Dove eravamo rimasti?
Propaganda ElettoraleA svegliare il Reverendo fu un sole a strisce.
La cella, ricavata sul retro dell’ufficio dello sceriffo, era piccola e sporca: la branda era poco più di un cencio lebbroso tirato in mezzo a due aste di legno, il cesso era un secchio dall’odore nauseabondo.
La testa gli doleva ma di questo ringraziava il cielo, ché per un attimo aveva creduto di ricongiungersi al Padre. Lo Sciacallo camminava avanti e indietro per tutta la lunghezza della stanzetta, massacrandosi a morsi le unghie fino a far sanguinare le dita. Gli sciacalli, si sa, non sono bestie fatte per vivere in gabbia.
Un rumore di passi nella stanza adiacente precedette l’ingresso dei due vicesceriffo, uno dei quali zoppicava in modo grossolano, e di un giovane sacerdote. I tratti morbidi di questo, i capelli biondi e folti pettinati da un lato, le mani lisce e senza calli di chi non ha mai impugnato attrezzi, suggerivano che non doveva ancora avere trent’anni.
Le città di confine, nuove capitali del peccato, erano una splendida occasione per dimostrare la gloria del Signore e i ministri più anziani, per non essere egoisti, lasciavano il posto alle giovani reclute: che si facessero le ossa annunciando il Vangelo o morissero nel tentativo, pace all’anima loro.
Con il Libro stretto al petto si fece avanti e accostandosi alle sbarre posò a terra la valigetta di cuoio che s’era portato appresso.
– Sono qui per il perdono dei peccati – dichiarò.
Il Reverendo allora si alzò a fatica, a passi lenti raggiunse l’altro lato della cella, piazzandosi davanti al cappellano. Lo fissò dritto negli occhi, poi inspirò a fondo e tracciò un segno di croce.
– Io ti perdono – disse infine – va’ e non peccare più.
Perplesso, il sacerdote si voltò a cercare sostegno dai due vicesceriffo, che scossero la testa all’unisono.
– Lasci perdere padre, è un caso disperato. Ad ogni modo, tra qualche ora sarà anche un caso chiuso.
Uno dopo l’altro uscirono com’erano entrati. Solo lo zoppo s’attardò per un istante sulla soglia, sogghignando.
– Proprio così – ringhiò con la sua voce raschiata – siamo in tempo di votazioni e l’impiccagione di un assassino è sempre un’ottima propaganda per un sindaco che vuol essere rieletto.
Poi si chiuse la porta alle spalle, facendo in modo da girarvi dentro la chiave il più rumorosamente possibile.
Nello spiazzo antistante il municipio era stato eretto un grosso patibolo, quasi un palcoscenico. Ve li condussero legati come bestie, in mezzo a una folla di invasati che inveiva e bestemmiava sputandogli addosso.
Due cappi erano già pronti per loro e il sindaco in persona li attendeva in cima alla scala. Era un uomo sgraziato, un ciccione in abito chiaro la cui bocca senza labbra sembrava aperta con una coltellata per ovviare a una dimenticanza della natura.
– Carissimi concittadini, elettori stimati – cominciò, quando tutto fu pronto – l’omicidio è un crimine grave. E sono forse io, Jonathan Elwood Senior, l’uomo che lo lascerà impunito?
La folla, in preda a un demone ubriaco, ululava tutta insieme.
– Sono forse io l’uomo che mancherà di vendicare la brutale uccisione dello sceriffo della città di cui è stato onorato di essere sindaco? Ebbene, per dimostrarvi che merito la fiducia che avete riposta in me alle urne, oggi stesso vi offro la pubblica esecuzione dei colpevoli.
La folla esplose, il sindaco fu costretto a mettersi al riparo dal lancio di pietre che si riversò sui condannati. Un sasso spaccò di netto il labbro del Reverendo.
– Perdonali padre – disse quello, levando gli occhi al cielo – perché se per caso mi libero te li mando su uno per uno.
Quando si furono sfogati, il sindaco riprese a parlare.
– Oggi io, Jonathan Elwood Senior, vi offro la fine di una leggenda vivente: un uomo capace di uccidere un mandriano da cinquanta metri.
– Cento metri – lo corresse il Reverendo.
– Quello che è. Un uomo, dicevo, che però si nasconde dietro la fede per giustificare le sue azioni: vedremo oggi se gli basterà la fede, per salvarsi dalla giustizia di Edmond City.
Sotto che forma la Provvidenza salverà il Reverendo e lo Sciacallo?
- La Provvidenza non so, io voglio vedere una rissa. (67%)
- Ah, il caro, vecchio tornado. (7%)
- Qui ci vogliono i (bis)bisonti! (27%)

23/09/2016 at 13:14
finito: fantastico, grazie per questa breve pausa nel vecchio selvaggio west!
23/09/2016 at 12:43
Nella la puntata 3, non ho capito se il fatto che i bisonti fossero di appena 300Kg fosse voluto.
