Dove eravamo rimasti?
Incontrarsi, non parlarsi per scoprirsi, poi parlare per non dire. Silenzi.
Le parole di Faber erano ancora sospese tra uno sguardo furtivo e una suoneria mista a vibrazione, quella della ragazza, che tossiva di tanto in tanto, per sovrastare quella melodia, che già le aveva palesato il nome del rompipalle quotidiano, quelli che chiamano una volta e poi, colti da impulsi ossessivi-compulsivi, richiamano subito dopo, l’equivalente di quei tali che, in coda al semaforo, dopo millesimi di secondi di verde, forse prevedendolo di già, magari contando i canonici 10 secondi, strombettano allegramente. Misteri della quotidianità. Intervallava colpi di tosse a movimenti senza senso, forse in preda a qualche tic nervoso o, semplicemente, nella vana speranza di nascondere qualche pensiero, venuto a trovarla in netto anticipo.
I due erano rimasti a distanza di sicurezza, senza parole, una volta esaurite quelle canoniche sul tempo, sul cane, sul cibo, sulla luna che sfiora le onde e le accompagna a riva. Le cuffie avevano ripreso a propagare qualche canzone che si disperdeva nel vuoto delle tasche, cadenzando il movimento lento, ma preciso di pollice e indice, che allentava ricordi, apriva varchi tra parole in fuga, biascicate, crude, lontane.
Il cane aveva cambiato già due volte posizione sulle gambe di lui, e ormai era di spalle, con le orecchie tese, rivolto verso il mare. Ogni tanto accennava un abbaio, che si spegnava in una carezza del suo padrone appena sotto il muso. La ragazza pensava a quel cagnolino di quella sera di maggio, a quanto fossero simili.
Poco lontano, scendeva, aiutata anche dalla pendenza di quel lembo di lungomare, una lattina di birra, che qualcuno aveva calciato per noia, e la vedevi rotolare, precisa, mirando chissà dove, forse verso scale, che portavano sugli scogli, o semplicemente all’erba che straripava da un’ aiuola, colorata da papaveri.
Il mare prometteva una serata di odori forti, resi vivi dal flusso di luce della luna, che illuminava oltre quella dei lampioni, scintillante, come da programma, già dalle 19.45. I pescatori scendevano a ridosso degli scogli, quasi in fila, come ai tornelli di uno stadio, per poi sistemarsi nel proprio spazio di scogliera, con una radio accesa, e affidare al destino quella battuta di vita.
Il ragazzo svegliò il cane che prontamente si spostò di fianco, quindi si alzò in piedi, e andò di fianco alla ragazza che, nel frattempo, si era affacciata alla ringhiera del lungomare, a godere dello spettacolo geometrico del lancio dell’amo in acqua, che le ricordava il nonno, scomparso quando aveva solo pochi anni. Lei era lì, guardava e ogni tanto scuoteva la testa, quando qualcuno sbagliava il lancio e ritirava la lenza, come a ripetere mentalmente le parole del nonno. Lui era lì, muto, attento ai pescatori e ai gesti della ragazza. Avrebbe voluto abbracciarla, giocare con i suoi capelli, che erano stelle cadenti. Avrebbe voluto prenderla per mano e dirle:
“Senti, ti cercavo da tanto, no, non sono un pazzo, o meglio, forse è solo solitudine”
Gli uscì una sillaba muta, indefinita, senza senso, ingoiata in qualche paura. Lei si voltò, poi ritornò a guardare lontano, come fanno i perdenti credendo di poter cambiare la loro esistenza, e ogni volta sperano, e ogni volta muoiono, in silenzio, sempre in silenzio.
“La vedi l’esca che buca l’acqua e si perde nel fondali?”
Le parole di lei quasi lo sorpresero, ancora in affanno per quel suono stonato che gli era uscito poco prima. Era rimasto in silenzio, come a dire “sì, certo, e quindi?”. Aspettava la voce delicata della ragazza, che ora sembrava davvero di conoscere da anni.
La ragazza, però, rimase in silenzio, come pentita da quelle parole, per quel pensiero condiviso, quindi lui si era avventurato.
