LA STANZA DEI GIRASOLI

Dove eravamo rimasti?

Chi ha chiamato Alice? Un ragazzo con cui è uscita qualche volta. (71%)

TRE.“Ciao Alex, tutto ok, grazie…No, non sono a Bologna, sono a Roma per quel corso di cui ti ho parlato, sono arrivata oggi! Ah volevi uscire?…Mi sa che allora non ci vedremo per un pezzo…A meno che tu non venga a fare un giro da queste parti, sai ho dato un’occhiata e pare che con la bella stagione ci siano un sacco di concerti e festival carini…Ah devi studiare per gli esami di giugno…Vabbè se cambi idea, fammi sapere! Ciao, un bacio, a presto!”
Tut…Tut…Tut…

Fu proprio mentre chiuse la telefonata che si rese conto che era stata mooolto più carina e dolce di come erano le sue intenzioni. Qualche settimana prima in occasione di una delle loro saltuarie uscite si era ripromessa di non rispondere con solerzia alle sue chiamate. E non in quel modo smielato…
Un po’ più di rigore, eccheccacchio!
Ma inevitabilmente si sorprese a camminare con un mezzo sorriso sulle labbra. Sciocco e allegro come se fosse stato disegnato da un pittore ubriaco. Poi rifletté sul fatto che la chiamata era stata fatta da un altro numero e che quindi lei non poteva realmente sapere che si trattava di lui.
Se l’avesse saputo, non avrebbe risposto. Ovviamente. Il sorriso divenne una smorfia.
Comunque non era il caso di armeggiare una paranoia intera per tre minuti di conversazione. Sull’onda di una sottile amarezza camminava senza fare caso al nuovo quartiere. Riuscì a non notare il tramonto viola e rosso dietro le immobili rovine romane sulla piccola collinetta a ridosso del viadotto stradale. Perfetta sintesi dell’urbe verticale contemporanea, nata dalle doglie dei resti del passato. Un tonfo al cuore. Se solo lo avesse notato.
Ma la sua testa macinava altro.
Stava ricordando quando aveva conosciuto Alex, a gennaio, ad una festa di compleanno: dopo la torta, mentre tutti avevano iniziato entusiasti una partita a Pictionary, entrambi annoiati e depressi avevano deciso di uscire . Fu così che se ne andarono sfrecciando nella notte, su una vecchia Atala verde, le dita congelate dal freddo e un po’ di rimorso per il festeggiato.
Si fermarono in più bar, e ad ogni tappa sceglievano con cura il chupito o il grappino che avrebbero ordinato per riscaldare le orecchie. Ridevano e bevevano.
Poi arrivò un bacio. A lui piaceva il disegno che faceva il respiro di lei quando uscendo dalla bocca incontrava il freddo della notte senza luna. A lei piaceva il contrasto di quegli occhi e di quella pelle chiarissimi con i suoi vestiti scuri.
Ma non durò molto.
Da lì si sentirono e si videro per una settimana quasi ogni giorno. Poi lui iniziò a non rispondere e a non farsi sentire. Uscirono altre cinque o sei volte in tutto negli ultimi quattro mesi.
Solo da poco però Alice aveva realizzato che lui in questi intervalli si dava da fare con uno svariato numero di altre amiche. Ben arrivata chiarezza!
Aveva così deciso di evitare di cercarlo e di pensarci, e magari di uscirci!
Ancora immersa in queste acute strategie si accorse del vino tra le mani e di come a quell’ora la città si fosse fatta più gentile.
Fu qui che accadde un fatto strano.
Imboccata la via di casa notò un uomo che le stava andando incontro, come per dirle qualcosa. Vestito di grigio e con il volto scavato e abbronzato zoppicava portandosi appresso una vecchia stampella. Quando erano sul punto di incrociarsi Alice non riuscì a fare a meno di guardarlo negli occhi e notò che anche lui la stava fissando, in un modo severo ed intenso, quasi avesse predetto una disattenzione di lei nell’urtarlo.
Ma non si toccarono.
Lui continuò a guardarla insistentemente, poi pronunciò parole confuse verso Alice che ne percepì soltanto alcune, e che suonavano come: ”Incontrerai i girasoli…” o qualcosa di simile.
“Eh?” Esclamò Alice, che non aggiunse altro, non proprio sicura di ciò che aveva sentito.
Finalmente arrivò al suo palazzo, entrò in casa dove un profumino invitante si spandeva dalla piccola cucina.
“Voilà!” Entrò sfoggiando il Nero d’Avola, e fatte le presentazioni di rito con Roberto, che nel frattempo era tornato a casa, si misero a mangiare e a bere amichevolmente.

Cosa succede dopo la cena?

  • Uno dei due coinquilini è molto stanco così Alice esce con uno solo dei due ragazzi. Mèta: un concerto all’aperto. (14%)
    14
  • Giovanni e Roberto escono ma Alice resta in casa perché è stanca e non resiste alla tentazione di richiamare Alex. (29%)
    29
  • Un blackout elettrico lascia i tre nuovi coinquilini senza luce per tutta le sera. (57%)
    57
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150 Commenti

  • Amaranta, non smetto di leggere..è come una droga..non riesco a non farne a meno!
    Sei bravissima, continua così!! E anche se le persone criticano il tuo modo di scrivere non ascoltarle! Difendi sempre le tue parole, le tue idee..non perchè siano giuste ma perchè sono tue.
    Complimenti!!

  • Sorry per il ritardo!! Per fortuna sono arrivata in tempo prima del nuovo episodio…Anch’io voto per Roberto che potrebbe dirci qualcosa in più su questo Giovanni, (che in fondo in fondo non mi convince)…A presto!!!

  • Più vado avanti a leggerlo più mi emoziono, sembra che la protagonista sia io, prende tantissimo. Sei stata bravissima fino ad adesso! Continua così Amaranta e deliziaci con i tuoi racconti.
    Un bacio,
    Charol.

  • Dai, vediamo la ex che combina, cosa ci racconta.
    “quella che prima era la cucina ed ora invece era uno spazio d’incertezza fatto solo delle loro parole”, questo passaggio qui mi è piaciuto tantissimo, così come la conclusione del capitolo, con quei due che, prima di salutarsi, se ne stanno sulla terrazza a chiacchierare fino alle 2. Bello.

    D.

  • Mi piace quando esce e respira e cerca sollievo nelle persone che incontra, la estenderei questa parte per quanto mi vien voglia di approfondirla.
    La storia si fa molto interessante, la dimensione coinquilini, la camera scelta a scatola chiusa con i girasoli appassiti e i riferimenti alle serie tv.
    Ti seguo ancora e con piacere 😉

    Ho votato per il vecchio amico romano. Magari ci si potrà rivedere.

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