Dove eravamo rimasti?
Chire
Samantha ora guardava i pescatori che, in silenzio, preparavano le ultime esche di quella battuta di pesca, un rituale che il nonno condivideva con lei, specie quando era stata una pesca povera perché, come amava ripetere, “i pesci sono sensibili all’odore delle ragazze”. Una frase che, senza una logica apparente, le era rimasta da sempre impressa.
Erich, con il cane in braccio, si era allontanato dai pensieri di Samantha, forse percependo un desiderio della ragazza di stare con se stessa, forse, semplicemente, per urinare dopo ore di saturazione. Si era allontanato perdendosi oltre lo scollinamento del lungomare, tanto che la ragazza, voltandosi e cercandolo, non lo vedeva già più.
Non aveva più la leggerezza di un tempo, pensò. Non aveva più la voglia d’un tempo di riprovare anche dopo l’insuccesso, pensò. Non aveva più gli occhi d’allora, quando un bicchiere di vino era il preludio di un serata alternativa, tra odori di salsedine e tabacco, tra suoni lontani e vicini, in un incessante formicolio di occasioni di vita.
Pensava, e questo è sconsigliato per chi cerca una via d’uscita, Pensava ed è un suono sordo per chi è rimasto solo su un lungomare d’una città spenta, nel pieno delle serenate della natura.
Erich non tornava e la ragazza pensò di raggiungere la combriccola dei pescatori per alleviare quella strana sensazione che le stava percorrendo la schiena. Cercò conforto prima nella luna, poi nelle docile onde del mare, poi ancora nella luna che illuminava la sabbia fredda. Si voltò, guardò per un istante il viale, il tempo di un giro di colori dei semafori. Non era passato nessuno, eppure in lontananza sentiva la vita della città nei fuochi d’artificio che echeggiavano, illuminando angoli di buio, e poi finivano chissà dove.
Era sola, in balia delle sue paure, dei silenzi ingombranti. E del resto era ancora Jane, lo era sempre stata, e quel nuovo nome, modulato da qualche canzone, da qualche racconto, era stato solo di passaggio, perché bisogna anche meritarselo un nome, e lei avvertiva di non essere Samantha, e che non sarebbe potuta essere nessun altro volto se non quello, chinato tra le gambe e le ingiurie dei suoi clienti, quello di Jane, così odiato, così sporco.
Si voltò di nuovo verso le panchine che accompagnavano i pensieri per poche miglia, prima di lasciarli nell’incertezza di un rilievo che tagliava la vista, interrompeva il fiato. Aveva deciso che avrebbe raggiunto i pescatori a riva. Non aveva altre scelte, del resto. Si era diretta verso le scale che portavano verso il mare, e dopo poco si era accovacciata dietro una barchetta capovolta, proprio come faceva da piccola, quando il nonno la riprendeva, e lei, non accettando il rimprovero, si allontanava, senza, però, perderlo mai di vista.
La scena era la stessa di allora, solo che ora aveva paura ed era sola, non c’era il nonno a proteggerla dal mondo esterno.
Da quella posizione poteva vedere la ringhiera di sopra, senza essere vista, nonostante le scie luminose della luna. Si era voltata e aveva visto il ragazzo della Giulia con in braccio il cane di Erich e a fianco proprio il mendicante che fumava a grandi boccate, poco dietro due altri uomini.
Il mendicante la cercava guardandosi attorno. Lei era li, in trappola, e già pensava a cosa avrebbe fatto, quando, tra qualche giro d’orologio i pescatori sarebbero tornati a casa.
Pensò al nonno, alla ricerca di una luce.
Si voltò e non vide più il mendicante, né il ragazzo, né gli altri.
E come quando, in una stanza, si scorge un ragno, che poco dopo scompare nel nulla, si sentì come morsi ovunque, un formicolio fastidioso.
Poi la luce della torcia le illuminò il viso.
“Sei una sciocca, Jane”
Non poteva vedere, abbagliata com’era, ma riconosceva la voce fastidiosa di quel ragazzo.
“Lo sapevo che la mia crociera non era ancora passata”.
