Pulp-corn

Dove eravamo rimasti?

A questo punto: Devo prendere in mano la situazione, prima che peggiori. (43%)

Potrebbe piovere.Pare che i maiali riconoscano il giorno in cui devono essere macellati.
Quel giorno, uno fra mille, si rifiutano di uscire dal porcile, al punto che devono essere tirati fuori a forza, con arpioni d’acciaio piantati nella carne viva. Durante questa procedura, la bestia grida fino a squarciarsi la gola. Poi, finalmente, si rassegna e tace.
Ho visto ammazzare un porco una volta, ed è esattamente come dicono: la premonizione, gli arpioni, le grida, tutto.
Da quel giorno non sono stato più lo stesso.
Un attimo prima che gli tagliassero la gola ho scorto nei suoi occhi qualcosa, non so dire bene cosa. Qualcosa che rivedo nel mio amico qui, legato mani e piedi, in attesa che qualcuno lo porti al macello.
Perché lo sa, che non può uscire da qui sulle sue gambe.

Un rumore raccapricciante accompagna l’asportazione del pisello del morto distogliendomi dalla mia riflessione: il nano tira con tutte le forze mentre la vecchia sega via il membro con due colpi netti. Ridono.
-Non preoccuparti- mi dice Sumo -zia Marta è una maga in queste cose: quando avrà finito non rimarrà neppure una macchia.
Apprezzo la fiducia cieca del mio amico, ma io mi sono rotto il cazzo di tutta questa storia.
Senza contare che “quello è il morto sbagliato, ergo c’è un vivo sbagliato.
E non si fanno due errori nello stesso giorno”.
-Chiama Walter, fatti ridare l’indirizzo. E bada di scriverlo bene stavolta, o giuro che tua zia dovrà fare a pezzi un secondo cadavere.
Sumo annuisce, poi estrae il cellulare dalla tasca e si chiude in bagno.
Io invece mi avvio verso la mia pistola che galleggia in una pozza sanguinolenta a fianco di zia Marta, la raccolgo. Diavolo, mi sembra più pesante del solito. Tutto, a dire il vero, mi sembra più pesante del solito.
Tolgo la sicura.
-Fine dei giochi, stronzi pervertiti. Ora si fa come dico io.
Zia Marta mi fissa furiosa, quasi dimenticavo la sua avversione per le parolacce.
Lancia uno sguardo carico di significato al suo bastone, lontano appena pochi passi.
-Stai buona, nonna, non pensarci nemmeno.
-Perché non metti via il ferro, così possiamo sbrigarcela da uomini.
Ruggisce Franklin, i muscoli che crepitano sotto il cuoio del suo costume.
-Perché tu sei solo mezzo uomo, Brontolo, quando trovi l’altra metà torna che ne riparliamo.
Succede tutto in un lampo.
Il salto disumano del nano, lo sparo, il suo corpo che ancora a mezz’aria viene sbalzato dal colpo fino a schiantarsi sulla parete opposta.
Scivola lentamente al suolo, lasciando una striscia di sangue e frattaglie.
Finalmente silenzio.
-Figlio di puttana!
Zia Marta brandisce ora il bastone, ma non si avvicina.
Quando un uomo con la pistola incontra una vecchia col bastone, beh. Che cazzo lo dico a fare.
-Finisci il lavoro, poi rimetti nella valigia quello che resta del tuo fidanzato e levati dai coglioni.
Lei stringe le nocche intorno al bastone fino a farle sbiancare: non so se sono le sue ossa a scricchiolare oppure è il legno.
Rassegnata, riconosce che le mie ragioni sono migliori delle sue e si inginocchia nuovamente vicino al corpo.
– Non voltarmi mai le spalle, giovanotto – borbotta riprendendo a segare – non voltarmele.
Ci puoi contare, vecchia maniaca.
Sumo intanto esce dal bagno richiamato dal trambusto, il cellulare che sembra minuscolo in quella sua manona da suonatore di bongo.
-Schicchera, cosa cazzo è successo a Franklin?
-Niente, era stanco di vivere. Vai ad aiutare tua zia.
-Ma Schicchera…
-Sumo.
Non aggiungo altro. La pistola ancora gocciola sangue, la sigaretta mi pende dal labbro contorto in quello che dev’essere un ghigno di frustrazione. Non devo credo di avere un aspetto rassicurante. Sumo esegue, ma è ancora a metà del tragitto tra il cesso e il morto quando il campanello suona per la terza volta in questa notte di merda.
-Non guardate me- si smarca subito Sumo, sentendosi tutti gli occhi puntati addosso -io stavolta non c’entro.
Emme sospira.
Fuori, intanto, ha cominciato a piovere.

