, verso “lei dissi, io risposi” falli dire e falli rispondere come in una storia.

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