Spaghetti Western

Dove eravamo rimasti?

Chi è questo personaggio? Nicholas "Tre Vite" Kowalsky (62%)

Nicholas “Tre Vite” KowalskyUna piccola folla si era intanto radunata intorno ai resti del Masticatoio e ai due uomini, ancora ritti l’uno di fronte all’altro.
Del saloon non rimanevano che il pavimento e un pezzo di muro, tutto il resto era cocci, schegge e brandelli di corpi.
Da qualche parte nel buio lo Sciacallo emerse da un cumulo di macerie mugolando di dolore: uno dei giganteschi erbivori l’aveva immediatamente sbalzato ad alcuni metri di distanza, come fosse fatto di paglia, salvandolo così dalla furia di quelli che lo seguivano.
– Il Reverendo, pensate un po’ – esclamò a un tratto lo straniero, rompendo il silenzio.
L’altro si limitò a rispondere sputando per terra.
– Lo sai, padre, cosa c’è sulla tua testa?- continuò, la mano che furtivamente si serrava intorno al calcio della Colt – una bella taglia.
L’aria in mezzo ai due s’era fatta elettrica e gli spettatori, che già sapevano come sarebbe andata a finire, trattenevano il fiato.
– Sai cosa c’è sulla tua? – ribatté gelido il Reverendo.
– Cosa?
– Un buco.
Detto questo imbracciò il fucile e fece fuoco così velocemente che quando s’udì il boato aveva già ricaricato.
Grida di stupore si alzarono dalla folla, quando il proiettile mancò il bersaglio.
– Solo un uomo è in grado di schivare certe pallottole – sibilò il Reverendo, alzando gli occhi dalla canna – Nick Tre Vite.
Il pistolero, scattato per evitare il colpo, si voltò sorridendo. Una striscia sanguigna gli rigava la guancia rasata di fresco.
Nicholas Kowalsky, detto “Tre Vite” per la sua sfacciata propensione ad evitare la morte, era un cacciatore di taglie della peggior specie.
All’età di diciassette anni aveva ucciso sua madre e venduto suo padre come colpevole, con la taglia si era comprato una Colt, con quella tutto il resto.
– Stavolta c’eri quasi, Reverendo – disse osservando la chiazza rossa del sangue che colando gli aveva imbrattato il colletto. Afferrò il calcio dell’arma, la sfilò dalla fondina e fece girare il tamburo. Il Reverendo puntò senza fretta la canna del suo Winchester sull’avversario, serrando l’occhio mancino.
– Scommetto che alla seconda ti prendo.
– Scommettere è peccato, Reverendo, dovresti saperlo.
Il click del grilletto fu ingoiato dal vento.
– Mettete giù quelle armi – ordinò una voce.
Un uomo basso e panciuto, con una stella appuntata sul petto, si fece strada tra la folla piazzandosi in mezzo ai duellanti. Due ragazzoni dall’aria tonta lo seguivano imbracciando i fucili.
– Cosa succede qui? – domandò lo sceriffo, puntando verso Nick un dito che sembrava una salsiccia.
– Sto lavorando Alvarez, fuori dai piedi.
– Sceriffo Alvarez, sacco di merda!
– Sto lavorando, sceriffo Alvarez Sacco di Merda.
Un principio di risata si strozzò nella gola dei due vicesceriffo, stroncato sul nascere da un’occhiata omicida del loro superiore.
– Ne ho abbastanza delle tue performance da fenomeno, Kowalsky – ringhiò, tornando a guardare il cacciatore di taglie. Una grossa vena gli pulsava sul collo pompando rabbia e Nick dovette sentire puzza di manette, perché abbassò il tono: poteva anche saper sfuggire alla morte, ma alla galera ancora no.
– È un fuorilegge. È ricercato in sette stati.
– Ma non in questo – obiettò secco lo sceriffo.
– Certo, non ancora.
– Beh, fino ad allora faresti bene ad occuparti d’altro.
Poi continuò, rivolto al Reverendo – che vuoi in città, straniero?
– Sono in missione per conto del Signore.
Lo sceriffo Alvarez lo guardò allibito: ci mancavano solo i profeti, a Edmond City.
Redarguì nuovamente il mercenario e si voltò a esaminare il disastro, sbuffando al pensiero di una nottata insonne.
– Ti è andata bene, Reverendo – sibilò Tre Vite – ma la prossima volta…
Voltatosi, si scontrò con lo Sciacallo che si trovava per caso sul suo cammino, mandandolo ancora una volta a gambe all’aria.
Rimasti soli, il Reverendo guardò il suo compare ancora seduto nella polvere.
– Avanti, cosa gli hai rubato?
Gli occhi verdi dello Sciacallo mandarono un bagliore sinistro, un sorriso gli si allargò sul volto asciutto.

