Dove eravamo rimasti?
Edmond City, ovvero alcool, brutti ceffi e cortigiane.Edmond City era nata per sbaglio, quasi un escremento della Santa Fe rail line, società costruttrice dell’omonima ferrovia, che si inoltrava allora, sospinta dalla parola “progresso”, in pieno territorio indiano.
Sembrò opportuno infatti stabilire in quel luogo una stazione per il rifornimento dell’acqua e del carbone, cui in breve tempo seguirono altri piccoli edifici, i quali in pochi anni si moltiplicarono fino a diventare una modesta cittadina di confine.
Se si aggiungono alla ricetta la giusta quantità di santi e peccatori, un saloon affollato, una stazione di posta e un becchino oberato di lavoro, si avrà un’ottima panoramica dello scenario che accolse i due viandanti.
Era l’ora in cui il coyote esce dalla tana in cerca di cibo, l’ora in cui la donna di strada incontra il suo primo amante, l’ora in cui le persone rispettabili tornano a casa e in giro restano solo i balordi.
A quest’ultima categoria appartenevano il Reverendo e lo Sciacallo.
Il motivetto di un’orchestrina li aveva intanto condotti, a orecchio, fino al Masticatoio di Sam il Lungo: albergo, osteria, bisca, nonché tribunale sommario di giustizia popolare, o tribunale popolare di giustizia sommaria.
Un gran bel bordello, avrebbe detto qualcuno, ma quello stava due edifici più in là.
Affidarono le cavalcature allo stalliere e si avviarono verso l’entrata.
Si scansarono appena, per lasciar passare un cadavere trascinato da due gentiluomini, e fecero il loro ingresso.
Per quanto bizzarri, in un posto simile passarono quasi inosservati.
Intorno ai tavoli si giocava al poker e ai dadi, mentre un garzone sottopagato sfrecciava tra gli avventori dispensando alcool e raccogliendo insulti. L’orchestrina traditrice che li aveva attirati in quel postaccio suonava senza sosta canzonette da ballare, al cui ritmo vorticoso s’inseguivano giovani ubriachi e ragazze dalla scollatura incontenibile.
Lo Sciacallo sudava freddo: non sapeva se gettarsi ai tavoli del poker o se tentare la scala reale con una di quelle avvenenti regine di cuori.
– Che dice il tuo Signore – chiese allora al Reverendo – è peggio il gioco d’azzardo o la fornicazione?
– La fornicazione – rispose quello – col gioco almeno riusciamo a pagarci una stanza.
Non dubitava che avrebbe vinto: lo Sciacallo aveva ammazzato più uomini con le carte che con il coltello.
Seguì il compare con lo sguardo mentre prendeva posto tra un paio di energumeni baffuti e osservò il loro ghigno d’intesa. Quei cani non sapevano che al loro tavolo s’era appena seduto un lupo.
C’è da dire che il gioco, al Masticatoio, era in realtà solo un pretesto per esercitare l’arte del baro.
Chi è più abile vince, e gli altri giocatori sentivano già nelle tasche il peso dei soldi di quel giovane ingenuo.
– Tris di due – esclamò raggiante lo Sciacallo, sbattendo sul tavolo la combinazione posta ad arte.
– Peccato – ruggì un grassone alla sua sinistra – Poker di donne.
Senza discutere, con un’espressione sufficientemente delusa, il giovane gli consegnò la puntata.
Lo spettacolo era cominciato.
Il Reverendo lo conosceva a memoria, così rivolse altrove la sua attenzione, in cerca di un posto tranquillo dove bersi un whisky.
Fece un cenno al garzone e si accomodò in un angolo da cui poteva tenere sotto controllo la situazione.
Il copione era sempre lo stesso: lo Sciacallo faceva finta di perdere, gli idioti alzavano la posta, lo Sciacallo li spolpava come vecchie ossa. La sua abilità ineguagliabile nel gioco di mano faceva si che, come ultima spiaggia, le sue prede balzassero in piedi pistole in pugno gridando alla truffa.
Ed era qui che entrava in scena lui.
Quale inattesa comparsa s'insinua nel "copione" del Reverendo?
- Bisonti. Tanti, tanti bisonti. (60%)
- Un vecchio ciarlone in vena di confidenze. (10%)
- Un cacciatore di taglie con un ego molto grosso ed una pistola ancora più grossa. (30%)

23/09/2016 at 13:14
finito: fantastico, grazie per questa breve pausa nel vecchio selvaggio west!
23/09/2016 at 12:43
Nella la puntata 3, non ho capito se il fatto che i bisonti fossero di appena 300Kg fosse voluto.
Da wikipedia, sul bisonte americano (dato da prendere con le molle ma piuttosto verosimile): i maschi, più grossi delle femmine, possono raggiungere anche i 190 cm di altezza al garrese e pesano in media 750–900 kg
P.S.
per il resto il racconto continua a piacermi (peccato non poter votare per deciderne l’andamento, in quanto tutto è già stato scritto e terminato da qualche mese).