“Non vedo bene da lontano, ma posso immaginare, come facevo da piccolo, quando mia madre leggeva le fiabe, e io, sciocco, mi addormentavo in preda a fate e lupi”.
La ragazza aveva sorriso, quasi intenerita dal ricordo del ragazzo. Aveva preso cartina, filtri e tabacco. Era un’operazione che la rilassava, no, non fumare, ma mettersi a rollare una sigaretta. Lo faceva spesso, e le sue tasche, specie quelle interne, erano piene di sigarette composte a mano e mai fumate.
“Tu fumi?” aveva poi chiesto al ragazzo.
“Ogni tanto per compagnia” aveva risposto lui.
Avevano acceso due sigarette, fumavano per compagnia. Era come prendersi un caffè, guardare un tramonto, scegliere un film, seminare una terra, comporre una melodia, bere un bicchiere di malvasia. Tutto e solo per compagnia.
“L’esca che buca l’acqua e sonda i fondali e sta lì in attesa che qualcuno cada nel tranello, e se succede, la senti tirare così forte, che sembra che abbia abboccato un tonno, e inizi a sudare, tiri, tiri ed emerge un piccolo sarago”
Il ragazzo aveva gli occhi lucidi, silenziosi, ma felici.
“Il sarago è un bel bottino, tutto sommato”
Lei continuava a guardare lontano, come a cercare le parole.
“Stavo cercando di dirti che…” s’interruppe.
Un altoparlante sciamava per la città.
“Abbiamo… abbiamo…”
Si stava così bene in due in quel modo lì.
Cosa vuole dirgli la ragazza?
- nulla, la luna è così viva, parlano in silenzio (57%)
- un segreto di tanti anni fa (29%)
- il suo nome, forse è giusto presentarsi (14%)

27/12/2016 at 17:06
Bravo Giuseppe… molto bella l’immagine di Erich che non attraversa con il verde… un capitolo finale con riflessioni profonde, come tutto il racconto…
Alla prossima
01/01/2017 at 20:27
Ciao Gabriele, grazie per questo commento. Sono davvero felice che ti sia piaciuta la storia e l’ultimo capitolo.
A prestissimo e buon anno 🙂
27/12/2016 at 09:54
Ciao Giuseppe
Capitolo riflessivo e intimista, in cui mi sembra tu trovi il tuo modo migliore d’espressione.
Finale sul cambiamento, sulla chiusura di un percorso a cerchio che ognuno di noi si trova a fare, prima o poi, ad un certo momento della propria vita.
In un punto qualsiasi di detto percorso, più o meno preciso, più o meno chiaro ai nostri occhi, ci siamo noi puntuali all’appuntamento, in attesa di essere presentati a noi stessi “tutto ha un sapore differente in base al periodo della vita, alle stagioni interiori, ai pensieri. Andar via richiede sempre una grande dose di coraggio, lasciare le certezze per dei giorni evanescenti, immateriali” e ancora “Passeggiare ora era muoversi in se stesso”.
Allora mi chiedo, se quello che normalmente chiamiamo cambiamento personale non sia altro che un ritrovarsi, nelle cose che ci sono congeniali, un riconoscersi in quello che già eravamo senza esserne pienamente consapevoli. Rimuovendo gli ostacoli che ci separano dalla conoscenza di noi, possiamo finalmente scivolare dentro la nostra identità ritrovata con la leggerezza, comodità e conforto con cui entrano le nostre dita in un morbido e aderente guanto.
A rileggerti
Ciaoooo
PS mi dispiace non averti avuto tra i lettori del mio racconto 🙂
01/01/2017 at 20:26
Che bel commento, grazie di cuore. Hai colto nel segno, mi piacciono molto i capitoli riflessivi, che tendono ad analizzare quello che non appare e che, nonostante tutto, è.
Mi spiace non aver letto il tuo racconto, soprattutto dispiace non averlo “condizionato”, ma purtroppo sono stato un po’ lontano da questo sito, ahimè, come il troppo tempo impiegato per finire la storia dimostra.
Punto a leggerlo ugualmente, così come il tuo prossimo.