Il cane abbaiò, e capì che c’era anche Erich, il mendicante.
Si sentiva tradita, ancora una volta nella sua vita.
Il ragazzo smorzò la luce della torcia, s’avvicinò a Jane e la baciò con violenza sulle labbra, mordendogliele, in preda a una voglia incontrollata, quindi le mise una mano sulla bocca, per evitare che gridasse, allertando i pescatori.
Si allontanarono dileguandosi per una stradina di sabbia lasciata al buio dalla luna, poi salirono sulla Giulia.
“Grazie Chire, bel lavoro”
“Patrick il capo non sarà così contento del tuo comportamento”
“Fanculo il capo”
Il mendicante si tolse la parruca, e la barba finta. Gli rimasero solo i baffi castani, quelli di Chire Torje.
Jane lo guardava indifesa, non riuscendo a trovare un solo modo per esprimere ciò che provava.
“Patrick, ricordati sempre che sono il figlio di Laos Torje”
A quel nome la ragazza ebbe come un brivido, nonostante avesse mani e gambe legate con della rafia.
Il ragazzo ora aveva la mano tra le gambe di Jane, nonostante Chire gli avesse rinnovato l’avvertimento.
“Liberale la bocca, cretino”
“Chire, la vita da marciapiede ti ha intenerito”
La ragazza ora ripeteva il nome del mendicante.
Come aveva fatto a non capirlo prima.
Dove stanno andando?
- in un paesino dell'Italia meridionale (20%)
- in Serbia (20%)
- dal padre di Chire (60%)

27/12/2016 at 17:06
Bravo Giuseppe… molto bella l’immagine di Erich che non attraversa con il verde… un capitolo finale con riflessioni profonde, come tutto il racconto…
Alla prossima
01/01/2017 at 20:27
Ciao Gabriele, grazie per questo commento. Sono davvero felice che ti sia piaciuta la storia e l’ultimo capitolo.
A prestissimo e buon anno 🙂
27/12/2016 at 09:54
Ciao Giuseppe
Capitolo riflessivo e intimista, in cui mi sembra tu trovi il tuo modo migliore d’espressione.
Finale sul cambiamento, sulla chiusura di un percorso a cerchio che ognuno di noi si trova a fare, prima o poi, ad un certo momento della propria vita.
In un punto qualsiasi di detto percorso, più o meno preciso, più o meno chiaro ai nostri occhi, ci siamo noi puntuali all’appuntamento, in attesa di essere presentati a noi stessi “tutto ha un sapore differente in base al periodo della vita, alle stagioni interiori, ai pensieri. Andar via richiede sempre una grande dose di coraggio, lasciare le certezze per dei giorni evanescenti, immateriali” e ancora “Passeggiare ora era muoversi in se stesso”.
Allora mi chiedo, se quello che normalmente chiamiamo cambiamento personale non sia altro che un ritrovarsi, nelle cose che ci sono congeniali, un riconoscersi in quello che già eravamo senza esserne pienamente consapevoli. Rimuovendo gli ostacoli che ci separano dalla conoscenza di noi, possiamo finalmente scivolare dentro la nostra identità ritrovata con la leggerezza, comodità e conforto con cui entrano le nostre dita in un morbido e aderente guanto.
A rileggerti
Ciaoooo
PS mi dispiace non averti avuto tra i lettori del mio racconto 🙂
01/01/2017 at 20:26
Che bel commento, grazie di cuore. Hai colto nel segno, mi piacciono molto i capitoli riflessivi, che tendono ad analizzare quello che non appare e che, nonostante tutto, è.
Mi spiace non aver letto il tuo racconto, soprattutto dispiace non averlo “condizionato”, ma purtroppo sono stato un po’ lontano da questo sito, ahimè, come il troppo tempo impiegato per finire la storia dimostra.
Punto a leggerlo ugualmente, così come il tuo prossimo.
