Jadi

Dove eravamo rimasti?

Cosa vogliamo scoprire? Chi farà il primo passo (100%)

Favola

I suoi occhi erano… premurosi. Non so dirlo meglio. Raramente si staccavano dai miei, eppure non erano invadenti. Gentili e… familiari piuttosto. Come vecchi amici che fa sempre piacere avere in casa, anche quando non sei dell’umore. Specialmente quando non sei dell’umore.
Passeggiamo per non so quanto, chiacchierando per lo più di lavoro. Sto molto attenta a non parlare della sistemazione in hotel, non voglio avventurarmi in quel campo minato. Arriviamo al ristorante libanese, un piccolo anfratto nel seminterrato di un palazzotto del centro storico. Lontanissimo da quanto mi aspettassi, luminoso, elegante, essenziale. Glielo dissi e lui mi spiegò che il Libano, prima della guerra civile, rappresentava la culla della cultura mediorientale. Aperto al mondo, con uno stile di vita molto sofisticato ed una economia prospera. Non faccio nessuna fatica a credergli. Quel posto sembrava confermare tutto.
Ci accomodiamo in un angolo e ordiniamo accogliendo i consigli di una cameriera che, fatta eccezione per la divisa da lavoro, sembrava uscita dalle mille e una notte.
Lui sceglie il vino, uno chateau ksara, mi pare di ricordare. Io mi limito ad annuire e, come spesso mi capitava con lui, a fidarmi.
Non è la prima volta che ceniamo insieme, ma quella sera è diversa dalle altre.
Io sono diversa.
Guardarlo, ascoltare la sua voce, sentirlo così vicino, manda in cortocircuito la mia mappa del mondo.
Mi sento come una radio che riceve troppe stazioni e non c’è modo di sintonizzarla. Lo percepisco ovunque, nella testa, nello stomaco, sulla pelle e… in un angolo della coscienza che nemmeno immaginavo esistesse. Hai presente quei film dove il protagonista scopre una stanza segreta nella propria casa? Ecco, mi sento così. Intimidita e curiosa al tempo stesso. Molto curiosa.
“cos’hai stasera?” chiede all’improvviso, ridestandomi dalle mie elucubrazioni
“nulla, perché?” rispondo allarmata
“non so, mi sembri preoccupata”
“sarà la stanchezza del viaggio” replico, tentando di sorvolare l’argomento
“Jadi io…” e si interrompe, la cameriera ci serve la cena
“cosa?” gli faccio
“…credo sia meglio non far troppo tardi, devi riposare. Domani mi servi in forma” si affrettò a dire.
Io non la bevo, qualcosa nella sua voce mi diceva che aveva cambiato argomento di proposito. Cosa voleva dirmi? Non ho il coraggio di chiederglielo. Così l’attimo svanisce.

Tornando in albergo, mi sento un po’ incerta sulle gambe, forse per effetto dello ksara, o come cavolo si chiama.
Non oso appoggiarmi al suo braccio, Dio solo sa quanto lo volevo. Lui si mostra amabile e gentile come al solito, quell’incertezza o turbamento che avevo registrato a cena, sembra scomparso.
Forse me lo sono immaginato, penso. Mi do della stupida.
Appena giunta in camera, mi abbandono sul letto esausta. Non ho la forza di spogliarmi. Guardo sul comodino il cellulare e penso di scrivergli. E chiedergli cosa voleva dire con quel “Jadi, io…”?
Il suo sguardo egemonizza i miei pensieri, la pressione allo stomaco è insostenibile. Poi qualcosa mi scuote. Una vibrazione, un tremolio quasi impercettibile al basso ventre. Una sensazione che non riesco a interpretare. Era l’equivalente fisico dell’ansia che coglie i bambini al risveglio la mattina di Natale, mi spiego?
Una sorta di desiderio che si sta realizzando. Una promessa che sta per essere mantenuta. Solo che, lo percepivo ad un livello di sensualità nuovo.
Lo sentivo tra le gambe come una carezza.
Perdonami se enfatizzo ma io non credo di essermi mai sentita così in vita mia. Neanche quando baciai per la prima volta un ragazzo, neanche quando conobbi mio marito. Mai prima di allora.
Così, afferro il cellulare con l’intenzione di scrivergli ma, indovina un po’? Abracadabra, lui mi precede.
#stai dormendo? Volevo darti la buonanotte, con una canzone.
Nel messaggio c’è un link. Ci clicco su e parte una canzone dei Modà. Favola.
La ascolto, gli occhi mi si gonfiano di lacrime, lo stomaco mi si accartoccia e il cuore sembra volermi uscire dal petto a forza.
Mi appare all’improvviso la mano di Simona che impugna la chiave di Yuri. 405.
Mi precipito fuori dalla stanza, lasciando la porta aperta. Me ne sarei accorta solo il mattino successivo.
405… 405… è l’unico pensiero che mi martella nella testa. Devo salire di un piano. Prendo le scale, imbocco il corridoio.
402… 404… 401, maledizione dove cazzo è?
405!!!
Mi blocco. Sono pietrificata.
Cosa sto facendo? mi chiedo
In quel momento la porta della stanza si apre. Lui è lì, ancora vestito. Mi guarda, io gli sorrido col volto ancora rigato di lacrime.
“amore mio” gli sussurro.
E come mai avrei pensato potesse accadermi, mi lancio tra le sue braccia.
Nel buio pesto della mia anima esplose una luce che cambiò per sempre quello che ero stata e tutto quello che credevo di sapere.