A prestissimo e buon anno 🙂
26/12/2016 at 15:04
Caro Giuseppe, l’ultima volta purtroppo non sono riuscita a commentare, pur avendo letto il tuo nono capitolo. Io avrei scelto di vedere Erich e Samantha ritrovarsi per caso lì dove si erano (ri)conosciuti. Sono però contenta di aver letto questo capitolo, molto riflessivo e introspettivo. Mi è piaciuto molto, sembra davvero giusto per lui, per la storia. L’ho trovato esatto, vero, tuo. Grazie per la compagnia e al prossimo racconto 😉
26/12/2016 at 19:56
Ma che bel commento, Cate 🙂 Sono davvero felice che quest’ultimo capitolo sia stato di tuo gradimento 😀 A prestissimo con i tuoi racconti e un’altra mia storia 😀
23/10/2016 at 10:39
Ciao Giuseppe
Mi chiedevo che fine avessi fatto.
Questo capitolo mi è sembrato meno curato degli altri, anche se la sostanza c’è.
Ho votato … passato di Laos…
al prossimo, non dopo natale please… 🙂
23/10/2016 at 16:13
Ciao Maria 🙂
Forse hai ragione, meno curato, forse c’è un perché, però 🙂
grazie per il voto e il commento.
al prossimo, così ci scambiamo auguri di buone feste 😀
23/10/2016 at 17:46
Tu che hai un animo poetico e perciò t’intendi di emozioni, farai un salto da me?
🙂 🙂
23/10/2016 at 19:02
Ovvio che verrò a leggere, ci mancherebbe 🙂
25/06/2016 at 08:11
Voto Serbia…
Non me lo aspettavo questo colpo di scena, le cose si fanno complicate 😉
25/06/2016 at 08:30
Grazie Gabriele per il commento e per la scelta. E’ stato duro il partorire questo capitolo. Vediamo un po’ quale opzione ha la meglio 😀
22/06/2016 at 23:52
andiamo nell’Italia meridionale va, non si sa mai che l’incontro 😉
ottimo lavoro, la suspance cresce e nasconde ancora la meta.
23/06/2016 at 00:33
Grazie mille per il commento e per la scelta 😀
Speriamo di riuscire a chiudere entro le prossime 15000 battute 😀
21/06/2016 at 17:23
Giuseppe bravissimo…. il tuo stile è incredibilmente poetico! 🙂 Hai mai pubblicato qualcosa?
Andiamo dal papà!
21/06/2016 at 18:57
Ciao Pinkella, grazie mille per il commento e per i complimenti, che mi fanno arrossire e non poco. Comunque ho pubblicato alcune poesie in una raccolta, e ho partecipato a un thriller con altri due autori, in vendita su Amazon. Aspetto la grande occasione, come tutti 😀
21/06/2016 at 13:06
Triste.
Comunque sei sempre bravo. Mi chiedo come tu faccia a conciliare la prosa poetica con l’aridità dei “Codici”.
🙂
21/06/2016 at 14:04
Ciao Maria, eh me lo chiedo anche io, alle volte 😀 Grazie per il commento, e per la fiducia 😀
12/06/2016 at 15:08
Scegliere è sempre così difficile. Sei proprio bravo a creare opzioni valide e interessanti scenari. Cosa succederà ora? E soprattutto cosa c’è dietro? Sento che tanto bolle in pentola e io ho troppa fame per aspettare di assaggiare. 🙂
13/06/2016 at 12:07
Grazie Cate per la costanza con cui segui la storia. Ancora poche ore e il settimo capitolo sarà on line 🙂
14/06/2016 at 11:17
Non potrei non seguire la storia e assaporare ogni nuovo episodio. Grazie a te! 🙂
06/06/2016 at 17:26
Avrei pensato di più al suo “capo” ma anche cliente va bene. Anche se l’idea di un borderline fissato con le navi da crociera mi affascina. 🙂
Bel capitolo!