Cos'ha rubato lo Sciacallo a Nick Tre Vite?

  • Una mappa (18%)
    18
  • Una chiave (27%)
    27
  • Un biglietto scritto di fretta, con un'ora e un luogo (55%)
    55
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129 Commenti

  • Nella la puntata 3, non ho capito se il fatto che i bisonti fossero di appena 300Kg fosse voluto.
    Da wikipedia, sul bisonte americano (dato da prendere con le molle ma piuttosto verosimile): i maschi, più grossi delle femmine, possono raggiungere anche i 190 cm di altezza al garrese e pesano in media 750–900 kg

    P.S.
    per il resto il racconto continua a piacermi (peccato non poter votare per deciderne l’andamento, in quanto tutto è già stato scritto e terminato da qualche mese).

  • Anche il mio giudizio è molto positivo. Sono d’accordo sulla faccenda degli incipoints, ma era una storia troppo particolare (a cominciare dal genere) per coinvolgere un pubblico più vasto. Io stesso non l’avrei letto, se non fosse stato per Django al cinema. Ma sto cavillando.

    Alla fine è stata una bella storia, una bella lettura. Una delle più belle, qui, è vero. E non importa se non ha raggiunto alti livelli. Conta, appunto, la storia. Complimenti sinceri!

    ciao
    Marco

  • Concordo con tutti quelli che dicono essere stata una grande storia. Anzi è una grande storia, di quelle da rileggere.
    Complimenti per il finale, è stato tanto bello quanto tutta la storia.
    Se vorrai scrivere altro io sarò qui a leggerti!

  • BUAAAAA. lo sapevo che questo momento sarebbe arrivato. lo sapevo. e sapevo anche che sarebbe stata durissima. ora che è arrivato confermo tutto: sono disperato! perchè il finale fa onore a una grandissima storia, sei stato fantastico, mi hai avuto in pugno fin dal fino episodio ferdinando 🙂
    e poi, diciamocelo, è una storia positiva a lieto fine (non c’avrei mai scommesso). fa pure ben sperare per il futuro, tiè.

    ps: lo sai, io ti aspetto al varco. sì, è tipo una minaccia. fanne un altra, quello che vuoi, ma non smettere di scrivere qui su the incipit.

  • Beh, che dire, spero di avervi fatto trascorrere qualche minuto piacevole.
    Chissà che non possa avere il piacere di farvi leggere qualcos’altro, prima o poi.
    Intanto grazie a tutti per aver tenuto duro fino alla fine!

    PS: Per amor di cronaca, esiste, in realtà, un fiume nei pressi di Edmond City, Oklahoma, che si chiama Deep Fork.

  • Ci sono cose che non dovrebbero finire tanto facilmente. Tipo questa storia!
    E se proprio deve finire allora che finisca con un triello. Spara, spara muori, muori spara, spara spara, muori muori.

  • seguo a ruota gli altri, perché resistere a un triello è impossibile (della serie: ma quando mi ricapita?).
    però, PERO’, io pretendo da te una promessa, o caro ferdinando: che continui con una seconda stagione, perché non riuscirei a farmi una ragione che il prossimo sia l’ultimo capitolo 🙁 😀

    ps: con la battuta del catechismo mi hai steso! 😀

    • Ebbene, stavo già lavorando a qualcosa di grosso, per questo Reverendo.
      Più grosso del catechismo.
      Ma richiede respiro più ampio di quello che posso ottenere qui: diciamo che The Incipit è stato un eccellente campo di prova, un gioco divertente, una sfida impegnativa.
      Insomma un seguito è previsto e auspicato (o un “preguito”, e chi ha orecchie per intendere intenda). Ma devo ancora come organizzarmi…

      Intanto spero di non deludervi col finale: mi prenderò un po’ più di tempo per scriverlo, vediamo chi ci resta secco.

      Grazie per avermi seguito fin qui, il Reverendo dice che visto che siete stati così fedeli, vi spara per ultimi.

  • no davvero, una delle storie migliori in assoluto. quel tuo “Ali di ruggine” corro a comprarlo, perché scrivi divinamente 🙂 !
    beh, potrei elencare tutte le chicche lessicali con cui mi hai conquistato ma, lodi a parte, torniamo nella storia: vorrei vedere questa coppia in un film, perché sarebbero perfetti. il vice canta, eccome se canta.

    • Quella della foto, nonostante fosse una frase sola, è una delle cose che mi ha preso più tempo: non sapevo come tratteggiare la scena e ho riscritto il periodo almeno sei volte. E anche l’ultima, non ero convinto che rendesse bene l’idea.