Nel prossimo episodio vogliamo capire...

  • Da dove viene questo Yuri? Che vita conduce quando non è con Jadi? Insomma... chi diavolo è? (0%)
    0
  • Può un amore così trascinante ed esplosivo finire in un fiume di rimpianti? (20%)
    20
  • Cosa c'è di fantasy in questa storia che sembra venuta fuory da harmony :)? (80%)
    80
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134 Commenti

  • Ciao!! 😀
    Scusa il ritardo! Mi è piaciuta tantissimo questa storia, in cui ci hai fatto rivivere la vita di Jadi, condizionata e guidata dalla completa libertà di accettare o rinunciare a una determinata azione. Persino il non prendere una posizione in merito è una scelta in sè, una sorta di rifiuto ad agire, se vogliamo. Ho trovato stupendo il finale proprio per questo!
    Ancora complimenti!! 😀
    A presto!!

  • Ciao nicux!
    Non so bene come iniziare questo commento. So che può suonare banale, ma sei stato bravissimo. Un finale stupendo ed emozionante dall’inizio alla fine!
    Questo viaggio nei ricordi di Jadi è stato dolce e amaro: abbiamo visto i momenti felici e la gioia dell’amore, e abbiamo sofferto quando lei non è riuscita a concretizzarlo, fuggendo dalla scelta più importante.
    “Non si può sfuggire alle scelte, amici miei. Non si può vivere ignorandole.
    Anche non scegliere è in definitiva una scelta: quella sbagliata, come Jadi ha avuto modo di scoprire.
    E quando sei al termine del tuo viaggio, comunque tu ci sia arrivato, ciò che ti aspetta in fondo è ancora una scelta.
    L’ultima.”
    Semplicemente meravigliosa! Complimenti! ^__^

    • Hai colto i due temi portanti della storia e che mi stanno molto a cuore. L’amore che in un modo o nell’altro diventa discriminante nelle scelte che dobbiamo continuamente fare. E l’inevitabilita’ di compierle.
      Spesso siamo convinti che una scelta riguardi le opzioni che abbiamo, e invece credo che riguardi il coraggio di dire SI oppure rinunciare. Cosi’ si spiega che evitare di scegliere e’ di per se una scelta, quella di rinunciare.
      Cmq non voglio annoiarsi, ma ti ringrazio per i tuoi apprezzamenti e spero di sia divertita.
      Grazie ancora
      N

  • —————————
    Beh, siamo ancora qui, no?
    E se ci siete voi, c’è anche la Fonte. Voi cosa ne dite?
    Potrei aggiungere altro ma… questa è un’altra storia.

    Bon voyage mes amis
    ——————————————–
    E con questo, applaudo 😀

    Alla prossima storia 🙂

    Ciao 🙂

    • Grazie Red, soprattutto per aver seguito con pochi altri la lunga gestazione di questa storia. Mi sono reso conto che e’ passato piu’ di un anno dal primo episodio.
      Sono contento che ti sia piaciuta.
      N

  • Un altro bellissimol capitolo…che ci lascia ancora col fiato in sospeso sul futuro di Jadi. Ho votato l’opzione fantasy anche se spero che saprai farci assaggiare un po di tutti questi “sapori”.
    Non farci aspettare troppo! Ciao

  • Sono dannatamente indeciso tra l’opzione Fantasy e la ricomparsa di Yuri… non potendo fare entrambi voto a caso…
    roll… roll…
    Opzione Fantasy! Ma in verità spero in un pareggio delle due opzioni 😉

    Questo capitolo è stato fantastico 🙂

    Ciao 🙂

  • “La vita è il prodotto residuo non compensato nel bilanciamento delle equazioni inerenti alla programmazione di Matrix: tu sei il risultato finale di un’anomalia che nonostante i miei sforzi sono stato incapace di eliminare da quella che altrimenti è un’armonia di precisione matematica. Sebbene resti il problema costantemente arginato essa non è imprevedibile e pertanto non sfugge a quelle misure di controllo che hanno condotto te, inesorabilmente, qui.” (“Matrix Reloaded”, L’Architetto)

    Vale come proposta, ammesso che si capisca qualcosa?