A prestissimo e buon anno 🙂
26/12/2016 at 15:04
Caro Giuseppe, l’ultima volta purtroppo non sono riuscita a commentare, pur avendo letto il tuo nono capitolo. Io avrei scelto di vedere Erich e Samantha ritrovarsi per caso lì dove si erano (ri)conosciuti. Sono però contenta di aver letto questo capitolo, molto riflessivo e introspettivo. Mi è piaciuto molto, sembra davvero giusto per lui, per la storia. L’ho trovato esatto, vero, tuo. Grazie per la compagnia e al prossimo racconto 😉
26/12/2016 at 19:56
Ma che bel commento, Cate 🙂 Sono davvero felice che quest’ultimo capitolo sia stato di tuo gradimento 😀 A prestissimo con i tuoi racconti e un’altra mia storia 😀
23/10/2016 at 10:39
Ciao Giuseppe
Mi chiedevo che fine avessi fatto.
Questo capitolo mi è sembrato meno curato degli altri, anche se la sostanza c’è.
Ho votato … passato di Laos…
al prossimo, non dopo natale please… 🙂
23/10/2016 at 16:13
Ciao Maria 🙂
Forse hai ragione, meno curato, forse c’è un perché, però 🙂
grazie per il voto e il commento.
al prossimo, così ci scambiamo auguri di buone feste 😀
23/10/2016 at 17:46
Tu che hai un animo poetico e perciò t’intendi di emozioni, farai un salto da me?
🙂 🙂
23/10/2016 at 19:02
Ovvio che verrò a leggere, ci mancherebbe 🙂
25/06/2016 at 08:11
Voto Serbia…
Non me lo aspettavo questo colpo di scena, le cose si fanno complicate 😉
25/06/2016 at 08:30
Grazie Gabriele per il commento e per la scelta. E’ stato duro il partorire questo capitolo. Vediamo un po’ quale opzione ha la meglio 😀
22/06/2016 at 23:52
andiamo nell’Italia meridionale va, non si sa mai che l’incontro 😉
ottimo lavoro, la suspance cresce e nasconde ancora la meta.
23/06/2016 at 00:33
Grazie mille per il commento e per la scelta 😀
Speriamo di riuscire a chiudere entro le prossime 15000 battute 😀
21/06/2016 at 17:23
Giuseppe bravissimo…. il tuo stile è incredibilmente poetico! 🙂 Hai mai pubblicato qualcosa?
Andiamo dal papà!
21/06/2016 at 18:57
Ciao Pinkella, grazie mille per il commento e per i complimenti, che mi fanno arrossire e non poco. Comunque ho pubblicato alcune poesie in una raccolta, e ho partecipato a un thriller con altri due autori, in vendita su Amazon. Aspetto la grande occasione, come tutti 😀
21/06/2016 at 13:06
Triste.
Comunque sei sempre bravo. Mi chiedo come tu faccia a conciliare la prosa poetica con l’aridità dei “Codici”.
🙂
21/06/2016 at 14:04
Ciao Maria, eh me lo chiedo anche io, alle volte 😀 Grazie per il commento, e per la fiducia 😀
12/06/2016 at 15:08
Scegliere è sempre così difficile. Sei proprio bravo a creare opzioni valide e interessanti scenari. Cosa succederà ora? E soprattutto cosa c’è dietro? Sento che tanto bolle in pentola e io ho troppa fame per aspettare di assaggiare. 🙂
13/06/2016 at 12:07
Grazie Cate per la costanza con cui segui la storia. Ancora poche ore e il settimo capitolo sarà on line 🙂
14/06/2016 at 11:17
Non potrei non seguire la storia e assaporare ogni nuovo episodio. Grazie a te! 🙂
06/06/2016 at 17:26
Avrei pensato di più al suo “capo” ma anche cliente va bene. Anche se l’idea di un borderline fissato con le navi da crociera mi affascina. 🙂
Bel capitolo!
06/06/2016 at 18:25
Ciao Gabriele, sono curioso anche io della scelta perché non vedo già l’ora di scrivere il prossimo capitolo. Grazie mille per aver apprezzato e per essere passato da qui, ti aspetto per il prossimo 😀
06/06/2016 at 09:43
Questo episodio mi fa venire voglia di…avere il prossimo già pronto per essere letto 😀
il ragazzo deve essere un borderline 🙂 bel lavoro 😀
06/06/2016 at 12:49
Grazie mille per il commento, vediamo un po’ cosa cosa mi consigliate di fare 😀
A prestissimo 🙂
25/05/2016 at 09:23
Ciao Giuseppe
episodio ben scritto. A dire il vero mi aspettavo che tu spostassi il focus sul ragazzo che li spiava (opzione più votata) e a cui hai dedicato solo poche righe.
