Regione che vai…detto che trovi!

Dove eravamo rimasti?

Quale sarà la prossima regione? Emilia Romagna (47%)

Emilia Romagna

Il Circo Itinerante del mago Forlonio era giunto nei pressi di una piccola cittadina sperduta tra le campagne dell’Emilia Romagna vicino a Piacenza. Erano giorni che si sentiva parlare di questo circo, con i suoi pagliacci, le sue ballerine e soprattutto i suoi animali. Filomena non vedeva l’ora di andarci e iniziò a piagnucolare sul perchè e il percome lei e i suoi genitori dovevano assolutamente vederlo, che alla fine il padre acconsentì solo per farla stare zitta.

Così la prima sera che il mago Forlonio si accampò nei pressi, tutte le famiglie del vicinato si misero in fila. Era gente povera ed estremamente frugale, vestita di stracci e con così pochi soldi che non si sarebbe mai potuta permettere una serata al circo. Ma era anche vero che di svaghi ne avevano pochi, così avevano tirato la cinghia per tutta la settimana, pur di far contenti i bambini.

Il grande tendone giallo e rosso aveva un ingresso illuminato da torce e cartelloni che sponsorizzavano lo spettacolo; attorno ad esso erano posizionati grandi carri, alcuni adibiti a case mobili, altri a gabbie per gli animali.

– Anche gli elefanti li tengono nella gabbia? – chiese filomena esaltata man mano che la fila al baracchino della cassa avanzava.

– Soprattutto gli elefanti! – disse suo padre divertito. Aveva brontolato un sacco, da solo e con la moglie, ma ammetteva in quell’istante che già si stava godendo la serata, e non era per nulla pentito dei soldi che inevitabilmente avrebbe buttato quella sera, tra lo spettacolo e le noccioline. – Ti immagini se un elefante imbizzarrito scappasse per il paese? – domandò alla figlia prendendola in braccio.

Filomena ridacchiò, poi si sporse a guardare: – Mancano ancora tante persone. Ci staremo tutti nella tenda?

– Ma certo! – replicò la madre.

Finalmente arrivarono davanti all’omino grasso, roseo, con un nasone a patata e una visiera da contabile che vendeva i biglietti.

– Quanti siete?

– Due adulti e una bambina.

L’uomo guardò Filomena con occhio critico, poi le disse di mettersi con le spalle bene appoggiate al baracchino. Scrutandola ancora, come a prender le misure, si rivolse all’uomo: – La bambina non paga. Voi un soldo per uno.

Staccò tre biglietti, prese i denari e poi, prima che si avviassero alla tenda, consegnò loro tre sfere di vetro.

– Sono biglie? – chiese Filomena saltellando per vedere meglio quello che aveva consegnato al padre.

– Sono biglie molto speciali, bambina – rispose l’omino divertito – sono biglie che dovrai tirare al centro del circo alla fine dello spettacolo!

– Perchè? – chiese la bambina stringendo come un tesoro quella che la madre le aveva messo in mano – non posso tenerla?

– Oh no, verrete perquisiti all’uscita! Dovrete tirarla perchè quello sarà l’indice di gradimento dello spettacolo.

Filomena non capì, ma annuì con vigore, perchè la parola perquisiti non le piaceva per niente.

Lo spettacolo durò due ore e fu divertentissimo. L’ultimo ad andare in scena fu il mago Forlonio stesso che alla fine dell’esibizione disse di lanciare le biglie ricevute all’ingresso. Titubanti, gli spettatori le tirarono e prima di toccare terra si trasformarono tutte in berretti rossi. I bambini risero, gli adulti rimasero affascinati e il mago compiaciuto che lo show fosse andato bene.

Per tre giorni in paese non si parlò d’altro: chi ancora non c’era stato veniva esortato ad andare, chi invece l’aveva già visto stringeva la cintura per poterci tornare prima che si levassero le tende. Anche Filomena insistette tanto e l’ultimo giorno di permanenza del circo i suoi genitori la portarono allo show. Ma non sembrava come la prima volta. Malgrado l’aspettativa fosse alta, qualcosa di tetro aleggiava attorno al tendone. Fu consegnata ancora la biglia, con la raccomandazione di lanciarla alla fine.

Lo spettacolo non fu degno del primo. Il mago Forlonio, all’ultimo numero, disse di tirare le biglie e stavolta, al posto di trasformarsi in berretti rossi, si trasformarono tutte in mucchietti di letame, che caddero al centro, sul mago e i suoi assistenti con tonfi sordi e puzzolenti. Fu l’unica cosa che quella sera fece ridere gli spettatori.

Seppero, col passare del tempo, che il Circo Itinerante aveva subito la stessa sorte in altre città: le biglie si trasformavano in berretti rossi quando piaceva, in cacca quando era brutto. Nessuno poteva mentire a riguardo, perchè nessuno sapeva come funzionassero quelle piccole sfere di vetro.

Da quando videro quel circo, gli emiliani presero a dire:

o merda o brèta rosa

(trad. O merda o cappello rosso – equivalente di “o la va o la spacca”)

Prossima regione? (Visto gli alti voti del Veneto nel capitolo precedente, lo ripropongo ancora!)