  • Abracadabra anche per me! Dalle bolle di sapone ecco un altro ricordo d’infanzia…
    Complimenti! Anche questo capitolo si legge d’un fiato…e come altri hanno già scritto non vedo l’ora di leggere il seguito. Dietro questa storia apparentemente da romanzo rosa…..cosa si potrà mai nascondere? Sono molto curiosa!!!

    • io credo che definire rosa un romanzo solo perchè leggiamo di una storia d’amore sia un po’ riduttivo. Non ricordo di aver mai letto nessun genere in cui non vi sia una storia d’amore. Credo che l’amore sia il pilastro che regge qualunque avventura (o disavventura) umana… e spero che questa storia ne dia testimonianza anche esplicita.
      Grazie per avermi dato l’opportunità di esprimere queste considerazioni in cui credo molto.

  • Abracadabra, è l’unica soluzione possibili, qua ci vuole la bacchetta di Mago Merlino.

    Lo guardo uscire dalla mia stanza e capisco che sta u-scendo dalla mia vita.
    Ci penso e intanto lo perdo. Ci penso ancora adesso che l’ho perso.
    Queste due frasi sono magistrali.
    Questo racconto si legge benissimo e vorresti che non finisse mai, perciò non farti attendere tanto per il prossimo capitolo.;)

  • Ho recuperato i capitoli, d’un fiato direi.
    Allora, troppe cose dovrei dire. Intanto complimenti per il tuo tentativo ben riuscito di entrare nella psicologia-emotività di una donna.
    Poi, a mio avviso la tua storia fa la differenza, perché è piena di spunti di riflessione, fa pensare, non mancano i flash back e ti rivolgi al lettore. A proposito di questo ultimo punto, secondo me dovresti sistemare meglio la questione della voce narrante, a quel punto il racconto si trasformerebbe in una perla.
    Alle volte ho fatto fatica a seguire i passaggi di verbi tra passato e presente.
    L’unica cosa che mi lasciata un po’ così è quando lei gli ha detto amore e allora mi sono chiesta: così di punto in bianco? Non bastava che l’abbracciasse?
    Comunque voto Yuri si rivela e attendo prestissimo il seguito, voglio vedere cosa succede.
    Complimenti per i riferimenti alla religione e per le continue note raffinate e originali.

    • Grazie a te per la ricca recensione. Hai colto anche la mia difficoltà ‘ nel coniugare i tempi verbali sui diversi piani narrativi. Mi sono lanciato senza paracadute. Grazie davvero, cerco di fare tesoro dei tuoi suggerimenti

  • Non ho letto altre cose tue ma questa storia mi ha preso molto.
    Alcune frasi sono brevi, concise, trascinanti. Ti invidio: riesci a descrivere molto bene il sentire umano. Voto Yuri.

    • Ciao!!
      Non sono mai andato via, ma come spesso accade, la vita ti trae fuori da dove vorresti stare…
      E’ difficile scrivere e leggervi con assiduità… ma non vado mai via…
      Grazie degli apprezzamenti e a presto.

  • Se non l’avessi messo tra le proposte non mi sarebbe venuto in mente, visto che comunque c’è una parte di Fantasy in chi racconta ed in chi ascolta (un “fantasma” ed un… boh!); ma così significa che qualcosa di Fantasy dovrà comparire anche nel suo racconto 😉

    Ciao 🙂

      • Il dove si trova Jadi e con chi sta parlando non saranno normali, ma la storia che sta raccontando sembra più un rosa. 🙂
        Ora c’è da capire cos’ha da raccontare Jadi da “scusare” il fantasy. Oltre il suo interlocutore e l’ambiente in cui si trovano, ovviamente. 😉

  • L’unica opzione interessante/fattibile/”utile”, a mio parere, è il scoprire chi sarà a fare il primo passo.

    Ora che ci penso, credo che avresti fattmo meglio ad inserire il racconto nel genere rosa. Però non so come vuoi sviluppare la storia e, di conseguenza, potresti aver inserito l’opera nel genere corretto.