06/06/2016 at 18:25
Ciao Gabriele, sono curioso anche io della scelta perché non vedo già l’ora di scrivere il prossimo capitolo. Grazie mille per aver apprezzato e per essere passato da qui, ti aspetto per il prossimo 😀
06/06/2016 at 09:43
Questo episodio mi fa venire voglia di…avere il prossimo già pronto per essere letto 😀
il ragazzo deve essere un borderline 🙂 bel lavoro 😀
06/06/2016 at 12:49
Grazie mille per il commento, vediamo un po’ cosa cosa mi consigliate di fare 😀
A prestissimo 🙂
25/05/2016 at 09:23
Ciao Giuseppe
episodio ben scritto. A dire il vero mi aspettavo che tu spostassi il focus sul ragazzo che li spiava (opzione più votata) e a cui hai dedicato solo poche righe.
Vediamo di capire perché è lì, solo così capiremo perché i due scappano via (opzione che ho votato).
a presto
🙂
25/05/2016 at 09:31
Carissima Maria, vero, però ho preferito rendere inquietante l’incontro, tra i due è calato di nuovo il silenzio dopo aver visto quella macchina. La butto lì: e se conoscessero entrambi quel tizio? 😀
A prestissimo 🙂
25/05/2016 at 00:47
bene bene! Mi piacciono un sacco questi ”giochi di luce” con i personaggi e con l’ambiente. Spero di vedere sempre più colori,magari il blu della Giulia! 🙂
25/05/2016 at 08:47
Grazie per il commento e per il consiglio, la Giulia è dietro l’angolo a quanto vedo 😀
24/05/2016 at 19:40
Davvero un bel racconto!
Si legge rimanendo incollati al filo dei pensieri, tirati dalle immagini e dalle metafore.
“…che le aveva fatto scoprire un cliente che aveva sempre il sigaro in bocca, forse per paura di doverla baciare.”
Hai mostrato la bassa autostima della ragazza attraverso il suo modo di leggere il gesto del cliente,
Complimenti!
24/05/2016 at 19:44
Grazie di cuore, Gabriele. Grazie mille per i complimenti, ma anche per aver letto fin qui, spero di averti con me anche nei prossimi capitoli *_*
Ps si vede così tanto che la ragazza non ha autostima? 😀
24/05/2016 at 19:52
Hai un cliente con un sigaro in bocca e pensi che ha paura di baciarti e non “oddio speriamo che non mi baci o nessun colluttorio toglierà mai la puzza!” 🙂 😀
Diciamo che quantomeno l’autostima non è a mille.
Seguo di sicuro, sono curioso di capire dove vuoi portarci.
24/05/2016 at 19:56
ahahah effettivamente è una bella interpretazione, questa storia del colluttorio mi piace 😀 😀
Ti aspetto per i prossimi capitoli, e grazie ancora 😀
24/05/2016 at 16:01
Bella la complicità tra i due, in mezzo ai loro silenzi e alle loro oscure storie che pesano come macigni nonostante appartengano a un passato sconosciuto, le loro risate sono come una boccata d’aria fresca. E lasciano un sorriso. Si guardano e capiscono. Mi piace tanto.
Anche se tutto si concentra sulla suspense portata da questo misterioso ragazzo (Chi sarà? Sono curiosissima!), mi resta nelle orecchie la voce del mare e il vento che accarezza i loro silenzi.
24/05/2016 at 16:58
Grazie Cate per il commento e la costante presenza, che orienta questa storia 🙂 La voce del mare e il vento, attenzione a questo dettaglio che hai colto 😀 Ti aspetto per il prossimo capitolo, che sarà molto importante per la storia in sé *_*
24/05/2016 at 17:55
Grazie a te! 🙂 Uh che bello, non vedo l’ora che arrivi il prossimo episodio!
14/05/2016 at 08:50
Ho letto i quattro episodi e mi sono piaciuti molto.
Tu hai scritto (non descritto) un quadro.
Hai saputo catturare la luce, le ombre, la profondità del paesaggio umano e non.
Hai colto i colori pastello che avvolgono l’atmosfera di silenzio, e le pennellate più forti di alcuni dettagli.
Bravo davvero.
Per il prossimo, ahimè, qualcuno li spia… il bello e il bene non durano a lungo e per sempre (solo nelle favole).