Da wikipedia, sul bisonte americano (dato da prendere con le molle ma piuttosto verosimile): i maschi, più grossi delle femmine, possono raggiungere anche i 190 cm di altezza al garrese e pesano in media 750–900 kg
P.S.
per il resto il racconto continua a piacermi (peccato non poter votare per deciderne l’andamento, in quanto tutto è già stato scritto e terminato da qualche mese).
23/09/2016 at 23:53
Ciao Giacomo, scusa il ritardo ma non passo più di qui da un po’. Per rispondere alla domanda, ammetto che non mi sono documentato sul peso dei bisonti: ho scritto 300 solo perché aveva un suono iperbolico, che rendeva bene. Grazie per aver letto, sono contento che ti sia piaciuto
23/09/2016 at 10:56
meravigliosa l’immagine del sole morente inseguito dalla notte pronta a dargli il colpo di grazia.
13/03/2016 at 20:28
Semplicemente bellissimo.
16/02/2015 at 12:37
Storia fighissima!
17/01/2015 at 15:35
Grande talento.
16/02/2013 at 12:26
Cari amici, in questo sabato mattina di disoccupazione volontaria, ho deciso di ricominciare a scrivere si TheIncipit. Se volete leggere e farmi avere il vostro parere anche sulla mia nuova creatura, siete sempre i benvenuti.
15/02/2013 at 09:33
Anche il mio giudizio è molto positivo. Sono d’accordo sulla faccenda degli incipoints, ma era una storia troppo particolare (a cominciare dal genere) per coinvolgere un pubblico più vasto. Io stesso non l’avrei letto, se non fosse stato per Django al cinema. Ma sto cavillando.
Alla fine è stata una bella storia, una bella lettura. Una delle più belle, qui, è vero. E non importa se non ha raggiunto alti livelli. Conta, appunto, la storia. Complimenti sinceri!
ciao
Marco
11/02/2013 at 09:42
Concordo con tutti quelli che dicono essere stata una grande storia. Anzi è una grande storia, di quelle da rileggere.
Complimenti per il finale, è stato tanto bello quanto tutta la storia.
Se vorrai scrivere altro io sarò qui a leggerti!
11/02/2013 at 14:33
Appena avrò un poco di tempo, credo che mi cimenterò ancora con theincipit, magari cambiando genere.
Fino ad allora, se volessi leggerle, scrivo cose più contenute sul mio blog personale!
09/02/2013 at 18:34
Veramente molto bello! I miei complimenti 🙂
Peccato poter leggere qualche storia solo di tanto in tanto ed essermi deciso ad affrontare la tua soltanto ora.
Bravissimo 😀
08/02/2013 at 18:55
Questa al momento è, a mio avviso, la storia migliore di THe iNCIPIT e, da molto lo dico, purtroppo la valutazione in incipoints non ne rispecchia la qualità.
Bravissimo Ferndinando!
E naturalmente sto con emme, vogliamo un’altra storia!
08/02/2013 at 18:56
…e sai che ti dico? ci metto un altro commento, così hai un punto in più 😉
08/02/2013 at 16:45
BUAAAAA. lo sapevo che questo momento sarebbe arrivato. lo sapevo. e sapevo anche che sarebbe stata durissima. ora che è arrivato confermo tutto: sono disperato! perchè il finale fa onore a una grandissima storia, sei stato fantastico, mi hai avuto in pugno fin dal fino episodio ferdinando 🙂
e poi, diciamocelo, è una storia positiva a lieto fine (non c’avrei mai scommesso). fa pure ben sperare per il futuro, tiè.
ps: lo sai, io ti aspetto al varco. sì, è tipo una minaccia. fanne un altra, quello che vuoi, ma non smettere di scrivere qui su the incipit.
08/02/2013 at 16:46
(fino episodio sarebbe PRIMO episodio…)
08/02/2013 at 16:41
Che ti devo dire… ?
Bello dal primo all’ultimo rigo. Ho voglia di spaghetti e di scrivere un western. E voglio conoscere lo Sciacallo. E voglio pure evitare sempre il Reverendo.
Grande.
08/02/2013 at 16:40
Beh, che dire, spero di avervi fatto trascorrere qualche minuto piacevole.
Chissà che non possa avere il piacere di farvi leggere qualcos’altro, prima o poi.
Intanto grazie a tutti per aver tenuto duro fino alla fine!
PS: Per amor di cronaca, esiste, in realtà, un fiume nei pressi di Edmond City, Oklahoma, che si chiama Deep Fork.
07/02/2013 at 16:58
farò in tempo a votare per la decima puntata?
04/02/2013 at 17:23
Ci sono cose che non dovrebbero finire tanto facilmente. Tipo questa storia!
E se proprio deve finire allora che finisca con un triello. Spara, spara muori, muori spara, spara spara, muori muori.
04/02/2013 at 15:42
La tua è una delle storie più belle e divertenti: ora largo al triello!
04/02/2013 at 15:38
triello of course, perchè nel triello la Provvidenza cala il suo asso: mentre io sparo a te, tu a chi spari?
;-))))