Chi diavolo è stavolta?

  • Il tizio che dovevamo ammazzare fin dal principio. (37%)
    37
  • Un poliziotto. Prima o poi dovevano arrivare, no? (37%)
    37
  • Una prostituta con cui il morto aveva evidentemente appuntamento. (26%)
    26
Loading ... Loading ...

Categorie

Lascia un commento

159 Commenti

  • ammetto che mi è dispiaciuto per Sumo. Almeno è morto dimostrando le sue qualità di ciccione. Onore al tavolo. È stata la morte più cruenta e anche quella che mi ha fatto rimanere peggio. Schicchera la spunta, non certo pensando ad una vendetta ma semplicemente nella speranza divina di salvarsi le sue magre natiche.
    Ferdinando mio caro questo ultimo episodio me voglio gustare!

  • Sei un figo, Ferdinando… c’è poco altro da dire
    “Mai ammazzare la vecchia zia di un ragazzone di duecento chili, a meno che tu non possa correre più veloce di un tavolo” è un titolo troppo accattivante per non essere scelto…

  • “Sono 90kg di boss, morto fresco fresco che faccio lascio?”
    E ora vediamo come ne usciamo da questo cimitero. Anche perché quello che doveva essere il morto mi pare piuttosto arzillo e pure piuttosto incazzato. E non oso pensare a cosa risponderà Sumo alla telefonata di Walter…

  • Grande, il tuo stile è uno di quelli che apprezzo di più su the incipit…prima o poi riuscirò a recuperare anche la tua vecchia storia.
    Comunque, per me resta un poliziotto…ormai sto diventando un rompipalle come bricoleur nei miei voti.

  • superbo come sempre. Dover ammazzare un poliziotto non è esattamente la cosa migliore.
    Mandare la vecchia non se ne parla, sarebbe capace di saltargli addosso dicendo di essere lei quella in pericolo. Lasciare Sumo con lei? Sarebbe capace di slegarla in cambio di una merendina. beh, hai capito quale opzione ho votato 😀

    • Sapevo che ti avrei causato prurito alle mani con un’opzione del genere… non mi deludi mai.
      A proposito, ieri ho votato il tuo nuovo racconto (voglio sapere qualche cosa in più sul personaggio e “l’azienda”): per stile e descrizioni mi piace forse anche più dell’incipit di “e all’improvviso…niente”.
      Ora vado a premere il bottone “segui”, così posso fare stalking comodamente via mail.

      • In effetti mi sto accorgendo che sui voti che esprimo mantengo sempre una certa prevedibilità… Non riesco ad uscire dal personaggio!

        Per “Ferocia illuminata”… beh, grazie e, come sai, sei il benvenuto. Ora sta tutto nel vedere quanto riesco a limitare i danni di un’idea che mira già a sfuggirmi di mano, con un paio di pagaiate ben date.

  • altro ottimo episodio! e la scelta finale è davvero difficile, sono stato indeciso a lungo, sono tutte e tre ottime proposte… alla fine sono andato sulla persona originariamente da uccidere: voglio vedere che vittima ti inventi 😉

  • Dimenticavo, splendido capitolo, davvero! Ne è valsa l’attesa.
    E visto che ha cominciato a piovere direi che un poliziotto in impermeabile è quello che ci vuole. Certo, forse non si sarebbe aspettato che il suo dovesse essere un impermeabile da sangue e non da acqua.

