LE OMBRE DI PROVIDENCE

Dove eravamo rimasti?

Ora che si sono conosciuti, cosa scopre il protagonista sul misterioso tizio? i parenti che va a trovare abitano al 10 di Barnes Street (70%)

I PARENTITrascorriamo il tempo che ci separa dal volo per New York in maniera sterile, dialogando di cose futili.
Ad un certo punto guardo l’ora e gli faccio cenno che è meglio andare. Dopo aver pagato ci alziamo e, silenziosamente, ci avviamo verso l’aeroporto.

Appena metto piede sull’aereo noto che il tizio sussurra qualcosa. Mi sembra di intuire una frase
-Aspettatemi, ve lo sto portando… – ma non sono certo di aver compreso bene e non ho intenzione di chiedergli conferma.
Dopo il decollo, scaricata un po’ di tensione, mi metto a leggere un racconto di Lovecraft. Il tizio sembra indifferente, ma so che ha notato il mio gesto.
Molte ore di viaggio ci attendono.
Grazie a Lovecraft riesco a non pensare al fatto che sto volando.
Il tizio è già un po’ che dorme. Agita la testa e – Aspettatemi, ve lo sto portando… – questa volta ho sentito bene. Un brivido mi percorre la schiena e la paura torna in primo piano.
– Ma di che sta parlando? – mi domando osservandogli il volto lungo e scarno.

Quando si sveglia provo a iniziare un dialogo – Arrivati a Providence sa già dove dormirà? – la domanda, forse perchè giunta al risveglio, mi regala una buona risposta -Dai miei parenti – e subito dopo quasi si pente di avermelo detto.
– Buon per lei allora, ha un posto caldo che la aspetta. –
Il tizio si blocca, come se fosse in ascolto di parole che solo lui può udire, poi aggiunge – Sarà un piacere ospitarla. –
La frase ripetuta nel sonno e l’improvvisa gentilezza mi fanno tremare.
– …ma neppure ci conosciamo… – quasi balbettando.
– Non si preoccupi, il volo è ancora lungo… e poi i miei parenti sono sempre ansiosi di conoscere gente nuova. –
A questo punto gli chiedo dove abitano. La risposta mi fa pentire di aver iniziato la conversazione: al 10 di Barnes Street.

– Sono persone legate alle tradizioni del New England, ma anche molto aperte alle novità. –
Mi domando come faccia ad avere dei parenti a Providence, ma preferisco non approfondire.
– Sarà un problema con la lingua, io non parlo inglese. –
– Nessun problema! – esclama con orgoglio – I miei parenti parlano correttamente l’italiano. –

Quelle strane sensazioni tornano a perseguitarmi. Ho la certezza che l’oceano sotto di noi nasconda qualcosa di terribile. L’ansia sta avendo la meglio. Ripenso a quella specie di maschera dietro al vetro… dovrò dormire in quella casa…
Se seguissi l’istinto mi alzerei, ma non devo cedere il passo al panico.
Niente da fare.
Mi alzo e percorro il corridoio sino al bagno. Durante il tragitto ho l’impressione che tutti i passeggeri siano copie del tizio. Mi sento in trappola. Le gambe mi cedono. Una hostess mi riaccompagna a sedere.
Mi guardo intorno: i passeggeri hanno nuovamente i loro volti. La paura di volare mi sta trascinando in un vortice delirante.
– Stia tranquillo, la stanno aspettando… – la frase, sussurrata dalla hostess, mi paralizza. Il tizio sorride debolmente e mi poggia una mano sulla spalla. Capisco che lui ha il potere.
Sopraffatto dalle emozioni crollo in un sonno agitato.
Il pilota sta iniziando la manovra di avvicinamento.
Sogno una bella casa abitata da persone prive d’espressione. Siamo tutti seduti in attesa della cena. Il tizio mi porge una bottiglia di vino. La osservo notando che qualcosa al suo interno mi fissa.
– Devi bere per raggiungere la conoscenza! –
Lascio cadere la bottiglia. Si infrange sul pavimento. Qualcosa di scuro si attacca e risale i miei vestiti. Tento di scacciarlo, ma continua il suo tragitto sino alla bocca.
Mi sveglio di soprassalto quando l’aereo raggiunge la pista.
– Ci concediamo un’altra birra? – il tizio, sorridendomi come se fosse un vecchio amico.

Cosa accade a New York?

  • Fanno uno strano incontro per le vie della City. (69%)
    69
  • Il tizio manifesta altri suoi poteri. (31%)
    31
  • Bevono alcune birre e tornano in aeroporto. (0%)
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49 Commenti

  • Si fa interessante.
    Il racconto è scritto bene e trascinante, se posso permettermi un appunto: trovo un po’ pesante ripetere svariate volte ‘il tizio’ per indicare il misterioso personaggio… magari il protagonista potrebbe trovargli qualche soprannome….
    Aspetto la prossima

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