Regione che vai…detto che trovi!

Dove eravamo rimasti?

Nuove regioni! Da che parte andiamo? Calabria (64%)

Calabria

Lorena era famosa in tutto il paese e anche nei dintorni per la sua cocciutaggine. Non per niente, era una mula.

Aveva un pelo bellissimo e grigio, costantemente tenuto lucido dal lungo strigliare che il padrone effettuava due volte al giorno. Aveva una dentatura da far invidia a qualsiasi altro asino, bella grande e bianca, pronta a scattare se qualcuno faceva qualcosa che non le garbava. Tipo metterle il basto. Non si sarebbe mai abbassata a portare sul groppo qualcosa o qualcuno, nemmeno se quel qualcuno era Giovanni, il suo padrone. Più volte costui aveva provato, sia con il bastone che con la carota, a farle portare qualcosa ma sistematicamente, l’asina scagliava per terra il peso, o scappava ancora prima che riuscisse a posarglielo in groppa. Giovanni ci aveva infine rinunciato, asserendo che con un carattere così era probabilmente improntata a ben più aulici compiti… quali ad esempio procreare.

Messosi in testa che Lorena era pronta per far da mamma, il buon Giufà (come veniva chiamato dagli amici) decise di iniziare la ricerca di un potenziale marito per la sua protetta. Visitò le stalle dei vicini, andò fino a Reggio per vedere la fiera degli asini che si teneva annualmente, ma a suo parere nessuno dei possibili candidati aveva possibilità di piacere a Lorena. La mula dal canto suo si divertiva: mai si era allontanata così tanto e aveva visto posti nuovi. La gente si fermava a carezzarle il muso e a complimentarsi della sua bellezza. Un paio di volte rischiò di esser rapita: sulla strada si aggiravano i briganti, ma lei era pronta a difendere se stessa e il padrone a colpi di zoccolo e morsi. Passò un’intera stagione in cui Giufà girò per il suo paese a piedi, accompagnando la mula per la cavezza e portando sulla schiena il peso del bagaglio, peraltro modesto, che Lorena si rifiutava di portare. Quando lo fermavano per chiedergli spiegazioni, era solito rispondere che la sua mula era troppo bella per rovinarsi portando i carichi. Deriso da quelli che lo ascoltavano, continuava imperterrito nel suo viaggio.

Quando fece ritorno al suo paese, tutti si presentarono alla sua stalla per salutarlo e videro una cosa sconcertante: Lorena era stesa sulla paglia fresca, bella gialla e profumata, con un canovaccio bagnato sulla fronte, e Giufà che si affaccendava lì intorno con un cesto di verdura, mettendo sotto il naso della mula i più disperati frutti.

– Giufà… ma che succede? È malata? – chiese un vicino.

– No, no! È pregna! – rispose l’uomo felice.

I compaesani si guardarono l’un l’altro, poi uno si decise a parlargli: – Guarda che i muli sono sterili!

Lorena emise un raglio di disprezzo. Giufà sbuffò: – Ti dico che è pregna! Me l’ha confermato il fatto che lei non vuole più carote, vedi? – disse mettendo una carota sotto il naso della mula, la quale si voltò schifata e ragliò mostrando i denti – è come mia moglie: quando rimase incinta le presero strane voglie.

Nessuno osò contraddire quanto diceva, ma ognuno nutriva i suoi dubbi.

Passarono tre mesi e Giufà divenne sempre più povero e più misero: sua moglie e i tre figli ormai grandi lo lasciarono per Reggio e una maggior fortuna, ma lui aveva la sua asina e tanto gli bastava.

Lorena era divertita: bastava ragliare e disdegnare quello che Giufà le metteva sotto il naso per vedersi proporre del cibo nuovo e diverso. Per due settimane mangiò solo insalata, poi si stufò e pretese solo carote. Poi arrivò il turno delle mele… e la divertiva vedere il padrone disperato quando rifiutava il cibo. Ma non era solo riguardo agli alimenti che faceva i capricci. Quando erano tornati dal lungo viaggio, Lorena aveva prediletto la paglia gialla e profumata. Un giorno però Giufà, non trovando più paglia fresca, le aveva cambiato lo stallo e aveva messo del fieno verde brillante. Lorena si era rifiutata di entrare e il povero Giufà aveva passato la notte in bianco accanto alla mula fuori dalla stalla tenendo una coperta sospesa sopra di loro mentre una pioggia torrenziale cadeva incessante. Aveva poi trovato un posticino nella stalla del vicino, che possedeva un gregge di pecore e aveva chiesto se poteva lasciare lì Lorena in cambio del suo latte per un paio di giorni in attesa che trovasse della paglia fresca. La mula si era adattata fin troppo bene: la lana della pecora le piaceva, era soffice e calda. Quando Giufà la ricondusse nel suo stallo, ora preparato con la paglia fresca come piaceva a lei, Lorena si impuntò e tornò nella stalla del vicino senza che il povero Giovanni potesse fare alcunchè. La seguì e vide che si appoggiava alle pecore. Capì, e si disperò: provò col bastone e con la carota, ma Lorena era una mula, e solo quando ebbe abbastanza lana nello stallo, si degnò di tornare da Giufà. Immaginatevi come diventò dopo che ebbe partorito!

