Regione che vai…detto che trovi!

Dove eravamo rimasti?

E il nono episodio sarà ambientato... ... in Umbria (58%)

Umbria

Non aveva peli sulla lingua, e francamente se ne infischiava di quello che diceva la gente di lui. Era povero in canna, viveva in una casa sgangherata che pareva in procinto di venire giù al primo soffio di vento e lavorava stagionalmente nelle campagne, raccogliendo frutta per il padrone di turno… che non era mai lo stesso, perchè appunto, non avendo peli sulla lingua, aveva il vizio di dire le cose come le pensava, con tanti saluti alle buone maniere e al buon viso a cattivo gioco. Quando non lavorava nei campi veniva chiamato a svolgere lavoretti di maniscalco, di imbianchino, di idraulico e altri che occorrevano al momento: non si intendeva di niente in particolare, ma sapeva fare tutto in generale. Guglielmo campava così, cedendo favori quando gli garbava e facendosi pagare quando gli andava, dicendo quello che pensava a volte anche solo con uno sguardo eloquente, bastante a far comprendere tutto quello che avrebbe potuto dire con le parole in un’ora di tiritera. Erano in pochi ad apprezzarlo per i suoi modi diretti e franchi.

Aveva preso questo atteggiamento da bambino, quando sua madre lo rimproverava dopo aver scoperto qualche bugia e allora erano strigliate e calci nel sedere, mattarellate o colpi di scopa a seconda dell’attrezzo che la genitrice aveva a portata di mano. Per sfuggire a quel supplizio scoprì presto che una verità intera detta subito e senza giri di parole era meglio di una mezza verità tirata fuori a monosillabi, che restava comunque una mezza bugia. Aveva imparato a non mentire e ad andare dritto al punto.

Per esempio, una volta tornò con un sacchetto pieno di caramelle e la bocca altrettanto piena. La madre lo vide e volle sapere subito dove le avesse prese. Guglielmo non perse tempo, e anziché inventarsi una storia di sana pianta come ogni bambino che cerca di nascondere una marachella, andò subito al nocciolo della questione: – Ho venduto due galline.

La madre era talmente sconcertata che non riuscì nemmeno ad arrabbiarsi: rimase lì, come un pesce lesso, la bocca spalancata e lo sguardo fisso su quel figlio scapestrato che aveva osato vendere due delle sue galline per un sacchetto di caramelle.

Un’altra volta invece andò direttamente dalla madre e disse: – Non ho intenzione di andare di nuovo da quella vecchia bacucca della Gina solo perchè tu e papà dovete fare i vostri porci comodi. Fate pure l’amore, urlate quanto vi pare, ma io resto in camera mia.

La madre non seppe che ribattere, esattamente come il padre che era indeciso se alzare la cinghia con l’intento di suonargliele di santa ragione per la sua insolenza o se prenderlo da parte per farsi dire come e cosa avesse scoperto sulle relazioni tra uomo e donna.

La sua franchezza sconcertava la gente, ma evitava a tutti l’imbarazzo generale del richiedere spiegazioni o di venire a sapere le cose da terzi. Perchè lui le cose le diceva, e le diceva in faccia, piacesse o meno all’interlocutore.

Quando lavorò per il signor Moretti, lo fece di buon grado, sopportando calunnie da parte di quest’ultimo che pensava che oltre povero, il Guglielmo fosse anche stupido… ma per soldi si adeguò. Il giorno di paga il Moretti pensò di fregarlo, pagandolo la metà degli altri, ma Guglielmo non perse tempo, e senza curarsi di chi c’era a portata d’orecchio e senza giri di parole, disse: – Se non volete che vostra moglie sappia di Amanda, farete bene a pagarmi il convenuto.

Il Moretti fece per infuriarsi, ma lo sguardo fisso del Guglielmo bastò a fargli comprendere che o lo pagava e se ne stava buono, o nel giro di due minuti dopo la rissa la faccenda di Amanda sarebbe venuta fuori a meno che non l’avesse ucciso. Optò per la prima, Guglielmo incassò con un sorriso e mantenne il segreto su Amanda. Non ricattò mai le persone con i segreti che scopriva perchè non era nella sua natura. Era un uomo onesto come pochi.

Anche il signor Sabatini la rischiò grossa. Aveva una figlia in età da marito, che si innamorò del Guglielmo e della sua franchezza, cosa che al padre ovviamente non andò a genio. Arrivò a minacciare la figlia di chiuderla in convento, ma non ottenne risultati. Poi fece l’errore di minacciare Guglielmo, che senz giri di parole disse: – sarò anche povero, ma amo vostra figlia. E dubito che troverete qualcun altro che la desideri se si sapesse che non è più vergine… oh, non certo per colpa mia. Chiedete a Francesco!

Sabatini rimase spiazzato, fece le sue indagini e scoprì che quanto gli aveva detto Guglielmo era vero. Cedette e i due si sposarono tre mesi dopo.

Gli umbri che apprezzavano la franchezza del Guglielmo presero come detto delle parole dette proprio da Guglielmo stesso: trovandosi in bancarotta e non avendo soldi per pagarsi da bere, prima di ordinare andò dritto dal proprietario del bar e disse:

c’ho pochi spicce e poche da spiccianne

(Trad. Ho pochi soldi e pochi da cambiarne – detto di una persona che ha poco da dire ma che te lo dice in faccia)

Intanto ringrazio tutti di avermi seguito fin qui! Concludiamo la nostra storia...