Vediamo di capire perché è lì, solo così capiremo perché i due scappano via (opzione che ho votato).
a presto
🙂
25/05/2016 at 09:31
Carissima Maria, vero, però ho preferito rendere inquietante l’incontro, tra i due è calato di nuovo il silenzio dopo aver visto quella macchina. La butto lì: e se conoscessero entrambi quel tizio? 😀
A prestissimo 🙂
25/05/2016 at 00:47
bene bene! Mi piacciono un sacco questi ”giochi di luce” con i personaggi e con l’ambiente. Spero di vedere sempre più colori,magari il blu della Giulia! 🙂
25/05/2016 at 08:47
Grazie per il commento e per il consiglio, la Giulia è dietro l’angolo a quanto vedo 😀
24/05/2016 at 19:40
Davvero un bel racconto!
Si legge rimanendo incollati al filo dei pensieri, tirati dalle immagini e dalle metafore.
“…che le aveva fatto scoprire un cliente che aveva sempre il sigaro in bocca, forse per paura di doverla baciare.”
Hai mostrato la bassa autostima della ragazza attraverso il suo modo di leggere il gesto del cliente,
Complimenti!
24/05/2016 at 19:44
Grazie di cuore, Gabriele. Grazie mille per i complimenti, ma anche per aver letto fin qui, spero di averti con me anche nei prossimi capitoli *_*
Ps si vede così tanto che la ragazza non ha autostima? 😀
24/05/2016 at 19:52
Hai un cliente con un sigaro in bocca e pensi che ha paura di baciarti e non “oddio speriamo che non mi baci o nessun colluttorio toglierà mai la puzza!” 🙂 😀
Diciamo che quantomeno l’autostima non è a mille.
Seguo di sicuro, sono curioso di capire dove vuoi portarci.
24/05/2016 at 19:56
ahahah effettivamente è una bella interpretazione, questa storia del colluttorio mi piace 😀 😀
Ti aspetto per i prossimi capitoli, e grazie ancora 😀
24/05/2016 at 16:01
Bella la complicità tra i due, in mezzo ai loro silenzi e alle loro oscure storie che pesano come macigni nonostante appartengano a un passato sconosciuto, le loro risate sono come una boccata d’aria fresca. E lasciano un sorriso. Si guardano e capiscono. Mi piace tanto.
Anche se tutto si concentra sulla suspense portata da questo misterioso ragazzo (Chi sarà? Sono curiosissima!), mi resta nelle orecchie la voce del mare e il vento che accarezza i loro silenzi.
24/05/2016 at 16:58
Grazie Cate per il commento e la costante presenza, che orienta questa storia 🙂 La voce del mare e il vento, attenzione a questo dettaglio che hai colto 😀 Ti aspetto per il prossimo capitolo, che sarà molto importante per la storia in sé *_*
24/05/2016 at 17:55
Grazie a te! 🙂 Uh che bello, non vedo l’ora che arrivi il prossimo episodio!
14/05/2016 at 08:50
Ho letto i quattro episodi e mi sono piaciuti molto.
Tu hai scritto (non descritto) un quadro.
Hai saputo catturare la luce, le ombre, la profondità del paesaggio umano e non.
Hai colto i colori pastello che avvolgono l’atmosfera di silenzio, e le pennellate più forti di alcuni dettagli.
Bravo davvero.
Per il prossimo, ahimè, qualcuno li spia… il bello e il bene non durano a lungo e per sempre (solo nelle favole).