  • Giù il cappello!
    Ho finalmente trovato il tempo di leggere un po’ e mi sono sparato 4 capitoli in fila di questo tuo “Pulp-corn”. Concordo con Michel nel dire che sei, senz’ombra di dubbio, uno dei migliori in circolazione sul sito.
    Fortuna che non ho ancora letto “Spaghetti western”, così se non pubblichi in fretta il quinto capitolo so con cosa andare a sollazzarmi nel frattempo! 🙂

  • ei, il pizzaman si chiama emme! 😀 uahauha
    ho immaginato il suo cuore chiedere sangue, sottraendolo al resto del corpo 🙂
    guarda, non lo invidio per niente.

    ho votato per la fuga, che prendere in mano la situazione mi sembra molto più complicato.

  • Ahahaha… cioè il nano agorafobico può essere frutto solo di una mente malata 😉
    Poi è fidanzato della nonna. Sono senza parole guarda…

    Per me lo fanno a pezzi il cadavere e, anche qui, il nano dirà “Cazzo vuoi, una foto ricordo?”

    Ahahaha

  • Pingback:

  • allora, ti dico subito che ho fatto finta di concedermi il beneficio del dubbio, dicendo che dovevo prima leggere l’incipit e dopo, solo dopo, cliccare sul “Segui la storia”. ma è stato inutile. inutile nel senso che è un altro grande incipit di un’altra (già la pregusto) grande storia di un grande scrittore.
    ho messo 3 “grande” in una riga sola. fanne buon uso, mio caro 🙂

    ps: ah già! picchia sumo (che non ci hai lasciato scelta, e già ghignavo) ma fuggono, perché non credo abbiano la freddezza di intraprendere una soluzione più lucida e efficace (oppure lo faranno, tragicamente).

  • Pingback:

  • Superbo inizio. Non c’è niente da fare scrivi davvero bene, i personaggi sono fenomenali e le domande sono la chicca finale. Picchia Sumo, e per forza che lo picchia. Picchiare quel grassone credo lo aiuti a pensare. E qui da pensare c’è parecchio. Diamine sono pure senza auto, toccherà rubarne una. e in fretta anche

  • Siiii !
    Lo sentivo nell’aria un altro racconto 🙂 e questo me lo seguo dall’inizio!
    Bellissimo Incipit, me li sono istituto i due da pulp fiction dei poveri.
    Il ritmo è micidiale e i dialoghi molto divertenti..diciamo sul noir ironico!
    🙂
    Bravo come sempre 🙂

  • Cazzo, grandissimo che ti sei già rimesso all’opera.
    Lo stile è micidiale, come sempre. E i personaggi mi fanno già spanciare… tanto che vorrei quasi fossero amici del mio La Solfa (ma forse il mondo, anche solo quello letterario, potrebbe non essere ancora pronto per un’eventualità del genere).
    Io voto per il chiamare qualcuno esperto nella sistemazione della merda, anche solo per far entrare subito in scena un altro dei tuoi personaggi.
    Bentornato Ferdinando. Non ho fatto in tempo a sentire la tua mancanza e me ne rallegro.
    D.

    • Dev’esserci qualcosa nell’acqua del Po, che ci fa scrivere e sognare tutti quanti.
      E sognamo ciò che scriviamo, e scriviamo ciò che sognamo.
      E poi mi stupisco se sono dipendente dalla caffeina.
      Tant’è.

      (grazie per la fiducia accordata alla mia storiella a partire dalle prime righe, io stesso non saprei se concederla!)

  • Questo sito usa i cookies per migliorare l'esperienza utente. Cliccando su Accetto acconsenti all'utilizzo di cookie tecnici e obbligatori e all'invio di statistiche anonime sull'uso del sito maggiori informazioni

    Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

    Chiudi