  • All'estero (lasciamo la patria per un mondo nuovo! - continente/paese a discrezione dell'autrice) (20%)
    20
  • In una regione a scelta dell'autrice tra quelle scartate durante il nostro viaggio (dove ci saremo persi??) (70%)
    70
  • In Lombardia, da dove siamo partiti (torniamo a Itaca insomma...) (10%)
    10
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188 Commenti

  • Finale veramente stupendo! 😀
    L’episodio molisano mi ha fatto veramente morire dal ridere. Complimenti! Hai avuto proprio una bella idea con queste serie di episodi dedicati a ogni regione. Aspetto il prossimo round. 😉
    P.S anche se in tremendissimo ritardo, non credi di averti fatto i complimenti per la copertina. Molto belle e meritatissima.

  • Bello e divertente il racconto e il detto sul Molise:
    “Tempo d’inverno e culo di neonato non ti danno alcuna sicurezza”
    In effetti è davvero così.. 🙂
    Poi sei davvero bravissima per come riesci a trasmettere ” semplicità” nel modo tutto tuo di narrare.
    Complimenti

    • Sono contenta di averti sempre in orima linea Danio! Grazie per il supporto che mi date voi lettori! Prima di scoprire questo sito pensavo che le mie idee e il mio modo di scrivere fossero orribili… è bello scoprire di essersi sbagliati! (Restando nella modestia che si può sempre migliorare!)
      Alla prossima mia e all’attuale tua allora! 🙂

  • Ciao, arrivo in ritardo, spero non troppo tardi per porti i miei complimenti per i tuoi racconti…
    Ho letto il primo e il il nono, mi riprometto di leggere i restanti capitoli..
    Ho provato molto interesse nel leggerti. Come è interessante il tuo modo di narrare.
    Per cui grazie, mi avermi reso il pomeriggio meno “ostico” del solito e più speranzoso..
    Complimenti

    • Vediamo! Anche Umbria sembra ispirare per il momento, ma si sa mai! 😉

      Per la curiosità… no, in genere mi leggo un pò di proverbi di una regione, ne scelgo un paio che potrebbero avere dietro una storia carina e poi attendo il voto. Quando ho la regione vincitrice rileggo i detti e scelgo in base a ciò che mi dice la fantasia… la storia che reputo migliore 😉

    • Ahahahah!!!! Molto probabile! Ma forse nemmeno quello…. mi sa che non lo sapremo mai! Ho provato a cercare cosa volesse dire biccialla, che fa veramente oarte del dialetto fiorentino antico ma non ho trovato nulla… quindi mi son dovuta accontentare di una spiegazione legata al favoleggiamento artistico del protagonista. 😉 son contebta che ti sia piaciuto! Al prossimo! 😉

  • Belli questi mini racconti. 🙂
    Avevo votato per la Liguria, ma vanno bene anche tutte le altre opzioni.
    Solo la parte finale del racconto siciliano non l’ho capita. Più che altro se l’uomo si era sacrificato al posto del figlio, come ha fatto il cappello a volare se lui era nella bara? Magari non ho capito io. Comunque ti seguo. 😀

    • Ciao! Grazie, sono contenta che ti piaccia! Certo, ovviamente non riuscirò a fare tutte le regioni, ma la liguria è sulla lista! 😉
      Presto passo anche dal tuo racconto!
      (Preciso, visto che non ci stava nella descrizione, che quando un’opzione sarà a primerito o avrà ottenuto più voti, ricomparirà nel corso dei dieci capitoli!)

    • Eh lo so, ma siccome non tutti i lettori lo sono, ho deciso di mettercela comunque! 😉 esattamente come metterò quelle delle altre regioni, anche se per ora quelle che ho in mente si capirebbero comunque!
      Contenta di ritrovarti qui e che ti piaccia l’idea e anche la storia!
      Grazie! 🙂
      (Preciso, visto che non ci stava nella descrizione, che quando un’opzione sarà a parimerito o avrà ottenuto più voti, ricomparirà nel corso dei dieci capitoli!)

    • Grazie Pinkerella, sono contenta di ritrovarti qui e anche che ti piaccia l’idea!
      Sai, per essere lombarda questo detto non lo sapevo nemmeno io! 😀 ma mi ha dato lo stimolo e l’idea giusta per questa serie! Spero di riuscire a trovare sempre qualche detto originale e non i “classici” che conoscono tutti…. ma staremo a vedere! 😉
      (Preciso, visto che non ci stava nella descrizione, che quando un’opzione sarà a parimerito o avrà ottenuto più voti, ricomparirà nel corso dei dieci capitoli!)

    • Ciao! Sono contenta che ti piaccia l’idea, ci ho lavorato su un po’ e nin ero del tutto convinta, ma poi ho deciso di buttarmi, se non altro per vedere che potrebbe venire fuori!
      Veneto eh…. chi lo sa! Ne ho un po’ in cantiere, devo solo trovare la storia giusta da appiccicare al proverbio! 😉
      Grazie per seguirmi, adesso passo anche dalle tue parti!
      (Preciso, visto che non ci stava nella descrizione, che quando un’opzione sarà a primerito o avrà ottenuto più voti, ricomparirà nel corso dei dieci capitoli!)

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