In paese divenne famosa nel detto:

aviri cchju vizi ra mula i Giufà

(trad. Avere più vizi della mula di Giufà – avere cattive abitudini e pretendere sempre qualcosa)

Voliamo in...

  • Molise (ebbene sì, in questo sconosciuto! :D) (19%)
    19
  • Puglia (13%)
    13
  • Valle d'Aosta (69%)
    69
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188 Commenti

  • Finale veramente stupendo! 😀
    L’episodio molisano mi ha fatto veramente morire dal ridere. Complimenti! Hai avuto proprio una bella idea con queste serie di episodi dedicati a ogni regione. Aspetto il prossimo round. 😉
    P.S anche se in tremendissimo ritardo, non credi di averti fatto i complimenti per la copertina. Molto belle e meritatissima.

  • Bello e divertente il racconto e il detto sul Molise:
    “Tempo d’inverno e culo di neonato non ti danno alcuna sicurezza”
    In effetti è davvero così.. 🙂
    Poi sei davvero bravissima per come riesci a trasmettere ” semplicità” nel modo tutto tuo di narrare.
    Complimenti

    • Sono contenta di averti sempre in orima linea Danio! Grazie per il supporto che mi date voi lettori! Prima di scoprire questo sito pensavo che le mie idee e il mio modo di scrivere fossero orribili… è bello scoprire di essersi sbagliati! (Restando nella modestia che si può sempre migliorare!)
      Alla prossima mia e all’attuale tua allora! 🙂

  • Ciao, arrivo in ritardo, spero non troppo tardi per porti i miei complimenti per i tuoi racconti…
    Ho letto il primo e il il nono, mi riprometto di leggere i restanti capitoli..
    Ho provato molto interesse nel leggerti. Come è interessante il tuo modo di narrare.
    Per cui grazie, mi avermi reso il pomeriggio meno “ostico” del solito e più speranzoso..
    Complimenti

    • Vediamo! Anche Umbria sembra ispirare per il momento, ma si sa mai! 😉

      Per la curiosità… no, in genere mi leggo un pò di proverbi di una regione, ne scelgo un paio che potrebbero avere dietro una storia carina e poi attendo il voto. Quando ho la regione vincitrice rileggo i detti e scelgo in base a ciò che mi dice la fantasia… la storia che reputo migliore 😉

    • Ahahahah!!!! Molto probabile! Ma forse nemmeno quello…. mi sa che non lo sapremo mai! Ho provato a cercare cosa volesse dire biccialla, che fa veramente oarte del dialetto fiorentino antico ma non ho trovato nulla… quindi mi son dovuta accontentare di una spiegazione legata al favoleggiamento artistico del protagonista. 😉 son contebta che ti sia piaciuto! Al prossimo! 😉

  • Belli questi mini racconti. 🙂
    Avevo votato per la Liguria, ma vanno bene anche tutte le altre opzioni.
    Solo la parte finale del racconto siciliano non l’ho capita. Più che altro se l’uomo si era sacrificato al posto del figlio, come ha fatto il cappello a volare se lui era nella bara? Magari non ho capito io. Comunque ti seguo. 😀

    • Ciao! Grazie, sono contenta che ti piaccia! Certo, ovviamente non riuscirò a fare tutte le regioni, ma la liguria è sulla lista! 😉
      Presto passo anche dal tuo racconto!
      (Preciso, visto che non ci stava nella descrizione, che quando un’opzione sarà a primerito o avrà ottenuto più voti, ricomparirà nel corso dei dieci capitoli!)

    • Eh lo so, ma siccome non tutti i lettori lo sono, ho deciso di mettercela comunque! 😉 esattamente come metterò quelle delle altre regioni, anche se per ora quelle che ho in mente si capirebbero comunque!
      Contenta di ritrovarti qui e che ti piaccia l’idea e anche la storia!
      Grazie! 🙂
      (Preciso, visto che non ci stava nella descrizione, che quando un’opzione sarà a parimerito o avrà ottenuto più voti, ricomparirà nel corso dei dieci capitoli!)

    • Grazie Pinkerella, sono contenta di ritrovarti qui e anche che ti piaccia l’idea!
      Sai, per essere lombarda questo detto non lo sapevo nemmeno io! 😀 ma mi ha dato lo stimolo e l’idea giusta per questa serie! Spero di riuscire a trovare sempre qualche detto originale e non i “classici” che conoscono tutti…. ma staremo a vedere! 😉
      (Preciso, visto che non ci stava nella descrizione, che quando un’opzione sarà a parimerito o avrà ottenuto più voti, ricomparirà nel corso dei dieci capitoli!)

    • Ciao! Sono contenta che ti piaccia l’idea, ci ho lavorato su un po’ e nin ero del tutto convinta, ma poi ho deciso di buttarmi, se non altro per vedere che potrebbe venire fuori!
      Veneto eh…. chi lo sa! Ne ho un po’ in cantiere, devo solo trovare la storia giusta da appiccicare al proverbio! 😉
      Grazie per seguirmi, adesso passo anche dalle tue parti!
      (Preciso, visto che non ci stava nella descrizione, che quando un’opzione sarà a primerito o avrà ottenuto più voti, ricomparirà nel corso dei dieci capitoli!)

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