      Come sempre, grazie per aver seguito quei due balordi fin qui!

      (Le maniere fin ora erano buone, nessuno s’è fatto male… eccessivamente)

  • Ero rimasto indietro giusto giusto di sette capitoli.
    Me li sono letti tutti, ridendo non poco e sperando che nel frattempo diventassero dieci.
    Grande storia, grande stile.
    Mi hai fatto venir voglia di scrivere un western…
    Intanto, comunque, mi tolgo lo sfizio di votare per la rissa (anche se pure il tornado, compagno di mille bevute, mi aveva tentato molto…)
    😉

  • sei divino, mi fai impazzire ahahaha! 😀 😀 😀 che risate.
    per fortuna che sei tornato, ero in astinenza 🙂

    tentatissimo dai bis-bisonti, alla fine ho optato per la rissa che secondo me calza a pennello.

    fantastica la scenetta con il Padre e il perdono dei peccatti. questo Reverendo ha la risposta sempre pronta: io già ci vedo un film ^_^

    adorabile passaggio di stile: “un ciccione in abito chiaro la cui bocca senza labbra sembrava aperta con una coltellata per ovviare a una dimenticanza della natura”

  • Stavo per perdermi un bel racconto solo perché il titolo non mi diceva nulla; troppo… spudorato, non accattivante. Ma ho fatto click.
    Proprio ieri ho visto Django, quindi cavalcando l’onda dell’entusiasmo ho letto il racconto. Bello, davvero bello. Ben scritto, ben orchestrato. Se non fosse stato per Quentin credo che me lo sarei perso.

    Voto per la galera e ti seguo!

  • Pingback:

  • Io che odiavo mio padre che riusciva a restare tre ore a vedere un western in cui, apparentemente, non accadeva nulla, sono rimasta incastrata tra le tue parole, ho schivato la pallottola del reverendo e sono sopravvissuta ai bisonti. La tua storia è davvero bella e te lo dice una che di avventuroso ha letto solo due libri nella sua non lunghissima, ma considerevole vita di lettrice/divoratrice di libri.. 🙂 Bravo!!!

  • altro fantastico episodio 🙂
    bella l’espressione della voce così roca che le parole sembravano raschiate dalla gola, rende perfettamente!
    ho votato per lo sceriffo Alvarez, giusto per complicare un po’ la vita ai nostri amati protagonisti 🙂

    • Hola! Un paio di giorni fa, non è comparso tra i nuovi?
      (Tra i suggerimenti che darei ai gestori, ci sarebbe quello di ottimizzare le notifiche per i nuovi episodi delle storie seguite, in effetti).
      Tutta la storia risulta già molto differente da come l’avevo pensata al principio, è una bella sfida! Cosa può aprire la chiave di un mercenario, secondo la tua mente diabolica?

      • E comunque sono d’accordo con te. Anche io avevo proposto la possibilità di aggiornamenti diretti via mail sulla pubblicazione di nuovi episodi. Ma mi hanno assicurato che arriverà.

        Nel frattempo, il nuovo di Eco Mostro è on line…

        Ciao bro,

        Bob

  • ma tu sei fantastico! altro bellissimo capitolo 😀
    il duello poi, e Tre Vite di nome e di fatto. ah, e le lunghe mani dello Sciacallo. hai costruito perfettamente questi personaggi 🙂
    comunque ho votato per il pezzo di carta con ora e luogo. sarà lì che il Reverendo e lo Sciacallo si faranno trovare, nascondendosi, per capire le prossime mosse del cacciatore di teste: meglio anticiparlo, che prendersi un proiettile quando meno te lo aspetti.

  • Semplicemente fantastico. Adoro il genere, la storia, i personaggi, i dialoghi. Insomma questa storia mi fa impazzire! complimenti vivissimi
    Ora voglio proprio vedere cosa aprirà quella chiave! Sì, ho votato la chiave

  • Pingback:

  • ma questa storia è sempre più bella!! 😀
    sei geniale, sono davvero contento di poterti leggere qui su the incipit 🙂 !

    domanda enigmatica, tutti e tre i personaggi sono un’incognita.

    ma soprattutto… dov’è lo Sciacallo??

  • Pingback:

  • Non avrei mai immaginato un’entrata del genere dei bisonti! bellissimo episodio e bellissimo modo per far entrare in scena il nuovo personaggio!
    Quel “tre vite” affianco al Reverendo ce lo vedrei bene

  • Per quanto i bisonti siano sicuramente un’inattesa comparsa non posso credere di non vedere una sparatoria! Voglio il cacciatore di taglie!!
    Complimenti, è un racconto spassosissimo e ottimamente scritto. Son felice ti lo abbia tenuto per THe iNCIPIT!

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