Ciao
🙂
14/05/2016 at 14:10
Che commento, di quelli che fanno splendere il sole in un cielo di nuvole. Grazie di cuore. Non credo di meritare tutti questi complimenti, ma sono felice perché qualche cosa sono riuscito a trasmetterla. Spero di non deluderti con i prossimi 😀
13/05/2016 at 14:18
I due scoprono le carte lentamente
13/05/2016 at 14:35
Grazie mille per il tuo commento, spero tu voglia seguirmi ancora 🙂
12/05/2016 at 11:27
La poesia del silenzio è di per sé magia e apre la mente all’immaginazione. Sono sicura che non rimarremo delusi dall’evolversi della storia e dal segreto, che non vedo l’ora di scoprire! Continua a dipingere questa tela. Il mare mi fa compagnia nell’attesa.
13/05/2016 at 10:44
I tuoi commenti sono sempre importanti, perché mi aprono vie interiori. Grazie di cuore 🙂
09/05/2016 at 08:38
Il tuo racconto è davvero poetico, delicato, filmico aggiungerei. L’idea del “parlare in silenzio”, attorno a cui ruota tutta la tua storia, è tanto bella da declinare quanto difficile da reggere alla lunga – tanto per te, quanto per chi legge. Il tuo testo mi piace perché sembra sospeso nel tempo e nello spazio – hai creato due personaggi qualunque, che si incontrano in un posto qualunque in un giorno qualunque, nei quali non è difficile (ma alo stesso tempo difficilissimo) immedesimarsi. Ora, però, credo sia arrivato il momento di dare una svolta alla tua storia – azione, interazione? La scelta a te, purché ci sia 🙂
Per il resto bravo, stai creando davvero qualcosa di bello!
09/05/2016 at 11:03
Ciao Elena, grazie mille del suo parere, dei suoi consigli che mi aprono diverse strade per il quarto capitolo, per me il più difficile, per ora, proprio perché la scelta del “dialogo silenzioso” è stata dura, ma nasconde un segreto, che svelerò più avanti. Il racconto è nato un po’ per gioco, mentre ero in fila alla posta 😀
03/05/2016 at 08:40
Come già ti ha detto Amo, qualcosa per il quarto capitolo deve cambiare… quindi, suggerisco anche io che la ragazza dica qualcosa. 🙂 Per il resto, in gamba come sempre.
03/05/2016 at 09:04
Grazie mille anche a te per il consiglio, il quarto capitolo sarà più movimentato 😀
02/05/2016 at 23:50
Direi che la ragazza parlerà rompendo il silenzio che, per carità, è bellissimo almeno secondo la tua visuale poetica letta fin qui, ma credo che qualcosa debba cambiare…
03/05/2016 at 09:03
Grazie mille per il commento e il consiglio che si orienta verso la strada che ho pensato per il quarto capitolo 🙂
02/05/2016 at 21:43
Parlano in silenzio.
Bravo, mi piace, seguo in silenzio!
02/05/2016 at 22:02
Grazie mille Alessandra, spero di non deluderti, sempre in silenzio *_*
21/04/2016 at 09:01
Uh chissà cosa gli rivelerà! Aspetto con ansia, cullata da quel mare e persa nei colori del tramonto. Ascolto i loro silenzi, inseguo i loro pensieri e faccio spazio alle loro parole incerte. Un abbraccio caro autore.
21/04/2016 at 09:30
Grazie per la scelta, cara Smistalettere e per la fiducia, spero di non deludere nei prossimi capitoli 😀
20/04/2016 at 05:38
Credo che volesse presentarsi, mi sembra il minimo 🙂
20/04/2016 at 07:53
grazie mille per la scelta, Danio 🙂
19/04/2016 at 23:13
Ciao, molto delicato, bello!
Credo che la ragazza gli debba spiegare perché anche lei sente che qualcosa li unisce, quel segreto di tanti anni prima 🙂
Poetico di certo, però – sarà il nome del ragazzo – direi quasi musicale.
Le acciughe fanno il pallone, ché sotto c’è l’ala lunga.
Ciao ciao
19/04/2016 at 23:51
Ciao 🙂 Grazie mille per il commento e la strada indicata. Ti aspetto per i prossimi episodi, speriamo bene *_*
19/04/2016 at 21:55
Bravissimo, non ho altro da aggiungere.