  • Vorrei sapere chi sta ascoltando la sua storia.
    Poi però dovrai anche dirmi di più tra lei e yuri… 😉
    Non dovresti – piccolo suggerimento, poi fai tu – raccontare e anticipare. O racconti, o anticipi. Per esempio nella frase:
    “A proposito, buon compleanno”
    “Oh… grazie ma… chi te lo ha detto?”
    Lui era così. Ti sorprendeva sempre. Come un illusionista. ….

    Ecco, anche se lei lo sta raccontando a qualcuno ( che poi se vince l’opzione scopriremo nel prossimo episodio chi sia) l’anticipazione toglie il gusto della scoperta al lettore, per cui io l’avrei girata così:
    ….
    “…. grazie, ma chi te lo ha detto?”
    Quella fu la prima volta che Yuri riuscì a sorprendermi.

    Comunque mi piace molto il modo in cui racconti. 😉

    • Si concordo, generalmente eccedo in senso opposto…
      In questo caso non volevo dare troppo enfasi a questa peculiarità di Yuri, se non come nota di colore. Ho in mente ben altri colpi di scena 🙂
      Grazie del complimento, li apprezzo molto

  • Lo stile è particolarmente efficace nel definire l’arrabbiatura di Jadi per la situazione in cui si trova; l’enigmatico uomo è molto intrigante, sembra avere un qualcosa che suggerisce un’aura quasi “soprannaturale”… vedremo se si rivelerà nocivo e benefico per la protagonista! Voto per capire con chi stia parlando Jadi, mi hai incuriosito! ^_^

        • Jadi parla un po’ a ruota libera… in modo frammentario…
          c’è da comprenderla, non dev’essere molto facile mantenere equilibrio e lucidità se sai di essere morta 🙂
          Però, in effetti, qualcosa che ha detto ce lo rivela:

          “Prima voglio che ti sia chiaro come si possa vivere una vita faticosa e avara, estranea alle esigenze più profonde del cuore e avere l’impudenza di chiamarlo amore.
          E’ in quella esatta accezione che io ho amato mio marito. Ed è bastato per restarne attaccata anche quando il vero amore mi ha sparato fuori dalla stratosfera”

          Il “vero amore” di cui parla potremmo verosimilmente sospettare sia proprio Yuri.

          • Ah, c’è anche una sequenza temporale che colloca l’incontro con Yuri dopo il suo matrimonio. Quando incontra Yuri era, per sua ammissione, un pachiderma di ottanta chili, per colpa della malattia contratta “poco dopo” il suo matrimonio.

            Però mi avevi fatto venire qualche dubbio … 🙂

    • Ok, ok… se sono riuscito a indurti a scomodare pilastri della letteratura comincio a farmi paura da solo 🙂
      Cmq grazie della roboante critica. Sono contento che ti sia piaciuta la mia scelta “tecnica”, da lettore piace molto anche a me, perchè ti permette di vivere “nel” personaggio osservare il mondo coi suoi occhi.
      Ho fatto questa scelta perchè sebbene il tema mi sia chiaro, la trama è interamente improvvisata. Sarà Jadi a dettare il racconto, io mi limitero a trascriverlo.
      Ciao

    • grazie Annarita, la resa agli sbagli del passato. La rassegnazione ad un epilogo di dannazione. La domanda che mi pongo e che mi trascina nella realtà di Jadi è: “Deve davvero finire così o la salvezza è ancora possibile?”. Onestamente non saprei, continuerò a scavare nel mondo interiore della nostra sfortunata amica in cerca della risposta. Stiamo a vedere.

    • Grazie Maria.
      Vuoi la verità? Scrivere qualcosa che esca dalla testa di una donna che si guarda dentro è piuttosto presuntuoso da parte mia, non trovi?
      Tuttavia non è mia intenzione dimostrare come le donne pensino e reagiscano. Piuttosto indagare sulle loro scelte e quanto l’ambiente che le circonda le mettano spesso di fronte a scelte obbligate.
      Non so quanto possa riuscire nell’intento. Ma voglio provarci.

    • Hai colto l’aspetto che più mi intimidisce di questa storia. Lo dico perchè benchè mi sia chiara l’intenzione, non so proprio come riuscirò a portare avanti un soliloquio lungo dieci capitoli. Sto facendo un salto nel buio. Conto sul vostro aiuto e sulla vostra pazienza.
      Grazie Nick

    • se ti riferisci al genere, neanche io.
      C’è il dramma interiore di Jadi, ci sarà una discreta quantità di eros e ci sarà anche un po’ di polverina magica (o puzza di zolfo, se preferisci).
      Quindi alla fine decidetelo voi come considerarla.

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