Ciao
🙂
14/05/2016 at 14:10
Che commento, di quelli che fanno splendere il sole in un cielo di nuvole. Grazie di cuore. Non credo di meritare tutti questi complimenti, ma sono felice perché qualche cosa sono riuscito a trasmetterla. Spero di non deluderti con i prossimi 😀
13/05/2016 at 14:18
I due scoprono le carte lentamente
13/05/2016 at 14:35
Grazie mille per il tuo commento, spero tu voglia seguirmi ancora 🙂
12/05/2016 at 11:27
La poesia del silenzio è di per sé magia e apre la mente all’immaginazione. Sono sicura che non rimarremo delusi dall’evolversi della storia e dal segreto, che non vedo l’ora di scoprire! Continua a dipingere questa tela. Il mare mi fa compagnia nell’attesa.
13/05/2016 at 10:44
I tuoi commenti sono sempre importanti, perché mi aprono vie interiori. Grazie di cuore 🙂
09/05/2016 at 08:38
Il tuo racconto è davvero poetico, delicato, filmico aggiungerei. L’idea del “parlare in silenzio”, attorno a cui ruota tutta la tua storia, è tanto bella da declinare quanto difficile da reggere alla lunga – tanto per te, quanto per chi legge. Il tuo testo mi piace perché sembra sospeso nel tempo e nello spazio – hai creato due personaggi qualunque, che si incontrano in un posto qualunque in un giorno qualunque, nei quali non è difficile (ma alo stesso tempo difficilissimo) immedesimarsi. Ora, però, credo sia arrivato il momento di dare una svolta alla tua storia – azione, interazione? La scelta a te, purché ci sia 🙂
Per il resto bravo, stai creando davvero qualcosa di bello!
09/05/2016 at 11:03
Ciao Elena, grazie mille del suo parere, dei suoi consigli che mi aprono diverse strade per il quarto capitolo, per me il più difficile, per ora, proprio perché la scelta del “dialogo silenzioso” è stata dura, ma nasconde un segreto, che svelerò più avanti. Il racconto è nato un po’ per gioco, mentre ero in fila alla posta 😀
03/05/2016 at 08:40
Come già ti ha detto Amo, qualcosa per il quarto capitolo deve cambiare… quindi, suggerisco anche io che la ragazza dica qualcosa. 🙂 Per il resto, in gamba come sempre.
03/05/2016 at 09:04
Grazie mille anche a te per il consiglio, il quarto capitolo sarà più movimentato 😀
02/05/2016 at 23:50
Direi che la ragazza parlerà rompendo il silenzio che, per carità, è bellissimo almeno secondo la tua visuale poetica letta fin qui, ma credo che qualcosa debba cambiare…
03/05/2016 at 09:03
Grazie mille per il commento e il consiglio che si orienta verso la strada che ho pensato per il quarto capitolo 🙂
02/05/2016 at 21:43
Parlano in silenzio.
Bravo, mi piace, seguo in silenzio!
02/05/2016 at 22:02
Grazie mille Alessandra, spero di non deluderti, sempre in silenzio *_*
21/04/2016 at 09:01
Uh chissà cosa gli rivelerà! Aspetto con ansia, cullata da quel mare e persa nei colori del tramonto. Ascolto i loro silenzi, inseguo i loro pensieri e faccio spazio alle loro parole incerte. Un abbraccio caro autore.
21/04/2016 at 09:30
Grazie per la scelta, cara Smistalettere e per la fiducia, spero di non deludere nei prossimi capitoli 😀
20/04/2016 at 05:38
Credo che volesse presentarsi, mi sembra il minimo 🙂
20/04/2016 at 07:53
grazie mille per la scelta, Danio 🙂
19/04/2016 at 23:13
Ciao, molto delicato, bello!
Credo che la ragazza gli debba spiegare perché anche lei sente che qualcosa li unisce, quel segreto di tanti anni prima 🙂
Poetico di certo, però – sarà il nome del ragazzo – direi quasi musicale.
Le acciughe fanno il pallone, ché sotto c’è l’ala lunga.
Ciao ciao
19/04/2016 at 23:51
Ciao 🙂 Grazie mille per il commento e la strada indicata. Ti aspetto per i prossimi episodi, speriamo bene *_*
19/04/2016 at 21:55
Bravissimo, non ho altro da aggiungere.
Silenzi lunari.