Silenzi lunari.
Seguo di certo.
19/04/2016 at 21:58
Grazie di cuore, ogni volta mi fate arrossire. Spero di non deluderti 😀
19/04/2016 at 15:35
Sei così leggero e poetico che la giusta opzione mi sembra quella della luna. 🙂
Siamo gemelli di segno zodiacale. 😉 😀
19/04/2016 at 19:46
Grazie di cuore per il complimento e per la scelta, che adoro 😀 Ah si? Anche tu Pesci? 😀
19/04/2016 at 19:50
10 marzo 1987. 🙂 Sono sincera, sei bravissimo. 🙂
19/04/2016 at 21:37
Grazie di cuore, mi fai davvero arrossire *_*
16/04/2016 at 16:27
Sono perfetti sconosciuti in un mondo di luci.
Poetico.
Bella questa storia del mendicante d’anime. Complimenti.
Idem per lo scenario.
17/04/2016 at 09:24
Grazie mille per il bel commento, Sandro. A prestissimo con il secondo episodio, che spero possa piacerti 😀
13/04/2016 at 09:19
Eccomi qui, a indirizzare la tua penna e forse anche questa storia.
Sono felice che tu abbia voluto proseguire questo frammento che avevi imbastito.
Molto poetico questo primo capitolo, questi personaggi sospesi ancora nell’ignoto.
Per me sono perfetti sconosciuti in un mondo di luci e… ombre, dove il loro passato ancora indecifrabile (chissà cosa ci aspetterà?) si intreccerà con i loro sogni e le loro riflessioni. Che poi magari non sanno che in qualche modo erano già legati, che in realtà è come se si conoscessero già, pur non sapendolo. Vedremo. 🙂 A presto.
13/04/2016 at 11:49
Un commento che apprezzo molto e mi dà l’idea che nella tua testa questi personaggi abbiano già un nome, un odore, dei volti. Chissà dove andranno e dove il destino li porterà. Benvenuta a bordo, a presto per un altro attracco 🙂
13/04/2016 at 15:02
Grazie mille! Allora avanti tutta 🙂 So che non mi deluderanno. E neanche tu.
12/04/2016 at 16:38
Molto intenso come incipit, mi piace.
Voto per i perfetti sconosciuti alla ricerca di qualcosa.
seguo…
12/04/2016 at 18:58
Ciao Danio, grazie per il commento, e per la scelta, vediamo un po’ di divertirci insieme, non vedo l’ora di scrivere il secondo capitolo.
12/04/2016 at 14:45
Prosa poetica.
I due possono essere il tutto ed il contrario di tutto. Siamo solo all’inizio.
Avanti con “dei perfetti sconosciuti”
🙂
12/04/2016 at 15:09
Grazie di cuore per il commento, in effetti hai ragione, possono essere dei perfetti sconosciuti, ma anche degli amanti. Ahahha. Dai che ci divertiamo insieme 🙂
12/04/2016 at 13:40
Ciao. 😀 Bello il tuo incipit. Voto perfetti sconosciuti in uno mondo di luci, perché è vero che ci saranno delle ombre, però la vita è comunque luminosa. Luce.
12/04/2016 at 13:56
Ciao 😀 Grazie mille per il commento e il consiglio, vediamo un po’ cosa vince 😀 Spero che tu mi segua ancora 🙂
12/04/2016 at 12:39
Ciao,
Molto bello, complimenti.
Soprattutto la parte iniziale racchiude una musicalità che la fa sembrare una poesia in prosa.
Non ho scelto perfetti sconosciuti in un mondo di luci perché in questa opzione mancavano le ombre!
La strada che immagino è questa: lei, memore del suo passato, deciderà inizialmente di dedicare giusto un po’ di tempo al ragazzo, magari lo inviterà a mangiare qualcosa con lei. Poi i due scopriranno di avere più di qualcosa in comune.
A presto
12/04/2016 at 13:08
Jaw grazie per il commento, lo spunto e la scelta. E’ una storia che grida d uscire da parecchio tempo, spero possa piacerti anche nei prossimi capitoli. Non vedo già l’ora di scrivere il prossimo *_*