23/09/2016 at 23:53
Ciao Giacomo, scusa il ritardo ma non passo più di qui da un po’. Per rispondere alla domanda, ammetto che non mi sono documentato sul peso dei bisonti: ho scritto 300 solo perché aveva un suono iperbolico, che rendeva bene. Grazie per aver letto, sono contento che ti sia piaciuto
23/09/2016 at 10:56
meravigliosa l’immagine del sole morente inseguito dalla notte pronta a dargli il colpo di grazia.
13/03/2016 at 20:28
Semplicemente bellissimo.
16/02/2015 at 12:37
Storia fighissima!
17/01/2015 at 15:35
Grande talento.
16/02/2013 at 12:26
Cari amici, in questo sabato mattina di disoccupazione volontaria, ho deciso di ricominciare a scrivere si TheIncipit. Se volete leggere e farmi avere il vostro parere anche sulla mia nuova creatura, siete sempre i benvenuti.
15/02/2013 at 09:33
Anche il mio giudizio è molto positivo. Sono d’accordo sulla faccenda degli incipoints, ma era una storia troppo particolare (a cominciare dal genere) per coinvolgere un pubblico più vasto. Io stesso non l’avrei letto, se non fosse stato per Django al cinema. Ma sto cavillando.
Alla fine è stata una bella storia, una bella lettura. Una delle più belle, qui, è vero. E non importa se non ha raggiunto alti livelli. Conta, appunto, la storia. Complimenti sinceri!
ciao
Marco
11/02/2013 at 09:42
Concordo con tutti quelli che dicono essere stata una grande storia. Anzi è una grande storia, di quelle da rileggere.
Complimenti per il finale, è stato tanto bello quanto tutta la storia.
Se vorrai scrivere altro io sarò qui a leggerti!
11/02/2013 at 14:33
Appena avrò un poco di tempo, credo che mi cimenterò ancora con theincipit, magari cambiando genere.
Fino ad allora, se volessi leggerle, scrivo cose più contenute sul mio blog personale!
09/02/2013 at 18:34
Veramente molto bello! I miei complimenti 🙂
Peccato poter leggere qualche storia solo di tanto in tanto ed essermi deciso ad affrontare la tua soltanto ora.
Bravissimo 😀
08/02/2013 at 18:55
Questa al momento è, a mio avviso, la storia migliore di THe iNCIPIT e, da molto lo dico, purtroppo la valutazione in incipoints non ne rispecchia la qualità.
Bravissimo Ferndinando!
E naturalmente sto con emme, vogliamo un’altra storia!
08/02/2013 at 18:56
…e sai che ti dico? ci metto un altro commento, così hai un punto in più 😉
08/02/2013 at 16:45
BUAAAAA. lo sapevo che questo momento sarebbe arrivato. lo sapevo. e sapevo anche che sarebbe stata durissima. ora che è arrivato confermo tutto: sono disperato! perchè il finale fa onore a una grandissima storia, sei stato fantastico, mi hai avuto in pugno fin dal fino episodio ferdinando 🙂
e poi, diciamocelo, è una storia positiva a lieto fine (non c’avrei mai scommesso). fa pure ben sperare per il futuro, tiè.
ps: lo sai, io ti aspetto al varco. sì, è tipo una minaccia. fanne un altra, quello che vuoi, ma non smettere di scrivere qui su the incipit.
08/02/2013 at 16:46
(fino episodio sarebbe PRIMO episodio…)
08/02/2013 at 16:41
Che ti devo dire… ?
Bello dal primo all’ultimo rigo. Ho voglia di spaghetti e di scrivere un western. E voglio conoscere lo Sciacallo. E voglio pure evitare sempre il Reverendo.
Grande.
08/02/2013 at 16:40
Beh, che dire, spero di avervi fatto trascorrere qualche minuto piacevole.
Chissà che non possa avere il piacere di farvi leggere qualcos’altro, prima o poi.
Intanto grazie a tutti per aver tenuto duro fino alla fine!
PS: Per amor di cronaca, esiste, in realtà, un fiume nei pressi di Edmond City, Oklahoma, che si chiama Deep Fork.
07/02/2013 at 16:58
farò in tempo a votare per la decima puntata?
04/02/2013 at 17:23
Ci sono cose che non dovrebbero finire tanto facilmente. Tipo questa storia!
E se proprio deve finire allora che finisca con un triello. Spara, spara muori, muori spara, spara spara, muori muori.
04/02/2013 at 15:42
La tua è una delle storie più belle e divertenti: ora largo al triello!
04/02/2013 at 15:38
triello of course, perchè nel triello la Provvidenza cala il suo asso: mentre io sparo a te, tu a chi spari?
;-))))