Seguo di certo.
19/04/2016 at 21:58
Grazie di cuore, ogni volta mi fate arrossire. Spero di non deluderti 😀
19/04/2016 at 15:35
Sei così leggero e poetico che la giusta opzione mi sembra quella della luna. 🙂
Siamo gemelli di segno zodiacale. 😉 😀
19/04/2016 at 19:46
Grazie di cuore per il complimento e per la scelta, che adoro 😀 Ah si? Anche tu Pesci? 😀
19/04/2016 at 19:50
10 marzo 1987. 🙂 Sono sincera, sei bravissimo. 🙂
19/04/2016 at 21:37
Grazie di cuore, mi fai davvero arrossire *_*
16/04/2016 at 16:27
Sono perfetti sconosciuti in un mondo di luci.
Poetico.
Bella questa storia del mendicante d’anime. Complimenti.
Idem per lo scenario.
17/04/2016 at 09:24
Grazie mille per il bel commento, Sandro. A prestissimo con il secondo episodio, che spero possa piacerti 😀
13/04/2016 at 09:19
Eccomi qui, a indirizzare la tua penna e forse anche questa storia.
Sono felice che tu abbia voluto proseguire questo frammento che avevi imbastito.
Molto poetico questo primo capitolo, questi personaggi sospesi ancora nell’ignoto.
Per me sono perfetti sconosciuti in un mondo di luci e… ombre, dove il loro passato ancora indecifrabile (chissà cosa ci aspetterà?) si intreccerà con i loro sogni e le loro riflessioni. Che poi magari non sanno che in qualche modo erano già legati, che in realtà è come se si conoscessero già, pur non sapendolo. Vedremo. 🙂 A presto.
13/04/2016 at 11:49
Un commento che apprezzo molto e mi dà l’idea che nella tua testa questi personaggi abbiano già un nome, un odore, dei volti. Chissà dove andranno e dove il destino li porterà. Benvenuta a bordo, a presto per un altro attracco 🙂
13/04/2016 at 15:02
Grazie mille! Allora avanti tutta 🙂 So che non mi deluderanno. E neanche tu.
12/04/2016 at 16:38
Molto intenso come incipit, mi piace.
Voto per i perfetti sconosciuti alla ricerca di qualcosa.
seguo…
12/04/2016 at 18:58
Ciao Danio, grazie per il commento, e per la scelta, vediamo un po’ di divertirci insieme, non vedo l’ora di scrivere il secondo capitolo.
12/04/2016 at 14:45
Prosa poetica.
I due possono essere il tutto ed il contrario di tutto. Siamo solo all’inizio.
Avanti con “dei perfetti sconosciuti”
🙂
12/04/2016 at 15:09
Grazie di cuore per il commento, in effetti hai ragione, possono essere dei perfetti sconosciuti, ma anche degli amanti. Ahahha. Dai che ci divertiamo insieme 🙂
12/04/2016 at 13:40
Ciao. 😀 Bello il tuo incipit. Voto perfetti sconosciuti in uno mondo di luci, perché è vero che ci saranno delle ombre, però la vita è comunque luminosa. Luce.
12/04/2016 at 13:56
Ciao 😀 Grazie mille per il commento e il consiglio, vediamo un po’ cosa vince 😀 Spero che tu mi segua ancora 🙂
12/04/2016 at 12:39
Ciao,
Molto bello, complimenti.
Soprattutto la parte iniziale racchiude una musicalità che la fa sembrare una poesia in prosa.
Non ho scelto perfetti sconosciuti in un mondo di luci perché in questa opzione mancavano le ombre!
La strada che immagino è questa: lei, memore del suo passato, deciderà inizialmente di dedicare giusto un po’ di tempo al ragazzo, magari lo inviterà a mangiare qualcosa con lei. Poi i due scopriranno di avere più di qualcosa in comune.
A presto
12/04/2016 at 13:08
Jaw grazie per il commento, lo spunto e la scelta. E’ una storia che grida d uscire da parecchio tempo, spero possa piacerti anche nei prossimi capitoli. Non vedo già l’ora di scrivere il prossimo *_*