  • Piemonte (15%)
    15
  • Lazio (come annunciato!) (38%)
    38
  • Veneto (46%)
    46
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188 Commenti

  • Finale veramente stupendo! 😀
    L’episodio molisano mi ha fatto veramente morire dal ridere. Complimenti! Hai avuto proprio una bella idea con queste serie di episodi dedicati a ogni regione. Aspetto il prossimo round. 😉
    P.S anche se in tremendissimo ritardo, non credi di averti fatto i complimenti per la copertina. Molto belle e meritatissima.

  • Bello e divertente il racconto e il detto sul Molise:
    “Tempo d’inverno e culo di neonato non ti danno alcuna sicurezza”
    In effetti è davvero così.. 🙂
    Poi sei davvero bravissima per come riesci a trasmettere ” semplicità” nel modo tutto tuo di narrare.
    Complimenti

    • Sono contenta di averti sempre in orima linea Danio! Grazie per il supporto che mi date voi lettori! Prima di scoprire questo sito pensavo che le mie idee e il mio modo di scrivere fossero orribili… è bello scoprire di essersi sbagliati! (Restando nella modestia che si può sempre migliorare!)
      Alla prossima mia e all’attuale tua allora! 🙂

  • Ciao, arrivo in ritardo, spero non troppo tardi per porti i miei complimenti per i tuoi racconti…
    Ho letto il primo e il il nono, mi riprometto di leggere i restanti capitoli..
    Ho provato molto interesse nel leggerti. Come è interessante il tuo modo di narrare.
    Per cui grazie, mi avermi reso il pomeriggio meno “ostico” del solito e più speranzoso..
    Complimenti

    • Vediamo! Anche Umbria sembra ispirare per il momento, ma si sa mai! 😉

      Per la curiosità… no, in genere mi leggo un pò di proverbi di una regione, ne scelgo un paio che potrebbero avere dietro una storia carina e poi attendo il voto. Quando ho la regione vincitrice rileggo i detti e scelgo in base a ciò che mi dice la fantasia… la storia che reputo migliore 😉

    • Ahahahah!!!! Molto probabile! Ma forse nemmeno quello…. mi sa che non lo sapremo mai! Ho provato a cercare cosa volesse dire biccialla, che fa veramente oarte del dialetto fiorentino antico ma non ho trovato nulla… quindi mi son dovuta accontentare di una spiegazione legata al favoleggiamento artistico del protagonista. 😉 son contebta che ti sia piaciuto! Al prossimo! 😉

  • Belli questi mini racconti. 🙂
    Avevo votato per la Liguria, ma vanno bene anche tutte le altre opzioni.
    Solo la parte finale del racconto siciliano non l’ho capita. Più che altro se l’uomo si era sacrificato al posto del figlio, come ha fatto il cappello a volare se lui era nella bara? Magari non ho capito io. Comunque ti seguo. 😀

    • Ciao! Grazie, sono contenta che ti piaccia! Certo, ovviamente non riuscirò a fare tutte le regioni, ma la liguria è sulla lista! 😉
      Presto passo anche dal tuo racconto!
      (Preciso, visto che non ci stava nella descrizione, che quando un’opzione sarà a primerito o avrà ottenuto più voti, ricomparirà nel corso dei dieci capitoli!)

    • Eh lo so, ma siccome non tutti i lettori lo sono, ho deciso di mettercela comunque! 😉 esattamente come metterò quelle delle altre regioni, anche se per ora quelle che ho in mente si capirebbero comunque!
      Contenta di ritrovarti qui e che ti piaccia l’idea e anche la storia!
      Grazie! 🙂
      (Preciso, visto che non ci stava nella descrizione, che quando un’opzione sarà a parimerito o avrà ottenuto più voti, ricomparirà nel corso dei dieci capitoli!)

    • Grazie Pinkerella, sono contenta di ritrovarti qui e anche che ti piaccia l’idea!
      Sai, per essere lombarda questo detto non lo sapevo nemmeno io! 😀 ma mi ha dato lo stimolo e l’idea giusta per questa serie! Spero di riuscire a trovare sempre qualche detto originale e non i “classici” che conoscono tutti…. ma staremo a vedere! 😉
      (Preciso, visto che non ci stava nella descrizione, che quando un’opzione sarà a parimerito o avrà ottenuto più voti, ricomparirà nel corso dei dieci capitoli!)

    • Ciao! Sono contenta che ti piaccia l’idea, ci ho lavorato su un po’ e nin ero del tutto convinta, ma poi ho deciso di buttarmi, se non altro per vedere che potrebbe venire fuori!
      Veneto eh…. chi lo sa! Ne ho un po’ in cantiere, devo solo trovare la storia giusta da appiccicare al proverbio! 😉
      Grazie per seguirmi, adesso passo anche dalle tue parti!
      (Preciso, visto che non ci stava nella descrizione, che quando un’opzione sarà a primerito o avrà ottenuto più voti, ricomparirà nel corso dei dieci capitoli!)

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