Il gigante

Dove eravamo rimasti?

chi poteva aver causato quella ferita? Un componente della carovana? (38%)

La principessa NuraDjibril era immobile e guardava il sangue gocciolare; cercava di riorganizzare le idee. Scambiò un rapido sguardo con gli uomini; questi scattarono e iniziarono a curare il dromedario. Si allontanò compiendo dei giri concentrici; dovevano pur esserci delle tracce. Fatti pochi passi, notò nella sabbia dei lievi avvallamenti circolari. “Un animale” pensò; ma un leone nel mezzo al Sahel, così lontano dall’acqua, non poteva sopravvivere. Confuso, cercò di reprimere nel profondo la paura avvertita a fior di pelle, appena vista la ferita. Lui non era un uomo superstizioso, ma ricordava chiaramente la leggenda raccontatagli dal nonno: “Nelle notti dopo il Simùn i viandanti sacrileghi che non compiono la danza rituale, devono temere lo spirito Ouran, la bestia dal corpo di lucertola e gli artigli di tigre.”
Non poteva essere vero, tutte chiacchiere per anziani perditempo, lui li aveva visti gli scheletri di antichissimi animali preistorici simili alla descrizione dello spirito… quelli erano i veri spiriti Ouran; animali morti e sepolti dal gigante. Decise di rinunciare a una spiegazione, la carovana l’indomani mattina doveva mettersi in marcia, non poteva permettersi altre perdite di tempo.
La fila di uomini e animali aveva camminato tutto il giorno, dondolando ombre sinuose sulla sabbia cocente, quando il confondersi della pista con il cielo, aveva iniziato a rendere il cammino incerto, la carovana si era fermata di nuovo; col gigante non si poteva scherzare, quelle erano le sue regole.
L’ancella si avvicinò dolcemente alla principessa Nura e con un panno umido iniziò a detergere lentamente le stille di sudore che imperlavano il corpo di seta della padrona. L’ora del pasto serale si stava avvicinando, presto sarebbe uscita dalla sua tenda per avvicinarsi al bivacco.
Djibril sedeva già nel cerchio degli uomini, quando vide la principessa incedere verso di lui. Aveva il viso nascosto da un hijab bianco leggerissimo, guarnito di trine pregiate, indossava una lunghissima djellaba di colore turchese che le scendeva fino ai piedi; chiusa intorno al collo sfoggiava una grande stella argentata. Il suo viso traspariva, bellissimo, dietro la trama finissima del velo.
Com’era bella la principessa Nura, adagiata sul fianco, sopra tappeti di lana a sorseggiare tè amaro. A Djibril, celato nel Taguelmoust blu, brillavano gli occhi; una statua vivente, stagliata contro l’immensità di un deserto ostile, in una notte gelida, davanti ad un fuoco traballante che rifletteva guizzi rossastri nelle pupille degli uomini e dei dromedari.
Rapito da un anelito impuro, dovette dominare il suo spirito che voleva rivelarsi. La principessa Nura… gli era entrata nel sangue; ma sapeva bene che non avrebbe mai potuto averla.
Con flemma altera, la principessa voltò il viso delicato e gli rivolse la parola.
— L’ancella mi ha detto che la scorsa notte un leone ha assalito un dromedario.
— Un leone nel Sahel… è impossibile — rispose Djibril con la sua voce calda e misurata, non aveva nessun dubbio, non poteva essere stato un leone a ferire il dromedario, dunque cercò di trasmettere questa certezza.
— Mi hanno detto che c’erano delle tracce chiare nella sabbia — continuò la donna. Djibril aggrottò la fronte, perplesso; sembrava interessata o forse era solo curiosità?
— Sì, c’erano delle tracce vicino all’animale, ma poco lontano scomparivano misteriosamente — spiegò lui, poi si fece subito silenzioso e abbassò gli occhi per non perdersi in quei dolci laghi cristallini in cui si rifletteva.
La principessa bevve l’ultimo sorso di tè e dopo aver guardato di nuovo e più a lungo gli occhi scuri di Djibril si alzò dal tappeto e si avviò in silenzio verso la tenda.
Djibril, pur consapevole che gli spiriti non offendono, celava, dietro la ruvida corazza forgiata dal gigante, una lieve inquietudine. Per quella notte aveva ordinato turni di guardia continui. Se non poteva trattarsi di un leone… qualcosa o qualcuno doveva pur aver ferito il dromedario; era davvero uno spirito?

Se era davvero uno spirito, lo vedremo... adesso cosa ci interessa di più?

  • Proseguire la storia, senza Flashback, alla ricerca del misterioso feritore? (25%)
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  • Conoscere chi è Djibril, sapere di suo nonno, poi riprendere la storia in cerca del misterioso feritore? (0%)
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  • Conoscere da dove viene la principessa e dove Djibril la sta portando e perché, poi riprendere la storia in cerca del misterioso feritore? (75%)
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63 Commenti

  • Ops, mi sono persa due puntate, ma devo dire che lette di seguito sono state proprio belle!! La principessa ha un bel caratterino ma mai mi sarei aspettata che fosse lei la sabotatrice, il colpo di scena è riuscito alla grande!…E ora se non vi dispiace, io gli faccio cambiare destinazione!!

    • Be’ direi che andando avanti con la storia dovremo obbligatoriamente scoprire tutto, adesso chiedo, se soffermarsi un po’ su Djibril o se pure procedere spediti verso l’epilogo. Visto che siamo ancora al terzo episodio, penso che abbiamo tempo di parlare delle varie storie dei singoli personaggi prima di arrivare a scoprire chi ha ferito il dromedario, in una storia ci vuole un po’ di “suspence”.
      La guerra è quella tra anglo-egiziani e il Mahadi sudanese.
      Ciao e grazie Giorgio

  • Sono così incuriosita che per me vanno bene tutte e tre le opzioni, ma mi rendo conto che non si può svelare tutto già al terzo episodio e quindi potresti lasciare al successivo il misterioso feritore, parlando nel prossimo sia della principessa che di Djibril 😉

    Ho la vaga sensazione che, pur essendo una favola, con questa tua storia (dall’ambiente così originale) imparerò tantissimo.

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